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Questa guida contiene dei consigli pratici per migliorare le prestazioni e la durata delle unità di memoria [[https://it.wikipedia.org/wiki/Unit%C3%A0_a_stato_solido|drive a stato solido (SSD)]] su Ubuntu e derivate.<<BR>>
In linea molto generale, ciò che tende ad diminuire maggiormente la durata degli SSD sono il numero di scritture. Riducendo quest'ultime è possibile allungare considerevolmente la vita dei drive a stato solido.
Questa guida contiene dei consigli pratici per Ubuntu e derivate, finalizzati a migliorare le prestazioni e la durata degli [[https://it.wikipedia.org/wiki/Unit%C3%A0_a_stato_solido|SSD (drive a stato solido)]]. Queste unità di memoria sono anche chiamate comunemente (in maniera impropria) dischi a stato solido. Per via delle elevate velocità di lettura e scrittura, si stanno sempre più diffondendo come alternativa ai tradizionali dischi rigidi.

Le indicazioni descritte di seguito sono principalmente volte a ridurre il numero di scritture sul drive che, se elevato, può essere il maggior fattore di rischio per le performance e per il ciclo di vita degli SSD.
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Do: Di seguito sono elencate alcune pratiche utili:
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 * Preferire SSD di produttori affidabili, ossia che rilasciano aggiornamenti firmware, manuali, canali di supporto ecc.
 * BIOS e UEFI impostati su AHCI:
 * Firmware aggiornato:
 * Selezionare il filesystem ext4 (o Btrfs) in fase di installazione:
 * Backup più frequenti: [a differenza degli hard disk, gli SSD non mostrano sintomi prima di smettere di funzionare]
 * '''Scegliere attentamente l'SSD:''' in fase di acquisto porre attenzione alle specifiche tecniche. Si raccomanda di considerare non solo le caratteristiche più evidenti (capacità, form factor, modulo, tecnologia SATA o NVMe/PCIe, tipo connettore per lo slot, ecc.), ma anche sigle quali SLC, MLC, TLC, QLC o PLC (che fanno riferimento alla [[https://en.wikipedia.org/wiki/Multi-level_cell|capacità di memorizzazione in bit per ogni cella]]), scegliendo la tipologia adatta alle proprie esigenze. Infine, quando possibile, preferire SSD di produttori affidabili che rilasciano aggiornamenti firmware, offrono una manualistica adeguata per i loro prodotti, hanno validi canali di supporto ecc.
 * '''BIOS/UEFI impostato su [[https://en.wikipedia.org/wiki/Advanced_Host_Controller_Interface|AHCI]]:''' nelle impostazioni SATA assicurarsi che sia impostata la modalità AHCI e non IDE. A seconda dei modelli l'opzione potrebbe essere denominata diversamente oppure essere assente (ad esempio perché abilitata di default nei BIOS più recenti). In caso di dubbi fare riferimento alle istruzioni della propria scheda madre.
 * '''Firmware aggiornato:''' assicurarsi che l'SSD abbia l'ultima versione del firmware disponibile; anche in questo caso fare riferimento alle informazioni fornite dal produttore nei canali ufficiali.
 * '''Filesystem adeguato''': selezionare ext4 o [[Hardware/DispositiviPartizioni/Btrfs|Btrfs]] come filesystem in fase di [[Installazione/InstallareUbuntu|installazione]].
 * '''[[AmministrazioneSistema/Aggiornamenti|Aggiornare]] frequentemente il sistema:''' in questo modo potrebbero essere risolti eventuali bug che impediscono il corretto funzionamento di alcuni modelli di SSD con il kernel Linux (ad esempio quelli inseriti dai manutentori in [[https://git.kernel.org/pub/scm/linux/kernel/git/torvalds/linux.git/tree/drivers/ata/libata-core.c#n3889|questa blacklist]]).
 * '''Macchine virtuali e sistemi in dual boot:''' in presenza di altri sistemi installati in queste modalità, adottare anche con questi appositi accorgimenti per evitare eccessive scritture sul drive (es.: con Windows evitare di deframmentare il filesystem).
 * '''Effettuare [[AmministrazioneSistema/BackupDelSistema|backup]] più frequenti:''' benché privi di parti meccaniche e poco sensibili a colpi e oscillazioni, nonostante negli ultimi anni siano diventati sempre più affidabili e sicuri, gli SSD __non__ sono immuni a guasti e danneggiamenti.<<BR>>
