Guida verificata con Ubuntu: 20.04 22.04
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Introduzione
Rootkit Hunter consente di analizzare il filesystem, sottoponendo alla scansione tutti i file presenti alla ricerca di applicazioni malevole.
Installazione
Installare il pacchetto rkhunter.
Configurazione
Completata l'installazione di Rootkit Hunter, è necessario aggiornare il programma e il database utilizzato per eseguire la scansione del sistema. A tale scopo digitare nel terminale il comando:
sudo rkhunter --update
Avvio e utilizzo
Per avviare una scansione del sistema digitare nel terminale il comando:
sudo rkhunter -c
Quella che segue è una spiegazione dei principali comandi disponibili:
Opzione |
Descrizione |
--disable hashes |
Viene disabilitato il controllo sugli hash MD5. |
--report-mode |
Non vengono visualizzati messaggi aggiuntivi, ma solo il report dell'analisi del sistema. |
--cronjob |
Esegue l'applicazione automaticamente a intervalli di tempo regolari. |
--skip-keypress |
Evita di dover premere «ok» alla fine di ogni test. |
Per visualizzare l'elenco completo delle opzioni e dei test disponibili, digitare nel terminale i seguenti comandi:
rkhunter --help
man rkhunter
sudo rkhunter --list tests
Una volta terminata la scansione, l'applicazione mostra un rapporto sullo stato del sistema, grazie al quale sarà possibile capire se sono presenti dei programmi malevoli all'interno del computer.
Questo è un esempio del risultato di scansione:
System checks summary ===================== File properties checks... Files checked: 122 Suspect files: 5 Rootkit checks... Rootkits checked : 109 Possible rootkits: 2 Applications checks... Applications checked: 3 Suspect applications: 1 The system checks took: 1 minute and 37 seconds
Il log mostrato sopra è solo una descrizione sommaria riportata alla fine della scansione, per avere una visione completa su quanto analizzato da Rootkit Hunter consultare il file /var/log/rkhunter.log.
Nel caso in cui nel log risultino dei file sospetti è consigliato utilizzare alcune delle seguenti patch del kernel:
lids: consente di bloccare il kernel nei casi di occultamento o modifica dei PID dei processi, di caricamento di altri moduli e di manipolazione dei file presenti nella cartella /dev.
selinux: aumenta il grado si sicurezza del proprio sistema operativo. Il principio su cui è basato è il «Mandatory Access Control», nella pratica per cui il MAC impedisce ai processi di andare oltre quelli che sono i limiti imposti dall'amministratore del sistema. Inoltre controlla che gli utenti del sistema possano controllare e gestire liberamente i file e le impostazioni di sistema, per evitare che ci siano state manomissioni nei permessi.
Nessus: consente la ricerca da remoto di qualsiasi tipo di vulnerabilità all'interno del sistema.
Carbonite: consente il collegamento di ogni processo nella «task_struck», che sarebbe la struttura che raccoglie tutte le le info relative ai processi di sistema, per individuare i processi pericolosi una volta che la macchina è stata manomessa.
Tripwire: uno strumento per il controllo delle «checksum» crittografiche, consente di controllare lo stato di determinati file rispetto ad uno stato di partenza.