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## page was renamed from Fcm/Edizione/DonneUbuntu2 #acl SilviaBindelli:read,write,revert FlaviaWeisghizzi:read,write,revert GruppoAdmin:admin,read,write,revert GruppoEditori:read,write,revert GruppoFcm:read,write,revert -All:read -Known:read <<Include(Fcm/Header)>> |
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==== Donne Ubuntu 2 ==== ==== Traduzione italiana ==== DONNE UBUNTU Dicci qualcosa di te. '''Isabel Long:''' : Mi chiamo Isabel Long, ho 16 anni, e attualmente vivo in Inghilterra dopo aver trascrso 4 anni vivendo in Francia. Sono molto interessata alla tecnologia e al software open-source. Sono la coordinatrice della comunità sul network IRC di freenode e sono fiera di essere un membro della comunità Ubuntu. PS: Come sei rimasta coinvolta nel progetto Ubuntu? IL: Credo sia avvenuto circa due anni fa quando ho fatto la conoscenza di amici che usavano Ubuntu. Allora ho cominciato ad usarlo per circa un anno anche se in maniera non continuativa, finchè ho avuto il mio computer personale e l'ho liberato completamente da Windows. Ora ho Ubuntu su entrambi i miei computer, e di windows neanche l'ombra! In merito alla mia partecipazione nella comunità Ubuntu, comunque, Sono diventata un membro ufficiale della comunità a marzo di quest'anno (2010). La cosa mi ha reso felicissima. |
== Donne Ubuntu 2 == |
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PS: Cosa fai per Ubuntu? Al momento aiuto Penelope con le interviste per Full circle Magazine (with these interviews for Full Circle Magazine (Essi,è strano essere "dall'altra parte" in questa occasione!); Mi occupo di traduzioni in 'British English' e francese su Launchpad; aiuto le persone nella sezione 'Answers' di Launchpad; Sono Coinvolta in Ubuntu UK e Ubuntu Women; e questo è tutto per ora! Non molto, eh? |
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PS: Cosa ti piacerebbe fare che non stai già facendo? | === Traduzione italiana === |
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IL: Andare ad un maggior numero di eventi ed imparare , ed imparare a gestire gli errori in una sentenza. | Scritto da Silvia Bindelli e Flavia Weisghizzi |
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PS: Sò che sei ancora una studentessa; lavorare in Ubuntu ha ti ha aiutato in questo? IL: Non proprio, infatti preferisco mantenere la mia vita scolastica separata da ciò che faccio 'on-line' fuori dalla scuola. Ho una speranza seppur debole che la mia scuola (o qualunque altra!) riconoscerà Ubuntu, o in generale,qualsiasi altro software open-source, ma aono fermamente bloccati su Microsoft. E' un grande peccato. Per rispondere propriamente alla domanda, lavorare in ubuntu mi ha personalmente aiutato ad avere una visione più ampia, insegnandomi cose che non avrei mai imparato se fossi rimasta all'interno dei confini dell'educazione standard (non che la mia istruzione sia stata normale visto che ho vissuto in paesi diversi e ho dovuto imparare il francese da zero, ma questa è un'altra una storia!),ed ho avuto modo di conoscere alcune persone incredibili ed è grazie a loro che ora io sono coinvolta. |
Solo un paio di mesi fa l'Italia ha raggiunto un grande obiettivo connesso alle donne nel movimento free, libre e open source con la fondazione di un nuovo gruppo donne@softwarelibero.it ( “donne” è la parola italiana per “women”) che include donne e uomini attivi in vari progetti open source. |
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PS: Come pensi che la comunità di Ubuntu possa ottenere di più coinvolgendo maggiormente giovani donne (così giovani come te)? Cosa stiamo già facendo bene? IL: Le donne più giovani? Non dovremmo forse concentrarci tanto sulla differenziazione femminile della questione, ma concentrarci sul coinvolgimento di più giovani in senso generale senza distinzioni tra maschi e femmine? La gioventù di Ubuntu potrebbe (e dovrebbe) essere definitivamente rianimata (esco dal canale IRC canale e poco è cambiato) e la strada per portare Ubuntu nelle scuole potrebbe continuare anche dopo, ma senza dubbio le persone concordano con me nel dire che quella strada è estremamente lunga e difficile! |
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PS: Quando non lavori in Ubuntu e non sei impegnata con i compiti scolastici quali sono i tuoi interessi? | La storia di questo gruppo è intimamente connessa al progetto Ubuntu Women. |
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IL: Adoro la musica, alla stregua della tecnologia, e mi appassiono nell'imparare le cose. Imparare il 'codice' è uno dei miei obiettivi, quindi, ecco perchè ora mi sto dedicando ad imparare Python. Mi interesso anche di dati, statistiche e mare coseI also love data, statistics, and making cool stuff out of freely available data and statistics, which also fuels my great desire to learn. |
