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HOW-TO
S
critto da Lucas Westermann
HOW-TO Backup con Wubi scritto da Chris Binnie
Linea 10: Linea 10:
Questo mese ho intenzione di fare un passo ulteriore nel regno dei sistemi ed installare la nostra prima 'CLI' installer basato su sistema Unix.
Installeremo FreeBSD
8.1 che potrete scaricare da
http://www.freebsd.org/where.htm
l. Cliccando sul link “[iso]” vi collegherete ad un server FTP, dove saranno presentate alcune opzioni per le immagini. Potrete scaricare l'una o l'altra, il DVD oppure i file "-discl.iso".
L'immagine livefs è destinata per il recovery e la riparazione, non per l'installazione.
Per maggiori informazioni sulle differenti opzioni dare un'occhiata qui:
http://www.freebsd.org/releases/8.1R/announce.html.
Scegliere una macchina con 512MB di RAM e 6GB di Hard Disk, ma sarete liberi di cambiare (aumentare o mantenere come sopra i requisiti minimi).
Non abbiate timore fan della virtualizzazione, la serie di Luca riprenderà il prossimo mese.
Come molte persone, anch'io negli anni ho utilizzato il mio pc desktop con Ubuntu per svariati compiti.
Per lavoro mi occupo anche di gestire alcuni Server Ubuntu e ho scoperto che non c'è nulla di più semplice che provare nuove applicazioni o configurazioni sul mio desktop prima di eseguire le stesse modifiche sui server - per evitare incidenti di percorso. Oltre a ciò che attiene il lavoro, sono un fan di Compiz e qualche volta spingo la mia scheda grafica al limite per vedere se riesce a supportare i più recenti effetti grafici messi a disposizione da Gnome, come effetto secondario spesso mi ritrovo con un desktop inutilizzabile. L'ultima volta è capitato con una configurazione un po' ardita di Grub2 che ha reso il mio sistema non più avviabile.
Sebbene Apt sia molto efficace nel rimuovere ogni applicazione non più necessaria (mi riferisco a: apt-get autoremove), ogni tanto mi capita di installare di proposito una nuova configurazione con l'intenzione di manomettere quella esistente, trasformando di fatto il mio desktop in un server di sviluppo.
Linea 20: Linea 15:
Passo 1: Un server presente in un Data Centre che non si avvia è certamente un vero grattacapo, non è così per il mio desktop e questo grazie a un elegante software: Wubi (http://wubi-installer.org).
Stando a quanto riportato sul sito, "Wubi è un programma per utenti Windows, ufficialmente supportato da Ubuntu, che ti può condurre nel mondo Linux con un semplice clic."
Molti tecnici con cui ho parlato hanno sentito parlare di Wubi, ma dubito che essi lo utilizzino nello stesso modo in cui lo utilizzo io. Wubi usa "loop disk", che non sono altro che normali file che al loro interno possono arrivare a contenere un intero sistema operativo, esattamente come avviene con i dispositivi a blocchi. Questi file normalmente sono utilizzati per trasferire immagini ISO su CD e floppy disk. Possiamo semplicemente dire che, su un pc con Windows già installato, Wubi aggiunge un'opzione al menu iniziale di boot, questa opzione fa riferimento ai propri "loop disk" come se fossero dischi aggiuntivi presenti sullo stesso computer. Wubi giustamente pubblicizza se stesso come sistema per avvicinare a Linux gli utenti Windows - senza la necessità di alcuna modifica ai loro pc. Si tratta di un grosso vantaggio. In caso di disinstallazione, Wubi rimuove la propria voce dal menù d'avvio e cancella i "loop disk"; non è necessario nessun ricorso a formattazione o partizionamento, una volta rimosso Wubi, a basso livello nulla è cambiato. Decisamente ingegnoso. Adoro la sua semplicità. Questa è il motivo che mi ha inizialmente attratto. Volevo esibire le virtù di Linux a un familiare che possedeva una installazione di Windows a cui teneva particolarmente e che quindi era un po' riluttante. Non volevo procedere con una installazione ad avvio multiplo (dual-boot), nel caso cambiasse idea. Una delle meraviglie di Wubi è che il risultato a cui si giunge installandolo sul proprio pc è identico a quello di una normale installazione di Ubuntu - confesso che inizialmente ero molto scettico, temevo problemi di compatibilità e prestazioni.
