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Questa pagina descrive come gestire i repository da riga di comando, tramite l'utilizzo di un qualsiasi [[Ufficio/EditorDiTesto|editor di testo]], al posto dell'interfaccia grafica. Queste informazioni si rivelano utili dato che funzionano in tutte le versioni di Ubuntu. Questa pagina descrive come gestire i repository da riga di comando tramite l'utilizzo di un qualsiasi [[Ufficio/EditorDiTesto|editor di testo]], senza utilizzare appositi programmi con interfaccia grafica. Queste informazioni si rivelano utili dato che funzionano in tutte le versioni di Ubuntu.
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Anche se Ubuntu conserva di default una copia del file `sources.list`, è buona norma creare una copia di backup del file prima di modificarlo, in modo tale da poterlo ripristinare in caso di insuccesso. Anche se Ubuntu conserva di default una copia del file `sources.list`, è buona norma creare una copia di backup del file prima di modificarlo, in modo tale da poterlo ripristinare in caso di problemi.
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Per controllare la validità del proprio file `sources.list` è possibile prenderne visione col seguente comando, senza modificare nulla: {{{ Per controllare la validità del proprio file `sources.list` senza senza modificarlo, è possibile prenderne visione col seguente comando: {{{
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il contenuto dovrebbe essere simile a questo: {{{ Prendendo come esempio il caso di un sistema Ubuntu 16.04.1 LTS, il contenuto dovrebbe essere simile al seguente: {{{
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 * Aprire con un [[Ufficio/EditorDiTesto|editor di testo]] e con i [[AmministrazioneSistema/Sudo|privilegi di amministrazione]] il file `/etc/apt/sources.list`, quindi cancellare il simbolo hash '''#''' davanti alla riga di interesse.

 * Salvare la modifica ed aggiornare l'elenco pacchetti, digitando il seguente comando nel [[AmministrazioneSistema/Terminale|terminale]]: {{{
sudo apt update
}}}
 Se non si ricevono errori, l'operazione è andata a buon fine. In alternativa è possibile ripristinare il vecchio file copiando il backup precedentemente creato, digitando il seguente comando: {{{
 0. Aprire con un [[Ufficio/EditorDiTesto|editor di testo]] e con i [[AmministrazioneSistema/Sudo|privilegi di amministrazione]] il file `/etc/apt/sources.list`, quindi cancellare il simbolo hash '''#''' davanti alla riga di interesse.

 0. Salvare la modifica ed aggiornare l'elenco pacchetti, digitando il seguente comando nel [[AmministrazioneSistema/Terminale|terminale]]: {{{
sudo apt update
}}}
 Se non si ricevono errori, l'operazione è andata a buon fine.

