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Differenze tra le versioni 51 e 89 (in 38 versioni)
Versione 51 del 02/08/2011 23.13.42
Dimensione: 11506
Autore: MarcoLetizia
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Versione 89 del 09/12/2012 18.57.18
Dimensione: 11595
Autore: rpadovani
Commento:
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Linea 1: Linea 1:
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Linea 5: Linea 5:
== Donne Ubuntu 2 == = Traduzione italiana =
Questa storia inizia all’inizio del 2010. Ero in convalescenza in quel periodo, così ho cercato un nuovo sistema operativo libero. Avevo bisogno di qualcosa che potesse funzionare sul mio computer a casa. Avevo cercato su Internet, ma per molto tempo non avevo trovato niente di utile. Un giorno ero da Barnes and Noble, e vidi una rivista per Linux. Anche se avevo già sentito parlare di Linux prima non avevo mai pensato che fosse qualcosa che ero in grado di utilizzare. Quando ne avevo parlato con persone che sapevo fossero professionisti del computer, mi era stato risposto che era per persone esperte, e che era difficile da utilizzare. Non avevo mai sentito parlarne positivamente.

Quando lessi la rivista conobbi Ubuntu 9.10, Karmic Koala. Sembrava così bello, come se fosse esattamente ciò che stessi cercando. Come risultato fui molto eccitato, lo portai a casa e con mia grande sorpresa fu facile installarlo sul mio PC, tanto che decisi di tenerlo in dual boot con Windows XP. Tutto quello che feci fu inserire il Live CD nel suo lettore e seguire le istruzioni passo a passo. Bisogna essere abbastanza ritardati per non capire come settare il tutto.

Da allora sono molto soddisfatto di Ubuntu in generale, e da allora ho sempre avuto l’ultima versione, dalla 10.04 alla 12.04.

Anthony Venable

Il giorno che ho ritirato il mio nuovo laptop Compaq dal negozio locale di tecnologia, ho comprato qualche CD vergine per fare qualche copia di Ubuntu. Avevo anche letto un po’ riguardo a come installare Ubuntu prima. Era una, mhh, rivisitazione di un incubo!

All’inizio il mio amico Faizal mi ha consigliato di installare la versione netbook di Ubuntu 10.10, senza sapere che avrebbe dovuta essere per i netbook, non per per i laptop! Feci tutto il processo di installazione e... BAMM! La risoluzione del monitor era sbagliata, non funziona l’audio, non funzionava niente! Io ero tutto tipo: “Oddio! Eccoci di nuovo!”

Quando riferii della mia terribile notte a Faizal, lui disse che poteva essere un problema di versione. I netbooks hanno un supporto limitato per quello che riguarda l’hardware. Io ero tipo “Si, già, questo effettivamente ha senso”. Procedetti nell’installare la versione desktop di Ubuntu 10.10 e BAMM, un’altra volta! La risoluzione del monitor era ancora sbagliata, l’audio continuava a non sentirsi, non avevo problemi a far partire il server grafico ma non voleva lanciare automaticamente l’interfaccia grafica.

Esplorai il forum di supporto online di Ubuntu, alla ricerca di risposte e soluzioni. Forse qualcuno là fuori prima di me aveva avuto quel problema, e aveva la risposta che mi serviva?
Era il quinto giorno da quando avevo iniziato la mia avventura con Ubuntu. Notti senza sonno, scavando attraverso Internet e il forum di supporto di Ubuntu per una risposta. Nessuna fortuna nel modificare la mia configurazione, aggiornare i driver o installare nuovi pacchetti.

Postai per ben due volte una richiesta d’aiuto sulla pagina Facebook di Ubuntu, e improvvisamente qualche collega cinese mi disse di ricompilare il kernel in una versione più vecchia. Con un po’ di timore cercai su Google la versione del kernel. Trovai che era una vecchia versione della versione per Ubuntu 10.04. Rifeci la domanda al ragazzo cinese e mi disse che era l’unico modo per far si che il mio computer funzionasse e mi parlasse. Bene, se doveva essere la soluzione per mettere fine alle mie notti senza sonno e ai miei incubi, era da fare.

