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== Donne Ubuntu 2 == | = Traduzione italiana = Sono qua, con la tastiera sul mio grembo, i piedi sulla scrivania, una bevanda energetica a portata di mano, e una massa di Hot Pockets che dal freezer cantano la loro seducente nenia, come sirene. Sono d’accordo con loro che sì, quando finisco di scrivere questo paragrafo per la ricerca che sto facendo, ne prenderò uno e me lo mangerò tutto. Quando, improvvisamente, come se mi avesse letto nell’animo, compare l’amata schermata blu della morte. Ancora una volta, Windows è riuscito con un tempismo perfetto a crashare quando ero in zona. Il mio gatto, Penelope, salta sulla scrivania, ammicca dolcemente, e miagola come a dire “Sai cosa fare”. |
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=== Traduzione italiana === | Ora, io sono un sistemista che gestisce vari server che sono sempre online, e su ognuno di essi gira una qualche distro Linux. Io sono un fanatico. Mi sono spesso chiesto perché il computer di casa mia doveva essere gestito da Windows. È una sorte di paradosso. Ho pensato che fosse perché io dovevo condividere le mie cartelle con la mia Xbox. Ho quindi deciso che la condivisione delle cartelle è una scusa debole. Ho accarezzato Penelope, sorseggiato la mia bevanda energetica, e mi sono messo al lavoro. |
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Ubuntu Women Scritto da Penelope Stoew |
È andata in questo modo: sono balzato via dal PC, preso i file di back-up, selezionato un Hot Pocket, messo l’Hot Pocket nel forno a microonde, scaricato Ubuntu 12.04, masterizzato su disco, recuperato l’Hot Pocket, recuperate le salse aggiuntive, tornato al PC, avviato il CD, messo la salsa in metà piatto, morso l’Hot Pocket ancora troppo caldo e masticato passando il boccone da una parte all’altra della bocca. Una volta raggiunto il gestore di partizione durante l’installazione di Ubuntu ho nefastamente detto a Windows: “Addio Windows, vorrei poter dire che è stato un bel viaggio, ma purtroppo no, hai rovinato la mia vita.” E a quel punto ho messo da parte i miei sentimenti per Windows e ho iniziato allegramente, così come la costituzione americana mi permette, a cercare la mia felicità. |
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Intervista a Amber Graner | Quello che ho fatto dopo è stato: installare i driver proprietari, installare Guake, finire l’Hot Pocket, installare Wine, installare Foxit Reader, installare VirtualBox, coccolare Penelope, installare Chrome, installare Opera, configurare Ubuntu One, scaricare il ppa di Hotot, configurare la lens di AskUbuntu, finire la bevanda energetica, sincronizzare i browser, ammirare la mia installazione nuova fiammante citando il Dr. Frankenstein “È vivo! Vivo!” |
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Penelope Stoew: Per favore, raccontaci qualcosa di te. | Per risolvere il problema dello streaming con l’Xbox ho afferrato il disco di XP Pro e gli ho detto: “E così, ci incontriamo di nuovo!”. Con riluttanza ho installato una macchina virtuale con Windows. L’idea è che, quando ne ho bisogno, stacco il mio disco esterno da Ubuntu e lo collego alla macchina virtuale. Il problema dello streaming è così risolto. Tuttavia, c’è un problema che prima non avevo preso in considerazione: mia moglie. |
Linea 15: | Linea 17: |
Amber Graner: Per prima cosa, grazie per avermi chiesto di fare questa intervista. Devo dire che di solito sono quella che sta dall’altra parte e che fa le domande, quindi questo è uno scambio divertente. Sono un’utente e promotrice di Ubuntu, membro attivo della comunità Ubuntu, contributrice e blogger della rivista Ubuntu User, organizzatrice di eventi e anche moglie e mamma. Sono strana, energica, chiaccherona, motivata, e simpatica. | Mia moglie si trascina il giro per la casa il suo computer con Windows, a volte si siede sul divano a prendere il tè, leggere le notizie, navigare sul web cercando prodotti cosmetici, caricare le immagini. Apparentemente lei è felice con Windows, se si escludono gli occasionali “Questo coso sembra più lento di giorno in giorno”. Anche se lei ha un computer portatile il desktop principale è quello che usa per lo streaming con l’Xbox quando ha voglia di vedere anime sullo schermo grande (cioè spesso). Lei certamente non ha mai visto nessuna versione di Windows e non saprebbe come utilizzare una macchina virtuale. |
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PS: ti definisci in maniera forte come "un’utente finale non tecnico" o NTEU (acronimo di "non-technical end user"), pensi che questo ti renda unica nella Comunità Ubuntu? Pensi ci sia qualche possibilità di passare da "non tecnico" a tecnico? | Mentre stavo realizzando ciò, mia moglie stava scendendo dalle scale, fresca come una rosa dopo la scorpacciata di anime di quella notte, con il laptop in mano. La conversazione è andata più o meno così: “Buongiorno.” “Ben svegliata.” “Che stai facendo?” “Riparando il computer.” “Che è successo?” “Probabilmente si è rotta la memoria.” “Non so cosa significhi, ma ok. Come hai risolto?” “Ho installato Ubuntu.” “Uhboontu, che parola divertente. Cos’è?” “Un miracolo su disco.” “Posso vedere?” “Certamente.” Silenzio, ero nervoso. Dice: “Non lo capisco.” Ho risposto: “Ha aggiustato il computer, ricordatelo!” “È diverso dal mio.” “Sbagliato, è migliore del tuo. Posso farti vedere perché?” “Non capirò mai perché tu non passa semplicemente lasciare le cose come sono.” “Ma ha aggiustato il computer!” Ero pronto per una battaglia, a quel punto. Lei ha mosso il mouse e ha chiesto: “Posso navigare su Internet?” “Si, ha Firefox.” (È il suo browser preferito) “Posso caricare le foto?” “Certamente.” Ho premuto il tasto super, cercato Showtell, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher. “Allora mi fido di te.” Mi rilasso. “Aspetta, un’altra domanda.” Mi innervosisco. “Posso vedere gli anime?” |
