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Versione 1 del 04/04/2022 15.18.31

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Guida verificata con Ubuntu: 20.04 22.04

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Introduzione

In questa pagina viene presentata una concisa guida all'uso del programma e2fsck, utile per interdire l'uso da parte del sistema di eventuali blocchi danneggiati fisicamente, spesso circoscritti a singole partizioni, sul disco rigido.

Sintomi tipici dei danneggiamenti sono un malfunzionamento del disco rigido, spesso riferibili a sistemi installati in specifiche partizioni, come blocchi del sistema, difficoltà o impedimento all'accesso ai dati, rallentamenti nell'uso,

La problematica in oggetto è causata da un errato movimento dei meccanismi interni dei dischi rigidi magnetici, mentre non può avvenire, essendo privi di parti mobili, nei dischi a stato solido.

Questo programma è specifico per i dischi rigidi con partizioni formattate coi filesystem ext2, ext3 e ext4.

Ricordare sempre che i danni fisici al disco rigido sono irreparabili, non aprire l'involucro del disco rigido per tentare di riparare i piatti magnetici danneggiati.

  • Operando sui dischi rigidi si corre il rischio in caso di errore di perdere i dati presenti sul disco rigido. È fortemente consigliato di munirsi di una copia di backup dei propri dati prima di proseguire.

  • Ricordare sempre che la presenza di danneggiamenti sul disco rigido, per quanti piccoli e limitati, può ridurne l'attesa di vita, provvedere quindi a frequenti backup durante l'uso.
  • In presenza di danneggiamenti importanti, usare questa procedura solo come propedeutica all'esecuzione del backup od al recupero di dati persi, e sostituire senza indugiare oltre il disco rigido in difetto.

I passaggi successivi si consiglia d'eseguirli tramite un sistema avviato in modalità Live, oppure da un altro sistema GNU/Linux installato su un secondo disco rigido, tramite un ambiente Chroot, e previo smontaggio del disco rigido su cui si vuole operare.

Installazione

Il pacchetto richiesto è preinstallato e non è rimovibile senza compromettere il sistema.

Esecuzione

Tutti i successivi comandi vanno digitati nel terminale, e molti di essi necessitano dei privilegi di amministrazione, procedere quindi con la dovuta cautela.

Individuazione dei blocchi danneggiati

Questa parte è propedeutica all'individuazione degli eventuali blocchi danneggiati, delle partizioni in cui sono presenti, e su cui si andrà a operare.

  1. Individuare il filesystem e la partizione nella quale è presente il blocco danneggiato.

  2. Smontare la partizione col filesystem individuata col comando suddetto.

  1. Creare una lista dei blocchi danneggiati, tramite il comando:

    sudo badblocks -v /dev/sdxy > ~/blocchi-guasti.txt

    Sostituire xy colla lettera e numero della partizione su cui s'opera.

Per visionare la lista degli eventuali blocchi danneggiati, aprire con un editor di testo il file ~/blocchi-guasti.txt.

Isolare i blocchi danneggiati

Questa parte può richiedere tempi molto lunghi, in dipendenza della dimensione delle partizioni, della gravità dei danni, delle prestazioni del computer e del tipo di filesystem, non è possibile dare nessuna indicazione sui tempi richiesti.

Prevedere quindi un'adeguata disponibilità di tempo prima di procedere, e per nessun motivo interrompere la procedura tramite il comando:

Ctrl+C

pena l'alto rischio di compromettere i dati contenuti nelle partizioni.

Prendere eventuali accorgimenti per le interruzioni di corrente, ad esempio tramite l'uso di un gruppo di continuità, per evitare danni da mancanze improvvise d'alimentazione.

Ci sono due modalità per procedere all'operazione:

  • Per cercare, verificare, e riparare l'intera partizione, più lenta e più precisa, digitare il seguente comando:

    sudo e2fsck -cfpv /dev/sdxy
  • Per limitare l'intervento ai soli blocchi danneggiati, più veloce e meno precisa, digitare il seguente comando:

    sudo e2fsck -l blocchi-guasti.txt /dev/sdxy

    blocchi-guasti.txt è il file creato con questo comando.

In entrambi i casi, sostituire xy con la lettera e numero della partizione su cui si opera.

Il significato delle opzioni è come da seguente tabella:

Opzione

Funzione

c

Cerca e lista i blocchi danneggiati

f

Verifica il filesystem

l

Legge il file con la lista dei blocchi danneggiati

p

Tenta la riparazione dei blocchi danneggiati, per quanto è possibile

v

Lista a schermo quanto viene svolto

Al termine della procedura sarà possibile provare l'avvio del sistema, dalla propria partizione residente sul disco rigido, oggetto dell'intervento.

Ulteriori risorse


CategoryHardware