Mi procurai Ubuntu 10.04 LTS, ed ero pronto per lo scontro finale! Questa volta avrebbe funzionato o sarei tornato a essere MIA (miss in action - disperso in azione, NdT)! Dopo che l’installazione finì riavvi il mio laptop e attesi un po’, mentre cercavo altre possibili soluzioni online con il mio vecchio laptop. Si avviò direttamente sull’interfaccia grafica con dei bellissimi colori, ma nessun suono veniva dalle mie casse Altec Lansing. Provai a inserirle nella porta audio e sentivo della debole musica. Sapevo che il mio computer stava tentando di comunicare con me. Allora via di nuovo a cercare nel forum di supporto di Ubuntu. Ricevetti il suggerimento di aggiornare i driver Alsa e Realtek all’ultima versione.

Riavviai e sentii un suono dal mio nuovo laptop! Mi stava chiamando, mi stava parlando! Ero tutto scombussolato!. Era il più bel suono che che sentivo dal computer da quando l’avevo comprato la settimana prima. Dopo essersi avviato, arrivò all’interfaccia grafica. Controllai quindi due vole la risoluzione del monitor, la webcam, le connessioni USB, il WiFi ed era TUTTO PERFETTO! Da quando avevo iniziato la mia avventura in Ubuntu finalmente trovai la pace! Era il settimo giorno e finalmente potevo dormire una notte tranquilla. Mi sentivo la gioia e la felicità di essere riuscito a completare la mia operazione di rientro.

Dopo qualche giorno che giocavo e configuravo il sistema il mio Ubuntu assomigliava a Mac OSX! Quanto era figo? Veramente figo, dico! Potevo postare su Twitter, su Facebook, potevo chattare, mandare email, giocare a qualche giochino, e tutto funzionava bene. Alla fine il computer non si rallentava o bloccava come il mio vecchio laptop, che era così fastidioso. Linux, mio vecchio amico, è così piacevole vederti di nuovo. Eccoti qua, sono contento di non aver ancora perso del tutto il mio tocco con Linux!

Ora ho aggiornato alla 12.04. Alcuni bugs con Gnome lottano con Unity, ed è tutto un lavorare per trovare ilo modo di correggerli.
Margaret Chong