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AG: No, non sono l’unica persona che si identifica come NTEU, naturalmente, è solo una questione di prospettiva. Per esempio, mio marito ha lavorato con aziende Open Source/Linux fin dagli inizi degli anni ’90, quindi paragonata a lui io non sono tecnica, ma ovviamente quando visito altri famigliari o amici che potrebbero non conoscere Ubuntu, allora molte volte sono la persona tecnica. Se vorrei diventare più tecnica? Si, ma non perché voglio diventare una "sviluppatrice", ma perché mi piacerebbe conoscere come e perché funzionano Ubuntu e le applicazioni che uso ogni giorno, così so dove trovare informazioni e divento migliore utente promotrice quando la gente mi fa domande su Ubuntu e come o in cosa possono essere coinvolti. | Ho detto: “Si, a tal proposito...” e ho iniziato a grattarmi la testa cercando di pensare qual’era il modo migliore per spiegare una macchina virtuale, quando ho avuto un’iiluminazione. Sul suo laptop c’era ancora Windows! Ho detto: “Dammi qualche minuto e ti farò vedere come fare.” Ho installato Samba e creato una cartella condivisa. “Fammi vedere il tuo computer, amore.” Ho montato in modo permanente l’hard disk di rete e ho configurato Windows Media Center per puntare alla rete condivisa. “Guarda, adesso puoi scaricarli e vederli direttamente dal tuo computer!” “Figo! Come hai fatto?” |
Linea 21: | Linea 51: |
PS: sei diventata recentemente la leader del progetto Ubuntu Women, cosa ti piacerebbe veder succedere con il progetto sotto la tua direzione? | Al che le ho subdolamente risposto. “Io non ho fatto niente, è stato Ubuntu. Ti ho detto che è meglio.” |
Linea 23: | Linea 53: |
AG: come leader del progetto Ubuntu Women, è importante per me assicurare che la direzione e gli obiettivi della squadra seguano le linee guida e che come gruppo continuiamo a muoverci. Ci tengo molto ad assicurare che teniamo incontri regolari e ricorrenti, aiutare a identificare nuovi obiettivi per ogni ciclo di rilascio per portare avanti gli obiettivi del percorso a lungo termine. Mi sto anche focalizzando sul processo di elezione dei leader che si terrà dopo UDS-M. Voglio assicurare che siano rispettati i termini, le responsabilità, e le procedure per queste elezioni annuali. Queste elezioni dei team aiuteranno il progetto UW a identificare dove possiamo migliorare, e aiuteranno gli altri membri dei team a riconoscere le proprie potenzialità come leader. Con queste iniziative la visibilità del progetto UW aumenterà. Ancor più importante, dovrebbe anche aumentare la visibilità dei contributi delle donne dentro e fuori della Comunità Ubuntu, in modo da fornire esempi, modelli e mentori per aiutare ancora più donne ad essere coinvolte nel Progetto Ubuntu. Questa visibilità di donne dentro la comunità aiuterà a formare un team unito e una rete di donne che diventano contributrici, sviluppatrici, promotrici e voci ancora più forti nella Comunità Ubuntu. Sembra tanto, ma nel breve periodo di tempo da UDS-L, ci troviamo ogni due settimane circa, le discussioni per gli obiettivi –M sono iniziate, e alla fine di UDS-M il processo di elezioni dovrebbe partire – penso che questo parli per la forza del progetto UW più di quando possa farlo io, dal momento che abbiamo un team fantastico in campo! | Passò circa una settimana e tutto andava alla grande. Stavo scendendo le scale, dopo una maratona di anime, quando ho notato mia moglie sul divano a guardare in modo curioso lo schermo del suo portatile. Con mia grande sorpresa notai che la sua deliziosa barra delle applicazioni di Windows era stata spostata da sotto a sinistra. Un sentimento di esultanza mi ha percorso tutto. Stava tentando di imitare Unity su un computer Windows. Mi ha guardato e mi ha detto: “Buongiorno.” |
Linea 25: | Linea 55: |
PS: nel tuo blog hai parlato di come la frase "Linux per esseri umani" ti ha portato a provare Ubuntu, che cosa pensi sia che lo renda tale? | “Buongiorno.” “Ho una domanda.” “E io ho la risposta.” Chiude il suo portatile e lo dà a me: “Puoi installarci Ubuntu?” Eureka!!! Io rispondo: “Uh, cosa, io non credo... cosa hai appena detto?” “Ubuntu, ho letto qualcosa e usando il tuo computer mi sono accorta che tu avevi ragione, è migliore!” |
Linea 27: | Linea 62: |
AG: devo ammettere che quando ho sentito per la prima volta "Linux per esseri umani" ho riso! Ho sentito gente dirmi per più di 15 anni "Oh, ma è facile", ha! Non lo era per i soli utenti mortali finali come me. Penso davvero che i giorni del "Smanettone per smanettoni" sono finiti e Ubuntu stia cambiando questo. | Doppio eureka!!! Rispondo: “Assolutamente, amore mio.” E vado a lavorare per liberare il suo computer dalle grinfie dell’impero. |
