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| #language it [[Indice(depth=2)]] [[Informazioni(forum="http://forum.ubuntu-it.org/index.php/topic,371617.0.html")]] KVM/Networking ##controllare se va bene l'introduzione.... |
#LANGUAGE it <<BR>> <<Indice(depth=2)>> <<Informazioni(forum="http://forum.ubuntu-it.org/viewtopic.php?t=371617"; rilasci="25.10 25.04 24.04 22.04")>> |
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| Esistono pochi metodi per consentire ad una macchina virtuale l'accesso ad una rete esterna. La configurazione predefinita per la rete virtuale è '''usermode networking''', che utilizza il protocollo SLIRP ed il traffico NAT viene dato alla rete esterna per mezzo dell'interfaccia del host. Nel caso non si desiderino accessi ai servizi di rete nella macchina virtuale, saltare il passo successivo. = Configurazione della rete = ##non mi piace molto dal punto di vista dello stile, ma non so come chiamare gli eventuali paragrafi? Per consentire l'accesso diretto di host esterni ai servizi sulla macchina virtuale è necessario configurare un bridge. In questo modo si rende possibile la connessione di interfacce virtuali alla rete esterna attraverso l'interfaccia fisica, rendendola così simile agli host del resto della rete. * Il bridging di rete non funziona quando la scheda di rete (es. eth1, ath0) è di tipo wireless (es. ipw3945), [http://www.linuxfoundation.org/en/Net:Bridge#It_doesn.27t_work_with_my_Wireless_card.21 as most wireless device drivers do not support bridging]! * Una rete bridged non funziona con le impostazioni predefinie. Dal rilascio del kernel 2.6.18 nel settembre 2006, è richiesto il permesso CAP_NET_ADMIN per utilizzare TUN/TAP in rete ([https://bugs.launchpad.net/ubuntu/+source/qemu/+bug/103010 bug #103010]). '''QEMU''' non necessita di essere '''suid root'''. A partire dalla versione di '''Ubuntu 8.10''' è possibile assegnare ai binari qemu questo permesso usando lo strumento '''setcap'''. Installare il pacchetto [apt://libcap2-bin libcap2-bin] per la gestione dei permessi e seguire uno dei seguenti metodi: 0. '''Ubuntu 10.04''' e sucessive. Ciò assegna solamente a specifici utenti la possibilità di disturbare l'intera rete. Da usarsi con cautela. * Assegnare a '''qemu''' il permesso ereditabile CAP_NET_ADMIN digitando il seguente comando in un terminale:{{{ sudo setcap cap_net_admin=ei /usr/bin/qemu-system-* }}} * Installare il modulo PAM del permesso ereditabile digitando il seguente comando in un terminale:{{{ sudo apt-get install libcap2-bin }}} * Modificare con un [:Ufficio/EditorDiTesto:editor di testo] il file `/etc/security/capability.conf` per consentire ad utenti specifici di avere il permesso ereditabile CAP_NET_ADMIN: {{{ cap_net_admin NOME-UTENT-QUI }}} 0. Precedenti a '''Ubuntu 10.04'''. Questo assegna a tutti gli utenti la possibilità di disturbare tutta la rete sul sistema. Da usarsi con estrema cautela. * Assegnare a qemu il permesso CAP_NET_ADMIN digitando il seguente comando in un terminale: {{{ sudo setcap cap_net_admin=ep /usr/bin/qemu-system-* }}} I permessi di filesystem di cui sopra verranno persi ad ogni aggiornamento di '''qemu''', dato che l'impostazione dei permessi di filesystem non è supportata dalla gestione pacchetti di '''Ubuntu''' (vedere [https://wiki.ubuntu.com/Security/FilesystemCapabilties FilesystemCapabilities] per dettagli sugli ostacoli). Per una miglior panoramica sui permessi Linux e QEmu vedere [http://www.friedhoff.org/posixfilecaps.html quanto scritto sopra]. * Usando il bridge di rete, dopo un considerevole volume di dati scambiati (es. durante un rsync) è possibile avere dei problemi di connessione con il client. Per un host/client su '''Ubuntu 8.04''' o '''Ubuntu 8.10''' vedere [#virtio questo paragrafo]. * Un bridge di rete configurato seguendo queste istruzioni non risulterà in virt-manager durante una sessione di gestione remota, vedere [https://bugs.launchpad.net/ubuntu/+source/libvirt/+bug/520386 bug #520386]. == Condivisione semplice di file == È possibile in modo predefinito, abilitando l' '''usermode networking''', con l'opzione da linea di comando:{{{ '-net user' }}} il '''Sistema Operativo ospite''' avrà un indirizzo IP compreso nella gamma che va da «10.0.2.0» a «10.0.2.24» memtre il '''Sistema Operativo host''' sarà raggiungibile all'indirizzo IP «10.0.2.2.». Perciò, si dovrebbe essere in grado di eseguire un SSH al '''Sistema Operativo host''' (al 10.0.2.2) dall'interno del '''Sistema Operativo ospite''' e quindi usare SCP per condividere i file tra i due sistemi. == Creazione di un bridge di rete sul host == [:AmministrazioneSistema/InstallareProgrammi:Installare] il pacchetto [apt://bridge-utils bridge-utils]. Verranno effettuate modifiche alla configurazione di rete[[FootNote(Ciò significa che non si può usare [http://wiki.ubuntu-it.org/InternetRete/ConfigurazioneRete/NetworkManager NetworkManager] per controllare le schede di rete (eth0 per esempio). Se si utilizza [http://wiki.ubuntu-it.org/InternetRete/ConfigurazioneRete/NetworkManager NetworkManager] disabilitarlo o prevenirne il controllo sulle schede di rete. Usare per la configurazione della scheda la medesima usata per la configurazione del bridge di rete (br0 nell'esempio).)]]