In caso di errori, invece, è possibile ripristinare la situazione precedente tramite il backup precedentemente creato, digitando quindi il seguente comando nel [[AmministrazioneSistema/Terminale|terminale]]: {{{
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Per controllare se siano già presenti repository esterni:
 0. Visionare il file `/etc/apt/sources.list` come indicato nel precedente [[#sources.list|paragrafo]], verificando che non siano presenti ulteriori righe oltre quelle relative ai repository ufficiali.
 0. Digitare il seguente comando nel [[AmministrazioneSistema/Terminale|terminale]]:{{{
ls /etc/apt/sources.list.d
}}}
 verificando la presenza di eventuali file con estensione `.list`. Analogamente a `/etc/apt/sources.list`:
  * è possibile visionarne il contenuto tramite il comando:{{{
cat /etc/apt/sources.list.d/nome_file.list
}}}
  * eventuali righe che iniziano con il simbolo '''#''' sono commentate e non vengono prese in considerazione.
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In alternativa, per evitare di apportare modifiche accidentali indesiderate al file `/etc/apt/sources.list`, è possibile utilizzare la seguente procedura: Tuttavia, per evitare modifiche accidentali indesiderate al file `/etc/apt/sources.list`, si consiglia di utilizzare la seguente procedura alternativa:
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||<tablestyle="text-align: justify; width:100%;" style="border:none;" 5%><<Immagine(Icone/Grandi/info.png,,center)>> ||<style="padding:0.5em; border:none;">Solitamente alcuni programmi installabili [[AmministrazioneSistema/InstallareProgrammi/PacchettiDebian|tramite pacchetto Debian]] (quali '''[[InternetRete/Navigazione/GoogleChrome|GoogleChrome]]''', '''[[InternetRete/Navigazione/Opera|Opera]]''', '''[[InternetRete/Telefonia/Skype#Skype_for_Linux|Skype]]''' ed altri) provvedono automaticamente a generare un file relativo al proprio repository all'interno della cartella `/etc/apt/sources.list.d/`. || ||<tablestyle="text-align: justify; width:100%;" style="border:none;" 5%><<Immagine(Icone/Grandi/info.png,,center)>> ||<style="padding:0.5em; border:none;">Solitamente alcuni programmi installabili [[AmministrazioneSistema/InstallareProgrammi/PacchettiDebian|tramite pacchetto debian]] (quali '''[[InternetRete/Navigazione/GoogleChrome|GoogleChrome]]''', '''[[InternetRete/Navigazione/Opera|Opera]]''', '''[[InternetRete/Telefonia/Skype#Skype_for_Linux|Skype]]''' ed altri) provvedono automaticamente a generare un file relativo al proprio repository all'interno della cartella `/etc/apt/sources.list.d/`. ||
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Se il repository si trova sulla piattaforma [[https://launchpad.net/|launchpad]] è possibile seguire una procedura automatizzata: Se il repository si trova sulla piattaforma [[https://launchpad.net/|Launchpad]] è possibile seguire una procedura automatizzata:

 0. Solo se si è su [[Installazione/CdMinimale|sistema minimale]], installare il pacchetto [[apt://software-properties-common | software-properties-common]].
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Il repository verrà salvato in un file aggiuntivo all'interno della cartella `/etc/apt/sources.list.d/`.
 Al contrario, su Ubuntu 18.04 l'update non sarà necessario (verrà eseguito automaticamente).

Se la procedura è andata a buon fine, il repository launchpad verrà salvato in un file aggiuntivo all'interno della cartella `/etc/apt/sources.list.d/`.<<BR>>
Per annullare le modifiche effettuate tramite questa procedura, è possibile seguire le istruzioni di [[AmministrazioneSistema/Ppa-purge|questa guida]].
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restituisca un errore simile a questo: {{{ restituisca un errore simile al seguente: {{{
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In questo caso, è necessario aggiungere delle chiavi di sicurezza del repository indicato dall'errore.

Digitare il seguente comando in un [[AmministrazioneSistema/Terminale| terminale]]: {{{
In tal caso è necessario aggiungere le chiavi di sicurezza del repository indicato dall'errore.

 0. Digitare il seguente comando in un [[AmministrazioneSistema/Terminale| terminale]]:{{{
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}}} sostituendo alla dicitura CHIAVE il numero della chiave pubblica che compare nell'errore.

Infine c
ontrollare che l'inserimento della chiave sia avvenuto correttamente, digitando il seguente comando in un [[AmministrazioneSistema/Terminale| terminale]]:{{{
}}}
 sostituendo la dicitura «`
CHIAVE`» con il numero della chiave pubblica che compare nell'errore.
 0. Controllare che l'inserimento della chiave sia avvenuto correttamente, digitando il seguente comando in un [[AmministrazioneSistema/Terminale| terminale]]:{{{
Linea 201: Linea 218:
 * [[http://www.debian.org/doc/manuals/apt-howto/index.en.html|Manuale Debian di apt]]
Linea 207: Linea 223:
 * [[http://www.debian.org/doc/manuals/apt-howto/index.en.html|Manuale Debian di apt]]


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Introduzione

Questa pagina descrive come gestire i repository da riga di comando tramite l'utilizzo di un qualsiasi editor di testo, senza utilizzare appositi programmi con interfaccia grafica. Queste informazioni si rivelano utili dato che funzionano in tutte le versioni di Ubuntu.

