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Differenze tra le versioni 84 e 85
Versione 84 del 25/09/2021 15.46.40
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Versione 85 del 25/09/2021 15.49.58
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Supponendo quindi di voler cercare dei file eliminati in una partizione `/dev/sdb1`, digitare nel [[AmministrazioneSistema/Terminale|terminale]] il seguente comando:{{{ Supponendo di voler cercare dei file eliminati in una partizione `/dev/sdb1`, digitare nel [[AmministrazioneSistema/Terminale|terminale]] il seguente comando:{{{
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Per specificare una determinata cartella di salvataggio (diversa da `output`, ad esempio denominata `output`) è possibile usare l'opzione `-o`, come nel seguente esempio:{{{ Per specificare una determinata cartella di salvataggio (diversa da `output`, ad esempio denominata `dati`) è possibile usare l'opzione `-o`, come nel seguente esempio:{{{


Guida verificata con Ubuntu: 20.04

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Introduzione

Foremost è uno strumento da riga di comando per il recupero dei file. La tecnica utilizzata è il data carving, ossia utilizzando le tracce di degli header, footers e struttura interna dei dati stessi, senza considerare i metadati del filesystem
Foremost può operare sia su file immagine, sia su supporti quali unità flash, hard disk, schede di memoria ecc. Supporta diversi tipi di filesystem (Fat16/32, Ext3/4, NTFS ecc.) e moltissimi formati di file (.jpg, .png, .zip, .avi, .pdf, .doc, .exe, ecc.).

Sviluppato originariamente da enti governativi statunitensi quali l'Ufficio Investigazioni speciali della United States Air Force e il CISR (Center for Information Systems Security Studies and Research), è stato successivamente reso di pubblico dominio.

Per evitare sovrascritture accidentali di dati, anziché operare direttamente sul supporto di memoria dal quale si voglio recuperare i file, si raccomanda di eseguire il programma su un file immagine di backup a basso livello (a tal fine è possibile usare lo strumento dd).

Installazione

Installare il pacchetto foremost.

Utilizzo

Per evitare sovrascritture accidentali, con consequente impossibilità di recupero dei file, si raccomanda di impostare come destinazione di salvataggio una cartella in un disco e/o partizione differente da quella in cui sono presenti i file da recuperare.

Di default il programma:

  • crea una cartella chiamata output nella stessa posizione dal quale viene lanciato il comando (ad esempio la Home dell'utente, se non non viene modificata con il comando cd dopo aver aperto il terminale).

  • crea delle sottocartelle corrispondenti al formato dei file che vengono recuperati (ad esempio jpg, txt, zip ecc.). Per consultare tutti i formati di file riconosciuti consultare la pagina man del programma.

  • al termine della procedura vengono eliminate eventuali sottocartelle vuote, per le quali non sono stati trovati file corrispondenti.

Utilizzo di base

Supponendo di voler cercare dei file eliminati in una partizione /dev/sdb1, digitare nel terminale il seguente comando:

sudo foremost -i /dev/sdb1

Ricerca da file immagine

Per il recupero da file di immagine è sufficiente sostituire nel comando il nome del disco o partizione (ad esempio /dev/sda) con il nome stesso del file (ad esempio backup.img).

Ricerca di file specifici

Per cercare soltanto determinati tipi di file è inoltre possibile usare l'opzione -t, con i formati di file separati da una virgola. Ad esempio per cercare in una partizione /dev/sdb1 soltanto file .doc e .pdf, digitare nel terminale il seguente comando:

sudo foremost -t doc,pdf -i /dev/sdb1

È possibile inoltre usare l'opzione -t all per il recupero di tutti i tipi di file conosciuti

Scelta della cartella di salvataggio

Per specificare una determinata cartella di salvataggio (diversa da output, ad esempio denominata dati) è possibile usare l'opzione -o, come nel seguente esempio:

sudo foremost -i /dev/sdb1 -o /home/utente/dati

Qualora la cartella di destinazione non esistesse il programma provvederà a crearla. Qualora invece sia già presente apparirà un messaggio simile al seguente:

ERROR: /home/utente/dati is not empty
        Please specify another directory or run with -T.

Come suggerito dall'output, sarà possibile a propria scelta usare una destinazione differente oppure usare l'opzione -T. Quest'ultima provvede a contrassegnare con ora e data la cartella specificata, che nell'esempio precedente verrà nominata /home/utente/dati_Sat_Sep_25_16_32_38_2021.

In questo modo è possibile sarà possibile lanciare più volte il programma nella stessa cartella.

File di configurazione

Il file di configurazione di Foremost è /etc/foremost.conf.
Consultando il file è possibile aggiungere facilmente alla ricerca tipi di file non supportati nativamente.

[COMPLETARE]

Esempi di utilizzo

Negli esempi seguenti si ipotizza che i file da recuperare siano sul disco /dev/sda, che verranno salvati su un altro disco /dev/sdb, ove sarà necessario montare la cartella scrivibile creata a questo scopo, in cui salvare i file recuperati.

  1. Creare sul disco /dev/sda la cartella /recovery/foremost:

    sudo mkdir -p /recovery/foremost
  2. Montare il disco /dev/sdb nella cartella /recovery:

    sudo mount /dev/sdb /recovery
  3. Avviare foremost digitando il comando:

    sudo foremost -i /dev/sda -o /recovery/foremost
  4. I file recuperati saranno di proprietà dell'utente root. Per cambiare i permessi digitare il seguente comando:

    sudo chown -R nomeutente:nomegruppo /recovery/foremost

    «nomeutente:nomegruppo» rappresentano rispettivamente il nome dell'utente e il nome del gruppo di appartenenza (generalmente utente e gruppo hanno lo stesso identificativo).

  5. Terminato il recupero, smontare il disco esterno:

    sudo umount /dev/sdb

Ulteriori risorse


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