I "loop disk" non sono privi di svantaggi, ma l'esperienza mi insegna che con i backup a portata di mano, essi sono relativamente innocui. Prima di tutto in caso di mancanza improvvisa di corrente e se qualcuno inavvertitamente spegne il vostro pc, non sarà semplice recuperare il file system contenuto in un "loop disk"; fsck fa del suo meglio, ma non sempre il risultato è paragonabile a quello ottenuto se l'installazione è su un disco fisico. Sembrerebbe che installare Wubi su una partizione dedicata possa aiutare a ripartire dopo una interruzione di corrente. Secondo, l'ibernazione non è supportata, questo potrebbe leggermente infastidire i possessori di portatili. Terzo, è importante deframmentare il disco di Windows contenente Wubi per conservare buone prestazioni.
Nel caso in cui si sia dedicato tanto tempo alla personalizzazione di Wubi allora c'è sempre l'opportunità di convertire l'installazione in un disco fisico facendo ricorso ad alcuni utili strumenti facilmente reperibili.
Linea 22: Linea 21:
Una volta avviata la macchina e selezionato il corretto file ISO, verrete salutati da FreeBSD bootloader.
Potrete lasciare scorrere il tempo o digitare 1 per fare il boot dal CD.
Grazie alla portabilità dei "loop disk", posso salvare tutto il mio pc su un disco separato in circa novanta secondi. Questo significa che mi posso permettere di perdere un intero disco a causa di un guasto hardware, posso lasciare (inavvertitamente) aperta una falla di sicurezza e ritrovarmi con il mio computer compromesso da un attacco, riprendermi da un baco software bloccante o sconfigurare inavvertitamente qualche impostazione e rendere di fatto il mio sistema inutilizzabile. Sono sicuro che ognuno di voi avrà avuto occasione di sperimentare in quanti modi un pc si possa guastare.
Si potrebbe dire che è come se la vostra installazione di Ubuntu fosse avvenuta in una specie di Macchina Virtuale (di fatto si tratta di un'immagine disco). Sono il primo a sostenere che non siamo di fronte a un sistema elegante, ma sono anche convinto che sia meglio mantenere le cose il più semplice possibile in modo che, in futuro, risulti semplice aggiustarle e non sia invece necessario leggere papiri di manuali. Il livello di portabilità del mio Sistema Operativo è così elevato che posso salvarlo su un supporto rimovibile e migrarlo su un altro computer, oppure, con una connessione ad Internet veloce, posso farne una copia nella nuvola.
Oltre a questa insospettata possibilità, Wubi fornisce molte altre funzioni, fate riferimento a: http://wiki.ubuntu.com/WubiGuide
Durante la veloce installazione (sotto Windows), è possibile specificare la dimensione iniziale del "loop disk" e sebbene l'operazione non sia completamente indolore (è consigliato eseguire prima un backup dell'installazione), esiste anche un utile comando che permette di ridimensionare l'installazione.
Oltretutto è semplice montare i "loop disk" nel caso si vogliano copiare i file contenuti, è anche immediato accedere ai vostri file Windows, usando come è possibile immaginare:
mount -o loop myloop.disk /mnt
Reputo che i "loop disk" di dimensione intorno ai 6.5GB siano i più adatti per creare veloci copie di backup e che lo spazio libero si presti bene ad ospitare gli aggiornamenti dei pacchetti (l'installazione iniziale occupa solo pochi GB) come anche gli aggiornamenti di versione. Montare un disco indipendente dalla vostra installazione è così semplice che basta digitare mount /dev/sdX /mnt, questo si traduce nella possibilità di avere accesso a tutto lo spazio disco che il vostro hardware può offrire. Le mie prime installazioni di Wubi andavano dai 15GB ai 20GB ma, senza dubbio, avendo cura di tenerle più piccole, è possibile eseguire il backup della vostra installazione di Ubuntu su DVD o memoria USB in modo più facile.
Un altro grande vantaggio dal mio punto di vista è che non è più necessario spegnere il computer per eseguire backup in tempo reale dell'intero sistema. La mia esperienza con i server mi porta ad avviare il sistema in Modalità Singolo Utente oppure da supporto esterno e duplicare il contenuto dei dischi con strumenti come dd, ma in questo caso Wubi copia questi "loop disk" senza necessità di interruzioni.