== Note alla traduzione ==
Linea 9: Linea 38:
=== Traduzione italiana === = Revisione =
Questa storia inizia all’inizio del 2010. Ero in convalescenza in quel periodo, così ho cercato un nuovo sistema operativo libero. Avevo bisogno di qualcosa che potesse funzionare sul mio computer a casa. Avevo cercato su Internet, ma per molto tempo non avevo trovato niente di utile. Un giorno ero da Barnes and Noble, e vidi una rivista per Linux. Anche se avevo già sentito parlare di Linux prima non avevo mai pensato che fosse qualcosa che ero in grado di utilizzare. Quando ne avevo parlato con persone che sapevo fossero professionisti del computer, mi era stato risposto che era per persone esperte, e che era difficile da utilizzare. Non avevo mai sentito parlarne positivamente.
Linea 11: Linea 41:
Scritto da Silvia Bindelli e Flavia Weisghizzi Quando lessi la rivista conobbi Ubuntu 9.10, Karmic Koala. Sembrava così bello, come se fosse esattamente ciò che stessi cercando. Come risultato fui molto eccitato, lo portai a casa e con mia grande sorpresa fu facile installarlo sul mio PC, tanto che decisi di tenerlo in dual boot con Windows XP. Tutto quello che feci fu inserire il Live CD nel suo lettore e seguire le istruzioni passo a passo. Bisogna essere abbastanza ritardati per non capire come settare il tutto.
Linea 13: Linea 43:
Solo un paio di mesi fa l'Italia ha raggiunto un grande obiettivo connesso alle donne nel movimento free, libre e open source con la fondazione di un nuovo gruppo donne@softwarelibero.it ( “donne” è la parola italiana per “women”) che include donne e uomini attivi in vari progetti open source. Da allora sono molto soddisfatto di Ubuntu in generale, e da allora ho sempre avuto l’ultima versione, dalla 10.04 alla 12.04.
Linea 15: Linea 45:
Anthony Venable
Linea 16: Linea 47:
La storia di questo gruppo è intimamente connessa al progetto Ubuntu Women. Il giorno che ho ritirato il mio nuovo laptop Compaq dal negozio locale di tecnologia, ho comprato qualche CD vergine per fare qualche copia di Ubuntu. Avevo anche letto un po’ riguardo a come installare Ubuntu prima. Era una, mhh, rivisitazione di un incubo!
Linea 18: Linea 49:
Flavia Weisghizzi e Silvia Bindelli, entrambe membri dell'Ubuntu Women Team, si incontrarono nel 2009 e discussero dei problemi che avevano con la tecnologia e delle opportunità date loro dalla comunità di Ubuntu. Conclusero che, per incoraggiare la partecipazione delle donne nel progetto Ubuntu, avrebbero dovuto iniziare con quelle più vicine a loro. All’inizio il mio amico Faizal mi ha consigliato di installare la versione netbook di Ubuntu 10.10, senza sapere che avrebbe dovuta essere per i netbook, non per per i laptop! Feci tutto il processo di installazione e... BAMM! La risoluzione del monitor era sbagliata, non funziona l’audio, non funzionava niente! Io ero tutto tipo: “Oddio! Eccoci di nuovo!”
Linea 20: Linea 51:
Quando riferii della mia terribile notte a Faizal, lui disse che poteva essere un problema di versione. I netbooks hanno un supporto limitato per quello che riguarda l’hardware. Io ero tipo “Si, già, questo effettivamente ha senso”. Procedetti nell’installare la versione desktop di Ubuntu 10.10 e BAMM, un’altra volta! La risoluzione del monitor era ancora sbagliata, l’audio continuava a non sentirsi, non avevo problemi a far partire il server grafico ma non voleva lanciare automaticamente l’interfaccia grafica.
Linea 21: Linea 53:
Molte persone in Italia si sentono a disagio nel parlare in una lingua straniera a causa della mancanza di fiducia nelle loro capacità linguistiche, così iniziare a scrivere a una mailing list in inglese o nei canali irc potrebbe essere percepito come una ulteriore barriera alla partecipazione. Esplorai il forum di supporto online di Ubuntu, alla ricerca di risposte e soluzioni. Forse qualcuno là fuori prima di me aveva avuto quel problema, e aveva la risposta che mi serviva?
Era il quinto giorno da quando avevo iniziato la mia avventura con Ubuntu. Notti senza sonno, scavando attraverso Internet e il forum di supporto di Ubuntu per una risposta. Nessuna fortuna nel modificare la mia configurazione, aggiornare i driver o installare nuovi pacchetti.
Linea 23: Linea 56:
Postai per ben due volte una richiesta d’aiuto sulla pagina Facebook di Ubuntu, e improvvisamente qualche collega cinese mi disse di ricompilare il kernel in una versione più vecchia. Con un po’ di timore cercai su Google la versione del kernel. Trovai che era una vecchia versione della versione per Ubuntu 10.04. Rifeci la domanda al ragazzo cinese e mi disse che era l’unico modo per far si che il mio computer funzionasse e mi parlasse. Bene, se doveva essere la soluzione per mettere fine alle mie notti senza sonno e ai miei incubi, era da fare.
Linea 24: Linea 58:
Questa è la ragione perché, di concerto con l'Ubuntu Women Team e dopo discussioni con altri membri dell'Italian LoCo Team, decisero di creare una sezione locale dell'Ubuntu Women Team che principalmente è costituita intorno ad una mailing list in italiano dove traducono in italiano le notizie principali del Team internazionale e aggiungono notizie su eventi e iniziative locali. Mi procurai Ubuntu 10.04 LTS, ed ero pronto per lo scontro finale! Questa volta avrebbe funzionato o sarei tornato a essere MIA (miss in action - disperso in azione, NdT)! Dopo che l’installazione finì riavvi il mio laptop e attesi un po’, mentre cercavo altre possibili soluzioni online con il mio vecchio laptop. Si avviò direttamente sull’interfaccia grafica con dei bellissimi colori, ma nessun suono veniva dalle mie casse Altec Lansing. Provai a inserirle nella porta audio e sentivo della debole musica. Sapevo che il mio computer stava tentando di comunicare con me. Allora via di nuovo a cercare nel forum di supporto di Ubuntu. Ricevetti il suggerimento di aggiornare i driver Alsa e Realtek all’ultima versione.
Linea 26: Linea 60:
Riavviai e sentii un suono dal mio nuovo laptop! Mi stava chiamando, mi stava parlando! Ero tutto scombussolato!. Era il più bel suono che che sentivo dal computer da quando l’avevo comprato la settimana prima. Dopo essersi avviato, arrivò all’interfaccia grafica. Controllai quindi due vole la risoluzione del monitor, la webcam, le connessioni USB, il WiFi ed era TUTTO PERFETTO! Da quando avevo iniziato la mia avventura in Ubuntu finalmente trovai la pace! Era il settimo giorno e finalmente potevo dormire una notte tranquilla. Mi sentivo la gioia e la felicità di essere riuscito a completare la mia operazione di rientro.
Linea 27: Linea 62:
Alcuni mesi dopo si tenne DUCC-IT (Debian Ubuntu Community Conference Italy) che raccolse insieme persone di entrambe le comunità e a cui partecipò, fra gli altri, Stefano Zacchiroli attuale Leader del Progetto Debian. Durante questa conferenza Silvia e Flavia incontrarono donne italiane del Progetto Debian e discussero con loro le ragioni della bassa partecipazione delle donne nei progetti di software libero. Sorse da questo e dalle discussioni col pubblico l'idea di un gruppo italiano che raccolga insieme donne coinvolte nel software libero. Dopo qualche giorno che giocavo e configuravo il sistema il mio Ubuntu assomigliava a Mac OSX! Quanto era figo? Veramente figo, dico! Potevo postare su Twitter, su Facebook, potevo chattare, mandare email, giocare a qualche giochino, e tutto funzionava bene. Alla fine il computer non si rallentava o bloccava come il mio vecchio laptop, che era così fastidioso. Linux, mio vecchio amico, è così piacevole vederti di nuovo. Eccoti qua, sono contento di non aver ancora perso del tutto il mio tocco con Linux!
Linea 29: Linea 64:
Ora ho aggiornato alla 12.04. Alcuni bugs con Gnome lottano con Unity, ed è tutto un lavorare per trovare ilo modo di correggerli.
Margaret Chong
Linea 30: Linea 67:
Alcune donne del Progetto Fedora si offrirono subito di partecipare ad una tale rete e, nonostante le differenze di distribuzione, sedettero tutte intorno allo stesso tavolo.