. Per fare ciò correttamente, bisogna innanzitutto fermare i sistemi di connessione digitando il seguente comando in un terminale[[FootNote(Questo è necessario, per esempio, quando si passa da DHCP ad indirizzo statico: si fermerà il client DHCP che non potrà ripartire se si avrà gia provveduto al cambio della configurazione. se invece il cambiamento avviene remotamente, occorre preparare una nuova configurazione in un file separato, quindi usare uno script per fermare i sistemi di connessione, sostituire la vecchia configurazione con la nuova e riavviarli.)]]: {{{ sudo invoke-rc.d networking stop }}} Se si è su una connessione remota, e non si riesce a fermare i sistemi di connessione, procedere come segue: 0. Modificare con un [:Ufficio/EditorDiTesto:editor di testo] il file `/etc/network/interfaces` e commentare o sostituire l'esistente configurazione impostando i valori della propria rete. * Per configurare un' '''interfaccia bridge''': {{{ auto lo iface lo inet loopback auto eth0 iface eth0 inet manual auto br0 iface br0 inet static address 192.168.0.10 network 192.168.0.0 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255 gateway 192.168.0.1 bridge_ports eth0 bridge_stp off bridge_fd 0 bridge_maxwait 0 }}} * Per usare '''DHCP''':{{{ auto lo iface lo inet loopback auto eth0 iface eth0 inet manual auto br0 iface br0 inet dhcp bridge_ports eth0 bridge_stp off bridge_fd 0 bridge_maxwait 0 }}} Questo creerà un interfaccia virtuale '''br0'''. 0. Digitate all'interno di una finestra di terminale questo comando alla fine delle operazioni:{{{ sudo invoke-rc.d networking restart }}} 0. Riavviare i sistemi di connessione digitando in una finestra di terminale il seguente comando:{{{ sudo /etc/init.d/networking restart }}} ||<tablestyle="text-align: justify; width:100%;" style="border:none;" 5%>[[Immagine(Icone/Piccole/warning.png,,center)]] ||<style="padding:0.5em; border:none;">'''Se viene commesso un errore non sarà possibile il ripristino.'''|| == Configurare ubuntu-vm-builder per creare ospiti bridged predefiniti == ||<tablestyle="text-align: justify; width:100%;" style="border:none;" 5%>[[Immagine(Icone/Piccole/note.png,,center)]] ||<style="padding:0.5em; border:none;">''Questo è sviluppato per dare l'etichetta '''--bridge=br0''' ad '''ubuntu-vm-builder''' in '''Ubuntu 9.10'''.''|| Le macchine virtuali sono definite in file `XML`; ''ubuntu-vm-builder'', lo strumento usato per costruire '''VMs''', si basa sul file sagoma `/etc/vmbuilder/libvirt/libvirtxml.tmpl`. In '''Ubuntu 8.10''' questo file è `/usr/share/ubuntu-vm-builder/templates/libvirt.tmpl`. * Aprire con un [:Ufficio/EditorDiTesto:editor di testo] il suddetto file e modificare le seguenti righe:{{{ <interface type='network'> |
Questa guida illustra i metodi per configurare l'accesso di una macchina virtuale KVM a una rete esterna. La configurazione predefinita per la rete virtuale è il '''networking in usermode (NAT)''', che utilizza il protocollo SLIRP e il traffico NAT viene instradato alla rete esterna attraverso l'interfaccia dell'host. Se non si necessita di accessi diretti ai servizi di rete sulla macchina virtuale dall'esterno, la configurazione predefinita è sufficiente. Per consentire l'accesso diretto di host esterni ai servizi sulla macchina virtuale (ad esempio, per un server web o un servizio SSH sulla VM), è necessario configurare un bridge di rete sull'host. In questo modo si rende possibile la connessione delle interfacce virtuali alla rete esterna attraverso l'interfaccia fisica, rendendo le VM simili agli host del resto della rete fisica. {{{#!wiki important Il bridging di rete '''non funziona''' quando la scheda di rete fisica (es. wlan0) è di tipo wireless. La maggior parte dei driver di dispositivi wireless non supporta il bridging diretto. }}} {{{#!wiki note I permessi speciali per '''qemu-system-*''' tramite setcup menzionati in vecchie guide non sono più necessari né raccomandati con le moderne configurazioni di '''libvirt''' su Ubuntu 22.04. L'accesso a '''KVM''' è gestito tramite il demone '''libvirtd'''` e l'appartenenza al gruppo '''libvirt'''. }}} {{{#!wiki note Un bridge di rete configurato manualmente seguendo queste istruzioni potrebbe non essere sempre visibile automaticamente in '''virt-manager''' durante una sessione di gestione remota se non è correttamente integrato con le configurazioni di '''libvirt'''. Tuttavia, per la gestione locale, '''virt-manager''' rileverà i bridge configurati tramite '''Netplan'''. }}} = Condivisione file semplice = Lo '''usermode networking''' (NAT) abilitato di default o con l'opzione da linea di comando `-net user`, permette una facile condivisione di file. * '''Sistema Operativo ospite''': avrà un indirizzo IP compreso fra '''10.0.2.0''' a '''10.0.2.24'''. * '''Sistema Operativo host''': raggiungibile all'indirizzo IP '''10.0.2.2'''. Dovrebbe essere possibile eseguire un SSH al '''Sistema Operativo host''' (al 10.0.2.2) dall'interno del '''Sistema Operativo ospite''' e quindi usare SCP per condividere i file tra i due sistemi. = Configurazione Libvirt per il bridge = Una volta che il bridge '''br0''' è attivo sull'host, è possibile configurare le macchine virtuali per utilizzarlo. == Creazione nuove VM con virt-manager == 0. Creando una nuova macchina virtuale tramite '''virt-manager''' (interfaccia grafica), selezionare '''Rete di tipo bridge''' nella fase di configurazione della rete. 0. Scegliere '''br0''' dall'elenco. == Modifica VM esistenti con virt-manager == 0. Selezionare la VM desiderata in '''virt-manager'''. 