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[[BR]] ||<tablestyle="float:right; font-size: 0.9em; width:40%; background:#F1F1ED; margin: 0 0 1em 1em;" style="padding:0.5em;">[[TableOfContents]]|| |
## page was renamed from PbuilderHowto #format wiki #language it <<BR>> <<Indice(depth=2)>> <<Informazioni(forum="http://forum.ubuntu-it.org/viewtopic.php?t=53609"; rilasci="14.04 16.04 18.04 20.04")>> |
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Questo documento descrive i passi per predisporre una chroot jail per la costruzione dei pacchetti per Ubuntu usando '''[http://www.netfort.gr.jp/~dancer/software/pbuilder.html pbuilder]'''. E' raccomandato per gli sviluppatori o per chiunque sia interessato nella costruzione di pacchetti per Ubuntu e sistemi basati su apt. Attraverso questo strumento è possibile effettuare un discreto numero di operazioni con facilità tra le quali: * Adattare un pacchetto disponibile in una release superiore di Ubuntu * Adattare un pacchetto non presente in Ubuntu * Contribuire alle attività del team [https://bugs.launchpad.net/people/ubuntu-backports-testers Backports Testers] E' comunque possibile costruire i pacchetti senza l'ausilio di pbuilder, ma occorre installare preventivamente tutte le dipendenze richieste dal pacchetto, le quali rimangono presenti sul sistema anche dopo aver terminato la procedura di creazione, occupando una notevole quantità di spazio su disco senza giustificato motivo. |
Questa guida descrive i passi per predisporre un [[AmministrazioneSistema/Chroot|chroot]] per costruire i pacchetti per '''Ubuntu''' tramite il programma '''pbuilder'''. È raccomandato per gli sviluppatori o per chiunque sia interessato a costruire i pacchetti per '''Ubuntu''' e sistemi basati su '''apt''' e '''dpkg'''. Attraverso questo programma è possibile effettuare un discreto numero di operazioni con facilità tra le quali: * compilare con comodità qualsiasi pacchetto `.deb` * adattare un pacchetto disponibile in una release superiore di '''Ubuntu''' * adattare un pacchetto non presente in '''Ubuntu''' È comunque possibile costruire i pacchetti senza l'ausilio di '''pbuilder''', ma occorre installare preventivamente tutte le dipendenze richieste dal pacchetto, le quali rimangono presenti sul sistema anche dopo aver terminato la procedura di creazione, occupando una notevole quantità di spazio su disco, senza giustificato motivo. {{{#!wiki note Questo programma richiede di avere una connessione di rete stabile e veloce. In mancanza di tali requisiti sarà necessario procedere alla [[AmministrazioneSistema/InstallareProgrammi/DaSorgenti|costruzione manuale dei pacchetti]]. }}} Di seguito, per indicare al programma per quale [[Rilasci|rilascio]] si intende costruire i pacchetti, sostituire nei comandi il termine '''nomerilascio''' col primo nome nella colonna '''Nome in codice''' della tabella di [[Rilasci/ElencoCompleto|questa pagina]]. |
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Ubuntu fornisce nativamente questi pacchetti, quindi è possibile installarli con facilità usando il gestore di pacchetti preferito. E' consigliabile usare sempre l'ultima release di pbuilder (al momento della stesura di questo documento è la 0.161). pbuilder necessita di '''debootstrap''' per poter funzionare. Anche in questo caso è consigliabile utilizzare l'ultima versione disponibile (al momento della stesura di questo documento è la 0.3.3.1). |
[[AmministrazioneSistema/InstallareProgrammi|Installare]] il pacchetto [[apt://pbuilder|pbuilder]] e le relative dipendenze. |
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L'installazione di default permette di abilitare solo il repository ''main'' al momento della creazione della chroot jail. Onde evitare problemi di dipendenze durante la procedura, è consigliabile modificare il file `/etc/pbuilder/pbuilderrc` adattando l'opzione ''COMPONENTS'' in questo modo: {{{ COMPONENTS="main restricted universe multiverse" }}} [[Immagine(Icone/Piccole/warning.png,50,left)]] '''Alcuni utenti potrebbero avere l'esigenza di inserire anche altri repository di Ubuntu quali edgy-backports, edgy-security, edgy-updates e edgy-proposed o di terze parti. Usare questa opportunità con cautela nel caso si distribuisca software per un repository pubblico o per l'upload su REVU, in quanto è possibile che non tutte le dipendenze vengano soddisfatte correttamente.''' |