Flavia Weisghizzi e Silvia Bindelli, entrambe membri dell'Ubuntu Women Team, si incontrarono nel 2009 e discussero dei problemi che avevano con la tecnologia e delle opportunità date loro dalla comunità di Ubuntu. Conclusero che, per incoraggiare la partecipazione delle donne nel progetto Ubuntu, avrebbero dovuto iniziare con quelle più vicine a loro. |
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Tutto quello che faccio è di grande divertimento. Puoi trovare altro su di me in generale su http://issyl0.co.uk/ |
Molte persone in Italia si sentono a disagio nel parlare in una lingua straniera a causa della mancanza di fiducia nelle loro capacità linguistiche, così iniziare a scrivere a una mailing list in inglese o nei canali irc potrebbe essere percepito come una ulteriore barriera alla partecipazione. Questa è la ragione perché, di concerto con l'Ubuntu Women Team e dopo discussioni con altri membri dell'Italian LoCo Team, decisero di creare una sezione locale dell'Ubuntu Women Team che principalmente è costituita intorno ad una mailing list in italiano dove traducono in italiano le notizie principali del Team internazionale e aggiungono notizie su eventi e iniziative locali. Alcuni mesi dopo si tenne DUCC-IT (Debian Ubuntu Community Conference Italy) che raccolse insieme persone di entrambe le comunità e a cui partecipò, fra gli altri, Stefano Zacchiroli attuale Leader del Progetto Debian. Durante questa conferenza Silvia e Flavia incontrarono donne italiane del Progetto Debian e discussero con loro le ragioni della bassa partecipazione delle donne nei progetti di software libero. Sorse da questo e dalle discussioni col pubblico l'idea di un gruppo italiano che raccolga insieme donne coinvolte nel software libero. Alcune donne del Progetto Fedora si offrirono subito di partecipare ad una tale rete e, nonostante le differenze di distribuzione, sedettero tutte intorno allo stesso tavolo. Il progetto fu creato con una mailing list e lanciato lo scorso Linux Day in molte città italiane. Venne scritto un comunicato stampa congiunto e pubblicato su blog, social network e alcune riviste. Al momento c'è una pagina wiki del progetto a http://www.fsugitalia.org/donne e anche un canale irc (#donne-softwarelibero) sulla rete freenode.net. Alcuni hanno chiesto le ragioni di un simile sforzo ma i dati sul coinvolgimento femminile nell'open source sono incontrovertibili: sembra che siano donne meno del 5% di coloro che lavorano nel FLOSS e ciò rende le donne una grossa minoranza nel mondo del software libero. L'intenzione di questo gruppo, che è completamente indipendente da ogni singolo progetto o distribuzione, è divenire un luogo in cui le donne (e gli uomini) che contribuiscono ai differenti progetti di software libero possano incontrarsi, discutere e incoraggiare la partecipazione delle donne attraverso discorsi, eventi, conferenze e qualsiasi specie di iniziativa di marketing e promozione possa essere intrapresa. Inoltre un punto importante nella nostra lista delle Cose da Fare è formare e promuovere alcuni relatori, che provengano da esperienze diverse, a parlare di loro e presentare i loro esempi per mostrare che le donne hanno molto da dare e hanno solo bisogno di essere abbastanza coraggiose da mettesi alla prova. |
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==== Revisione ==== | |
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DONNE UBUNTU | === Revisione === Scritto da Silvia Bindelli e Flavia Weisghizzi Solo un paio di mesi fa l'Italia ha raggiunto un grande obiettivo connesso alle donne nel movimento free, libre e open source con la fondazione di un nuovo gruppo donne@softwarelibero.it ( “donne” è la parola italiana per “women”) che include donne e uomini attivi in vari progetti open source. La storia di questo gruppo è intimamente connessa al progetto Ubuntu Women. Flavia Weisghizzi e Silvia Bindelli, entrambe membri dell'Ubuntu Women Team, si incontrarono nel 2009 e discussero dei problemi che avevano con la tecnologia e delle opportunità date loro dalla comunità di Ubuntu. Conclusero che, per incoraggiare la partecipazione delle donne nel progetto Ubuntu, avrebbero dovuto iniziare con quelle più vicine a loro. Molte persone in Italia si sentono a disagio nel parlare in una lingua straniera a causa della mancanza di fiducia nelle loro capacità linguistiche, così iniziare a scrivere a una mailing list in inglese o nei canali irc potrebbe essere percepito come una ulteriore barriera alla partecipazione. Questa è la ragione perché, di concerto con l'Ubuntu Women Team e dopo discussioni con altri membri dell'Italian