 Gli hard disk meccanici quando iniziano a deteriorarsi mostrano alcuni sintomi riconoscibili, che spesso si manifestano gradualmente: trasferimento di dati lento, impossibilità di aprire file, rumori provenienti dal disco ecc. Ciò permette all'utente di procedere in tempo utile al recupero o al salvataggio dei dati. Al contrario, negli SSD i sintomi potrebbero manifestarsi più repentinamente, non dando il tempo di correre ai ripari. La natura dei sintomi stessi potrebbe ostacolare il salvataggio dei dati: file apparentemente spariti, crash improvvisi, filesystem in sola lettura, impossibilità di eseguire il boot ecc.<<BR>>
 Per questi motivi si consiglia di essere previdenti e di effettuare più frequentemente i consueti backup per evitare perdite di dati.
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Don't: Di seguito, invece, sono elencate alcune pratiche da evitare:
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 * Consultare guide datate: in anni recenti la tecnologia ha permesso di superare quelli che erano i limiti e i difetti dei primi SSD lanciati sul mercato. Pertanto alcuni consigli validi per modelli più vecchi spesso sono superflui o addirittura dannosi per i modelli più recenti.
 * Esagerare con gli accorgimenti: negli ultimi anni gli SSD si sono sempre più diffusi e stanno gradualmente sostituendo gli hard disk come storage di sistema. Parallelamente anche i sistemi operativi hanno introdotto delle impostazioni automatiche per ottimizzare le prestazioni degli SSD. Pertanto spesso, dopo l'installazione non c'è bisogno di adottare operazioni particolari.
 * '''Consultare guide datate:''' in anni recenti la tecnologia ha permesso di superare quelli che erano i limiti e i difetti dei primi SSD lanciati sul mercato. Pertanto alcuni accorgimenti validi in passato potrebbero essere superflui o addirittura dannosi.
 * '''Esagerare con gli accorgimenti:''' negli ultimi anni gli SSD si sono sempre più diffusi e stanno gradualmente sostituendo gli hard disk come disco di sistema (ed anche di archiviazione). Di conseguenza i sistemi operativi hanno introdotto delle funzionalità apposite che rilevano la presenza di un SSD in fase di installazione, applicando particolari impostazioni per ottimizzarne le prestazioni. Perciò, nella maggior parte dei casi, __non__ c'è bisogno da parte dell'utente di eseguire nessuna operazione particolare, se non l'adozione di alcuni piccoli accorgimenti.
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= Abilitare TRIM = {{{#!wiki tip
Alcuni produttori (Samsung, Crucial e altri) offrono dei software appositi con cui gestire gli SSD, in versioni native per sistemi GNU/Linux, permettendo di eseguire le azioni più comuni (aggiornamento del firmware, gestione di Overprovision e TRIM, lettura dati SMART ecc.). Fare sempre riferimento ai siti e alla manualistica dei produttori.<<BR>>
Qualora questi strumenti siano disponibili solo per Windows, è comunque possibile utilizzarli per specifiche operazioni indipendenti dal sistema operativo (ad esempio per aggiornare il firmware). Ciò è possibile in caso di sistemi in dual boot oppure semplicemente collegando l'SSD ad un computer con Windows.
}}}
Linea 30: Linea 38:
Consultare la [[guida dedicata]]. = Abilitare il TRIM =
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= Operazioni su memoria di swap = Consultare la [[Hardware/DispositiviPartizioni/Trim|guida dedicata]].
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A seconda dei casi può essere utile:
 * Disattivare la swap (se si hanno a disposizione almeno 4/8 GB di RAM).
 * Impostare la swap su partizione o file dedicato su un disco rigido interno, se presente e possibile.
 * Aumentare il valore di swappiness.
= Accorgimenti per la memoria di swap =
Linea 39: Linea 44:
Per tutte le procedure consultare questa [[Hardware/DispositiviPartizioni/SwapDomandeFrequenti|guida]]. Per tutte le procedure e gli accorgimenti consultare questa [[Hardware/DispositiviPartizioni/SwapDomandeFrequenti#Ho_un_disco_SSD._Quali_accorgimenti_devo_adottare.3F|guida]].
Linea 41: Linea 46:
= Accorgimenti non necessari e azioni dannose = = Spostare la cache di Firefox nella RAM (facoltativo) =
Consultare [[InternetRete/Navigazione/Firefox/Configurazione#Spostare_la_cache_nella_memoria_RAM|questa guida]].