L'installazione predefinita permette di abilitare solo i repository '''main''' e '''universe''' al momento della creazione del ''chroot''. Pertanto si consiglia di integrare i repository predefiniti coi '''restricted''' e '''multiverse'''. * Aprire con i [[AmministrazioneSistema/PrivilegiDiAmministrazione|privilegi di amministrazione]] e con un [[Ufficio/EditorDiTesto|editor di testo]] il file `/usr/share/pbuilder/pbuilderrc` e modificare la riga '''COMPONENTS="main universe"''' in:{{{ COMPONENTS="main universe restricted multiverse" }}} {{{#!wiki important Alcuni utenti potrebbero avere l'esigenza di inserire anche altri repository di Ubuntu quali *-backports, *-security, *-updates, *-proposed o di terze parti. Usare questa opportunità con cautela nel caso si distribuisca software per un repository pubblico o per l'upload su REVU, in quanto è possibile che non tutte le dipendenze vengano soddisfatte correttamente.}}} |
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Ora che la fase preparatoria è terminata, è necessario inizializzare pbuilder con il comando {{{ sudo pbuilder create --basetgz /var/cache/pbuilder/edgy.tgz --distribution edgy }}} In questo modo verrà creata la chroot jail scaricando da Internet diversi pacchetti per creare un ambiente minimale ma perfettamente funzionante di Ubuntu, completamente isolato dal sistema ospitante. Avere una connessione a banda larga è consigliabile anche se non strettamente indispensabile. [[Immagine(Icone/Piccole/note.png,50,left)]] Le opzioni ''--basetgz'' e ''--distribution'' servono per indicare a pbuilder che versione di Ubuntu si intende gestire. Per chi non fosse interessato a mantenere più chroot jail contemporaneamente, è possibile adattare il file `/etc/pbuilder/pbuilderrc` modificando la variabile ''DISTRIBUTION'' secondo le proprie esigenze. In questo caso le due opzioni possono essere tranquillamente omesse, anche per i comandi che verranno presentati in seguito. |
Inizializzare '''pbuilder''' con il comando:{{{ sudo pbuilder create --basetgz /var/cache/pbuilder/nomerilascio.tgz --distribution nomerilascio }}} In questo modo verrà creato il '''chroot''' scaricando da Internet diversi pacchetti per creare un ambiente minimale ma perfettamente funzionante di Ubuntu, completamente isolato dal sistema ospitante. {{{#!wiki note Le opzioni «--basetgz» e «--distribution» servono per indicare a '''pbuilder''' quale versione di Ubuntu si intende gestire. Nel caso in cui non si fosse interessati a mantenere più di un '''chroot''', è possibile configurare il file `/usr/share/pbuilder/pbuilderrc` modificando la variabile «DISTRIBUTION» secondo le proprie esigenze. In questo caso le due opzioni possono essere tranquillamente omesse, anche per i comandi che verranno presentati in seguito.}}} = Individuare nome sorgente = Per procedere alla creazione di un pacchetto occorre individuare il nome del sorgente relativo al pacchetto `.deb` che si intende costruire, per farlo seguire una della seguenti procedure in funzione dell'[[AmbienteGrafico|ambiente desktop]] del proprio sistema. == Ubuntu e derivate basate su librerie GTK == Leggere la [[AmministrazioneSistema/InstallareProgrammi/GestorePacchetti#Individuare_nome_del_pacchetto_sorgente|seguente pagina]]. == Kubuntu e derivate basate su librerie Qt == Leggere la [[AmministrazioneSistema/InstallareProgrammi/GestorePacchettiMuon#Individuare_nome_del_pacchetto_sorgente|seguente pagina]]. {{{#!wiki note La maggior parte dei pacchetti sorgenti è formato da tre file. I primi due, ovvero l'archivio dei sorgenti con estensione `.orig.tar.gz`, `.orig.tar.bz2` o `.orig.tar.xz` e il file di descrizione con estensione `.dsc`, sono forniti per tutti. Invece il terzo, ovvero il file delle differenze con estensione `.diff.gz`, `.debian.tar.gz`, `.debian.tar.bz2` o `.debian.tar.xz,` per una parte minore dei pacchetti non è disponibile poiché integrato nell'archivio del relativo sorgente. }}} |
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Per procedere alla creazione di un pacchetto occorre dotarsi dei relativi pacchetti sorgenti, reperibili per mezzo del comando ''apt-get source'' o direttamente dal sito http://packages.ubuntu.com. Solitamente ogni pacchetto sorgente è formato da due file, l'archivio dei sorgenti con estensione ''.tar.gz'' e il file di descrizione con estensione ''.dsc''. A volte è presente anche l'archivio delle differenze con estensione ''.diff.gz''. Per una corretta gestione, tali file devono essere rigorosamente nella stessa directory. Una volta ottenuti i vari file che formano il pacchetto sorgente, occorre eseguire il comando {{{ sudo pbuilder build --basetgz /var/cache/pbuilder/edgy.tgz --distribution edgy nomepacchetto.dsc }}} Inizierà il processo di creazione che comprende le seguenti fasi: * Scompattazione della chroot jail * Verifica delle dipendenze del pacchetto * Scaricamento delle dipendenze necessarie e loro installazione * Compilazione del codice sorgente * Creazione del pacchetto * Cancellazione dei file temporanei utilizzati Se la compilazione ha avuto esito positivo, il pacchetto in formato ''.deb'' sarà disponibile nella directory `/var/cache/pbuilder/result`, pronto per essere utilizzato. |