Se invece si desidera utilizzare gli strumenti specifici della propria distribuzione, leggere le seguenti guide:

Informazioni preliminari

Apt è il programma che gestisce l'installazione dei pacchetti e la lista dei repository. Il file che contiene tale elenco è /etc/apt/sources.list e tramite la modifica di questo file è possibile aggiungere, rimuovere o disabilitare i repository.

Anche se Ubuntu conserva di default una copia del file sources.list, è buona norma creare una copia di backup del file prima di modificarlo, in modo tale da poterlo ripristinare in caso di problemi.

Per creare una copia di backup del file sources.list, digitare il seguente comando nel terminale:

sudo cp /etc/apt/sources.list /etc/apt/sources.list.backup

Descrizione del file sources.list

Per controllare la validità del proprio file sources.list senza senza modificarlo, è possibile prenderne visione col seguente comando:

cat /etc/apt/sources.list

Prendendo come esempio il caso di un sistema Ubuntu 16.04.1 LTS, il contenuto dovrebbe essere simile al seguente:

# deb cdrom:[Ubuntu 16.04.1 LTS _Xenial Xerus_ - Release amd64 (20160719)]/ xenial main restricted

# See http://help.ubuntu.com/community/UpgradeNotes for how to upgrade to
# newer versions of the distribution.
deb http://it.archive.ubuntu.com/ubuntu/ xenial main restricted
# deb-src http://it.archive.ubuntu.com/ubuntu/ xenial main restricted

## Major bug fix updates produced after the final release of the
## distribution.
deb http://it.archive.ubuntu.com/ubuntu/ xenial-updates main restricted
# deb-src http://it.archive.ubuntu.com/ubuntu/ xenial-updates main restricted

## N.B. software from this repository is ENTIRELY UNSUPPORTED by the Ubuntu
## team, and may not be under a free licence. Please satisfy yourself as to
## your rights to use the software. Also, please note that software in
## universe WILL NOT receive any review or updates from the Ubuntu security
## team.
deb http://it.archive.ubuntu.com/ubuntu/ xenial universe
# deb-src http://it.archive.ubuntu.com/ubuntu/ xenial universe
deb http://it.archive.ubuntu.com/ubuntu/ xenial-updates universe
# deb-src http://it.archive.ubuntu.com/ubuntu/ xenial-updates universe

## N.B. software from this repository is ENTIRELY UNSUPPORTED by the Ubuntu 
## team, and may not be under a free licence. Please satisfy yourself as to 
## your rights to use the software. Also, please note that software in 
## multiverse WILL NOT receive any review or updates from the Ubuntu
## security team.
deb http://it.archive.ubuntu.com/ubuntu/ xenial multiverse
# deb-src http://it.archive.ubuntu.com/ubuntu/ xenial multiverse
deb http://it.archive.ubuntu.com/ubuntu/ xenial-updates multiverse
# deb-src http://it.archive.ubuntu.com/ubuntu/ xenial-updates multiverse

## N.B. software from this repository may not have been tested as
## extensively as that contained in the main release, although it includes
## newer versions of some applications which may provide useful features.
## Also, please note that software in backports WILL NOT receive any review
## or updates from the Ubuntu security team.
deb http://it.archive.ubuntu.com/ubuntu/ xenial-backports main restricted universe multiverse
# deb-src http://it.archive.ubuntu.com/ubuntu/ xenial-backports main restricted universe multiverse