0. Fare clic prima su '''Apri''' per la console e quindi sull'icona delle informazioni ('''i''') per accedere ai dettagli hardware. 0. Selezionare l'interfaccia di rete virtuale. Cambiare il '''Source mode''' in '''Bridge''' e selezionare '''br0''' come '''Source device'''. == Modifica VM esistenti con virsh edit == 0. Per utenti avanzati è possibile modificare i parametri '''XML''' della VM con il comando da [[AmministrazioneSistema/Terminale|terminale]]:{{{ virsh edit [nome_della_vm] }}} 0. Individuare la sezione `interface type='network'` e modificarla in `interface type='bridge'` assicurandosi che `source` punti al bridge `br0`.<<BR>>Prima:{{{ <interface type='network'> <mac address='52:54:00:xx:yy:zz'/> |
| Linea 131: | Linea 58: |
| <model type='virtio'/> <address type='pci' domain='0x0000' bus='0x01' slot='0x00' function='0x0'/> |
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| Linea 132: | Linea 61: |
| }}} in:{{{ <interface type='bridge'> |
}}}Dopo:{{{ <interface type='bridge'> <mac address='52:54:00:xx:yy:zz'/> |
| Linea 137: | Linea 65: |
| <model type='virtio'/> <address type='pci' domain='0x0000' bus='0x01' slot='0x00' function='0x0'/> |
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| * Salvare e chiudere il file appena modificato. == Generazione di un KVM MAC == Se si stanno gestendo ospiti tramite linea di comando, il seguente script sarà di aiuto per la generazione di indirizzi MAC casuali. Se viene restituito un errore inerente 'rl', installare il pacchetto 'randomize-lines'. {{{ #!/bin/sh echo -n "54:52:00" for i in 1 2 3; do echo -n ":" for j in 1 2; do for k in 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 A B C D E F; do echo $k done|rl|sed -n 1p done|while read m; do echo -n $m done done echo }}} == Conversione di un ospite esistente == Se è già stata pecedentemente creata una VMs,è possibile consentirgli l'utilizzo dei sistemi di connessione bridged cambiando la definizione XMLI (in /etc/libvirt/qemu/) per l'interfaccia di rete, variando l'indirizzo MAC come si preferisce da: {{{ <interface type='network'> <mac address='00:11:22:33:44:55'/> <source network='default'/> </interface> }}} a: {{{ <interface type='bridge'> <mac address='00:11:22:33:44:55'/> <source bridge='br0'/> </interface> }}} '''Nota: Verificare che il primo ottetto nell'indirizzo MAC sia EVEN (es. 00:)''' dato che indirizzi MAC con ODD first-bytes (es. 01:) sono riservati a comunicazioni multicast e possono creare problemi. Per istanza, l'ospite potrà ricevere pacchetti ARP e replicare, ma le repliche confonderannole altre macchine. Non è un difetto di KVM, ma è semplicemente dovuto al modo in cui funziona ethernet. Non è necessario riavviare libvirtd per ricaricare i cambiamenti; il modo più semplice è autenticarsi in virsh (uno strumento a linea di comando per la gestione di VMs), fermare la VM, rileggerne il file di configurazione, e riavviare la VM: {{{ yhamon@paris:/etc/libvirt/qemu$ ls mirror.xml networks vm2.xml yhamon@paris:/etc/libvirt/qemu$ virsh --connect qemu:///system Connecting to uri: qemu:///system Welcome to virsh, the virtualization interactive terminal. Type: 'help' for help with commands 'quit' to quit virsh # list Id Name State ---------------------------------- 10 vm2 running 15 mirror running virsh # shutdown mirror Domain mirror is being shutdown virsh # define mirror.xml Domain mirror defined from mirror.xml virsh # start mirror Domain mirror started }}} Il "mirror" VM sta ora usando sistemi di connessione bridged. == DNS e DHCP ospiti == libvirt usa dnsmasq per fornire indirizzi IP ad ospiti configurati per l'uso di DHCP. Se nella macchina host, viene aggiunto 192.168.122.1 (l'indirizzo IP prestabilito per l'host in libvirt) come primo nameserver in /etc/resolv.conf, quindi è possibile risolvere il nome degli ospiti. dnsmasq è abbastanza intelligente da usare altri 'nameserver' in /etc/resolv.conf per risolvere indirizzi non-libvirt. Per esempio, attualmente /etc/resolv.conf è:{{{ |