I miei primi salvataggi erano decisamente rudimentali e veloci - ma leggermente laboriosi. La cosa più facile è fare clic sull'etichetta "File System" presente sulla sinistra in Nautilus per poi andare nella directory "host". Una volta raggiunta questa directory è possibile vedere una directory di nome Ubuntu contenente il vostro intero sistema (mancano i file appartenenti al bootloader), il file di dimensioni maggiori è il file root.disk che altro non è che il "loop disk". Per eseguire un backup del sistema operativo è sufficiente copiare la directory Ubuntu su un altro disco con sufficiente spazio libero. Terminata la copia, è buona norma rinominare la directory in ubuntu_10.09.10 o qualcosa di simile, in modo da distinguere le varie versioni dei salvataggi.
Nel tempo ho messo insieme un semplice script che misurasse il tempo impiegato dal processo (soprattutto perché volevo rendermi conto di come il mio desktop si comportava), prima dell'avvio si sincerava di montare il drive dedicato a contenere il backup e al termine rinominava il backup. Lo script che utilizzo è molto semplice e si potrebbe migliorare aggiungendo per esempio una barra di progressione, utile nel caso si utilizzi hardware lento e un po' datato e si desideri tenere sotto controllo il tempo impiegato dall'operazione di backup. Come già riportato, novanta secondi sul mio desktop veloce equivale ad un battito di ciglio considerando l'importanza dell'operazione. Una volta alla settimana copio il backup nella nuvola (fortunatamente la velocità di trasmissione della mia connessione ad Internet è in grado di spostare 6,5GB in una notte), inoltre non di rado duplico il backup su un altro disco anch'esso contenuto nel mio pc desktop.
Il cuore dello script che svolge in automatico il backup è il seguente:
# Assegno al nome del file data e ora attuali
filename="`date +%d.%m.%y-%H.%M`"
# Monto il secondo disco fisso, e non restituisco errori se già montato
sudo mount /dev/sdb2 /media/SECOND > /dev/null 2>&1
# Copio la directory ubuntu sul secondo disco
sudo cp -R /host/ubuntu /media/SECOND/Wubi/ubuntu_$filename
# Mi assicuro che anche l'utente chris possa eseguire il drag and drop su questi file e non solo root
sudo chown -R chris:chris /media/SECOND/Wubi/ubuntu_$filename
Per ripristinare un backup ci sono almeno tre alternative veloci. Avviare il sistema con qualcosa simile ad un CD Live di Ubuntu dopodiché rinominare la cartella contenente la versione danneggiata di Ubuntu in ubuntu_broken, e copiare la cartella di backup, per esempio ubuntu_10.09.10 e rinominarla nuovamente in ubuntu. In alternativa è sempre possibile modificare il bootloader, ad esempio Grub o LILO, in modo che punti sul disco alla copia di backup. Ho scoperto che avviare il pc con l'installazione Windows e sostituire i file prelevandoli dal backup è la soluzione più semplice adatta alle mie necessità, inoltre sono necessari solo cinque minuti per ripristinare il mio SO Ubuntu.
Se per una ragione qualsiasi dovessi perdere completamente il mio computer, la mia installazione di Wubi dovrebbe essere compatibile con il nuovo sistema, dopo aver installato Windows, a patto che l'hardware non sia radicalmente diverso. L'unica raccomandazione che mi viene in mente è relativa a un paio di file che in fase di installazione Wubi scrive nella partizione principale di Windows, per sicurezza vale la pena di farne una copia. Sarebbe opportuno copiare questi file all'interno di ogni cartella contenente una copia di backup, anche se di solito ne conservo una sola copia per ogni computer sul quale installo Wubi. Questi file sono molto piccoli e si chiamano wubildr.mbr e wubildr.
Dato che Wubi funziona anche con vecchie e oscure versioni di Windows aventi a disposizione solo 256MB di RAM e un processore con solo 1GHz adatto più ad uno smartphone che a un pc, allora è davvero difficile rinunciare a tutte le cose utili che è in grado di fare.
Linea 25: Linea 44:
Passo 2:

Una volta che il CD sarà stato caricato, verrà chiesta una regione (fig. 1) e una cartina (fig. 2).

Passo 3:

Ora vi trovate nel menù principale (fig. 3). Se questa è la prima volta che installate FreeBSD, raccomandiamo di andare nelle opzioni Standard, ma sarete liberi di scegliere anche altro (è dopotutto un sistema virtuale che può essere reinstallato numerose volte).

Passo 4:

Una volta scelto di installare la versione Standard, apparirà un messaggio che spiegherà fdisk (fig. 4). Dato che questa è una macchina virtuale e non c'è nient'altro, va bene usare il comando “(A)ll”. Se volete installarlo sulla macchina attuale, suggeriamo di eseguire i passaggi in ordine per abituarsi.
Il menù fdisk come si vede in fig. 5 è grazioso ed autoesplicativo
- una volta che capirete le nozioni di base di fdisk.


VIRTUALIZZAZIONE - PART 4

Una volta completata questa attività dovrete decidere quale bootmanager vorrete installare. Se FreeBSD è la vostra scelta personale, la Standard è quella adatta e se farete installazioni multiple sul disco, sceglierete tra “BootMgr” o “None” (se avete già installato un boot manager di altro tipo). Vedere fig. 6.
Quindi avrete bisogno di creare un gruppo di partizioni BSD all'interno della partizione fdisk creata da voi.
Fondamentalmente dividerete le partizioni in parti del sistema BSD, Auto è adatto in quasi tutti i casi si possa pensare, a meno che riteniate di aver bisogno una parte extra/non aver bisogno di una parte.
Inoltre provandolo su una macchina virtuale è meglio che pasticciare attorno ad un vero sistema.

Passo 5:

Adesso potrete scegliere quale pacchetto installare (fig. 7).
Di solito si sceglie Custom, selezionare Base, kernels, dict, doc, docuser, games, man, catman, e le porte (vedere fig. 8).
Una volta scelti i pacchetti da installare avrete bisogno di selezionare dove installarlo (fig. 9).
Il CD va bene se si utilizza il disc1 o dvd1 ISOs, ed avrete necessità di usare l'opzione FTP per l'immagine bootonly. Inoltre se volete avere i pacchetti più aggiornati potrete usare anche le opzioni FTP.
Se scegliete le opzioni FTP dovrete abilitare la rete e selezionare un sito FTP (le istruzioni potranno essere trovate nel manuale collegato qui sotto).
Per le successive poche opzioni potrete scegliere “No” a meno che prevediate di utilizzare la macchina virtuale come un server, allora dovrete selezionare i servizi che vorrete.
Alla schermata dove vi verrà chiesto se volete aggiungere un utente, selezionate “yes” (fig. 10).
Per primo dovrete creare un gruppo per i vostri utenti (potrete uscire anche usando solo “user” come gruppo, ma si preferisce avere il nome dell'utente come gruppo principale).
Quando l'avrete fatto, dovrebbe essere qualcosa come in fig. 11.
Una volta che il gruppo è stato creato, potrete creare un utente (fig. 12) usando il vostro username, il gruppo verrà creato nella finetra “group”;
scegliere una password, dare il vostro nome e aggiungere “users” ai membri del gruppo.
Potrete anche se vorrete aggiungere i vostri utenti al gruppo “wheel” se vorrete installare sudo.


Ha imparato tutto quello che sa interrompendo ripetutamente il suo sistema, non avendo nessuna opzione ma scoprendo come risolverla.
Potrete scrivere un email a Lucas a: lswest34@gmail.com.
Una volta che avrete completato questo passo potrete scegliere se volete installare qualsiasi altro pacchetto extra, e potrete anche chiedere per una password per il vostro account radice.

Passo 6:

Controllare il manuale per le istruzioni sui pacchetti installati, e tenersi impegnati sull'argomento!
Mi auguro abbiate trovato questo articolo utile e che abbiate avuto interesse in FreeBSD. Se sarete come me, come potrete capire sarete intriganti e curiosi.
Se avrete qualsiasi domanda, problemi o suggerimenti potrete inviarmi un email a 'lswest34@gmail.com'.
Per favore mettete “virtualization” o “FCM” nella linea oggetto così che io non trascuri le email.

Extra links:

PC-BSD (Una distribuzione FreeBSD-based con un installer grafico e un ambiente desktop pre-configurato).
http://www.pcbsd.org/FreeBSD
Manuale: http://www.freebsd.org/doc/en_US.ISO8859-1/books/handbook/index.html