Il progetto fu creato con una mailing list e lanciato lo scorso Linux Day in molte città italiane. Venne scritto un comunicato stampa congiunto e pubblicato su blog, social network e alcune riviste.


Al momento c'è una pagina wiki del progetto a http://www.fsugitalia.org/donne e anche un canale irc (#donne-softwarelibero) sulla rete freenode.net.


Alcuni hanno chiesto le ragioni di un simile sforzo ma i dati sul coinvolgimento femminile nell'open source sono incontrovertibili: sembra che siano donne meno del 5% di coloro che lavorano nel FLOSS e ciò rende le donne una grossa minoranza nel mondo del software libero.

L'intenzione di questo gruppo, che è completamente indipendente da ogni singolo progetto o distribuzione, è divenire un luogo in cui le donne (e gli uomini) che contribuiscono ai differenti progetti di software libero possano incontrarsi, discutere e incoraggiare la partecipazione delle donne attraverso discorsi, eventi, conferenze e qualsiasi specie di iniziativa di marketing e promozione possa essere intrapresa. Inoltre un punto importante nella nostra lista delle Cose da Fare è formare e promuovere alcuni relatori, che provengano da esperienze diverse, a parlare di loro e presentare i loro esempi per mostrare che le donne hanno molto da dare e hanno solo bisogno di essere abbastanza coraggiose da mettesi alla prova.
== Note alla revisione ==
Linea 45: Linea 71:
= Errata Corrige =
Linea 46: Linea 73:

==== Note alla traduzione ====



=== Revisione ===

Scritto da Silvia Bindelli e Flavia Weisghizzi

Solo un paio di mesi fa l'Italia ha raggiunto un grande obiettivo connesso alle donne nel movimento open source libero e indipendente con la fondazione di un nuovo gruppo, donne@softwarelibero.it che include donne e uomini attivi in vari progetti open source.

La storia di questo gruppo è intimamente connessa al progetto Ubuntu Women.

Flavia Weisghizzi e Silvia Bindelli, entrambe membri dell'Ubuntu Women Team, si incontrarono nel 2009 e discussero dei problemi che avevano con la tecnologia e delle opportunità date loro dalla comunità di Ubuntu. Conclusero che, per incoraggiare la partecipazione delle donne nel progetto Ubuntu, avrebbero dovuto iniziare con quelle più vicine a loro.

Molte persone in Italia si sentono a disagio nel parlare in una lingua straniera a causa della mancanza di fiducia nelle loro capacità linguistiche, così iniziare a scrivere a una mailing list in inglese o nei canali irc potrebbe essere percepito come una ulteriore barriera alla partecipazione.

Questa è la ragione per cui, di concerto con l'Ubuntu Women Team e dopo discussioni con altri membri dell'Italian LoCo Team, decisero di creare una sezione locale dell'Ubuntu Women Team, principalmente costruita intorno ad una mailing list in italiano, dove si traducono in questa lingua le notizie principali del Team internazionale e si aggiungono notizie su eventi e iniziative locali.