Linea 29: | Linea 64: |
Il fatto che l’utente finale medio Ubuntu non debba usare la riga comando, conoscere il gergo tecnico, o anche conoscere come tutto funzioni, sia un grosso vantaggio. Non è perfetto ma non lo è nessun altro SO. Ovviamente, Ubuntu è più di una distribuzione: è anche una comunità. | Morale della favola: date un po’ di tempo e anche l’utente meno esperto troverà l’esperienza su Linux molto piacevole. Ci vuole la vigilanza e la disponibilità di noi utenti appasionati di Linux per avere il tempo di mostrare le sue capacità invece di litigare con le persone che vogliono semplicemente “keep it simple”, leggere le notizie, navigare sul web, guardare le foto e vedersi dei dolci anime in streaming. |
Linea 31: | Linea 66: |
PS: hai fatto parecchio in questi anni da quando hai iniziato a usare Ubuntu, c’è qualcosa che non hai fatto e che ti piacerebbe provare? | |
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AG: mmmmm, questo è difficile, passo argomenti ogni volta che lo voglio, ma so che non posso farmi carico di altre cose finché non mollo ad altri alcune cose che sto facendo adesso. Voglio imparare di più sullo "sviluppatore opportunistico", mi piacerebbe imparare come scrivere qualcosa così posso capirne di più. Voglio imparare anche come scrivere degli script. Mi piacerebbe capire come fare il triage di errori, e passare più tempo a provare i rilasci di sviluppo. Voglio evidenziare di più persone e comunità locali con varie interviste. Oh, e la lista cresce, ma alla fine è la Comunità Ubuntu e l’utente finale medio che attirano il mio interesse e voglio incoraggiare più gente a usare e contribuire al Progetto e alla Comunità Ubuntu. PS: a parte il tuo lavoro per Ubuntu, fai qualche altro lavoro tipo donne-nel-software-libero? AG: aiuto ad organizzare Linux Fest, adesso sto lavorando con Atlanta Linux Fest, Southest Linux Fest e altri. Non faccio parte di altri gruppi WIOS, non perché non sia interessata, ma solo perché non ce ne sono vicino a dove vico, ma cerco di parlare con le persone e altri leader di questi gruppi quando partecipo a eventi così posso imparare dalle loro iniziative ed esperienze. Contribuisco alla nuovissima pubblicazione Linux New Media, la rivista Ubuntu User sul blog You-In-Ubuntu (http://www.ubuntuuser.com/Online/Blogs/Amber-Graner-You-in-Ubuntu) e scrivo articoli.(http://www.ubuntuuser.com/Magazine/Archive/2010/4). PS: qual è la miglior cosa che ti è capitata contribuendo a Ubuntu? AG: la prima e più importante, sono diventata un’utente Linux e un partecipante attivo della fantastisca Comunità Ubuntu! A parte questo, sarebbe lavorare con le riviste Ubuntu User e Linux Pro, e recensire The Art of Community di Jono Bacon. PS: hai qualche altro interesse o attività di cui ti piacerebbe parlarci? AG: Sono stata invitata dall’associazione America Dairy Goat (Associazione dei caseifici di latte di capra! Ndt) a fare una bancarella Ubuntu al al Goat Festival and Parade a Spindale, NC. Spero parteciperà anche la comunità locale NC e magari potremmo anche mangiare un gelato assieme, chi lo sa. Questo sta diventando un nuovo modo divertente per presentare Ubuntu nel mio piccolo angolo di mondo. ==== Note alla traduzione ==== |
== Note alla traduzione == |
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=== Revisione === | = Revisione = Sono qua, con la tastiera sul mio grembo, i piedi sulla scrivania, una bevanda energetica a portata di mano, e una massa di Hot Pockets che dal freezer cantano la loro seducente nenia, come sirene. Sono d’accordo con loro che sì, quando finisco di scrivere questo paragrafo per la ricerca che sto facendo, ne prenderò uno e me lo mangerò tutto. Quando, improvvisamente, come se mi avesse letto nell’animo, compare l’amata schermata blu della morte. Ancora una volta, Windows è riuscito con un tempismo perfetto a crashare quando ero in zona. Il mio gatto, Penelope, salta sulla scrivania, ammicca dolcemente, e miagola come a dire “Sai cosa fare”. |
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DONNE UBUNTU Scritto da Penelope Stowe |
Ora, io sono un sistemista che gestisce vari segmenti di rete sempre connessi in cui tutti i server girano con una qualche distribuzione Linux. Io sono un fanatico. Mi sono spesso chiesto perché il computer di casa mia doveva essere gestito da Windows. È una sorte di paradosso. Ho pensato che fosse perché io dovevo condividere le mie cartelle con la mia Xbox. Ho quindi deciso che la condivisione delle cartelle è una scusa debole. Ho accarezzato Penelope, sorseggiato la mia bevanda energetica, e mi sono messo al lavoro. |
Linea 58: | Linea 77: |
Intervista a Amber Graner | È andata in questo modo: sono balzato via dal PC, preso i file di back-up, selezionato un Hot Pocket, messo l’Hot Pocket nel forno a microonde, scaricato Ubuntu 12.04, masterizzato su disco, recuperato l’Hot Pocket, recuperato pacchetti ulteriori di Salsa Piccante, tornato al PC, avviato il CD, schizzato la salsa nel Pocket aperto a metà, morso l’Hot Pocket ancora troppo caldo e masticato passando il boccone da una parte all’altra della bocca. Una volta raggiunto il gestore di partizioni durante l’installazione di Ubuntu ho nefastamente detto a Windows: “Addio Windows, vorrei poter dire che è stato un bel viaggio, ma purtroppo no, hai rovinato la mia vita”. E a quel punto ho messo da parte i miei sentimenti per Windows e ho iniziato allegramente, così come la costituzione americana mi permette, la ricerca della mia felicità. |