0. Aprire con i [[AmministrazioneSistema/PrivilegiDiAmministrazione|privilegi di amministrazione]] e con un [[Ufficio/EditorDiTesto|editor di testo]] il file `/etc/apt/sources.list` e decommentare (togliendo il carattere '''#''' iniziale) la riga {{{ # deb-src http://it.archive.ubuntu.com/ubuntu/}}} 0. Scaricare il pacchetto sorgente richiesto digitando il comando:{{{ sudo apt-get source nomesorgente }}} sostituendo ''nomesorgente'' col nome del sorgente desiderato.<<BR>>In alternativa scaricare i sorgenti direttamente dal sito [[https://packages.ubuntu.com|Ubuntu.com]] selezionando il rilascio desiderato. 0. Una volta ottenuti i vari file che formano il pacchetto sorgente, eseguire il comando:{{{ sudo pbuilder build --basetgz /var/cache/pbuilder/nomeverisione.tgz --distribution nomerilascio nomepacchetto.dsc }}} sostituendo ''nomesorgente'' col nome del sorgente desiderato. 0. Inizierà il processo di creazione che comprende le seguenti fasi: * Creazione del '''chroot''' * Verifica delle dipendenze del pacchetto * Scaricamento delle dipendenze necessarie e loro installazione * Compilazione del codice sorgente * Creazione del pacchetto * Cancellazione dei file temporanei utilizzati Se la compilazione ha avuto esito positivo, il pacchetto in formato `.deb` sarà disponibile nella directory `/var/cache/pbuilder/result`, pronto per essere utilizzato. |
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A volte accade che si rende necessario modificare alcuni file sorgente per applicare patch oppure adattare uno o più file di controllo. Per poter procedere alla pacchettizzazione, occorre per prima cosa ottenere i sorgenti del pacchetto da compilare con il comando {{{ dpkg-source -x nomepacchetto.dsc }}} Una volta terminata l'operazione, è necessario spostarsi nella directory dei sorgenti appena generata e, dopo aver apportato le modifiche desiderate, eseguire il comando {{{ pdebuild -- --basetgz /var/cache/pbuilder/edgy.tgz --distribution edgy }}} In questo caso è però necessario installare alcuni pacchetti aggiuntivi: * devscripts * debhelper * dpatch * cdbs = Aggiornare la chroot jail = Ogni tanto è consigliabile aggiornare la chroot jail con le nuove versioni dei pacchetti onde evitare problemi con le dipendenze nell'installazione dei pacchetti compilati con pbuilder. Per poter fare ciò è sufficiente eseguire il comando {{{ sudo pbuilder update --basetgz /var/cache/pbuilder/edgy.tgz --distribution edgy }}} |
A volte potrebbe essere necessario modificare alcuni file sorgente per applicare patch, oppure adattare uno o più file di controllo. 0. [[AmministrazioneSistema/InstallareProgrammi|Installare]] gli ulteriori pacchetti [[apt://devscripts debhelper dpatch cdbs|devscripts, debhelper, dpatch, cdbs]] necessari. 0. Scaricare i sorgenti del pacchetto da compilare col seguente comando:{{{ sudo dpkg-source -x nomesorgente.dsc }}} Sostituire ''nomesorgente'' col nome del sorgente desiderato. 0. [[AmministrazioneSistema/ComandiBase#cd|Spostarsi]] nella cartella appena creata ove sono stati salvati i sorgenti. 0. Apportate le modifiche desiderate. 0. Digitare il seguente comando:{{{ sudo pdebuild -- --basetgz /var/cache/pbuilder/nomerilascio.tgz --distribution nomerilascio }}} = Aggiornare la chroot = Si raccomanda di aggiornare periodicamente il '''chroot ''' con le nuove versioni dei pacchetti, onde evitare problemi con le dipendenze nell'installazione dei pacchetti compilati con '''pbuilder'''. A tal fine è sufficiente digitare il comando:{{{ sudo pbuilder update --basetgz /var/cache/pbuilder/nomerilascio.tgz --distribution nomerilascio }}} sostituendo ''nomerilascio'' col nome del rilascio desiderato. |
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Con il tempo la cache di pbuilder può diventare estremamente voluminosa ed è consigliabile effettuare una pulizia periodica delle directory delle dipendeze eseguendo il comando {{{ |