Alcuni mesi dopo si tenne DUCC-IT (Debian Ubuntu Community Conference Italy) che raccolse insieme persone di entrambe le comunità e a cui partecipò, fra gli altri, Stefano Zacchiroli, attuale leader del Progetto Debian. Durante questa conferenza Silvia e Flavia incontrarono donne italiane del Progetto Debian e discussero con loro le ragioni della bassa partecipazione delle donne nei progetti di software libero. Sorse da questo e dalle discussioni col pubblico l'idea di un gruppo italiano che raccogliesse insieme donne coinvolte nel software libero.

Alcune donne del Progetto Fedora si offrirono subito di partecipare ad una tale rete e, nonostante le differenze di distribuzione, sedettero tutte intorno allo stesso tavolo.

Il progetto fu creato con una mailing list e lanciato lo scorso Linux Day in molte città italiane. Venne redatto un comunicato stampa congiunto e pubblicato su blog, social network e alcune riviste.

Al momento c'è una pagina wiki del progetto su http://www.fsugitalia.org/donne e anche un canale irc (#donne-softwarelibero) sulla rete freenode.net.

Alcuni hanno chiesto le ragioni di un simile sforzo ma i dati sul coinvolgimento femminile nell'open source sono incontrovertibili: sembra che siano donne meno del 5% di coloro che lavorano nel FLOSS e ciò rende le donne una grossa minoranza nel mondo del software libero.

L'intenzione di questo gruppo, che è completamente indipendente da ogni singolo progetto o distribuzione, è divenire un luogo in cui le donne (ma anche gli uomini) che contribuiscono ai differenti progetti di software libero possano incontrarsi, discutere e incoraggiare la partecipazione delle donne attraverso discorsi, eventi, conferenze e qualsiasi specie di iniziativa di marketing e promozione possa essere intrapresa. Inoltre, un punto importante nella nostra lista delle Cose da Fare è formare e promuovere alcuni relatori che provengano da esperienze diverse e che parlino di loro e presentino i loro esempi, per mostrare che le donne hanno molto da dare e hanno solo bisogno di essere abbastanza coraggiose da mettesi alla prova.


=== Revisione da Silvia ===

[Ho riscritto perché mi veniva più comodo così, e sono partita dall'originale e non dalla revisione...ovviamente sentitevi al 100% liberi di usare in parte o ignorare le mie modifiche!]

Un paio di mesi fa l'Italia ha raggiunto un grande obiettivo per le donne nel movimento libre e open source grazie alla fondazione di un nuovo gruppo, donne@softwarelibero.it ( “donne” è la parola italiana per “women”) che include donne e uomini attivi in vari progetti open source.


La storia di questo gruppo è intimamente connessa al progetto Ubuntu Women.

Flavia Weisghizzi e Silvia Bindelli, entrambe membri dell'Ubuntu Women Team, si incontrarono per la prima volta nel 2009 e discussero dei problemi che incontravano nel mondo della tecnologia e delle opportunità date loro dalla comunità di Ubuntu. Conclusero che, per incoraggiare la partecipazione delle donne nel progetto Ubuntu, avrebbero dovuto iniziare con quelle più vicine a loro.


Molte persone in Italia non si sentono a proprio agio a parlare in una lingua straniera a causa della mancanza di fiducia nelle loro capacità linguistiche, così iniziare a scrivere a una mailing list in inglese o nei canali irc potrebbe essere percepito come una ulteriore barriera alla partecipazione.


Per questa ragione, di concerto con l'Ubuntu Women Team e dopo averne discusso con altri membri del LoCo Team italiano, decisero di creare una sezione locale dell'Ubuntu Women Team che principalmente è costituita intorno ad una mailing list in italiano dove traducono in italiano le notizie principali del Team internazionale e aggiungono notizie su eventi e iniziative locali.


Alcuni mesi dopo si tenne il DUCC-IT (Debian Ubuntu Community Conference Italy) che raccolse insieme persone di entrambe le comunità e a cui partecipò, fra gli altri, Stefano Zacchiroli attuale Leader del Progetto Debian. Durante questa conferenza Silvia e Flavia incontrarono alcune donne italiane del Progetto Debian e discussero con loro le ragioni della bassa partecipazione delle donne nei progetti di software libero. Da questo e dalle discussioni col pubblico è nata l'idea di un gruppo italiano che raccolga insieme donne coinvolte nel software libero.