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Penelope Stowe: Per favore, raccontaci qualcosa di te. | Quello che ho fatto dopo è stato: installare i driver proprietari, installare Guake, finire l’Hot Pocket, installare Wine, installare Foxit Reader, installare VirtualBox, coccolare Penelope, installare Chrome, installare Opera, configurare Ubuntu One, scaricare il ppa di Hotot, configurare la lens di AskUbuntu, finire la bevanda energetica, sincronizzare i browser, ammirare la mia installazione nuova fiammante citando il Dr. Frankenstein “È vivo! Vivo!” |
Linea 62: | Linea 81: |
Amber Graner: Per prima cosa, grazie per avermi chiesto di fare questa intervista. Devo dire che di solito sono quella che sta dall’altra parte e che fa le domande, quindi questo è uno scambio divertente. Sono un’utente e promotrice di Ubuntu, membro attivo della comunità Ubuntu, collaboratrice e blogger della rivista Ubuntu User, organizzatrice di eventi e anche moglie e mamma. Sono strana, energica, chiaccherona, motivata, e simpatica. | Per risolvere il problema dello streaming con l’Xbox ho afferrato il disco di XP Pro e gli ho detto: “E così, ci incontriamo di nuovo!”. Con riluttanza ho installato una macchina virtuale con Windows. L’idea è che, quando ne ho bisogno, stacco il mio disco esterno da Ubuntu e lo collego alla macchina virtuale. Il problema dello streaming è così risolto. Tuttavia, c’è un problema che prima non avevo preso in considerazione: mia moglie. |
Linea 64: | Linea 83: |
PS: ti definisci in maniera forte come "un’utente finale non tecnico" o NTEU (Non-Technical End User, ndr), pensi che questo ti renda unica nella Comunità Ubuntu? Pensi ci sia qualche possibilità di passare da "non tecnico" a tecnico? | Mia moglie si trascina il giro per la casa il suo computer con Windows, a volte si siede sul divano a prendere il tè, leggere le notizie, navigare sul web cercando prodotti cosmetici, caricare le immagini. Apparentemente lei è felice con Windows, se si escludono gli occasionali “Questo coso sembra ogni giorno più lento”. Anche se lei ha un computer portatile, il desktop principale è quello che usa per lo streaming con l’Xbox quando ha voglia di vedere anime sullo schermo grande (cioè spesso). Lei certamente non ha mai visto nessuna versione di Linux e non saprebbe come utilizzare una macchina virtuale. |
Linea 66: | Linea 85: |
AG: No, non sono l’unica persona che si identifica come NTEU, ma è solo una questione di prospettiva. Per esempio, mio marito ha lavorato con aziende Open Source/Linux fin dagli inizi degli anni ’90, quindi paragonata a lui non sono un tecnico, ma ovviamente quando visito altri famigliari o amici che potrebbero non conoscere Ubuntu, allora molte volte sono la persona tecnica. Se vorrei diventare più tecnica? Si, ma non perché voglia diventare una "sviluppatrice", ma perché mi piacerebbe conoscere come e perché funzionano Ubuntu e le applicazioni che uso ogni giorno, così saprei dove trovare informazioni e diventerei una migliore utente promotrice quando la gente mi fa domande su Ubuntu e come o in cosa possono essere coinvolti. | Mentre stavo realizzando ciò, mia moglie stava scendendo dalle scale, fresca come una rosa dopo la scorpacciata di anime di quella notte, con il laptop in mano. La conversazione è andata più o meno così: “Buongiorno.” “Ben svegliata.” “Che stai facendo?” “Riparando il computer.” “Che è successo?” “Probabilmente si è rotta la memoria.” “Non so cosa significhi, ma ok. Come hai risolto?” “Ho installato Ubuntu.” “Uhboontu, che parola divertente. Cos’è?” “Un miracolo su disco.” “Posso vedere?” “Certamente.” Silenzio, ero nervoso. Dice: “Non lo capisco.” Ho risposto: “Ha aggiustato il computer, ricordatelo!” “È diverso dal mio.” “Sbagliato, è migliore del tuo. Posso farti vedere perché?” “Non capirò mai perché tu non possa semplicemente lasciare le cose come sono.” “Ma ha aggiustato il computer!” Ero pronto per una battaglia, a quel punto. Lei ha mosso il mouse e ha chiesto: “Posso navigare su Internet?” “Si, ha Firefox.” (È il suo browser preferito) “Posso caricare le foto?” “Certamente.” Ho premuto il tasto super, cercato Showtell, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher. "Posso ascoltare la mia musica?" “Sì” Ho premuto il tasto super, cercato Rhythmbox, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher. “Allora mi fido di te.” Mi rilasso. “Aspetta, un’altra domanda.” Mi innervosisco. “Posso vedere gli anime?” |
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PS: sei diventata recentemente la leader del progetto Donne Ubuntu, cosa ti piacerebbe veder succedere all'interno del progetto sotto la tua direzione? | Ho detto: “Si, a tal proposito...” e ho iniziato a grattarmi la testa cercando di pensare qual’era il modo migliore per spiegare una macchina virtuale, quando ho avuto un’iiluminazione. Sul suo laptop c’era ancora Windows! Ho detto: “Dammi qualche minuto e ti farò vedere come fare.” Ho installato Samba e creato una cartella condivisa. “Fammi vedere il tuo computer, amore.” Ho montato in modo permanente l’hard disk di rete e ho configurato Windows Media Center per puntare alla rete condivisa. “Guarda, adesso puoi scaricarli e vederli direttamente dal tuo computer!” “Figo! Come hai fatto?” |