Idee ed editori cercasi
Abbiamo creato alcune pagine su LaunchPad dedicata al progetto e al gruppo Full Circle. L'intenzione è di dare la possibilità a chi di voi ancora non partecipa di andare sulla pagina del progetto, fare clic su 'Answers' in cima alla pagina, e lasciare le vostre idee per un articolo, siate dettagliati! Sono da evitare frasi tipo 'articoli sui server', specificate cosa il server dovrebbe fare!
Autori che vorrebbero scrivere un articolo e che sono alla ricerca di un argomento possono registrarsi sulla pagina del gruppo Full Circle, prenotare una delle richieste e cominciare a scrivere! Se vi accorgete che non riuscite a finire l'articolo in qualche settimana (un mese al massimo) allora rimuovete la prenotazione in modo da lasciare l'idea a qualcun altro.
Pagina del progetto, dedicata alle idee:
https://launchpad.net/fullcircle
Pagina del gruppo, dedicata agli autori:
https://launchpad.net/~fullcircle
Linea 86: Linea 55:
HOW-TO
Scritto da Lucas Westermann


Questo mese ho intenzione di fare un passo ulteriore nel regno dei sistemi ed installare la nostra prima 'CLI' installer basato su sistema Unix.
Installeremo FreeBSD
8.1 che potrete scaricare da
http://www.freebsd.org/where.htm
l. Cliccando sul link “[iso]” vi collegherete ad un server FTP, dove saranno presentate alcune opzioni per le immagini. Potrete scaricare l'una o l'altra, il DVD oppure i file "-discl.iso".
L'immagine livefs è destinata per il recovery e la riparazione, non per l'installazione.
Per maggiori informazioni sulle differenti opzioni dare un'occhiata qui:
http://www.freebsd.org/releases/8.1R/announce.html.
Scegliere una macchina con 512MB di RAM e 6GB di Hard Disk, ma sarete liberi di cambiare (aumentare o mantenere come sopra i requisiti minimi).

Passo 1:

Una volta avviata la macchina e selezionato il corretto file ISO, verrete salutati da FreeBSD bootloader.
Potrete lasciare scorrere il tempo o digitare 1 per fare il boot dal CD.

Passo 2:

Una volta che il CD sarà stato caricato, verrà chiesta una regione (fig. 1) e una cartina (fig. 2).

Passo 3:

Ora vi trovate nel menù principale (fig. 3). Se questa è la prima volta che installate FreeBSD, raccomandiamo di andare nelle opzioni Standard, ma sarete liberi di scegliere anche altro (è dopotutto un sistema virtuale che può essere reinstallato numerose volte).

Passo 4:

Una volta scelto di installare la versione Standard, apparirà un messaggio che spiegherà fdisk (fig. 4). Dato che questa è una macchina virtuale e non c'è nient'altro, va bene usare il comando “(A)ll”. Se volete installarlo sulla macchina attuale, suggeriamo di eseguire i passaggi in ordine per abituarsi.
Il menù fdisk come si vede in fig. 5 è grazioso ed autoesplicativo
- una volta che capirete le nozioni di base di fdisk.


VIRTUALIZZAZIONE - PART 4

Una volta completata questa attività dovrete decidere quale bootmanager vorrete installare. Se FreeBSD è la vostra scelta personale, la Standard è quella adatta e se farete installazioni multiple sul disco, sceglierete tra “BootMgr” o “None” (se avete già installato un boot manager di altro tipo). Vedere fig. 6.
Quindi avrete bisogno di creare un gruppo di partizioni BSD all'interno della partizione fdisk creata da voi.
Fondamentalmente dividerete le partizioni in parti del sistema BSD, Auto è adatto in quasi tutti i casi si possa pensare, a meno che riteniate di aver bisogno una parte extra/non aver bisogno di una parte.
Inoltre provandolo su una macchina virtuale è meglio che pasticciare attorno ad un vero sistema.

Passo 5:

Adesso potrete scegliere quale pacchetto installare (fig. 7).
Di solito si sceglie Custom, selezionare Base, kernels, dict, doc, docuser, games, man, catman, e le porte (vedere fig. 8).
Una volta scelti i pacchetti da installare avrete bisogno di selezionare dove installarlo (fig. 9).
Il CD va bene se si utilizza il disc1 o dvd1 ISOs, ed avrete necessità di usare l'opzione FTP per l'immagine bootonly. Inoltre se volete avere i pacchetti più aggiornati potrete usare anche le opzioni FTP.
Se scegliete le opzioni FTP dovrete abilitare la rete e selezionare un sito FTP (le istruzioni potranno essere trovate nel manuale collegato qui sotto).
Per le successive poche opzioni potrete scegliere “No” a meno che prevediate di utilizzare la macchina virtuale come un server, allora dovrete selezionare i servizi che vorrete.
Alla schermata dove vi verrà chiesto se volete aggiungere un utente, selezionate “yes” (fig. 10).
Per primo dovrete creare un gruppo per i vostri utenti (potrete uscire anche usando solo “user” come gruppo, ma si preferisce avere il nome dell'utente come gruppo principale).
Quando l'avrete fatto, dovrebbe essere qualcosa come in fig. 11.
Una volta che il gruppo è stato creato, potrete creare un utente (fig. 12) usando il vostro username, il gruppo verrà creato nella finetra “group”;
scegliere una password, dare il vostro nome e aggiungere “users” ai membri del gruppo.
Potrete anche se vorrete aggiungere i vostri utenti al gruppo “wheel” se vorrete installare sudo.