## Uncomment the following two lines to add software from Canonical's
## 'partner' repository.
## This software is not part of Ubuntu, but is offered by Canonical and the
## respective vendors as a service to Ubuntu users.
deb http://archive.canonical.com/ubuntu xenial partner
# deb-src http://archive.canonical.com/ubuntu xenial partner

deb http://security.ubuntu.com/ubuntu xenial-security main restricted
# deb-src http://security.ubuntu.com/ubuntu xenial-security main restricted
deb http://security.ubuntu.com/ubuntu xenial-security universe
# deb-src http://security.ubuntu.com/ubuntu xenial-security universe
deb http://security.ubuntu.com/ubuntu xenial-security multiverse
# deb-src http://security.ubuntu.com/ubuntu xenial-security multiverse

Le righe di testo che iniziano con uno o due caratteri hash «#» sono commenti e servono esclusivamente per fornire informazioni all'utente. Non influiscono in alcun modo sull'operato del proprio gestore di pacchetti.

I repository vengono indicati con la seguente struttura:

tipo posizione componenti
  • Tipo, può essere:

    • deb: questi repository contengono pacchetti binari o precompilati. Sono indicati per la maggior parte degli utenti.

    • deb-src: questi repository contengono il codice sorgente dei pacchetti e sono utili agli sviluppatori. Nell'esempio precedente, tutti i repository di questo tipo sono commentati #, pertanto non vengono considerati.

  • Posizione: è l'indirizzo a cui è reperibile il server o il supporto che ospita i pacchetti, ad esempio:

  • Componenti: possono essere diversi, e vanno separati l'uno dall'altro da uno spazio, ad esempio:

    main universe multiverse
  • Può inoltre essere presente l'identificativo del rilascio di Ubuntu per cui i pacchetti sono preparati, come ad esempio nel file sopraccitato xenial, ma questa indicazione può mancare in alcuni repository non ufficiali.

Abilitare i repository

Per abilitare un repository procedere come segue:

  1. Aprire con un editor di testo e con i privilegi di amministrazione il file /etc/apt/sources.list, quindi cancellare il simbolo hash # davanti alla riga di interesse.

  2. Salvare la modifica ed aggiornare l'elenco pacchetti, digitando il seguente comando nel terminale:

    sudo apt update
    Se non si ricevono errori, l'operazione è andata a buon fine.

In caso di errori, invece, è possibile ripristinare la situazione precedente tramite il backup precedentemente creato, digitando quindi il seguente comando nel terminale:

sudo cp /etc/apt/sources.list.backup /etc/apt/sources.list
sudo apt update

Se si desidera abilitare solo un componente di quelli presenti nella riga interessata, omettere i componenti indesiderati.

Aggiungere altri repository

Si consiglia di prestare sempre la massima attenzione nella scelta di repository affidabili e compatibili per non compromettere la sicurezza e la stabilità del proprio sistema operativo.

Possono esserci diverse ragioni per aggiungere dei repository non ufficiali alla propria lista. Ad esempio si può avere bisogno di programmi non presenti nei repository ufficiali o disponibili in questi ultimi soltanto in versioni non aggiornate, oppure di software vincolati da licenze e/o brevetti ecc.

A tal fine seguire le procedure indicate di seguito.
Dopo tali procedure sarà possibile installare o aggiornare da altri repository il software desiderato.

Per controllare se siano già presenti repository esterni:

  1. Visionare il file /etc/apt/sources.list come indicato nel precedente paragrafo, verificando che non siano presenti ulteriori righe oltre quelle relative ai repository ufficiali.

  2. Digitare il seguente comando nel terminale:

    ls /etc/apt/sources.list.d

    verificando la presenza di eventuali file con estensione .list. Analogamente a /etc/apt/sources.list:

    • è possibile visionarne il contenuto tramite il comando:

      cat /etc/apt/sources.list.d/nome_file.list
    • eventuali righe che iniziano con il simbolo # sono commentate e non vengono prese in considerazione.