LoCo Team, decisero di creare una sezione locale dell'Ubuntu Women Team che principalmente è costituita intorno ad una mailing list in italiano dove traducono in italiano le notizie principali del Team internazionale e aggiungono notizie su eventi e iniziative locali. Alcuni mesi dopo si tenne DUCC-IT (Debian Ubuntu Community Conference Italy) che raccolse insieme persone di entrambe le comunità e a cui partecipò, fra gli altri, Stefano Zacchiroli attuale Leader del Progetto Debian. Durante questa conferenza Silvia e Flavia incontrarono donne italiane del Progetto Debian e discussero con loro le ragioni della bassa partecipazione delle donne nei progetti di software libero. Sorse da questo e dalle discussioni col pubblico l'idea di un gruppo italiano che raccolga insieme donne coinvolte nel software libero. Alcune donne del Progetto Fedora si offrirono subito di partecipare ad una tale rete e, nonostante le differenze di distribuzione, sedettero tutte intorno allo stesso tavolo. Il progetto fu creato con una mailing list e lanciato lo scorso Linux Day in molte città italiane. Venne scritto un comunicato stampa congiunto e pubblicato su blog, social network e alcune riviste. Al momento c'è una pagina wiki del progetto a http://www.fsugitalia.org/donne e anche un canale irc (#donne-softwarelibero) sulla rete freenode.net. Alcuni hanno chiesto le ragioni di un simile sforzo ma i dati sul coinvolgimento femminile nell'open source sono incontrovertibili: sembra che siano donne meno del 5% di coloro che lavorano nel FLOSS e ciò rende le donne una grossa minoranza nel mondo del software libero. L'intenzione di questo gruppo, che è completamente indipendente da ogni singolo progetto o distribuzione, è divenire un luogo in cui le donne (e gli uomini) che contribuiscono ai differenti progetti di software libero possano incontrarsi, discutere e incoraggiare la partecipazione delle donne attraverso discorsi, eventi, conferenze e qualsiasi specie di iniziativa di marketing e promozione possa essere intrapresa. Inoltre un punto importante nella nostra lista delle Cose da Fare è formare e promuovere alcuni relatori, che provengano da esperienze diverse, a parlare di loro e presentare i loro esempi per mostrare che le donne hanno molto da dare e hanno solo bisogno di essere abbastanza coraggiose da mettesi alla prova. |
Donne Ubuntu 2
Traduzione italiana
Scritto da Silvia Bindelli e Flavia Weisghizzi
Solo un paio di mesi fa l'Italia ha raggiunto un grande obiettivo connesso alle donne nel movimento free, libre e open source con la fondazione di un nuovo gruppo donne@softwarelibero.it ( “donne” è la parola italiana per “women”) che include donne e uomini attivi in vari progetti open source.
La storia di questo gruppo è intimamente connessa al progetto Ubuntu Women.
Flavia Weisghizzi e Silvia Bindelli, entrambe membri dell'Ubuntu Women Team, si incontrarono nel 2009 e discussero dei problemi che avevano con la tecnologia e delle opportunità date loro dalla comunità di Ubuntu. Conclusero che, per incoraggiare la partecipazione delle donne nel progetto Ubuntu, avrebbero dovuto iniziare con quelle più vicine a loro.
Molte persone in Italia si sentono a disagio nel parlare in una lingua straniera a causa della mancanza di fiducia nelle loro capacità linguistiche, così iniziare a scrivere a una mailing list in inglese o nei canali irc potrebbe essere percepito come una ulteriore barriera alla partecipazione.
Questa è la ragione perché, di concerto con l'Ubuntu Women Team e dopo discussioni con altri membri dell'Italian LoCo Team, decisero di creare una sezione locale dell'Ubuntu Women Team che principalmente è costituita intorno ad una mailing list in italiano dove traducono in italiano le notizie principali del Team internazionale e aggiungono notizie su eventi e iniziative locali.
Alcuni mesi dopo si tenne DUCC-IT (Debian Ubuntu Community Conference Italy) che raccolse insieme persone di entrambe le comunità e a cui partecipò, fra gli altri, Stefano Zacchiroli attuale Leader del Progetto Debian. Durante questa conferenza Silvia e Flavia incontrarono donne italiane del Progetto Debian e discussero con loro le ragioni della bassa partecipazione delle donne nei progetti di software libero. Sorse da questo e dalle discussioni col pubblico l'idea di un gruppo italiano che raccolga insieme donne coinvolte nel software libero.
Alcune donne del Progetto Fedora si offrirono subito di partecipare ad una tale rete e, nonostante le differenze di distribuzione, sedettero tutte intorno allo stesso tavolo.
Il progetto fu creato con una mailing list e lanciato lo scorso Linux Day in molte città italiane. Venne scritto un comunicato stampa congiunto e pubblicato su blog, social network e alcune riviste.