Ha imparato tutto quello che sa interrompendo ripetutamente il suo sistema, non avendo nessuna opzione ma scoprendo come risolverla.
Potrete scrivere un email a Lucas a: lswest34@gmail.com.
Una volta che avrete completato questo passo potrete scegliere se volete installare qualsiasi altro pacchetto extra, e potrete anche chiedere per una password per il vostro account radice.

Passo 6:

Controllare il manuale per le istruzioni sui pacchetti installati, e tenersi impegnati sull'argomento!
Mi auguro abbiate trovato questo articolo utile e che abbiate avuto interesse in FreeBSD. Se sarete come me, come potrete capire sarete intriganti e curiosi.
Se avrete qualsiasi domanda, problemi o suggerimenti potrete inviarmi un email a 'lswest34@gmail.com'.
Per favore mettete “virtualization” o “FCM” nella linea oggetto così che io non trascuri le email.

Extra links:

PC-BSD (Una distribuzione FreeBSD-based con un installer grafico e un ambiente desktop pre-configurato).
http://www.pcbsd.org/FreeBSD
Manuale: http://www.freebsd.org/doc/en_US.ISO8859-1/books/handbook/index.html
Linea 164: Linea 60:

HowTo6

Traduzione italiana

HOW-TO Backup con Wubi scritto da Chris Binnie

Non abbiate timore fan della virtualizzazione, la serie di Luca riprenderà il prossimo mese. Come molte persone, anch'io negli anni ho utilizzato il mio pc desktop con Ubuntu per svariati compiti. Per lavoro mi occupo anche di gestire alcuni Server Ubuntu e ho scoperto che non c'è nulla di più semplice che provare nuove applicazioni o configurazioni sul mio desktop prima di eseguire le stesse modifiche sui server - per evitare incidenti di percorso. Oltre a ciò che attiene il lavoro, sono un fan di Compiz e qualche volta spingo la mia scheda grafica al limite per vedere se riesce a supportare i più recenti effetti grafici messi a disposizione da Gnome, come effetto secondario spesso mi ritrovo con un desktop inutilizzabile. L'ultima volta è capitato con una configurazione un po' ardita di Grub2 che ha reso il mio sistema non più avviabile. Sebbene Apt sia molto efficace nel rimuovere ogni applicazione non più necessaria (mi riferisco a: apt-get autoremove), ogni tanto mi capita di installare di proposito una nuova configurazione con l'intenzione di manomettere quella esistente, trasformando di fatto il mio desktop in un server di sviluppo.