Con il tempo la cache di '''pbuilder''' può diventare estremamente voluminosa ed è consigliabile effettuare una pulizia periodica delle directory delle dipendenze. Per eseguire la pulizia digitare il seguente comando:{{{ |
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attachment:Icone/Piccole/note.png Il comando non andrà a cancellare i pacchetti creati e riposti in `/var/cache/pbuilder/result`. | {{{#!wiki important Il comando non andrà a cancellare i pacchetti creati e riposti in `/var/cache/pbuilder/result`. }}} = Uso di pbuilder-distribution = Le opzioni di pbuilder sono potenti, ma potrebbe essere poco conveniente ripeterle ogni volta, specialmente nel caso si gestiscano più '''chroot''' contemporaneamente.<<BR>> Per velocizzare il lavoro è possibile usare lo script `pbuilder-distribution`, crendo un collegamento a un file creato ad hoc. Per creare il [[https://wiki.ubuntu-it.org/AmministrazioneSistema/ComandiBase#ln|collegamento simbolico]] digitando il comando:{{{ sudo ln -s /usr/share/doc/pbuilder/examples/pbuilder-distribution.sh /usr/local/bin/pbuilder-nomerilascio }}} Creando questo link simbolico, è possibile effettuare le operazioni sul '''chroot''' desiderato senza specificare alcun parametro opzionale (come ad esempio '''--distribution''' o '''--basetgz'''), dato che `pbuilder-distribution` si occupa di gestire il tutto automaticamente. I comandi disponibili sono i medesimi di '''pbuilder''':{{{ create update build clean login execute }}} = Creazione pacchetti i386 con pbuilder su architetture AMD64 = Una cosa molto utile di pbuilder è la possibilità di creare pacchetti per architetture a 32 bit i386 da macchine con architettura a 64 bit AMD64, tramite la creazione di un '''chroot i386''' Per creare il '''chroot i386''' digitare il comando:{{{ sudo pbuilder create --debootstrapopts --arch --debootstrapopts i386 }}} {{{#!wiki note L'architettura a 32 bit non è più mantenuta da '''Ubuntu''' a partire dal rilascio 21.04. }}} = Molteplici pbuilder = Quando si lavora con i pacchetti, spesso si desidera disporre di più '''pbuilder''' sul proprio computer (per esempio se si desidera un backport per un rilascio di '''Ubuntu''' successivo a quello in uso, o mentre si lavora sulla versione di sviluppo di '''Ubuntu''', oppure per costruire dei pacchetti per '''Debian''' ecc.). Per agevolare la gestione di molteplici '''pbuilder''', si consiglia di [[AmministrazioneSistema/InstallareProgrammi|installare]] il pacchetto [[apt://pbuilder-scripts|pbuilder-scripts]], che fornisce diversi script wrapper che semplificano il lavoro. Nei seguenti paragrafi si forniscono le informazioni di base per creare e usare più '''pbuilder'''. Per approfondire è possibile consultare la documentazione allegata al programma (attraverso i file `/usr/share/doc/pbuilder/pbuilder-doc.pdf` e `/usr/share/doc/pbuilder/pbuilder-doc.html`). == Aggiornamento di debootstrap == Si raccomanda di utilizzare sempre una versione aggiornata di debootstrap del repository '''backports''' di qualsiasi rilascio di '''Ubuntu''' si sta utilizzando. Per attivare i repository '''backports''' seguire le istruzioni presenti in [[Repository/Backports#Abilitare_il_repository_Backports|questa pagina]]. {{{#!wiki tip Aggiornando la versione si avrà maggior supporto per le distribuzioni più recenti, come il ramo di sviluppo di Ubuntu. }}} == Cambiare la posizione del file base.tgz == Da predefinito '''pbuilder''' è configurato per gestire una singola distribuzione, cioè il rilascio di '''Ubuntu''' in cui è installato. Per gestire più distribuzioni è sufficiente specificare locazioni diverse per ciascun archivio riferito a ogni singola distribuzione. Invece di specificare ogni volta la locazione dell'archivio tramite l'opzione ''--base.tgz'', si può integrare la configurazione personalizzando il file di configurazione per '''pbuilder'''. Per personalizzare il file seguire i seguenti passaggi: 0. Aprire con i [[AmministrazioneSistema/PrivilegiDiAmministrazione|privilegi di amministrazione]] e con un [[Ufficio/EditorDiTesto|editor di testo]] il file `/etc/pbuilderrc`. 0. Aprire con un secondo [[Ufficio/EditorDiTesto|editor di testo]] il file `/usr/share/pbuilder/pbuilderrc`. 0. Copiare dal secondo editor al primo editor i blocchi di codice che si vogliono personalizzare. 