{{{#!wiki note
L'impostazione va eventualmente applicata anche ad altri utenti presenti nel sistema.
}}}

= Opzioni in /etc/fstab (facoltativo) =

Per informazioni sulla modifica del file `/etc/fstab` e le relative opzioni di montaggio consultare la [[AmministrazioneSistema/Fstab|guida]] dedicata, se necessario.

 * '''noatime''' (ext4 e btrfs): quando il sistema accede a file o directory (sia in lettura che in scrittura) viene aggiornato il valore di ''atime'' (''access time''), ossia relativo agli orari di accesso agli inode presenti sul filesystem. Impostare l'opzione di montaggio '''noatime''' nel file `/etc/fstab` impedisce la funzionalità descritta sopra, riducendo quindi le scritture sul drive.

## * '''relatime''' (ext4 e btrfs): simile al precedente, può essere usato come alternativa; aggiorna il valore di ''atime'' solo quando precedente all’ultima modifica (evitando anche problemi di compatibilità con alcuni programmi).

 * '''discard=async''' (btrfs): consigliato per uso server o per chi abbia necessità di liberare blocchi in continuazione; rispetto all'opzione '''discard''' comporta maggiore efficienza nell'eliminazione dei blocchi e minore latenza in lettura.

 * '''compress=zstd:1''' (btrfs): per informazioni consultare [[Hardware/DispositiviPartizioni/Btrfs/Introduzione#Compressione|questa guida]].

{{{#!wiki tip
In fase di installazione con filesystem btrfs il sistema è in grado di riconoscere automaticamente la presenza di un SSD. Viene quindi aggiunta in automatico l'opzione '''ssd''', che racchiude la maggior parte delle ottimizzazioni utili per questo tipo di dispositivi.
}}}

{{{#!wiki important
Attualmente __non__ è raccomandato l'utilizzo dell'opzione discard. Per maggiori informazioni consultare il [[#discard|paragrafo dedicato]].
}}}

= Accorgimenti superflui =
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L'overprovisioning è una tecnica ormai datata, che consiste nel riservare una porzione di spazio non allocato alla fine del drive.<<BR>>
Le nuove generazioni di SSD (approssimativamente dal 2014) hanno migliorato le tecnologie e i firmware, pertanto questo accorgimento non è più necessario, in quanto lo spazio non allocato non è accessibile all'utente.
L'[[https://it.wikipedia.org/wiki/Write_amplification#Over-provisioning|overprovisioning]], in sintesi, è una tecnica che consiste nel riservare una porzione di spazio non allocato alla fine del drive per migliorarne le prestazioni.<<BR>>
Le nuove generazioni di SSD (approssimativamente dal 2014) hanno migliorato le tecnologie e i firmware, pertanto questo accorgimento risulta ormai datato e non più necessario (ad esempio in alcuni modelli lo spazio non allocato è già presente, seppur non accessibile direttamente all'utente).
Linea 48: Linea 80:
Per i vecchi modelli è comunque possibile impostare questa funzionalità, previa consultazione del manuale del prodotto o dei canali i assistenza del produttore per conoscere la percentuale consigliata di spazio da riservare all'overprovisioning. Per i vecchi modelli è comunque possibile impostare questa funzionalità, se necessario. In tal caso consultare il manuale del prodotto e/o contattare l'assistenza del produttore per conoscere la percentuale consigliata di spazio da riservare all'overprovisioning.
Linea 53: Linea 85:
[Consigliato in passato, ora i sistemi allineano alla dimensione ottimale di 4096 byte]
Linea 55: Linea 86:
== TRIM tramite rc.local ==
[[compilare o eliminare]]
In passato era consigliabile che le partizioni degli SSD fossero correttamente allineate. Oggi tutti gli strumenti dedicati al partizionamento allineano automaticamente le partizioni con settori della dimensione ottimale di 4096 byte, non rendendo quindi necessaria alcuna altra operazione.
Linea 58: Linea 88:
== TRIM tramite discard ==
Un metodo molto utilizzato in passato era di abilitare il TRIM automatico aggiungendo l'opzione discard nel file /etc/fstab.
= Azioni potenzialmente dannose =
Linea 61: Linea 90:
Anche se apparentemente efficace, questo metodo può causare rallentamenti in quanto obbliga il sistema ad eseguire il TRIM ad ogni eliminazione di file, con un notevole impiego di risorse. <<Anchor(discard)>>
== Opzione discard in /etc/fstab ==
Linea 63: Linea 93:
== Funzione di Preload e Prelink (?) ==
##reperire info!
Un metodo molto utilizzato in passato, oggi non raccomandato, era di abilitare il TRIM automatico aggiungendo l'opzione '''discard''' nel file `/etc/fstab`.
Linea 66: Linea 95:
{{{#!wiki important
Questa procedura potrebbe comportare un maggiore tempo di avvio del sistema operativo.
}}}
Anche se apparentemente efficace, questo metodo risulta non conveniente o addirittura svantaggioso perché:
 * obbliga il sistema ad eseguire il TRIM continuamente e con il sistema avviato, dopo ogni singola eliminazione di file (nella maggior parte dei casi è sufficiente eseguirlo una volta a settimana o al giorno).
 * per il precedente motivo, può causare un notevole impiego di risorse, con frequenti rallentamenti del sistema.
 * nelle versioni recenti di Ubuntu il comando viene già eseguito gestito automaticamente da '''systemd'''.
Linea 70: Linea 100:
Attivare le funzionalità di '''Preload''' e '''Prelink''' per velocizzare l'apertura dei programmi:
  0. [[AmministrazioneSistema/InstallareProgrammi|Installare]], se non presenti, i pacchetti [[apt://preload|preload]] e [[apt://prelink|prelink]].
  0. Aprire con i [[AmministrazioneSistema/PrivilegiDiAmministrazione/Sudo|privilegi di amministrazione]] e con un [[Ufficio/EditorDiTesto|editor di testo]] il file `/etc/default/prelink`.
  0. Sostituire la stringa:{{{
PRELINKING=unknown
}}} con:{{{
PRELINKING=yes
}}}
  0. Salvare le modifiche e chiudere il file.
== TRIM in /etc/rc.local ==