Linea 70: | Linea 119: |
AG: come leader del progetto Donne Ubuntu, è importante per me assicurare che la direzione e gli obiettivi della squadra seguano le linee guida e che come gruppo continuiamo a muoverci. Ci tengo molto ad assicurare che teniamo incontri regolari e ricorrenti, aiutando a identificare nuovi obiettivi per ogni ciclo di rilascio per portare avanti gli obiettivi del percorso a lungo termine. Mi sto anche focalizzando sul processo di elezione dei leader che si terrà dopo UDS-M. Voglio assicurare che siano rispettati i termini, le responsabilità, e le procedure per queste elezioni annuali. Queste elezioni dei team aiuteranno il progetto Donne Ubuntu a capire dove possiamo migliorare, e aiuteranno gli altri membri dei team a riconoscere le proprie potenzialità come leader. Grazie a queste iniziative la visibilità del progetto Donne Ubuntu aumenterà. Ancor più importante, dovrebbe anche aumentare la visibilità dei contributi delle donne dentro e fuori della Comunità Ubuntu, in modo da fornire esempi, modelli e guide per aiutare ancora più donne ad essere coinvolte nel Progetto Ubuntu. Questa visibilità delle donne dentro la comunità aiuterà a formare un team unito e una rete di donne che diventano collaboratrici, sviluppatrici, promotrici e voci ancora più forti nella Comunità Ubuntu. Sembra tanto, ma nel breve periodo di tempo da UDS-L, ci troviamo ogni due settimane circa, le discussioni per gli obiettivi –M sono iniziate, e alla fine di UDS-M il processo di elezioni dovrebbe partire – penso che questo parli per la forza del progetto Donne Ubuntu più di quando possa farlo io, dal momento che abbiamo un team fantastico in campo! | Al che le ho subdolamente risposto. “Io non ho fatto niente, è stato Ubuntu. Ti ho detto che è meglio.” |
Linea 72: | Linea 121: |
PS: nel tuo blog hai parlato di come la frase "Linux per esseri umani" ti abbia portato a provare Ubuntu, che cosa pensi sia che lo renda tale? | Passò circa una settimana e tutto andava alla grande. Stavo scendendo le scale, dopo una maratona di anime, quando ho notato mia moglie sul divano a guardare in modo curioso lo schermo del suo portatile. Con mia grande sorpresa notai che la sua deliziosa barra delle applicazioni di Windows era stata spostata da sotto a sinistra. Un sentimento di esultanza mi ha percorso tutto. Stava tentando di imitare Unity su un computer Windows. Mi ha guardato e mi ha detto: “Buongiorno.” |
Linea 74: | Linea 123: |
AG: devo ammettere che quando ho sentito per la prima volta "Linux per esseri umani" ho riso! Ho sentito gente dirmi per più di 15 anni "Oh, ma è facile", ha! Non lo era per i soli utenti mortali finali come me. Penso davvero che i giorni dello "smanettone per smanettoni" siano finiti e che Ubuntu stia cambiando tutto questo. | “Buongiorno.” “Ho una domanda.” “E io ho la risposta.” Chiude il suo portatile e lo dà a me: “Puoi installarci Ubuntu?” Eureka!!! Io rispondo: “Uh, cosa, non posso credere alle mie orecchie ... cosa hai appena detto?” “Ubuntu, ho letto qualcosa e usando i tuoi computer mi sono accorta che tu avevi ragione, è migliore!” |
Linea 76: | Linea 130: |
Il fatto che l’utente finale medio di Ubuntu non debba usare la riga comando, conoscere il gergo tecnico, o anche conoscere come tutto funzioni, sia un grosso vantaggio. Non è perfetto ma non lo è nessun altro SO. Ovviamente, Ubuntu è più di una distribuzione: è anche una comunità. | Doppio eureka!!! Rispondo: “Assolutamente, amore mio.” E vado a lavorare per liberare il suo portatile dalle grinfie dell’impero. |
Linea 78: | Linea 132: |
PS: hai fatto parecchio in questi anni da quando hai iniziato a usare Ubuntu, c’è qualcosa che non hai fatto e che ti piacerebbe provare? | Morale della favola: date un po’ di tempo e anche l’utente meno esperto troverà l’esperienza su Linux molto piacevole. Ci vuole la vigilanza e la disponibilità di noi utenti appassionati di Linux per avere il tempo di mostrare le sue capacità invece di litigare con le persone che vogliono semplicemente “keep it simple”, leggere le notizie, navigare sul web, guardare le foto e vedersi dei dolci anime in streaming. |
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AG: mmmmm, questo è difficile, mi imbatto in nuove cose ogni volta che voglio, ma so che non posso farmi carico di altre cose finché non ne lascio ad altri alcune che sto facendo adesso. Voglio imparare di più sullo "sviluppatore opportunistico", mi piacerebbe imparare come scrivere qualcosa così posso capirne di più. Voglio imparare anche come scrivere degli script. Mi piacerebbe capire come fare il triage dei bug, e spendere un po' di tempo a provare le release in sviluppo. Mi piacerebbe dare maggior rilievo alle comunità e ai team locali con varie interviste. Oh, e la lista cresce, ma alla fine è la Comunità Ubuntu e l’utente finale medio che attirano il mio interesse e voglio incoraggiare più gente possibile a usare e contribuire al Progetto e alla Comunità Ubuntu. | |
Linea 82: | Linea 135: |