0. Di seguito un esempio di blocchi di codice per configurare la gestione di più distribuzioni,. '''Debian''' e '''Ubuntu''', e in esse più rilasci:{{{ # Codenames for Debian suites according to their alias. Update these when # needed. UNSTABLE_CODENAME="sid" TESTING_CODENAME="squeeze" STABLE_CODENAME="lenny" STABLE_BACKPORTS_SUITE="$STABLE_CODENAME-backports" # List of Debian suites. DEBIAN_SUITES=($UNSTABLE_CODENAME $TESTING_CODENAME $STABLE_CODENAME "unstable" "testing" "stable") # List of Ubuntu suites. Update these when needed. UBUNTU_SUITES=("nomerilascio in uso" "nomerilascio in sviluppo") # Mirrors to use. Update these to your preferred mirror. DEBIAN_MIRROR="ftp.us.debian.org" UBUNTU_MIRROR="mirrors.kernel.org" # Optionally use the changelog of a package to determine the suite to use if # none set. if [ -z "${DIST}" ] && [ -r "debian/changelog" ]; then DIST=$(dpkg-parsechangelog | awk '/^Distribution: / {print $2}') # Use the unstable suite for certain suite values. if $(echo "experimental UNRELEASED" | grep -q $DIST); then DIST="$UNSTABLE_CODENAME" fi fi # Optionally set a default distribution if none is used. Note that you can set # your own default (i.e. ${DIST:="unstable"}). : ${DIST:="$(lsb_release --short --codename)"} # Optionally change Debian release states in $DIST to their names. case "$DIST" in unstable) DIST="$UNSTABLE_CODENAME" ;; testing) DIST="$TESTING_CODENAME" ;; stable) DIST="$STABLE_CODENAME" ;; esac # Optionally set the architecture to the host architecture if none set. Note # that you can set your own default (i.e. ${ARCH:="i386"}). : ${ARCH:="$(dpkg --print-architecture)"} NAME="$DIST" if [ -n "${ARCH}" ]; then NAME="$NAME-$ARCH" DEBOOTSTRAPOPTS=("--arch" "$ARCH" "${DEBOOTSTRAPOPTS[@]}") fi BASETGZ="/var/cache/pbuilder/$NAME-base.tgz" # Optionally, set BASEPATH (and not BASETGZ) if using cowbuilder # BASEPATH="/var/cache/pbuilder/$NAME/base.cow/" DISTRIBUTION="$DIST" BUILDRESULT="/var/cache/pbuilder/$NAME/result/" APTCACHE="/var/cache/pbuilder/$NAME/aptcache/" BUILDPLACE="/var/cache/pbuilder/build/" if $(echo ${DEBIAN_SUITES[@]} | grep -q $DIST); then # Debian configuration MIRRORSITE="http://$DEBIAN_MIRROR/debian/" COMPONENTS="main contrib non-free" # This is for enabling backports for the Debian stable suite. if $(echo "$STABLE_CODENAME stable" | grep -q $DIST); then EXTRAPACKAGES="$EXTRAPACKAGES debian-backports-keyring" OTHERMIRROR="$OTHERMIRROR | deb http://www.backports.org/debian $STABLE_BACKPORTS_SUITE $COMPONENTS" fi elif $(echo ${UBUNTU_SUITES[@]} | grep -q $DIST); then # Ubuntu configuration MIRRORSITE="http://$UBUNTU_MIRROR/ubuntu/" COMPONENTS="main restricted universe multiverse" else echo "Unknown distribution: $DIST" exit 1 fi , }}} {{{#!wiki tip Nel codice sono presenti alcune righe facoltative, dopo i commenti, che iniziano con "Optionally". È possibile decommentare queste linee o modificarle, a seconda delle proprie esigenze. }}} Di seguito alcuni esempi di personilizzazione per distribuzioni differenti, rilasci specifici o architetture alternative:{{{ # Creare un ambiente di base per Ubuntu <nomerilascio> sudo DIST=<nomerilascio> pbuilder create # Creare un ambiente di base per Debian sid sudo DIST=sid pbuilder create # Creare una base per l'ambiente sotto Ubuntu <nomerilascio> AMD64 # per l'architettura i386 sudo DIST=<nomerilascio> ARCH=i386 pbuilder create # Aggiornare l'ambiente per Ubuntu <nomerilascio> sudo DIST=<nomerilascio> pbuilder update # Crea un pacchetto utilizzando come base Ubuntu <nomerilascio> DIST=<nomerilascio> pdebuild # Crea un pacchetto utilizzando come base Ubuntu <nomerilascio> # con architettura i386 DIST=<nomerilascio> ARCH=i386 pdebuild }}} Per approfondire l'argomento sulla personalizzazione della configurazione, consultare la relativa pagina man digitando nel [[AmministrazioneSistema/Terminale|terminale]] il comando:{{{ man pbuilderrc }}} |
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* [http://www.netfort.gr.jp/~dancer/software/pbuilder.html pbuilder Home Page] * [http://www.netfort.gr.jp/~dancer/software/pbuilder-doc/pbuilder-doc.html pbuilder User's Manual] * [http://wiki.ubuntu.com/PbuilderHowto pbuilder Howto @ wiki.ubuntu.com] ---- CategoryNuoviDocumenti |
* [[Ubuntu:PbuilderHowto|pbuilder Documento originale]] * [[http://www.netfort.gr.jp/~dancer/software/pbuilder.html|Sito ufficiale del progetto]] * [[http://www.netfort.gr.jp/~dancer/software/pbuilder-doc/pbuilder-doc.html|Documentazione ufficiale]] ------ CategoryProgrammazione |
Guida verificata con Ubuntu: 20.04
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Introduzione
Questa guida descrive i passi per predisporre un chroot per costruire i pacchetti per Ubuntu tramite il programma pbuilder.