Una modalità utilizzata in passato era di eseguire il comando '''trim''' all'avvio del sistema, tramite apposita modifica al file `/etc/rc.local`.<<BR>>
Attualmente questa pratica non risulta conveniente in quanto:

 * provoca tempi lunghi di avvio del sistema.
 * esegue poche volte il trim nei computer che rimangono spesso accesi.
 * nelle versioni recenti di Ubuntu il comando viene già eseguito e gestito automaticamente da '''systemd'''.
Linea 82: Linea 111:
L'ibernazione (suspend-to-disk) è una funzionalità che richiede un numero elevato di operazioni di scrittura su disco.
È disabilitata di default nelle versioni recenti di Ubuntu e derivate, ma comunque attivabile dall'utente. Se ne sconsiglia pertanto l'attivazione ai fini di questa guida.
L'[[https://en.wikipedia.org/wiki/Hibernation_(computing)|ibernazione]] (''suspend-to-disk'') è una funzionalità che richiede un numero elevato di operazioni di scrittura su disco.
È disabilitata di default nelle versioni recenti di Ubuntu e derivate, ma rimane comunque attivabile dall'utente. Se ne sconsiglia l'attivazione ai fini di questa guida.
Linea 87: Linea 116:
 * [[https://easylinuxtipsproject.blogspot.com/p/ssd.html#ID1 | Documento originale]]
 * [[https://wiki.archlinux.org/index.php/Solid_State_Drives | Guida TRIM su wiki di Archlinux]]
 * [[https://easylinuxtipsproject.blogspot.com/p/ssd.html | Documento originale]]
 * [[https://wiki.debian.org/SSDOptimization|Wiki Debian
]]
 * [[https://wiki.archlinux.org/index.php/Solid_State_Drives | Wiki Arch]]
Linea 91: Linea 121:
CategoryHomepage CategoryNuoviDocumenti CategoryHardware CategoryAmministrazione


Guida verificata con Ubuntu: 20.04 22.04

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Introduzione

Questa guida contiene dei consigli pratici per Ubuntu e derivate, finalizzati a migliorare le prestazioni e la durata degli SSD (drive a stato solido). Queste unità di memoria sono anche chiamate comunemente (in maniera impropria) dischi a stato solido. Per via delle elevate velocità di lettura e scrittura, si stanno sempre più diffondendo come alternativa ai tradizionali dischi rigidi.

Le indicazioni descritte di seguito sono principalmente volte a ridurre il numero di scritture sul drive che, se elevato, può essere il maggior fattore di rischio per le performance e per il ciclo di vita degli SSD.