{{{#!wiki note Assicurarsi che il primo ottetto nell'indirizzo '''MAC''' sia pari (es. `00:`, `02:`). Indirizzi '''MAC''' con il primo ottetto dispari (es. `01`:) sono riservati a comunicazioni '''multicast''' e possono causare problemi di rete (ad esempio, le repliche '''ARP''' possono confondere altre macchine sulla rete). È una limitazione dello standard Ethernet non un difetto di '''KVM'''. Se si modifica il '''MAC''' manualmente è consigliabile generarlo in modo casuale (vedi [[#casuale|paragrafo]]) assicurandosi che rispetti questo requisito. }}} <<Anchor(casuale)>> = Generazione KVM MAC casuale = Per generare un indirizzo '''MAC casuale''' da assegnare a una VM assicurandosi che il primo ottetto sia pari, digitare ad esempio il comando:{{{ printf '52:54:00:%02x:%02x:%02x\n' $[ RANDOM % 256 ] $[ RANDOM % 256 ] $[ RANDOM % 256 ] }}} Questo comando genererà un MAC address che inizia con `52:54:00` che è il prefisso standard per le schede di rete '''QEMU/KVM''' e assicura che il primo ottetto sia pari (`52`). = DNS e DHCP ospiti = '''Libvirt''' utilizza '''dnsmasq''' per fornire indirizzi IP agli ospiti configurati per l'utilizzo di '''DHCP'''. Seguono alcuni esempi per consentire la risoluzione dei nomi degli ospiti dalla macchina host. Se nella macchina host viene aggiunto '''192.168.122.1''' (l'indirizzo IP predefinito per l'host nella rete NAT di '''libvirt''') come primo nameserver in `/etc/resolv.conf` è possibile risolvere il nome degli ospiti. '''Dnsmasq''' è in grado di utilizzare altri nameserver in `/etc/resolv.conf` per risolvere indirizzi ''non-libvirt''.<<BR>> Ad esempio se attualmente `/etc/resolv.conf` è:{{{ |
| Linea 214: | Linea 91: |
Cambiandolo può diventare:{{{ |
modificandolo può diventare:{{{ |
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Se, per esempio, il nome della macchina virtuale è 'hardy-amd64', dopo l'avvio, è possibile fare: {{{ $ host hardy-amd64 hardy-amd64 has address <IP address given by dnsmasq> }}} Notare che usando ssh è necessario usare '.' dopo il nome dell'host:{{{ $ ssh hardy-amd64. }}} infine, perchè tutto funzioni, l'ospite deve inviare il suo hostname come parte della richiesta dhcp. Su molti sistemi operativi ciò avviene automaticamente. Ove ciò non avviene oppure è in uso dhcp3 è possibile impostare il file dhclient.conf. per esempio, su Ubuntu 6.06 LTS (Dapper), impostare /etc/dhcp3/dhclient.conf per avere:{{{ send host-name "<hostname dell'ospite>"; }}} '''IMPORTANTE:''' A seconda della configurazione di rete, il file /etc/resolv.conf del host potrebbe essere periodicamente sovrascritto. é necessario quindi o impostare il server dhcp della rete per fornire il nome server aggiuntivo a libvirt per gli host di libvirt, oppure regolare di conseguenza ogni macchina.Siccome sono possibili molteplici configurazioni per macchine host, è reccomandabile vedere {{{resolvconf}}} e/o {{{man interfaces}}}. == Avvio da rete usando PXE == Il corrente rilascio di Ubuntu non contiene il binario PXE. Tuttavia esiste un modo per automatizzare la creazione di questi file come parte di un pacchetto. Per poter usare boot -n, è necessario scaricare o creare le appropriate immagini ROM da [http://etherboot.org etherboot.org] KVM e QEMU possono emulare vearie schede di rete. Quì sono elencati gli attuali file ROM. || 'KVM Name' ''nic,model='' |||| 'Etherboot Identification' |||| 'Etherboot Filename' |||| 'KVM filename' || || i82551 |||| |||| |||| pxe-i82551.bin|| || i82557b |||| |||| |||| pxe-i82557b.bin || || i82559er |||| |||| |||| pxe-i82559er.bin || || ne2k_pci (default) |||| ns8390:rtl8029 -- [10ec,8029] |||| gpxe-0.9.3-rtl8029.rom |||| pxe-ne2k_pci.bin || || ne2k_isa |||| |||| |||| pxe-ne2k_isa.bin || || pcnet |||| |||| |||| pxe-pcnet.bin || || rtl8139 |||| |||| |||| pxe-rtl8139.bin || || e1000 |||| ((e1000:e1000-0x1026 -- [8086,1026])) |||| gpxe-0.9.3-e1000-0x1026.rom |||| pxe-e1000.bin || || smc91c111 |||| |||| |||| pxe-smc91c111.bin || || lance |||| |||| |||| pxe-lance.bin || || mcf_fec |||| |||| |||| pxe-mcf_fec.bin || Copiare il rispettivo file in /usr/share/kvm e/oppure /usr/share/qemu. [[Anchor(virtio)]] == Utilizzo di virtio per ospiti Ubuntu Hardy/Intrepid o Windows == Per ospiti Windows seguire [http://www.linux-kvm.com/content/tip-how-setup-windows-guest-paravirtual-network-drivers queste] istruzioni. È probabile che le prestazioni della rete siano relativamente inferiori (appros. 100/120mbits). Se si sta usando Ubuntu Hardy o Intrepid, è possibile abilitare virtio. Andare nel file della definizione della VM, ed aggiungere la linea di virtio alla definizione dell'interfaccia di rete: {{{ <interface type='bridge'> <mac address='52:54:00:a0:41:92'/> |