Al momento c'è una pagina wiki del progetto a http://www.fsugitalia.org/donne e anche un canale irc (#donne-softwarelibero) sulla rete freenode.net.
Alcuni hanno chiesto le ragioni di un simile sforzo ma i dati sul coinvolgimento femminile nell'open source sono incontrovertibili: sembra che siano donne meno del 5% di coloro che lavorano nel FLOSS e ciò rende le donne una grossa minoranza nel mondo del software libero.
L'intenzione di questo gruppo, che è completamente indipendente da ogni singolo progetto o distribuzione, è divenire un luogo in cui le donne (e gli uomini) che contribuiscono ai differenti progetti di software libero possano incontrarsi, discutere e incoraggiare la partecipazione delle donne attraverso discorsi, eventi, conferenze e qualsiasi specie di iniziativa di marketing e promozione possa essere intrapresa. Inoltre un punto importante nella nostra lista delle Cose da Fare è formare e promuovere alcuni relatori, che provengano da esperienze diverse, a parlare di loro e presentare i loro esempi per mostrare che le donne hanno molto da dare e hanno solo bisogno di essere abbastanza coraggiose da mettesi alla prova.
Note alla traduzione
Revisione
Scritto da Silvia Bindelli e Flavia Weisghizzi
Solo un paio di mesi fa l'Italia ha raggiunto un grande obiettivo connesso alle donne nel movimento free, libre e open source con la fondazione di un nuovo gruppo donne@softwarelibero.it ( “donne” è la parola italiana per “women”) che include donne e uomini attivi in vari progetti open source.
La storia di questo gruppo è intimamente connessa al progetto Ubuntu Women.
Flavia Weisghizzi e Silvia Bindelli, entrambe membri dell'Ubuntu Women Team, si incontrarono nel 2009 e discussero dei problemi che avevano con la tecnologia e delle opportunità date loro dalla comunità di Ubuntu. Conclusero che, per incoraggiare la partecipazione delle donne nel progetto Ubuntu, avrebbero dovuto iniziare con quelle più vicine a loro.
Molte persone in Italia si sentono a disagio nel parlare in una lingua straniera a causa della mancanza di fiducia nelle loro capacità linguistiche, così iniziare a scrivere a una mailing list in inglese o nei canali irc potrebbe essere percepito come una ulteriore barriera alla partecipazione.
Questa è la ragione perché, di concerto con l'Ubuntu Women Team e dopo discussioni con altri membri dell'Italian LoCo Team, decisero di creare una sezione locale dell'Ubuntu Women Team che principalmente è costituita intorno ad una mailing list in italiano dove traducono in italiano le notizie principali del Team internazionale e aggiungono notizie su eventi e iniziative locali.
Alcuni mesi dopo si tenne DUCC-IT (Debian Ubuntu Community Conference Italy) che raccolse insieme persone di entrambe le comunità e a cui partecipò, fra gli altri, Stefano Zacchiroli attuale Leader del Progetto Debian. Durante questa conferenza Silvia e Flavia incontrarono donne italiane del Progetto Debian e discussero con loro le ragioni della bassa partecipazione delle donne nei progetti di software libero. Sorse da questo e dalle discussioni col pubblico l'idea di un gruppo italiano che raccolga insieme donne coinvolte nel software libero.
Alcune donne del Progetto Fedora si offrirono subito di partecipare ad una tale rete e, nonostante le differenze di distribuzione, sedettero tutte intorno allo stesso tavolo.
Il progetto fu creato con una mailing list e lanciato lo scorso Linux Day in molte città italiane. Venne scritto un comunicato stampa congiunto e pubblicato su blog, social network e alcune riviste.
Al momento c'è una pagina wiki del progetto a http://www.fsugitalia.org/donne e anche un canale irc (#donne-softwarelibero) sulla rete freenode.net.
Alcuni hanno chiesto le ragioni di un simile sforzo ma i dati sul coinvolgimento femminile nell'open source sono incontrovertibili: sembra che siano donne meno del 5% di coloro che lavorano nel FLOSS e ciò rende le donne una grossa minoranza nel mondo del software libero.
L'intenzione di questo gruppo, che è completamente indipendente da ogni singolo progetto o distribuzione, è divenire un luogo in cui le donne (e gli uomini) che contribuiscono ai differenti progetti di software libero possano incontrarsi, discutere e incoraggiare la partecipazione delle donne attraverso discorsi, eventi, conferenze e qualsiasi specie di iniziativa di marketing e promozione possa essere intrapresa. Inoltre un punto importante nella nostra lista delle Cose da Fare è formare e promuovere alcuni relatori, che provengano da esperienze diverse, a parlare di loro e presentare i loro esempi per mostrare che le donne hanno molto da dare e hanno solo bisogno di essere abbastanza coraggiose da mettesi alla prova.
Note alla revisione