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Questo è il numero 26 del 2025, riferito alla settimana che va da lunedì 7 luglio a domenica 13 luglio. Per qualsiasi commento, critica o lode, contattaci attraverso la mailing list del gruppo promozione.

Notizie da Ubuntu

Ubuntu cambia il processo di avvio per i Raspberry Pi

Il mondo Raspberry si sta preparando a una piccola grande rivoluzione, grazie alla decisione di Ubuntu di modificare radicalmente il processo di boot sulle proprie immagini dedicate. Questa scelta, possiamo definirla anche novità, segna una svolta tanto attesa da parte di utenti e sviluppatori di tutto il mondo, in quanto finora il meccanismo di avvio di Ubuntu su Raspberry Pi si basava su una particolare struttura di partizioni che separava il bootloader, i firmware e il sistema operativo in modo non sempre trasparente, costringendo spesso a soluzioni di fortuna per troubleshooting avanzati, ripristini manuali o upgrade di componenti critici. Con questo nuovo schema, invece, Ubuntu adotta una partizione di boot unica, accessibile direttamente dall'utente e compatibile sia con Windows sia con altri sistemi operativi, semplificando tutte le operazioni legate a backup, editing dei file di configurazione e personalizzazione del processo di avvio. Chi ha messo mano almeno una volta a tutto ciò capisce che questa scelta non solo riduce il rischio di errori nelle fasi più delicate, ma facilita anche la vita a chi desidera modificare parametri avanzati – come overclock, gestione della GPU, boot da dispositivi esterni o network – senza dover ricorrere a tool di terze parti o procedure complesse. Altro vantaggio da non sottovalutare è la piena interoperabilità con utility e software diffusi nel mondo Raspberry Pi. Proprio a partire dal celebre Raspberry Pi Imager, che ora gestisce ancora meglio le immagini Ubuntu e consente il deploy di configurazioni custom direttamente in fase di scrittura della scheda SD. Dal punto di vista della sicurezza e della trasparenza, questa riorganizzazione permette anche un controllo maggiore su alcuni file chiave, offrendo agli amministratori di sistema strumenti più chiari. Non mancano le novità lato aggiornamenti e manutenzione: il nuovo sistema di boot semplifica la procedura di aggiornamento del firmware e del kernel, riducendo i rischi di corruzione e i tempi di inattività dopo update critici. Il cambiamento segna anche un riavvicinamento tra Ubuntu e le best practice della community Raspberry, migliorando la compatibilità a lungo termine e rendendo il sistema più appetibile sia in ambito educativo sia in progetti professionali, dove la standardizzazione e la semplicità di gestione sono fattori chiave.

Chiunque sia curioso di sperimentare il nuovo approccio tryboot per avviare Ubuntu sul proprio Raspberry Pi può farlo fin da subito. Per partecipare al test, basterà scaricare l’immagine preinstallata quotidiana di Ubuntu 25.10 per Raspberry Pi, disponibile in versione desktop/server, flasharla su una scheda SD di buona qualità e avviarla normalmente su un dispositivo compatibile. Successivamente, occorre aggiungere il PPA di test con il comando:

sudo add-apt-repository ppa:waveform/flash-kernel

e installare il pacchetto sperimentale:

sudo apt install flash-kernel-piboot

Durante l'installazione, il pacchetto flash-kernel aggiornerà il layout della partizione di avvio (tipicamente montata in /boot/firmware) secondo una nuova struttura progettata per aumentare la stabilità:

  • boot/firmware/current - risorse di avvio note come funzionanti

  • /boot/firmware/new - risorse appena installate e non ancora testate

  • /boot/firmware/old versioni precedenti note come stabili, ma superate

Nonostante questa ridondanza apparente, non c'è motivo di preoccuparsi per lo spazio occupato: la cartella old/ viene rimossa automaticamente ogni volta che una nuova versione viene scritta, evitando sprechi sulla microSD, anche da 32 GB. Il team inoltre, sta lavorando anche per assicurare la piena compatibilità del metodo tryboot con strumenti come PINN o NOOBS, utili per gestire l'avvio multiplo di sistemi operativi su Raspberry Pi.

C’è però un piccolo svantaggio: ogni volta che flash-kernel viene eseguito (ad esempio a seguito di un aggiornamento del kernel o della rigenerazione dell'initramfs), al riavvio il sistema eseguirà un doppio boot. Questo potrebbe creare qualche perplessità iniziale (perché ho visto due volte la schermata arcobaleno?), ma serve a garantire che tutto funzioni correttamente. L'avvio, in questi casi, richiederà circa il doppio del tempo, ma, come sottolinea lo sviluppatore Jones, è un prezzo accettabile per una maggiore affidabilità. Chi preferisce evitare i doppi riavvii può eseguire il comando:

sudo piboot-try --reboot

che offre opzioni aggiuntive e una guida per un controllo più diretto sul comportamento di boot. Nel complesso, la procedura, pur essendo relativamente semplice, richiede attenzione, per questo motivo è richiesto a chi volesse testarla di segnalare eventuali bug relativi al pacchetto flash-kernel, qualora non dovesse andare tutto come previsto. Per il resto, buon divertimento!!