PS: a parte il tuo lavoro per Ubuntu, fai qualche altro lavoro del tipo donne-nell'open-source o semplicemente nell'open-source? AG: aiuto ad organizzare Linux Fest, attualmente sto lavorando con Atlanta Linux Fest, Southest Linux Fest e altri. Non faccio parte di altri gruppi WIOS (Women In Open Source, ndr), non perché non sia interessata, ma solo perché non ce ne sono vicino a dove vivo, ma cerco di parlare con i membri e gli altri leader di questi gruppi quando partecipo a eventi così posso imparare dalle loro iniziative ed esperienze. Contribuisco alla nuovissima pubblicazione Linux New Media, la rivista Ubuntu User sul blog You-In-Ubuntu (http://www.ubuntuuser.com/Online/Blogs/Amber-Graner-You-in-Ubuntu) e pubblico articoli.(http://www.ubuntuuser.com/Magazine/Archive/2010/4). PS: qual è la miglior cosa che ti è capitata contribuendo a Ubuntu? AG: la prima e più importante, sono diventata un’utente Linux e un membro attivo della fantastisca Comunità Ubuntu! A parte questo, sarebbe lavorare con le riviste Ubuntu User e Linux Pro, e recensire The Art of Community di Jono Bacon. PS: hai qualche altro interesse o attività di cui ti piacerebbe parlarci? AG: Sono stata invitata dall’American Dairy Goat Association (Associazione dei caseifici di latte di capra! Ndt) a fare una bancarella Ubuntu al Goat Festival and Parade a Spindale, NC. Spero parteciperà anche la comunità locale NC e magari potremmo anche prendere un gelato assieme, chi lo sa. Questo sta diventando un nuovo modo divertente per presentare Ubuntu nel mio piccolo angolo di mondo. ==== Note alla revisione ==== |
== Note alla revisione == |
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=== Errata Corrige === | = Errata Corrige = |
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CategoryComunita | CategoryComunitaFcm |
Traduzione italiana
Sono qua, con la tastiera sul mio grembo, i piedi sulla scrivania, una bevanda energetica a portata di mano, e una massa di Hot Pockets che dal freezer cantano la loro seducente nenia, come sirene. Sono d’accordo con loro che sì, quando finisco di scrivere questo paragrafo per la ricerca che sto facendo, ne prenderò uno e me lo mangerò tutto. Quando, improvvisamente, come se mi avesse letto nell’animo, compare l’amata schermata blu della morte. Ancora una volta, Windows è riuscito con un tempismo perfetto a crashare quando ero in zona. Il mio gatto, Penelope, salta sulla scrivania, ammicca dolcemente, e miagola come a dire “Sai cosa fare”.
Ora, io sono un sistemista che gestisce vari server che sono sempre online, e su ognuno di essi gira una qualche distro Linux. Io sono un fanatico. Mi sono spesso chiesto perché il computer di casa mia doveva essere gestito da Windows. È una sorte di paradosso. Ho pensato che fosse perché io dovevo condividere le mie cartelle con la mia Xbox. Ho quindi deciso che la condivisione delle cartelle è una scusa debole. Ho accarezzato Penelope, sorseggiato la mia bevanda energetica, e mi sono messo al lavoro.
È andata in questo modo: sono balzato via dal PC, preso i file di back-up, selezionato un Hot Pocket, messo l’Hot Pocket nel forno a microonde, scaricato Ubuntu 12.04, masterizzato su disco, recuperato l’Hot Pocket, recuperate le salse aggiuntive, tornato al PC, avviato il CD, messo la salsa in metà piatto, morso l’Hot Pocket ancora troppo caldo e masticato passando il boccone da una parte all’altra della bocca. Una volta raggiunto il gestore di partizione durante l’installazione di Ubuntu ho nefastamente detto a Windows: “Addio Windows, vorrei poter dire che è stato un bel viaggio, ma purtroppo no, hai rovinato la mia vita.” E a quel punto ho messo da parte i miei sentimenti per Windows e ho iniziato allegramente, così come la costituzione americana mi permette, a cercare la mia felicità.
Quello che ho fatto dopo è stato: installare i driver proprietari, installare Guake, finire l’Hot Pocket, installare Wine, installare Foxit Reader, installare VirtualBox, coccolare Penelope, installare Chrome, installare Opera, configurare Ubuntu One, scaricare il ppa di Hotot, configurare la lens di AskUbuntu, finire la bevanda energetica, sincronizzare i browser, ammirare la mia installazione nuova fiammante citando il Dr. Frankenstein “È vivo! Vivo!”
Per risolvere il problema dello streaming con l’Xbox ho afferrato il disco di XP Pro e gli ho detto: “E così, ci incontriamo di nuovo!”. Con riluttanza ho installato una macchina virtuale con Windows. L’idea è che, quando ne ho bisogno, stacco il mio disco esterno da Ubuntu e lo collego alla macchina virtuale. Il problema dello streaming è così risolto. Tuttavia, c’è un problema che prima non avevo preso in considerazione: mia moglie.
Mia moglie si trascina il giro per la casa il suo computer con Windows, a volte si siede sul divano a prendere il tè, leggere le notizie, navigare sul web cercando prodotti cosmetici, caricare le immagini. Apparentemente lei è felice con Windows, se si escludono gli occasionali “Questo coso sembra più lento di giorno in giorno”. Anche se lei ha un computer portatile il desktop principale è quello che usa per lo streaming con l’Xbox quando ha voglia di vedere anime sullo schermo grande (cioè spesso). Lei certamente non ha mai visto nessuna versione di Windows e non saprebbe come utilizzare una macchina virtuale.