Alcune donne del Progetto Fedora si offrirono subito di partecipare ad una tale rete e, nonostante le differenze di distribuzione, sedettero tutte intorno allo stesso tavolo.


Il progetto nacque con una mailing list ed fu lanciato lo scorso Linux Day in molte città italiane. Venne scritto un comunicato stampa congiunto e pubblicato su blog, social network e alcune riviste.


Al momento c'è una pagina wiki del progetto (http://www.fsugitalia.org/donne) ed un canale irc (#donne-softwarelibero) sulla rete freenode.net.


C'è stato chi ha chiesto le ragioni di un simile sforzo ma i dati sul coinvolgimento femminile nell'open source sono incontrovertibili: sembra che le donne rappresentino meno del 5% di coloro che lavorano nel FLOSS e ciò le rende una grossa minoranza nel mondo del software libero.

L'intenzione di questo gruppo, che è completamente indipendente da ogni singolo progetto o distribuzione, è divenire un luogo in cui le donne (e gli uomini) che contribuiscono ai differenti progetti di software libero possano incontrarsi, discutere e incoraggiare la partecipazione delle donne attraverso presentazioni, eventi, conferenze e qualsiasi specie di iniziativa di marketing e promozione possa essere intrapresa. Inoltre un punto importante nella nostra lista delle Cose da Fare è formare e promuovere alcuni relatori, che provengano da esperienze diverse, a parlare di loro e presentare i loro esempi per mostrare che le donne hanno molto da dare e hanno solo bisogno di essere abbastanza coraggiose da mettesi alla prova.




==== Note alla revisione ====



=== Errata Corrige ===

Traduzione italiana

Questa storia inizia all’inizio del 2010. Ero in convalescenza in quel periodo, così ho cercato un nuovo sistema operativo libero. Avevo bisogno di qualcosa che potesse funzionare sul mio computer a casa. Avevo cercato su Internet, ma per molto tempo non avevo trovato niente di utile. Un giorno ero da Barnes and Noble, e vidi una rivista per Linux. Anche se avevo già sentito parlare di Linux prima non avevo mai pensato che fosse qualcosa che ero in grado di utilizzare. Quando ne avevo parlato con persone che sapevo fossero professionisti del computer, mi era stato risposto che era per persone esperte, e che era difficile da utilizzare. Non avevo mai sentito parlarne positivamente.

Quando lessi la rivista conobbi Ubuntu 9.10, Karmic Koala. Sembrava così bello, come se fosse esattamente ciò che stessi cercando. Come risultato fui molto eccitato, lo portai a casa e con mia grande sorpresa fu facile installarlo sul mio PC, tanto che decisi di tenerlo in dual boot con Windows XP. Tutto quello che feci fu inserire il Live CD nel suo lettore e seguire le istruzioni passo a passo. Bisogna essere abbastanza ritardati per non capire come settare il tutto.

Da allora sono molto soddisfatto di Ubuntu in generale, e da allora ho sempre avuto l’ultima versione, dalla 10.04 alla 12.04.

Anthony Venable

Il giorno che ho ritirato il mio nuovo laptop Compaq dal negozio locale di tecnologia, ho comprato qualche CD vergine per fare qualche copia di Ubuntu. Avevo anche letto un po’ riguardo a come installare Ubuntu prima. Era una, mhh, rivisitazione di un incubo!

All’inizio il mio amico Faizal mi ha consigliato di installare la versione netbook di Ubuntu 10.10, senza sapere che avrebbe dovuta essere per i netbook, non per per i laptop! Feci tutto il processo di installazione e... BAMM! La risoluzione del monitor era sbagliata, non funziona l’audio, non funzionava niente! Io ero tutto tipo: “Oddio! Eccoci di nuovo!”

Quando riferii della mia terribile notte a Faizal, lui disse che poteva essere un problema di versione. I netbooks hanno un supporto limitato per quello che riguarda l’hardware. Io ero tipo “Si, già, questo effettivamente ha senso”. Procedetti nell’installare la versione desktop di Ubuntu 10.10 e BAMM, un’altra volta! La risoluzione del monitor era ancora sbagliata, l’audio continuava a non sentirsi, non avevo problemi a far partire il server grafico ma non voleva lanciare automaticamente l’interfaccia grafica.

Esplorai il forum di supporto online di Ubuntu, alla ricerca di risposte e soluzioni. Forse qualcuno là fuori prima di me aveva avuto quel problema, e aveva la risposta che mi serviva? Era il quinto giorno da quando avevo iniziato la mia avventura con Ubuntu. Notti senza sonno, scavando attraverso Internet e il forum di supporto di Ubuntu per una risposta. Nessuna fortuna nel modificare la mia configurazione, aggiornare i driver o installare nuovi pacchetti.