È raccomandato per gli sviluppatori o per chiunque sia interessato a costruire i pacchetti per Ubuntu e sistemi basati su apt e dpkg. Attraverso questo programma è possibile effettuare un discreto numero di operazioni con facilità tra le quali:
compilare con comodità qualsiasi pacchetto .deb
adattare un pacchetto disponibile in una release superiore di Ubuntu
adattare un pacchetto non presente in Ubuntu
È comunque possibile costruire i pacchetti senza l'ausilio di pbuilder, ma occorre installare preventivamente tutte le dipendenze richieste dal pacchetto, le quali rimangono presenti sul sistema anche dopo aver terminato la procedura di creazione, occupando una notevole quantità di spazio su disco, senza giustificato motivo.
Questo programma richiede di avere una connessione di rete stabile e veloce. In mancanza di tali requisiti sarà necessario procedere alla costruzione manuale dei pacchetti.
Di seguito, per indicare al programma per quale rilascio si intende costruire i pacchetti, sostituire nei comandi il termine nomerilascio col primo nome nella colonna Nome in codice della tabella di questa pagina.
Installazione
Installare il pacchetto pbuilder e le relative dipendenze.
Configurazione
L'installazione predefinita permette di abilitare solo i repository main e universe al momento della creazione del chroot.
Pertanto si consiglia di integrare i repository predefiniti coi restricted e multiverse.
Aprire con i privilegi di amministrazione e con un editor di testo il file /usr/share/pbuilder/pbuilderrc e modificare la riga COMPONENTS="main universe" in:
COMPONENTS="main universe restricted multiverse"
Alcuni utenti potrebbero avere l'esigenza di inserire anche altri repository di Ubuntu quali *-backports, *-security, *-updates, *-proposed o di terze parti. Usare questa opportunità con cautela nel caso si distribuisca software per un repository pubblico o per l'upload su REVU, in quanto è possibile che non tutte le dipendenze vengano soddisfatte correttamente.
Inizializzazione di pbuilder
Inizializzare pbuilder con il comando:
sudo pbuilder create --basetgz /var/cache/pbuilder/nomerilascio.tgz --distribution nomerilascio
In questo modo verrà creato il chroot scaricando da Internet diversi pacchetti per creare un ambiente minimale ma perfettamente funzionante di Ubuntu, completamente isolato dal sistema ospitante.
Le opzioni «--basetgz» e «--distribution» servono per indicare a pbuilder quale versione di Ubuntu si intende gestire. Nel caso in cui non si fosse interessati a mantenere più di un chroot, è possibile configurare il file /usr/share/pbuilder/pbuilderrc modificando la variabile «DISTRIBUTION» secondo le proprie esigenze. In questo caso le due opzioni possono essere tranquillamente omesse, anche per i comandi che verranno presentati in seguito.
Individuare nome sorgente
Per procedere alla creazione di un pacchetto occorre individuare il nome del sorgente relativo al pacchetto .deb che si intende costruire, per farlo seguire una della seguenti procedure in funzione dell'ambiente desktop del proprio sistema.
Ubuntu e derivate basate su librerie GTK
Leggere la seguente pagina.
Kubuntu e derivate basate su librerie Qt
Leggere la seguente pagina.
La maggior parte dei pacchetti sorgenti è formato da tre file. I primi due, ovvero l'archivio dei sorgenti con estensione .orig.tar.gz, .orig.tar.bz2 o .orig.tar.xz e il file di descrizione con estensione .dsc, sono forniti per tutti. Invece il terzo, ovvero il file delle differenze con estensione .diff.gz, .debian.tar.gz, .debian.tar.bz2 o .debian.tar.xz, per una parte minore dei pacchetti non è disponibile poiché integrato nell'archivio del relativo sorgente.
Creazione dei pacchetti
Aprire con i privilegi di amministrazione e con un editor di testo il file /etc/apt/sources.list e decommentare (togliendo il carattere # iniziale) la riga
# deb-src http://it.archive.ubuntu.com/ubuntu/
Scaricare il pacchetto sorgente richiesto digitando il comando:
sudo apt-get source nomesorgente
sostituendo nomesorgente col nome del sorgente desiderato.
In alternativa scaricare i sorgenti direttamente dal sito Ubuntu.com selezionando il rilascio desiderato.
Una volta ottenuti i vari file che formano il pacchetto sorgente, eseguire il comando:
sudo pbuilder build --basetgz /var/cache/pbuilder/nomeverisione.tgz --distribution nomerilascio nomepacchetto.dsc
sostituendo nomesorgente col nome del sorgente desiderato.
- Inizierà il processo di creazione che comprende le seguenti fasi:
Creazione del chroot
- Verifica delle dipendenze del pacchetto
- Scaricamento delle dipendenze necessarie e loro installazione
- Compilazione del codice sorgente
- Creazione del pacchetto
- Cancellazione dei file temporanei utilizzati
Se la compilazione ha avuto esito positivo, il pacchetto in formato .deb sarà disponibile nella directory /var/cache/pbuilder/result, pronto per essere utilizzato.