Se il nome della macchina virtuale è '''hardy-amd64''', dopo l'avvio è possibile fare:{{{ host hardy-amd64 }}}che dovrebbe restituire l'indirizzo IP assegnato da '''dnsmasq'''. Notare che usando ssh potrebbe essere necessario aggiungere un punto finale dopo il nome dell'host:{{{ ssh hardy-amd64 }}} Perché tutto funzioni l'ospite deve inviare il proprio hostname come parte della richiesta DHCP. Su molti sistemi operativi ciò avviene automaticamente. Ove ciò non avviene è possibile configurare il client DHCP dell'ospite. Ad esempio con '''dhclient''' è possibile impostare il file `dhclient.conf` (`/etc/dhcp/dhclient.conf` oppure `/etc/dhcp3/dhclient.conf` su sistemi più vecchi) per avere:{{{ send host-name "<hostname_dell_ospite>"; }}} {{{#!wiki note A seconda della configurazione di rete dell'host (specialmente con '''!NetworkManager''' o '''systemd-resolved'''), il file `/etc/resolv.conf` dell'host potrebbe essere periodicamente sovrascritto. È necessario impostare il server DHCP della rete per fornire il nome server aggiuntivo per gli host di '''libvirt''' oppure configurare `systemd-resolved` (su sistemi moderni) o `resolvconf` per mantenere l'impostazione. }}} = Avvio da rete con PXE = L'avvio '''P'''reboot E'''x'''ecution '''E'''nvironment (PXE) permette alle macchine virtuali di avviarsi da una rete invece che da un disco locale o ISO. '''KVM''' e '''[[Virtualizzazione/Qemu|QEMU]]''' possono emulare varie schede di rete e supportano l'avvio PXE. Per abilitare l'avvio PXE per una VM: 0. assicurarsi che l'emulazione della scheda di rete sia compatibile con PXE. Molti modelli moderni ('''e1000''', '''virtio''', '''rtl8139''') supportano PXE. 0. Configurare il server '''DHCP/PXE''' sulla rete. Un server DHCP sulla stessa rete del bridge '''br0''' (o della rete NAT se configurata) deve essere configurato per fornire i file di boot PXE. 0. Abilitare l'avvio PXE nella configurazione della VM. Tramite '''virt-manager''' durante la creazione o la modifica di una VM è possibile configurare l'ordine di boot e selezionare '''Network boot (PXE)'''.<<BR>>Se si modifica il file XML della VM tramite '''virsh edit''', la sezione di boot dovrebbe includere `order='network'` per l'interfaccia desiderata:{{{ <os> <type arch='x86_64' machine='pc-q35-6.2'>hvm</type> <boot dev='network'/> <!-- Abilita l'avvio da rete --> <boot dev='hd'/> </os> }}} Oppure, per un controllo più granulare sull'interfaccia specifica:{{{ <interface type='bridge'> <mac address='52:54:00:xx:yy:zz'/> <source bridge='br0'/> <model type='e1000'/> <boot order='1'/> <!-- imposta questa interfaccia come prima per il boot --> </interface> <interface type='bridge'> ... <boot order='2'/> </interface> }}} {{{#!wiki note L'elenco dei file ROM di '''Etherboot''' per specifici modelli di schede di rete (''pxe-i82551.bin'', ecc.) è una pratica più vecchia, spesso associata a '''QEMU''' standalone. Con '''libvirt''' l'avvio PXE è gestito più ad alto livello e non richiede la manipolazione manuale di questi file ROM nella maggior parte dei casi. '''libvirt''' si occupa dell'integrazione con il firmware virtuale ('''SeaBIOS''' o '''OVMF''') che gestisce l'avvio di rete. }}} <<Anchor(virtio)>> = Virtio per prestazioni rete ottimali = Per ottenere le migliori prestazioni di rete all'interno delle macchine virtuali è fortemente raccomandato l'utilizzo dei driver para-virtualizzati '''Virtio'''. Questi driver riducono il sovraccarico di emulazione hardware e aumentano significativamente la velocità migliorando le prestazioni della rete di un fattore significativo (spesso 10x o più) e correggendo i problemi di perdita di connessione o lentezza che potevano verificarsi con le emulazioni hardware complete. * '''Per ospiti Linux''': i kernel Linux moderni (da Ubuntu 8.04 in poi) hanno i driver '''Virtio''' già integrati. L'abilitazione di '''Virtio''' nella configurazione della VM è sufficiente. * '''Per ospiti Windows''': è necessario installare i '''Virtio-drivers''' all'interno della macchina virtuale Windows. Questi driver sono solitamente forniti come un'immagine ISO scaricabile (spesso chiamata `virtio-win.iso`) da siti come '''Fedora Koji'''. Dopo aver avviato la VM Windows occorre montare la ISO e installare i driver appropriati. == Abilitare Virtio in una VM == * '''Tramite virt-manager''': modificare i dettagli hardware della VM, selezionare l'interfaccia di rete e cambiare il '''Model device''' (o '''Tipo di modello''') in '''virtio'''. * '''Tramite virsh edit''': modificare il file XML della VM e aggiungere o modificare la linea `<model type='virtio'/>` all'interno della sezione dell'interfaccia di rete:{{{ <interface type='bridge'> <mac address='52:54:00:xx:yy:zz'/> |
| Linea 268: | Linea 155: |
| <model type='virtio'/> <-- add this line, leave the rest | <model type='virtio'/> <!-- Aggiungere o modificare questa linea --> |
| Linea 270: | Linea 157: |
| }}} Oppure, se si sta usando KVM da linea di comando, aggiungere l'opzione: {{{ -net nic,model=virtio -net user }}} Questo migliora le prestazioni della rete di molto (fattore 10, quasi). Ma per il momeento ciò è possibile solo con ospiti Ubuntu Hardy or Intrepid, ed è il motivo per cui non è pedefinito. Notare che ciò corregge il problema di perdita di connessione precedentemente riferito. == Utilizzo di nics multipli con sottoreti multiple cioè vlans == È possibile avere alcuni problemi di connettività dell'host su KVM quando si usano multipli nics, ognuno sulla propria sottorete/vlan (instadamenti multipli predefiniti?). Le autenticazioni SSH (all'host KVM) impiegherebbero molto tempo e la connettività potrebbe essere tagliata durante il riavvio dell'interfaccia di rete facendo sessioni ssh e virt-manager le connessioni cadono. Ma nel caso si necessitino multipli