Un server presente in un Data Centre che non si avvia è certamente un vero grattacapo, non è così per il mio desktop e questo grazie a un elegante software: Wubi (http://wubi-installer.org). Stando a quanto riportato sul sito, "Wubi è un programma per utenti Windows, ufficialmente supportato da Ubuntu, che ti può condurre nel mondo Linux con un semplice clic." Molti tecnici con cui ho parlato hanno sentito parlare di Wubi, ma dubito che essi lo utilizzino nello stesso modo in cui lo utilizzo io. Wubi usa "loop disk", che non sono altro che normali file che al loro interno possono arrivare a contenere un intero sistema operativo, esattamente come avviene con i dispositivi a blocchi. Questi file normalmente sono utilizzati per trasferire immagini ISO su CD e floppy disk. Possiamo semplicemente dire che, su un pc con Windows già installato, Wubi aggiunge un'opzione al menu iniziale di boot, questa opzione fa riferimento ai propri "loop disk" come se fossero dischi aggiuntivi presenti sullo stesso computer. Wubi giustamente pubblicizza se stesso come sistema per avvicinare a Linux gli utenti Windows - senza la necessità di alcuna modifica ai loro pc. Si tratta di un grosso vantaggio. In caso di disinstallazione, Wubi rimuove la propria voce dal menù d'avvio e cancella i "loop disk"; non è necessario nessun ricorso a formattazione o partizionamento, una volta rimosso Wubi, a basso livello nulla è cambiato. Decisamente ingegnoso. Adoro la sua semplicità. Questa è il motivo che mi ha inizialmente attratto. Volevo esibire le virtù di Linux a un familiare che possedeva una installazione di Windows a cui teneva particolarmente e che quindi era un po' riluttante. Non volevo procedere con una installazione ad avvio multiplo (dual-boot), nel caso cambiasse idea. Una delle meraviglie di Wubi è che il risultato a cui si giunge installandolo sul proprio pc è identico a quello di una normale installazione di Ubuntu - confesso che inizialmente ero molto scettico, temevo problemi di compatibilità e prestazioni. I "loop disk" non sono privi di svantaggi, ma l'esperienza mi insegna che con i backup a portata di mano, essi sono relativamente innocui. Prima di tutto in caso di mancanza improvvisa di corrente e se qualcuno inavvertitamente spegne il vostro pc, non sarà semplice recuperare il file system contenuto in un "loop disk"; fsck fa del suo meglio, ma non sempre il risultato è paragonabile a quello ottenuto se l'installazione è su un disco fisico. Sembrerebbe che installare Wubi su una partizione dedicata possa aiutare a ripartire dopo una interruzione di corrente. Secondo, l'ibernazione non è supportata, questo potrebbe leggermente infastidire i possessori di portatili. Terzo, è importante deframmentare il disco di Windows contenente Wubi per conservare buone prestazioni. Nel caso in cui si sia dedicato tanto tempo alla personalizzazione di Wubi allora c'è sempre l'opportunità di convertire l'installazione in un disco fisico facendo ricorso ad alcuni utili strumenti facilmente reperibili.