Postai per ben due volte una richiesta d’aiuto sulla pagina Facebook di Ubuntu, e improvvisamente qualche collega cinese mi disse di ricompilare il kernel in una versione più vecchia. Con un po’ di timore cercai su Google la versione del kernel. Trovai che era una vecchia versione della versione per Ubuntu 10.04. Rifeci la domanda al ragazzo cinese e mi disse che era l’unico modo per far si che il mio computer funzionasse e mi parlasse. Bene, se doveva essere la soluzione per mettere fine alle mie notti senza sonno e ai miei incubi, era da fare.

Mi procurai Ubuntu 10.04 LTS, ed ero pronto per lo scontro finale! Questa volta avrebbe funzionato o sarei tornato a essere MIA (miss in action - disperso in azione, NdT)! Dopo che l’installazione finì riavvi il mio laptop e attesi un po’, mentre cercavo altre possibili soluzioni online con il mio vecchio laptop. Si avviò direttamente sull’interfaccia grafica con dei bellissimi colori, ma nessun suono veniva dalle mie casse Altec Lansing. Provai a inserirle nella porta audio e sentivo della debole musica. Sapevo che il mio computer stava tentando di comunicare con me. Allora via di nuovo a cercare nel forum di supporto di Ubuntu. Ricevetti il suggerimento di aggiornare i driver Alsa e Realtek all’ultima versione.

Riavviai e sentii un suono dal mio nuovo laptop! Mi stava chiamando, mi stava parlando! Ero tutto scombussolato!. Era il più bel suono che che sentivo dal computer da quando l’avevo comprato la settimana prima. Dopo essersi avviato, arrivò all’interfaccia grafica. Controllai quindi due vole la risoluzione del monitor, la webcam, le connessioni USB, il WiFi ed era TUTTO PERFETTO! Da quando avevo iniziato la mia avventura in Ubuntu finalmente trovai la pace! Era il settimo giorno e finalmente potevo dormire una notte tranquilla. Mi sentivo la gioia e la felicità di essere riuscito a completare la mia operazione di rientro.

Dopo qualche giorno che giocavo e configuravo il sistema il mio Ubuntu assomigliava a Mac OSX! Quanto era figo? Veramente figo, dico! Potevo postare su Twitter, su Facebook, potevo chattare, mandare email, giocare a qualche giochino, e tutto funzionava bene. Alla fine il computer non si rallentava o bloccava come il mio vecchio laptop, che era così fastidioso. Linux, mio vecchio amico, è così piacevole vederti di nuovo. Eccoti qua, sono contento di non aver ancora perso del tutto il mio tocco con Linux!

Ora ho aggiornato alla 12.04. Alcuni bugs con Gnome lottano con Unity, ed è tutto un lavorare per trovare ilo modo di correggerli. Margaret Chong

Note alla traduzione

Revisione

Questa storia inizia all’inizio del 2010. Ero in convalescenza in quel periodo, così ho cercato un nuovo sistema operativo libero. Avevo bisogno di qualcosa che potesse funzionare sul mio computer a casa. Avevo cercato su Internet, ma per molto tempo non avevo trovato niente di utile. Un giorno ero da Barnes and Noble, e vidi una rivista per Linux. Anche se avevo già sentito parlare di Linux prima non avevo mai pensato che fosse qualcosa che ero in grado di utilizzare. Quando ne avevo parlato con persone che sapevo fossero professionisti del computer, mi era stato risposto che era per persone esperte, e che era difficile da utilizzare. Non avevo mai sentito parlarne positivamente.

Quando lessi la rivista conobbi Ubuntu 9.10, Karmic Koala. Sembrava così bello, come se fosse esattamente ciò che stessi cercando. Come risultato fui molto eccitato, lo portai a casa e con mia grande sorpresa fu facile installarlo sul mio PC, tanto che decisi di tenerlo in dual boot con Windows XP. Tutto quello che feci fu inserire il Live CD nel suo lettore e seguire le istruzioni passo a passo. Bisogna essere abbastanza ritardati per non capire come settare il tutto.

Da allora sono molto soddisfatto di Ubuntu in generale, e da allora ho sempre avuto l’ultima versione, dalla 10.04 alla 12.04.