Repository di terze parti

  1. Aprire con un editor di testo e con i privilegi di amministrazione il file /etc/apt/sources.list;

  2. Inserire a fondo pagina il repository desiderato, quindi salvare il file;
  3. Aggiornare la lista dei repository, digitando il seguente comando nel terminale:

    sudo apt update

Tuttavia, per evitare modifiche accidentali indesiderate al file /etc/apt/sources.list, si consiglia di utilizzare la seguente procedura alternativa:

  1. Aprire un editor di testo con i privilegi di amministrazione e scrivere il repository desiderato;

  2. Salvare il file all'interno della cartella /etc/apt/sources.list.d/ indicando come estensione .list (ad esempio virtualbox.list);

  3. Aggiornare la lista dei repository, digitando il seguente comando nel terminale:

    sudo apt update

Solitamente alcuni programmi installabili tramite pacchetto debian (quali GoogleChrome, Opera, Skype ed altri) provvedono automaticamente a generare un file relativo al proprio repository all'interno della cartella /etc/apt/sources.list.d/.

Aggiungere repository launchpad

Se il repository si trova sulla piattaforma Launchpad è possibile seguire una procedura automatizzata:

  1. Solo se si è su sistema minimale, installare il pacchetto software-properties-common.

  2. Digitare nel terminale un comando che abbia la seguente sintassi:

    sudo add-apt-repository ppa:utente/nome-ppa

    avendo cura di sostituire «utente» con il nome del profilo launchpad del manutentore del repository e «nome-ppa» con il nome del repository (ad esempio ppa:libreoffice/ppa);

  3. Se in uso Ubuntu 17.10 o precedente, aggiornare la lista dei repository digitando il seguente comando nel terminale:

    sudo apt update
    Al contrario, su Ubuntu 18.04 l'update non sarà necessario (verrà eseguito automaticamente).

Se la procedura è andata a buon fine, il repository launchpad verrà salvato in un file aggiuntivo all'interno della cartella /etc/apt/sources.list.d/.
Per annullare le modifiche effettuate tramite questa procedura, è possibile seguire le istruzioni di questa guida.

Solitamente sulle pagine della piattaforma launchpad sono riportate istruzioni relative comandi da eseguire da terminale.

Abilitare automaticamente tutti i repository

Questo comando è destinato all'utilizzo di utenti esperti in quanto potrebbe rendere inutilizzabile il proprio file sources.list in caso di repository doppi.

È possibile abilitare automaticamente tutti i repository presenti nel sources.list togliendo tutti i caratteri hash «#» seguiti dal termine deb digitando:

sudo sed -i -e "s/# deb/deb/g" /etc/apt/sources.list

e aggiornare quindi la lista dei pacchetti:

sudo apt-get update

Gestire le chiavi GPG

Le chiavi di autenticazione sono fornite dal manutentore del repository. Solitamente vengono pubblicate all'interno di un server pubblico per la gestione delle chiavi come www.keyserver.net.

Può accadere che l'azione di aggiornamento della lista pacchetti eseguita con il comando:

sudo apt-get update

restituisca un errore simile al seguente:

W: Errore GPG: http://xxxxxx.xxxxxx.xx xxxx Release: Le seguenti firme non sono state verificate perché la chiave pubblica non è disponibile: NO_PUBKEY XYXYXYXYXYXYXY
W: È consigliabile eseguire apt-get update per correggere questi problemi

In tal caso è necessario aggiungere le chiavi di sicurezza del repository indicato dall'errore.

  1. Digitare il seguente comando in un terminale:

    sudo apt-key adv --recv-keys --keyserver keyserver.ubuntu.com CHIAVE

    sostituendo la dicitura «CHIAVE» con il numero della chiave pubblica che compare nell'errore.

  2. Controllare che l'inserimento della chiave sia avvenuto correttamente, digitando il seguente comando in un terminale:

    sudo apt-get update

Ulteriori risorse


CategoryAmministrazione