Creazione con pdebuild
A volte potrebbe essere necessario modificare alcuni file sorgente per applicare patch, oppure adattare uno o più file di controllo.
Installare gli ulteriori pacchetti devscripts, debhelper, dpatch, cdbs necessari.
Scaricare i sorgenti del pacchetto da compilare col seguente comando:
sudo dpkg-source -x nomesorgente.dsc
Sostituire nomesorgente col nome del sorgente desiderato.
Spostarsi nella cartella appena creata ove sono stati salvati i sorgenti.
- Apportate le modifiche desiderate.
Digitare il seguente comando:
sudo pdebuild -- --basetgz /var/cache/pbuilder/nomerilascio.tgz --distribution nomerilascio
Aggiornare la chroot
Si raccomanda di aggiornare periodicamente il chroot con le nuove versioni dei pacchetti, onde evitare problemi con le dipendenze nell'installazione dei pacchetti compilati con pbuilder.
A tal fine è sufficiente digitare il comando:
sudo pbuilder update --basetgz /var/cache/pbuilder/nomerilascio.tgz --distribution nomerilascio
sostituendo nomerilascio col nome del rilascio desiderato.
Pulizia della cache
Con il tempo la cache di pbuilder può diventare estremamente voluminosa ed è consigliabile effettuare una pulizia periodica delle directory delle dipendenze.
Per eseguire la pulizia digitare il seguente comando:
sudo pbuilder clean
Il comando non andrà a cancellare i pacchetti creati e riposti in /var/cache/pbuilder/result.
Uso di pbuilder-distribution
Le opzioni di pbuilder sono potenti, ma potrebbe essere poco conveniente ripeterle ogni volta, specialmente nel caso si gestiscano più chroot contemporaneamente.
Per velocizzare il lavoro è possibile usare lo script pbuilder-distribution, crendo un collegamento a un file creato ad hoc.
Per creare il collegamento simbolico digitando il comando:
sudo ln -s /usr/share/doc/pbuilder/examples/pbuilder-distribution.sh /usr/local/bin/pbuilder-nomerilascio
Creando questo link simbolico, è possibile effettuare le operazioni sul chroot desiderato senza specificare alcun parametro opzionale (come ad esempio --distribution o --basetgz), dato che pbuilder-distribution si occupa di gestire il tutto automaticamente.
I comandi disponibili sono i medesimi di pbuilder:
create update build clean login execute
Creazione pacchetti i386 con pbuilder su architetture AMD64
Una cosa molto utile di pbuilder è la possibilità di creare pacchetti per architetture a 32 bit i386 da macchine con architettura a 64 bit AMD64, tramite la creazione di un chroot i386
Per creare il chroot i386 digitare il comando:
sudo pbuilder create --debootstrapopts --arch --debootstrapopts i386
L'architettura a 32 bit non è più mantenuta da Ubuntu a partire dal rilascio 21.04.
Molteplici pbuilder
Quando si lavora con i pacchetti, spesso si desidera disporre di più pbuilder sul proprio computer (per esempio se si desidera un backport per un rilascio di Ubuntu successivo a quello in uso, o mentre si lavora sulla versione di sviluppo di Ubuntu, oppure per costruire dei pacchetti per Debian ecc.).
Per agevolare la gestione di molteplici pbuilder, si consiglia di installare il pacchetto pbuilder-scripts, che fornisce diversi script wrapper che semplificano il lavoro.
Nei seguenti paragrafi si forniscono le informazioni di base per creare e usare più pbuilder.
Per approfondire è possibile consultare la documentazione allegata al programma (attraverso i file /usr/share/doc/pbuilder/pbuilder-doc.pdf e /usr/share/doc/pbuilder/pbuilder-doc.html).
Aggiornamento di debootstrap
Si raccomanda di utilizzare sempre una versione aggiornata di debootstrap del repository backports di qualsiasi rilascio di Ubuntu si sta utilizzando.
Per attivare i repository backports seguire le istruzioni presenti in questa pagina.
Aggiornando la versione si avrà maggior supporto per le distribuzioni più recenti, come il ramo di sviluppo di Ubuntu.
Cambiare la posizione del file base.tgz
Da predefinito pbuilder è configurato per gestire una singola distribuzione, cioè il rilascio di Ubuntu in cui è installato.
Per gestire più distribuzioni è sufficiente specificare locazioni diverse per ciascun archivio riferito a ogni singola distribuzione.
Invece di specificare ogni volta la locazione dell'archivio tramite l'opzione --base.tgz, si può integrare la configurazione personalizzando il file di configurazione per pbuilder.
Per personalizzare il file seguire i seguenti passaggi:
Aprire con i privilegi di amministrazione e con un editor di testo il file /etc/pbuilderrc.