Mentre stavo realizzando ciò, mia moglie stava scendendo dalle scale, fresca come una rosa dopo la scorpacciata di anime di quella notte, con il laptop in mano. La conversazione è andata più o meno così: “Buongiorno.” “Ben svegliata.” “Che stai facendo?” “Riparando il computer.” “Che è successo?” “Probabilmente si è rotta la memoria.” “Non so cosa significhi, ma ok. Come hai risolto?” “Ho installato Ubuntu.” “Uhboontu, che parola divertente. Cos’è?” “Un miracolo su disco.” “Posso vedere?” “Certamente.” Silenzio, ero nervoso. Dice: “Non lo capisco.” Ho risposto: “Ha aggiustato il computer, ricordatelo!” “È diverso dal mio.” “Sbagliato, è migliore del tuo. Posso farti vedere perché?” “Non capirò mai perché tu non passa semplicemente lasciare le cose come sono.” “Ma ha aggiustato il computer!” Ero pronto per una battaglia, a quel punto. Lei ha mosso il mouse e ha chiesto: “Posso navigare su Internet?” “Si, ha Firefox.” (È il suo browser preferito) “Posso caricare le foto?” “Certamente.” Ho premuto il tasto super, cercato Showtell, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher. “Allora mi fido di te.” Mi rilasso. “Aspetta, un’altra domanda.” Mi innervosisco. “Posso vedere gli anime?”
Ho detto: “Si, a tal proposito...” e ho iniziato a grattarmi la testa cercando di pensare qual’era il modo migliore per spiegare una macchina virtuale, quando ho avuto un’iiluminazione. Sul suo laptop c’era ancora Windows! Ho detto: “Dammi qualche minuto e ti farò vedere come fare.” Ho installato Samba e creato una cartella condivisa. “Fammi vedere il tuo computer, amore.” Ho montato in modo permanente l’hard disk di rete e ho configurato Windows Media Center per puntare alla rete condivisa. “Guarda, adesso puoi scaricarli e vederli direttamente dal tuo computer!” “Figo! Come hai fatto?”
Al che le ho subdolamente risposto. “Io non ho fatto niente, è stato Ubuntu. Ti ho detto che è meglio.”
Passò circa una settimana e tutto andava alla grande. Stavo scendendo le scale, dopo una maratona di anime, quando ho notato mia moglie sul divano a guardare in modo curioso lo schermo del suo portatile. Con mia grande sorpresa notai che la sua deliziosa barra delle applicazioni di Windows era stata spostata da sotto a sinistra. Un sentimento di esultanza mi ha percorso tutto. Stava tentando di imitare Unity su un computer Windows. Mi ha guardato e mi ha detto: “Buongiorno.”
“Buongiorno.” “Ho una domanda.” “E io ho la risposta.” Chiude il suo portatile e lo dà a me: “Puoi installarci Ubuntu?” Eureka!!! Io rispondo: “Uh, cosa, io non credo... cosa hai appena detto?” “Ubuntu, ho letto qualcosa e usando il tuo computer mi sono accorta che tu avevi ragione, è migliore!”
Doppio eureka!!! Rispondo: “Assolutamente, amore mio.” E vado a lavorare per liberare il suo computer dalle grinfie dell’impero.
Morale della favola: date un po’ di tempo e anche l’utente meno esperto troverà l’esperienza su Linux molto piacevole. Ci vuole la vigilanza e la disponibilità di noi utenti appasionati di Linux per avere il tempo di mostrare le sue capacità invece di litigare con le persone che vogliono semplicemente “keep it simple”, leggere le notizie, navigare sul web, guardare le foto e vedersi dei dolci anime in streaming.
Note alla traduzione
Revisione
Sono qua, con la tastiera sul mio grembo, i piedi sulla scrivania, una bevanda energetica a portata di mano, e una massa di Hot Pockets che dal freezer cantano la loro seducente nenia, come sirene. Sono d’accordo con loro che sì, quando finisco di scrivere questo paragrafo per la ricerca che sto facendo, ne prenderò uno e me lo mangerò tutto. Quando, improvvisamente, come se mi avesse letto nell’animo, compare l’amata schermata blu della morte. Ancora una volta, Windows è riuscito con un tempismo perfetto a crashare quando ero in zona. Il mio gatto, Penelope, salta sulla scrivania, ammicca dolcemente, e miagola come a dire “Sai cosa fare”.
Ora, io sono un sistemista che gestisce vari segmenti di rete sempre connessi in cui tutti i server girano con una qualche distribuzione Linux. Io sono un fanatico. Mi sono spesso chiesto perché il computer di casa mia doveva essere gestito da Windows. È una sorte di paradosso. Ho pensato che fosse perché io dovevo condividere le mie cartelle con la mia Xbox. Ho quindi deciso che la condivisione delle cartelle è una scusa debole. Ho accarezzato Penelope, sorseggiato la mia bevanda energetica, e mi sono messo al lavoro.
È andata in questo modo: sono balzato via dal PC, preso i file di back-up, selezionato un Hot Pocket, messo l’Hot Pocket nel forno a microonde, scaricato Ubuntu 12.04, masterizzato su disco, recuperato l’Hot Pocket, recuperato pacchetti ulteriori di Salsa Piccante, tornato al PC, avviato il CD, schizzato la salsa nel Pocket aperto a metà, morso l’Hot Pocket ancora troppo caldo e masticato passando il boccone da una parte all’altra della bocca. Una volta raggiunto il gestore di partizioni durante l’installazione di Ubuntu ho nefastamente detto a Windows: “Addio Windows, vorrei poter dire che è stato un bel viaggio, ma purtroppo no, hai rovinato la mia vita”. E a quel punto ho messo da parte i miei sentimenti per Windows e ho iniziato allegramente, così come la costituzione americana mi permette, la ricerca della mia felicità.