nics, ognuno deve essere su una sottorete separata (vlan).Ogni nic viene quindi dedicato a una specifica VM sull'host KVM. La VM viene quindi connessa alla rete usando un dispositivo bridge. Non vengono segnalati problemi di connettività con KVM ospite, solamente con KVM Host. Il problema è stato risolto usando la seguente configurazione in /etc/network/interfaces sulla KVM host. Nota: Assicurarsi che il SO ospite carichi i giusti drivers di rete. Rimuovere i moduli di rete 8139 e 8139cp, quindi modprobe 8139cp. {{{ # This file describes the network interfaces available on your system # and how to activate them. For more information, see interfaces(5). # The loopback network interface auto lo iface lo inet loopback auto eth0 iface eth0 inet dhcp metric 0 ################### auto eth1 iface eth1 inet manual auto br1 iface br1 inet dhcp bridge_ports eth1 bridge_stp off bridge_fd 0 bridge_maxwait 0 metric 1 ################### auto eth2 iface eth2 inet manual auto br2 iface br2 inet dhcp bridge_ports eth2 bridge_stp off bridge_fd 0 bridge_maxwait 0 metric 1 ################### # add more ethN and brN as needed }}} |
}}}Oppure, se si gestisce KVM da linea di comando senza '''libvirt''', l'opzione QEMU è:{{{ -net nic,model=virtio ... }}} = NIC multipli con sottoreti/VLAN multiple = È possibile configurare più interfacce di rete virtuali per una VM connettendo ciascuna a sottoreti o VLAN separate sull'host. Questo è utile per scenari complessi come router virtuali, firewall o host con servizi su reti isolate.<<BR>> Se si necessitano più NIC, ciascuno deve essere su una sottorete separata (o VLAN). Ogni NIC viene quindi dedicato a una specifica VM o configurazione di rete sull'host '''KVM'''. La VM viene connessa alla rete utilizzando un dispositivo bridge. I problemi di connettività dell'host '''KVM''' menzionati in passato (come lentezza nelle autenticazioni SSH o cadute di connessione) erano spesso legati a configurazioni errate di routing multiplo o di bridge. Con '''Netplan''' e una configurazione corretta questi problemi sono meno comuni.<<BR>> Segue quindi un esempio di configurazione tramite '''Netplan''' per NIC multipli con bridge. Assumendo di avere due interfacce fisiche '''enp0s31f6''' e '''enp0s31f7''' che si desidera dedicare a bridge separati '''br0''' e '''br1''':{{{ network: ethernets: enp0s31f6: dhcp4: no dhcp6: no enp0s31f7: dhcp4: no dhcp6: no bridges: br0: interfaces: [enp0s31f6] dhcp4: yes # Questo bridge otterrà un IP per l'host e le VM su questa rete parameters: stp: true forward-delay: 0 br1: interfaces: [enp0s31f7] dhcp4: no # Questo bridge potrebbe non necessitare di un IP sull'host, solo per le VM parameters: stp: true forward-delay: 0 version: 2 }}} In questo esempio '''br0''' potrebbe essere utilizzato per la rete principale dell'host e alcune VM, mentre '''br1''' potrebbe essere dedicato esclusivamente a VM specifiche o a una sottorete isolata. Le metriche di routing predefinite di '''Netplan''' dovrebbero gestire correttamente l'instradamento se l'host necessita di accedere a entrambe le reti. {{{#!wiki tip Assicurarsi che il Sistema Operativo ospite carichi i giusti driver di rete (preferibilmente '''Virtio'''). }}} |
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| * [https://help.ubuntu.com/community/KVM/Networking Documento originale] | * [[https://help.ubuntu.com/community/KVM/Networking|Documento originale su wiki Ubuntu internazionate]] * [[https://libvirt.org/|Sito ufficiale di Libvirt]] * [[https://qemu.org/|Sito ufficiale di QEMU]] * [[https://netplan.io/|Sito ufficiale di Netplan]] |
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Guida verificata con Ubuntu: 22.04 24.04 25.04 25.10
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Introduzione
Questa guida illustra i metodi per configurare l'accesso di una macchina virtuale KVM a una rete esterna. La configurazione predefinita per la rete virtuale è il networking in usermode (NAT), che utilizza il protocollo SLIRP e il traffico NAT viene instradato alla rete esterna attraverso l'interfaccia dell'host. Se non si necessita di accessi diretti ai servizi di rete sulla macchina virtuale dall'esterno, la configurazione predefinita è sufficiente.
Per consentire l'accesso diretto di host esterni ai servizi sulla macchina virtuale (ad esempio, per un server web o un servizio SSH sulla VM), è necessario configurare un bridge di rete sull'host. In questo modo si rende possibile la connessione delle interfacce virtuali alla rete esterna attraverso l'interfaccia fisica, rendendo le VM simili agli host del resto della rete fisica.
Il bridging di rete non funziona quando la scheda di rete fisica (es. wlan0) è di tipo wireless. La maggior parte dei driver di dispositivi wireless non supporta il bridging diretto.
I permessi speciali per qemu-system-* tramite setcup menzionati in vecchie guide non sono più necessari né raccomandati con le moderne configurazioni di libvirt su Ubuntu 22.04. L'accesso a KVM è gestito tramite il demone libvirtd` e l'appartenenza al gruppo libvirt.