Consigli generali

Di seguito sono elencate alcune pratiche utili:

  • Scegliere attentamente l'SSD: in fase di acquisto porre attenzione alle specifiche tecniche. Si raccomanda di considerare non solo le caratteristiche più evidenti (capacità, form factor, modulo, tecnologia SATA o NVMe/PCIe, tipo connettore per lo slot, ecc.), ma anche sigle quali SLC, MLC, TLC, QLC o PLC (che fanno riferimento alla capacità di memorizzazione in bit per ogni cella), scegliendo la tipologia adatta alle proprie esigenze. Infine, quando possibile, preferire SSD di produttori affidabili che rilasciano aggiornamenti firmware, offrono una manualistica adeguata per i loro prodotti, hanno validi canali di supporto ecc.

  • BIOS/UEFI impostato su AHCI: nelle impostazioni SATA assicurarsi che sia impostata la modalità AHCI e non IDE. A seconda dei modelli l'opzione potrebbe essere denominata diversamente oppure essere assente (ad esempio perché abilitata di default nei BIOS più recenti). In caso di dubbi fare riferimento alle istruzioni della propria scheda madre.

  • Firmware aggiornato: assicurarsi che l'SSD abbia l'ultima versione del firmware disponibile; anche in questo caso fare riferimento alle informazioni fornite dal produttore nei canali ufficiali.

  • Filesystem adeguato: selezionare ext4 o Btrfs come filesystem in fase di installazione.

  • Aggiornare frequentemente il sistema: in questo modo potrebbero essere risolti eventuali bug che impediscono il corretto funzionamento di alcuni modelli di SSD con il kernel Linux (ad esempio quelli inseriti dai manutentori in questa blacklist).

  • Macchine virtuali e sistemi in dual boot: in presenza di altri sistemi installati in queste modalità, adottare anche con questi appositi accorgimenti per evitare eccessive scritture sul drive (es.: con Windows evitare di deframmentare il filesystem).

  • Effettuare backup più frequenti: benché privi di parti meccaniche e poco sensibili a colpi e oscillazioni, nonostante negli ultimi anni siano diventati sempre più affidabili e sicuri, gli SSD non sono immuni a guasti e danneggiamenti.
    Gli hard disk meccanici quando iniziano a deteriorarsi mostrano alcuni sintomi riconoscibili, che spesso si manifestano gradualmente: trasferimento di dati lento, impossibilità di aprire file, rumori provenienti dal disco ecc. Ciò permette all'utente di procedere in tempo utile al recupero o al salvataggio dei dati. Al contrario, negli SSD i sintomi potrebbero manifestarsi più repentinamente, non dando il tempo di correre ai ripari. La natura dei sintomi stessi potrebbe ostacolare il salvataggio dei dati: file apparentemente spariti, crash improvvisi, filesystem in sola lettura, impossibilità di eseguire il boot ecc.
    Per questi motivi si consiglia di essere previdenti e di effettuare più frequentemente i consueti backup per evitare perdite di dati.

Di seguito, invece, sono elencate alcune pratiche da evitare:

  • Consultare guide datate: in anni recenti la tecnologia ha permesso di superare quelli che erano i limiti e i difetti dei primi SSD lanciati sul mercato. Pertanto alcuni accorgimenti validi in passato potrebbero essere superflui o addirittura dannosi.

  • Esagerare con gli accorgimenti: negli ultimi anni gli SSD si sono sempre più diffusi e stanno gradualmente sostituendo gli hard disk come disco di sistema (ed anche di archiviazione). Di conseguenza i sistemi operativi hanno introdotto delle funzionalità apposite che rilevano la presenza di un SSD in fase di installazione, applicando particolari impostazioni per ottimizzarne le prestazioni. Perciò, nella maggior parte dei casi, non c'è bisogno da parte dell'utente di eseguire nessuna operazione particolare, se non l'adozione di alcuni piccoli accorgimenti.

Alcuni produttori (Samsung, Crucial e altri) offrono dei software appositi con cui gestire gli SSD, in versioni native per sistemi GNU/Linux, permettendo di eseguire le azioni più comuni (aggiornamento del firmware, gestione di Overprovision e TRIM, lettura dati SMART ecc.). Fare sempre riferimento ai siti e alla manualistica dei produttori.
Qualora questi strumenti siano disponibili solo per Windows, è comunque possibile utilizzarli per specifiche operazioni indipendenti dal sistema operativo (ad esempio per aggiornare il firmware). Ciò è possibile in caso di sistemi in dual boot oppure semplicemente collegando l'SSD ad un computer con Windows.