Anthony Venable

Il giorno che ho ritirato il mio nuovo laptop Compaq dal negozio locale di tecnologia, ho comprato qualche CD vergine per fare qualche copia di Ubuntu. Avevo anche letto un po’ riguardo a come installare Ubuntu prima. Era una, mhh, rivisitazione di un incubo!

All’inizio il mio amico Faizal mi ha consigliato di installare la versione netbook di Ubuntu 10.10, senza sapere che avrebbe dovuta essere per i netbook, non per per i laptop! Feci tutto il processo di installazione e... BAMM! La risoluzione del monitor era sbagliata, non funziona l’audio, non funzionava niente! Io ero tutto tipo: “Oddio! Eccoci di nuovo!”

Quando riferii della mia terribile notte a Faizal, lui disse che poteva essere un problema di versione. I netbooks hanno un supporto limitato per quello che riguarda l’hardware. Io ero tipo “Si, già, questo effettivamente ha senso”. Procedetti nell’installare la versione desktop di Ubuntu 10.10 e BAMM, un’altra volta! La risoluzione del monitor era ancora sbagliata, l’audio continuava a non sentirsi, non avevo problemi a far partire il server grafico ma non voleva lanciare automaticamente l’interfaccia grafica.

Esplorai il forum di supporto online di Ubuntu, alla ricerca di risposte e soluzioni. Forse qualcuno là fuori prima di me aveva avuto quel problema, e aveva la risposta che mi serviva? Era il quinto giorno da quando avevo iniziato la mia avventura con Ubuntu. Notti senza sonno, scavando attraverso Internet e il forum di supporto di Ubuntu per una risposta. Nessuna fortuna nel modificare la mia configurazione, aggiornare i driver o installare nuovi pacchetti.

Postai per ben due volte una richiesta d’aiuto sulla pagina Facebook di Ubuntu, e improvvisamente qualche collega cinese mi disse di ricompilare il kernel in una versione più vecchia. Con un po’ di timore cercai su Google la versione del kernel. Trovai che era una vecchia versione della versione per Ubuntu 10.04. Rifeci la domanda al ragazzo cinese e mi disse che era l’unico modo per far si che il mio computer funzionasse e mi parlasse. Bene, se doveva essere la soluzione per mettere fine alle mie notti senza sonno e ai miei incubi, era da fare.

Mi procurai Ubuntu 10.04 LTS, ed ero pronto per lo scontro finale! Questa volta avrebbe funzionato o sarei tornato a essere MIA (miss in action - disperso in azione, NdT)! Dopo che l’installazione finì riavvi il mio laptop e attesi un po’, mentre cercavo altre possibili soluzioni online con il mio vecchio laptop. Si avviò direttamente sull’interfaccia grafica con dei bellissimi colori, ma nessun suono veniva dalle mie casse Altec Lansing. Provai a inserirle nella porta audio e sentivo della debole musica. Sapevo che il mio computer stava tentando di comunicare con me. Allora via di nuovo a cercare nel forum di supporto di Ubuntu. Ricevetti il suggerimento di aggiornare i driver Alsa e Realtek all’ultima versione.

Riavviai e sentii un suono dal mio nuovo laptop! Mi stava chiamando, mi stava parlando! Ero tutto scombussolato!. Era il più bel suono che che sentivo dal computer da quando l’avevo comprato la settimana prima. Dopo essersi avviato, arrivò all’interfaccia grafica. Controllai quindi due vole la risoluzione del monitor, la webcam, le connessioni USB, il WiFi ed era TUTTO PERFETTO! Da quando avevo iniziato la mia avventura in Ubuntu finalmente trovai la pace! Era il settimo giorno e finalmente potevo dormire una notte tranquilla. Mi sentivo la gioia e la felicità di essere riuscito a completare la mia operazione di rientro.

Dopo qualche giorno che giocavo e configuravo il sistema il mio Ubuntu assomigliava a Mac OSX! Quanto era figo? Veramente figo, dico! Potevo postare su Twitter, su Facebook, potevo chattare, mandare email, giocare a qualche giochino, e tutto funzionava bene. Alla fine il computer non si rallentava o bloccava come il mio vecchio laptop, che era così fastidioso. Linux, mio vecchio amico, è così piacevole vederti di nuovo. Eccoti qua, sono contento di non aver ancora perso del tutto il mio tocco con Linux!

Ora ho aggiornato alla 12.04. Alcuni bugs con Gnome lottano con Unity, ed è tutto un lavorare per trovare ilo modo di correggerli. Margaret Chong

Note alla revisione

Errata Corrige


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