Un bridge di rete configurato manualmente seguendo queste istruzioni potrebbe non essere sempre visibile automaticamente in virt-manager durante una sessione di gestione remota se non è correttamente integrato con le configurazioni di libvirt. Tuttavia, per la gestione locale, virt-manager rileverà i bridge configurati tramite Netplan.
Condivisione file semplice
Lo usermode networking (NAT) abilitato di default o con l'opzione da linea di comando -net user, permette una facile condivisione di file.
Sistema Operativo ospite: avrà un indirizzo IP compreso fra 10.0.2.0 a 10.0.2.24.
Sistema Operativo host: raggiungibile all'indirizzo IP 10.0.2.2.
Dovrebbe essere possibile eseguire un SSH al Sistema Operativo host (al 10.0.2.2) dall'interno del Sistema Operativo ospite e quindi usare SCP per condividere i file tra i due sistemi.
Configurazione Libvirt per il bridge
Una volta che il bridge br0 è attivo sull'host, è possibile configurare le macchine virtuali per utilizzarlo.
Creazione nuove VM con virt-manager
Creando una nuova macchina virtuale tramite virt-manager (interfaccia grafica), selezionare Rete di tipo bridge nella fase di configurazione della rete.
Scegliere br0 dall'elenco.
Modifica VM esistenti con virt-manager
Selezionare la VM desiderata in virt-manager.
Fare clic prima su Apri per la console e quindi sull'icona delle informazioni (i) per accedere ai dettagli hardware.
Selezionare l'interfaccia di rete virtuale. Cambiare il Source mode in Bridge e selezionare br0 come Source device.
Modifica VM esistenti con virsh edit
Per utenti avanzati è possibile modificare i parametri XML della VM con il comando da terminale:
virsh edit [nome_della_vm]
Individuare la sezione interface type='network' e modificarla in interface type='bridge' assicurandosi che source punti al bridge br0.
Prima:<interface type='network'> <mac address='52:54:00:xx:yy:zz'/> <source network='default'/> <model type='virtio'/> <address type='pci' domain='0x0000' bus='0x01' slot='0x00' function='0x0'/> </interface>Dopo:
<interface type='bridge'> <mac address='52:54:00:xx:yy:zz'/> <source bridge='br0'/> <model type='virtio'/> <address type='pci' domain='0x0000' bus='0x01' slot='0x00' function='0x0'/> </interface>Assicurarsi che il primo ottetto nell'indirizzo MAC sia pari (es. 00:, 02:). Indirizzi MAC con il primo ottetto dispari (es. 01:) sono riservati a comunicazioni multicast e possono causare problemi di rete (ad esempio, le repliche ARP possono confondere altre macchine sulla rete). È una limitazione dello standard Ethernet non un difetto di KVM. Se si modifica il MAC manualmente è consigliabile generarlo in modo casuale (vedi paragrafo) assicurandosi che rispetti questo requisito.
Generazione KVM MAC casuale
Per generare un indirizzo MAC casuale da assegnare a una VM assicurandosi che il primo ottetto sia pari, digitare ad esempio il comando:
printf '52:54:00:%02x:%02x:%02x\n' $[ RANDOM % 256 ] $[ RANDOM % 256 ] $[ RANDOM % 256 ]
Questo comando genererà un MAC address che inizia con 52:54:00 che è il prefisso standard per le schede di rete QEMU/KVM e assicura che il primo ottetto sia pari (52).
DNS e DHCP ospiti
Libvirt utilizza dnsmasq per fornire indirizzi IP agli ospiti configurati per l'utilizzo di DHCP. Seguono alcuni esempi per consentire la risoluzione dei nomi degli ospiti dalla macchina host.
Se nella macchina host viene aggiunto 192.168.122.1 (l'indirizzo IP predefinito per l'host nella rete NAT di libvirt) come primo nameserver in /etc/resolv.conf è possibile risolvere il nome degli ospiti. Dnsmasq è in grado di utilizzare altri nameserver in /etc/resolv.conf per risolvere indirizzi non-libvirt.
Ad esempio se attualmente /etc/resolv.conf è:
search example.com nameserver 10.0.0.1
modificandolo può diventare:
search example.com nameserver 192.168.122.1 nameserver 10.0.0.1
Se il nome della macchina virtuale è hardy-amd64, dopo l'avvio è possibile fare:
host hardy-amd64
che dovrebbe restituire l'indirizzo IP assegnato da dnsmasq. Notare che usando ssh potrebbe essere necessario aggiungere un punto finale dopo il nome dell'host:
ssh hardy-amd64
Perché tutto funzioni l'ospite deve inviare il proprio hostname come parte della richiesta DHCP. Su molti sistemi operativi ciò avviene automaticamente. Ove ciò non avviene è possibile configurare il client DHCP dell'ospite. Ad esempio con dhclient è possibile impostare il file dhclient.conf (/etc/dhcp/dhclient.conf oppure /etc/dhcp3/dhclient.conf su sistemi più vecchi) per avere:
send host-name "<hostname_dell_ospite>";
A seconda della configurazione di rete dell'host (specialmente con NetworkManager o systemd-resolved), il file /etc/resolv.conf dell'host potrebbe essere periodicamente sovrascritto. È necessario impostare il server DHCP della rete per fornire il nome server aggiuntivo per gli host di libvirt oppure configurare systemd-resolved (su sistemi moderni) o resolvconf per mantenere l'impostazione.
Avvio da rete con PXE
L'avvio Preboot Execution Environment (PXE) permette alle macchine virtuali di avviarsi da una rete invece che da un disco locale o ISO.