Aprire con un secondo editor di testo il file /usr/share/pbuilder/pbuilderrc.
- Copiare dal secondo editor al primo editor i blocchi di codice che si vogliono personalizzare.
Di seguito un esempio di blocchi di codice per configurare la gestione di più distribuzioni,. Debian e Ubuntu, e in esse più rilasci:
# Codenames for Debian suites according to their alias. Update these when # needed. UNSTABLE_CODENAME="sid" TESTING_CODENAME="squeeze" STABLE_CODENAME="lenny" STABLE_BACKPORTS_SUITE="$STABLE_CODENAME-backports" # List of Debian suites. DEBIAN_SUITES=($UNSTABLE_CODENAME $TESTING_CODENAME $STABLE_CODENAME "unstable" "testing" "stable") # List of Ubuntu suites. Update these when needed. UBUNTU_SUITES=("nomerilascio in uso" "nomerilascio in sviluppo") # Mirrors to use. Update these to your preferred mirror. DEBIAN_MIRROR="ftp.us.debian.org" UBUNTU_MIRROR="mirrors.kernel.org" # Optionally use the changelog of a package to determine the suite to use if # none set. if [ -z "${DIST}" ] && [ -r "debian/changelog" ]; then DIST=$(dpkg-parsechangelog | awk '/^Distribution: / {print $2}') # Use the unstable suite for certain suite values. if $(echo "experimental UNRELEASED" | grep -q $DIST); then DIST="$UNSTABLE_CODENAME" fi fi # Optionally set a default distribution if none is used. Note that you can set # your own default (i.e. ${DIST:="unstable"}). : ${DIST:="$(lsb_release --short --codename)"} # Optionally change Debian release states in $DIST to their names. case "$DIST" in unstable) DIST="$UNSTABLE_CODENAME" ;; testing) DIST="$TESTING_CODENAME" ;; stable) DIST="$STABLE_CODENAME" ;; esac # Optionally set the architecture to the host architecture if none set. Note # that you can set your own default (i.e. ${ARCH:="i386"}). : ${ARCH:="$(dpkg --print-architecture)"} NAME="$DIST" if [ -n "${ARCH}" ]; then NAME="$NAME-$ARCH" DEBOOTSTRAPOPTS=("--arch" "$ARCH" "${DEBOOTSTRAPOPTS[@]}") fi BASETGZ="/var/cache/pbuilder/$NAME-base.tgz" # Optionally, set BASEPATH (and not BASETGZ) if using cowbuilder # BASEPATH="/var/cache/pbuilder/$NAME/base.cow/" DISTRIBUTION="$DIST" BUILDRESULT="/var/cache/pbuilder/$NAME/result/" APTCACHE="/var/cache/pbuilder/$NAME/aptcache/" BUILDPLACE="/var/cache/pbuilder/build/" if $(echo ${DEBIAN_SUITES[@]} | grep -q $DIST); then # Debian configuration MIRRORSITE="http://$DEBIAN_MIRROR/debian/" COMPONENTS="main contrib non-free" # This is for enabling backports for the Debian stable suite. if $(echo "$STABLE_CODENAME stable" | grep -q $DIST); then EXTRAPACKAGES="$EXTRAPACKAGES debian-backports-keyring" OTHERMIRROR="$OTHERMIRROR | deb http://www.backports.org/debian $STABLE_BACKPORTS_SUITE $COMPONENTS" fi elif $(echo ${UBUNTU_SUITES[@]} | grep -q $DIST); then # Ubuntu configuration MIRRORSITE="http://$UBUNTU_MIRROR/ubuntu/" COMPONENTS="main restricted universe multiverse" else echo "Unknown distribution: $DIST" exit 1 fi ,
Nel codice sono presenti alcune righe facoltative, dopo i commenti, che iniziano con "Optionally". È possibile decommentare queste linee o modificarle, a seconda delle proprie esigenze.
Di seguito alcuni esempi di personilizzazione per distribuzioni differenti, rilasci specifici o architetture alternative:
# Creare un ambiente di base per Ubuntu <nomerilascio> sudo DIST=<nomerilascio> pbuilder create # Creare un ambiente di base per Debian sid sudo DIST=sid pbuilder create # Creare una base per l'ambiente sotto Ubuntu <nomerilascio> AMD64 # per l'architettura i386 sudo DIST=<nomerilascio> ARCH=i386 pbuilder create # Aggiornare l'ambiente per Ubuntu <nomerilascio> sudo DIST=<nomerilascio> pbuilder update # Crea un pacchetto utilizzando come base Ubuntu <nomerilascio> DIST=<nomerilascio> pdebuild # Crea un pacchetto utilizzando come base Ubuntu <nomerilascio> # con architettura i386 DIST=<nomerilascio> ARCH=i386 pdebuild
Per approfondire l'argomento sulla personalizzazione della configurazione, consultare la relativa pagina man digitando nel terminale il comando:
man pbuilderrc
Ulteriori risorse