Quello che ho fatto dopo è stato: installare i driver proprietari, installare Guake, finire l’Hot Pocket, installare Wine, installare Foxit Reader, installare VirtualBox, coccolare Penelope, installare Chrome, installare Opera, configurare Ubuntu One, scaricare il ppa di Hotot, configurare la lens di AskUbuntu, finire la bevanda energetica, sincronizzare i browser, ammirare la mia installazione nuova fiammante citando il Dr. Frankenstein “È vivo! Vivo!”
Per risolvere il problema dello streaming con l’Xbox ho afferrato il disco di XP Pro e gli ho detto: “E così, ci incontriamo di nuovo!”. Con riluttanza ho installato una macchina virtuale con Windows. L’idea è che, quando ne ho bisogno, stacco il mio disco esterno da Ubuntu e lo collego alla macchina virtuale. Il problema dello streaming è così risolto. Tuttavia, c’è un problema che prima non avevo preso in considerazione: mia moglie.
Mia moglie si trascina il giro per la casa il suo computer con Windows, a volte si siede sul divano a prendere il tè, leggere le notizie, navigare sul web cercando prodotti cosmetici, caricare le immagini. Apparentemente lei è felice con Windows, se si escludono gli occasionali “Questo coso sembra ogni giorno più lento”. Anche se lei ha un computer portatile, il desktop principale è quello che usa per lo streaming con l’Xbox quando ha voglia di vedere anime sullo schermo grande (cioè spesso). Lei certamente non ha mai visto nessuna versione di Linux e non saprebbe come utilizzare una macchina virtuale.
Mentre stavo realizzando ciò, mia moglie stava scendendo dalle scale, fresca come una rosa dopo la scorpacciata di anime di quella notte, con il laptop in mano. La conversazione è andata più o meno così: “Buongiorno.” “Ben svegliata.” “Che stai facendo?” “Riparando il computer.” “Che è successo?” “Probabilmente si è rotta la memoria.” “Non so cosa significhi, ma ok. Come hai risolto?” “Ho installato Ubuntu.” “Uhboontu, che parola divertente. Cos’è?” “Un miracolo su disco.” “Posso vedere?” “Certamente.” Silenzio, ero nervoso. Dice: “Non lo capisco.” Ho risposto: “Ha aggiustato il computer, ricordatelo!” “È diverso dal mio.” “Sbagliato, è migliore del tuo. Posso farti vedere perché?” “Non capirò mai perché tu non possa semplicemente lasciare le cose come sono.” “Ma ha aggiustato il computer!” Ero pronto per una battaglia, a quel punto. Lei ha mosso il mouse e ha chiesto: “Posso navigare su Internet?” “Si, ha Firefox.” (È il suo browser preferito) “Posso caricare le foto?” “Certamente.” Ho premuto il tasto super, cercato Showtell, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher. "Posso ascoltare la mia musica?" “Sì” Ho premuto il tasto super, cercato Rhythmbox, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher. “Allora mi fido di te.” Mi rilasso. “Aspetta, un’altra domanda.” Mi innervosisco. “Posso vedere gli anime?”
Ho detto: “Si, a tal proposito...” e ho iniziato a grattarmi la testa cercando di pensare qual’era il modo migliore per spiegare una macchina virtuale, quando ho avuto un’iiluminazione. Sul suo laptop c’era ancora Windows! Ho detto: “Dammi qualche minuto e ti farò vedere come fare.” Ho installato Samba e creato una cartella condivisa. “Fammi vedere il tuo computer, amore.” Ho montato in modo permanente l’hard disk di rete e ho configurato Windows Media Center per puntare alla rete condivisa. “Guarda, adesso puoi scaricarli e vederli direttamente dal tuo computer!” “Figo! Come hai fatto?”
Al che le ho subdolamente risposto. “Io non ho fatto niente, è stato Ubuntu. Ti ho detto che è meglio.”
Passò circa una settimana e tutto andava alla grande. Stavo scendendo le scale, dopo una maratona di anime, quando ho notato mia moglie sul divano a guardare in modo curioso lo schermo del suo portatile. Con mia grande sorpresa notai che la sua deliziosa barra delle applicazioni di Windows era stata spostata da sotto a sinistra. Un sentimento di esultanza mi ha percorso tutto. Stava tentando di imitare Unity su un computer Windows. Mi ha guardato e mi ha detto: “Buongiorno.”
“Buongiorno.” “Ho una domanda.” “E io ho la risposta.” Chiude il suo portatile e lo dà a me: “Puoi installarci Ubuntu?” Eureka!!! Io rispondo: “Uh, cosa, non posso credere alle mie orecchie ... cosa hai appena detto?” “Ubuntu, ho letto qualcosa e usando i tuoi computer mi sono accorta che tu avevi ragione, è migliore!”
Doppio eureka!!! Rispondo: “Assolutamente, amore mio.” E vado a lavorare per liberare il suo portatile dalle grinfie dell’impero.
Morale della favola: date un po’ di tempo e anche l’utente meno esperto troverà l’esperienza su Linux molto piacevole. Ci vuole la vigilanza e la disponibilità di noi utenti appassionati di Linux per avere il tempo di mostrare le sue capacità invece di litigare con le persone che vogliono semplicemente “keep it simple”, leggere le notizie, navigare sul web, guardare le foto e vedersi dei dolci anime in streaming.
Note alla revisione