Abilitare il TRIM

Consultare la guida dedicata.

Accorgimenti per la memoria di swap

Per tutte le procedure e gli accorgimenti consultare questa guida.

Spostare la cache di Firefox nella RAM (facoltativo)

Consultare questa guida.

L'impostazione va eventualmente applicata anche ad altri utenti presenti nel sistema.

Opzioni in /etc/fstab (facoltativo)

Per informazioni sulla modifica del file /etc/fstab e le relative opzioni di montaggio consultare la guida dedicata, se necessario.

  • noatime (ext4 e btrfs): quando il sistema accede a file o directory (sia in lettura che in scrittura) viene aggiornato il valore di atime (access time), ossia relativo agli orari di accesso agli inode presenti sul filesystem. Impostare l'opzione di montaggio noatime nel file /etc/fstab impedisce la funzionalità descritta sopra, riducendo quindi le scritture sul drive.

  • discard=async (btrfs): consigliato per uso server o per chi abbia necessità di liberare blocchi in continuazione; rispetto all'opzione discard comporta maggiore efficienza nell'eliminazione dei blocchi e minore latenza in lettura.

  • compress=zstd:1 (btrfs): per informazioni consultare questa guida.

In fase di installazione con filesystem btrfs il sistema è in grado di riconoscere automaticamente la presenza di un SSD. Viene quindi aggiunta in automatico l'opzione ssd, che racchiude la maggior parte delle ottimizzazioni utili per questo tipo di dispositivi.

Attualmente non è raccomandato l'utilizzo dell'opzione discard. Per maggiori informazioni consultare il paragrafo dedicato.

Accorgimenti superflui

Overprovisioning

L'overprovisioning, in sintesi, è una tecnica che consiste nel riservare una porzione di spazio non allocato alla fine del drive per migliorarne le prestazioni.
Le nuove generazioni di SSD (approssimativamente dal 2014) hanno migliorato le tecnologie e i firmware, pertanto questo accorgimento risulta ormai datato e non più necessario (ad esempio in alcuni modelli lo spazio non allocato è già presente, seppur non accessibile direttamente all'utente).

Per i vecchi modelli è comunque possibile impostare questa funzionalità, se necessario. In tal caso consultare il manuale del prodotto e/o contattare l'assistenza del produttore per conoscere la percentuale consigliata di spazio da riservare all'overprovisioning.

Per informazioni sulle procedure di partizionamento e di ridimensionamento delle partizioni consultare questa guida.

Allineamento delle partizioni

In passato era consigliabile che le partizioni degli SSD fossero correttamente allineate. Oggi tutti gli strumenti dedicati al partizionamento allineano automaticamente le partizioni con settori della dimensione ottimale di 4096 byte, non rendendo quindi necessaria alcuna altra operazione.

Azioni potenzialmente dannose

Opzione discard in /etc/fstab

Un metodo molto utilizzato in passato, oggi non raccomandato, era di abilitare il TRIM automatico aggiungendo l'opzione discard nel file /etc/fstab.

Anche se apparentemente efficace, questo metodo risulta non conveniente o addirittura svantaggioso perché:

  • obbliga il sistema ad eseguire il TRIM continuamente e con il sistema avviato, dopo ogni singola eliminazione di file (nella maggior parte dei casi è sufficiente eseguirlo una volta a settimana o al giorno).
  • per il precedente motivo, può causare un notevole impiego di risorse, con frequenti rallentamenti del sistema.
  • nelle versioni recenti di Ubuntu il comando viene già eseguito gestito automaticamente da systemd.

TRIM in /etc/rc.local

Una modalità utilizzata in passato era di eseguire il comando trim all'avvio del sistema, tramite apposita modifica al file /etc/rc.local.
Attualmente questa pratica non risulta conveniente in quanto:

  • provoca tempi lunghi di avvio del sistema.
  • esegue poche volte il trim nei computer che rimangono spesso accesi.
  • nelle versioni recenti di Ubuntu il comando viene già eseguito e gestito automaticamente da systemd.

Ibernazione

L'ibernazione (suspend-to-disk) è una funzionalità che richiede un numero elevato di operazioni di scrittura su disco. È disabilitata di default nelle versioni recenti di Ubuntu e derivate, ma rimane comunque attivabile dall'utente. Se ne sconsiglia l'attivazione ai fini di questa guida.

Ulteriori risorse


CategoryHardware CategoryAmministrazione