KVM e QEMU possono emulare varie schede di rete e supportano l'avvio PXE. Per abilitare l'avvio PXE per una VM:
assicurarsi che l'emulazione della scheda di rete sia compatibile con PXE. Molti modelli moderni (e1000, virtio, rtl8139) supportano PXE.
Configurare il server DHCP/PXE sulla rete. Un server DHCP sulla stessa rete del bridge br0 (o della rete NAT se configurata) deve essere configurato per fornire i file di boot PXE.
Abilitare l'avvio PXE nella configurazione della VM. Tramite virt-manager durante la creazione o la modifica di una VM è possibile configurare l'ordine di boot e selezionare Network boot (PXE).
Se si modifica il file XML della VM tramite virsh edit, la sezione di boot dovrebbe includere order='network' per l'interfaccia desiderata:<os> <type arch='x86_64' machine='pc-q35-6.2'>hvm</type> <boot dev='network'/> <!-- Abilita l'avvio da rete --> <boot dev='hd'/> </os>Oppure, per un controllo più granulare sull'interfaccia specifica:
<interface type='bridge'> <mac address='52:54:00:xx:yy:zz'/> <source bridge='br0'/> <model type='e1000'/> <boot order='1'/> <!-- imposta questa interfaccia come prima per il boot --> </interface> <interface type='bridge'> ... <boot order='2'/> </interface>L'elenco dei file ROM di Etherboot per specifici modelli di schede di rete (pxe-i82551.bin, ecc.) è una pratica più vecchia, spesso associata a QEMU standalone. Con libvirt l'avvio PXE è gestito più ad alto livello e non richiede la manipolazione manuale di questi file ROM nella maggior parte dei casi. libvirt si occupa dell'integrazione con il firmware virtuale (SeaBIOS o OVMF) che gestisce l'avvio di rete.
Virtio per prestazioni rete ottimali
Per ottenere le migliori prestazioni di rete all'interno delle macchine virtuali è fortemente raccomandato l'utilizzo dei driver para-virtualizzati Virtio. Questi driver riducono il sovraccarico di emulazione hardware e aumentano significativamente la velocità migliorando le prestazioni della rete di un fattore significativo (spesso 10x o più) e correggendo i problemi di perdita di connessione o lentezza che potevano verificarsi con le emulazioni hardware complete.
Per ospiti Linux: i kernel Linux moderni (da Ubuntu 8.04 in poi) hanno i driver Virtio già integrati. L'abilitazione di Virtio nella configurazione della VM è sufficiente.
Per ospiti Windows: è necessario installare i Virtio-drivers all'interno della macchina virtuale Windows. Questi driver sono solitamente forniti come un'immagine ISO scaricabile (spesso chiamata virtio-win.iso) da siti come Fedora Koji. Dopo aver avviato la VM Windows occorre montare la ISO e installare i driver appropriati.
Abilitare Virtio in una VM
Tramite virt-manager: modificare i dettagli hardware della VM, selezionare l'interfaccia di rete e cambiare il Model device (o Tipo di modello) in virtio.
Tramite virsh edit: modificare il file XML della VM e aggiungere o modificare la linea <model type='virtio'/> all'interno della sezione dell'interfaccia di rete:
<interface type='bridge'> <mac address='52:54:00:xx:yy:zz'/> <source bridge='br0'/> <model type='virtio'/> <!-- Aggiungere o modificare questa linea --> </interface>Oppure, se si gestisce KVM da linea di comando senza libvirt, l'opzione QEMU è:
-net nic,model=virtio ...
NIC multipli con sottoreti/VLAN multiple
È possibile configurare più interfacce di rete virtuali per una VM connettendo ciascuna a sottoreti o VLAN separate sull'host. Questo è utile per scenari complessi come router virtuali, firewall o host con servizi su reti isolate.
Se si necessitano più NIC, ciascuno deve essere su una sottorete separata (o VLAN). Ogni NIC viene quindi dedicato a una specifica VM o configurazione di rete sull'host KVM. La VM viene connessa alla rete utilizzando un dispositivo bridge.
I problemi di connettività dell'host KVM menzionati in passato (come lentezza nelle autenticazioni SSH o cadute di connessione) erano spesso legati a configurazioni errate di routing multiplo o di bridge. Con Netplan e una configurazione corretta questi problemi sono meno comuni.
Segue quindi un esempio di configurazione tramite Netplan per NIC multipli con bridge.
Assumendo di avere due interfacce fisiche enp0s31f6 e enp0s31f7 che si desidera dedicare a bridge separati br0 e br1:
network:
ethernets:
enp0s31f6:
dhcp4: no
dhcp6: no
enp0s31f7:
dhcp4: no
dhcp6: no
bridges:
br0:
interfaces: [enp0s31f6]
dhcp4: yes # Questo bridge otterrà un IP per l'host e le VM su questa rete
parameters:
stp: true
forward-delay: 0
br1:
interfaces: [enp0s31f7]
dhcp4: no # Questo bridge potrebbe non necessitare di un IP sull'host, solo per le VM
parameters:
stp: true
forward-delay: 0
version: 2In questo esempio br0 potrebbe essere utilizzato per la rete principale dell'host e alcune VM, mentre br1 potrebbe essere dedicato esclusivamente a VM specifiche o a una sottorete isolata. Le metriche di routing predefinite di Netplan dovrebbero gestire correttamente l'instradamento se l'host necessita di accedere a entrambe le reti.
Assicurarsi che il Sistema Operativo ospite carichi i giusti driver di rete (preferibilmente Virtio).