Grazie alla portabilità dei "loop disk", posso salvare tutto il mio pc su un disco separato in circa novanta secondi. Questo significa che mi posso permettere di perdere un intero disco a causa di un guasto hardware, posso lasciare (inavvertitamente) aperta una falla di sicurezza e ritrovarmi con il mio computer compromesso da un attacco, riprendermi da un baco software bloccante o sconfigurare inavvertitamente qualche impostazione e rendere di fatto il mio sistema inutilizzabile. Sono sicuro che ognuno di voi avrà avuto occasione di sperimentare in quanti modi un pc si possa guastare. Si potrebbe dire che è come se la vostra installazione di Ubuntu fosse avvenuta in una specie di Macchina Virtuale (di fatto si tratta di un'immagine disco). Sono il primo a sostenere che non siamo di fronte a un sistema elegante, ma sono anche convinto che sia meglio mantenere le cose il più semplice possibile in modo che, in futuro, risulti semplice aggiustarle e non sia invece necessario leggere papiri di manuali. Il livello di portabilità del mio Sistema Operativo è così elevato che posso salvarlo su un supporto rimovibile e migrarlo su un altro computer, oppure, con una connessione ad Internet veloce, posso farne una copia nella nuvola. Oltre a questa insospettata possibilità, Wubi fornisce molte altre funzioni, fate riferimento a: http://wiki.ubuntu.com/WubiGuide Durante la veloce installazione (sotto Windows), è possibile specificare la dimensione iniziale del "loop disk" e sebbene l'operazione non sia completamente indolore (è consigliato eseguire prima un backup dell'installazione), esiste anche un utile comando che permette di ridimensionare l'installazione. Oltretutto è semplice montare i "loop disk" nel caso si vogliano copiare i file contenuti, è anche immediato accedere ai vostri file Windows, usando come è possibile immaginare: mount -o loop myloop.disk /mnt Reputo che i "loop disk" di dimensione intorno ai 6.5GB siano i più adatti per creare veloci copie di backup e che lo spazio libero si presti bene ad ospitare gli aggiornamenti dei pacchetti (l'installazione iniziale occupa solo pochi GB) come anche gli aggiornamenti di versione. Montare un disco indipendente dalla vostra installazione è così semplice che basta digitare mount /dev/sdX /mnt, questo si traduce nella possibilità di avere accesso a tutto lo spazio disco che il vostro hardware può offrire. Le mie prime installazioni di Wubi andavano dai 15GB ai 20GB ma, senza dubbio, avendo cura di tenerle più piccole, è possibile eseguire il backup della vostra installazione di Ubuntu su DVD o memoria USB in modo più facile. Un altro grande vantaggio dal mio punto di vista è che non è più necessario spegnere il computer per eseguire backup in tempo reale dell'intero sistema. La mia esperienza con i server mi porta ad avviare il sistema in Modalità Singolo Utente oppure da supporto esterno e duplicare il contenuto dei dischi con strumenti come dd, ma in questo caso Wubi copia questi "loop disk" senza necessità di interruzioni. I miei primi salvataggi erano decisamente rudimentali e veloci - ma leggermente laboriosi. La cosa più facile è fare clic sull'etichetta "File System" presente sulla sinistra in Nautilus per poi andare nella directory "host". Una volta raggiunta questa directory è possibile vedere una directory di nome Ubuntu contenente il vostro intero sistema (mancano i file appartenenti al bootloader), il file di dimensioni maggiori è il file root.disk che altro non è che il "loop disk". Per eseguire un backup del sistema operativo è sufficiente copiare la directory Ubuntu su un altro disco con sufficiente spazio libero. Terminata la copia, è buona norma rinominare la directory in ubuntu_10.09.10 o qualcosa di simile, in modo da distinguere le varie versioni dei salvataggi. Nel tempo ho messo insieme un semplice script che misurasse il tempo impiegato dal processo (soprattutto perché volevo rendermi conto di come il mio desktop si comportava), prima dell'avvio si sincerava di montare il drive dedicato a contenere il backup e al termine rinominava il backup. Lo script che utilizzo è molto semplice e si potrebbe migliorare aggiungendo per esempio una barra di progressione, utile nel caso si utilizzi hardware lento e un po' datato e si desideri tenere sotto controllo il tempo impiegato dall'operazione di backup. Come già riportato, novanta secondi sul mio desktop veloce equivale ad un battito di ciglio considerando l'importanza dell'operazione. Una volta alla settimana copio il backup nella nuvola (fortunatamente la velocità di trasmissione della mia connessione ad Internet è in grado di spostare 6,5GB in una notte), inoltre non di rado duplico il backup su un altro disco anch'esso contenuto nel mio pc desktop. Il cuore dello script che svolge in automatico il backup è il seguente: # Assegno al nome del file data e ora attuali filename="date +%d.%m.%y-%H.%M" # Monto il secondo disco fisso, e non restituisco errori se già montato sudo mount /dev/sdb2 /media/SECOND > /dev/null 2>&1 # Copio la directory ubuntu sul secondo disco sudo cp -R /host/ubuntu /media/SECOND/Wubi/ubuntu_$filename # Mi assicuro che anche l'utente chris possa eseguire il drag and drop su questi file e non solo root sudo chown -R chris:chris /media/SECOND/Wubi/ubuntu_$filename Per ripristinare un backup ci sono almeno tre alternative veloci. Avviare il sistema con qualcosa simile ad un CD Live di Ubuntu dopodiché rinominare la cartella contenente la versione danneggiata di Ubuntu in ubuntu_broken, e copiare la cartella di backup, per esempio ubuntu_10.09.10 e rinominarla nuovamente in ubuntu. In alternativa è sempre possibile modificare il bootloader, ad esempio Grub o LILO, in modo che punti sul disco alla copia di backup. Ho scoperto che avviare il pc con l'installazione Windows e sostituire i file prelevandoli dal backup è la soluzione più semplice adatta alle mie necessità, inoltre sono necessari solo cinque minuti per ripristinare il mio SO Ubuntu. Se per una ragione qualsiasi dovessi perdere completamente il mio computer, la mia installazione di Wubi dovrebbe essere compatibile con il nuovo sistema, dopo aver installato Windows, a patto che l'hardware non sia radicalmente diverso. L'unica raccomandazione che mi viene in mente è relativa a un paio di file che in fase di installazione Wubi scrive nella partizione principale di Windows, per sicurezza vale la pena di farne una copia. Sarebbe opportuno copiare questi file all'interno di ogni cartella contenente una copia di backup, anche se di solito ne conservo una sola copia per ogni computer sul quale installo Wubi. Questi file sono molto piccoli e si chiamano wubildr.mbr e wubildr. Dato che Wubi funziona anche con vecchie e oscure versioni di Windows aventi a disposizione solo 256MB di RAM e un processore con solo 1GHz adatto più ad uno smartphone che a un pc, allora è davvero difficile rinunciare a tutte le cose utili che è in grado di fare.

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