Fonte: omgubuntu.co.uk

Canonical protagonista al RISC-V Summit China 2025

Canonical parteciperà nuovamente come sponsor principale al RISC-V Summit China 2025, dal 16 al 18 Luglio, confermando il proprio impegno verso l'architettura RISC-V e presentando i continui progressi di Ubuntu su questa piattaforma emergente. Durante l'evento, il team illustrerà come Ubuntu offra già oggi immagini ottimizzate per RISC-V sia in ambito server sia desktop, sottolineando la compatibilità con board di sviluppo e ambienti cloud, oltre a evidenziare la stretta collaborazione con partner industriali e il contributo attivo agli standard open source. Il summit rappresenterà un'opportunità per mostrare live demo, networking con aziende e community e ribadire che Canonical intende mantenere Ubuntu all'avanguardia anche nel mondo delle architetture alternative. Per maggiori informazioni venite a trovarci allo stand D26 o visitate la pagina principale dell'evento!

Fonte: ubuntu.com

Ubuntu 24.04 riceve un importante aggiornamento

La terza point release di Ubuntu 24.04 LTS “Noble Numbat” è finalmente tra noi. E si annuncia come uno degli aggiornamenti più importanti e attesi dell'anno per chi desidera il perfetto equilibrio tra stabilità e innovazione. Il grande protagonista di questa release è il nuovo kernel Linux 6.8, che porta con sé una ventata di ottimizzazioni e supporto hardware di ultima generazione, pensato per garantire compatibilità immediata con le più recenti piattaforme AMD, Intel e ARM, migliorando performance, sicurezza e reattività anche sulle macchine più recenti. Questo aggiornamento non si limita a risolvere bug o chiudere vulnerabilità, perché con l'introduzione del kernel HWE (Hardware Enablement) permetterà agli utenti di usufruire di tutto il meglio che il team Ubuntu ha da offrire, senza dover attendere il prossimo ciclo di rilascio, portando in dote patch fondamentali per la gestione delle CPU di nuova generazione, un miglioramento sensibile delle performance per i sistemi multicore e una raffica di ottimizzazioni per l'autonomia sui laptop. A brillare in questa point release è presente anche Mesa 25.0.7, l'ultima versione della raccolta di driver grafici open source, che debutta finalmente nei repository ufficiali di Ubuntu 24.04.3, portando con sé importanti correzione di bugfix e una vasta raccolta di miglioramenti per chi utilizza architetture GPU AMD, Intel e NVIDIA. Gli utenti, infatti, potranno beneficiare di un supporto avanzato a Vulkan e OpenGL, che porta con sé una maggiore efficienza e stabilità nei giochi (soprattutto quelli di ultima generazione) e nelle applicazioni 3D. Per concludere, questo aggiornamento si inserisce in un percorso più ampio, che vede Canonical impegnata nel migliorare costantemente la qualità delle LTS, offrendo un sistema operativo sempre più pronto alle sfide del futuro, che si tratti di desktop, server o cloud.

Fonte: omgubuntu.co.uk


Notizie dal Mondo

Mozilla VPN finalmente arriva su Flathub

Dopo alcuni mesi di richieste, attese e sondaggi nei forum della community, Mozilla ha dato il via libera per far abbordare Mozilla VPN su Flathub. L'applicazione, già da tempo disponibile su diverse piattaforme come Windows, macOS, Android e iOS, ora può essere installata facilmente anche su tutte le principali distribuzioni GNU/Linux, grazie al formato Flatpak, portando con sé una ventata d'aria fresca nel panorama delle VPN multipiattaforma, spesso dominato da soluzioni proprietarie o non sempre trasparenti sulle policy di trattamento dei dati. L'approdo di Mozilla VPN su Flathub, e quindi la sua disponibilità diretta per gli utenti Linux, garantisce continuità a chi già si affida a questa soluzione per una navigazione sicura, evitando la necessità di ricorrere ad applicazioni di terze parti, dalle politiche di gestione dei dati spesso poco trasparenti. Mozilla VPN, basata su WireGuard, è un applicazione che si contraddistingue per la sua semplicità d'uso, legato a un'interfaccia pulita e intuitiva e con una politica di raccolta dati minima, in linea con i principi di tutte le applicazioni rilasciate da Mozilla, ovvero: mettere l'utente al centro e garantire sicurezza e anonimato reali anche in un contesto digitale sempre più complesso. Dal punto di vista tecnico, Mozilla VPN si appoggia a server gestiti da Mullvad, tra i provider VPN più rispettati per rigore etico e assenza di log, garantendo così una protezione reale dei dati di navigazione anche contro le analisi più invasive di ISP, tracker pubblicitari e censura di rete. Questa disponibilità permette anche agli utenti meno esperti di abbracciare soluzioni di privacy avanzata, senza dover combattere con dipendenze, configurazioni manuali o documentazioni frammentarie messe a disposizione dalla community. È possibile visitare il sito ufficiale di Mozilla per iscriversi e ottenere maggiori informazioni per quanto riguarda Mozilla VPN, aspetto da non sottovalutare è che il servizio offre un unico piano tariffario: 9,99 dollari al mese, oppure, per chi sceglie la fatturazione annuale anticipata, 4,99 dollari al mese grazie a un'offerta promozionale. Sì, purtroppo non c'è un piano gratuito. Al di là di questo, se sei già abbonato e desideri installare la versione Flatpak, puoi farlo attraverso l’interfaccia grafica del tuo sistema o direttamente da terminale con il comando:

flatpak install flathub org.mozilla.vpn

Una volta completata l'installazione, ti basterà avviare l'applicazione, effettuare l'accesso con le tue credenziali e personalizzare le impostazioni secondo le tue esigenze. Buona navigazione!

Fonte:omgubuntu.co.uk

Il colosso open source Curl svela il suo stato di salute

Quando si parla di strumenti fondamentali per il mondo open source, pochi progetti possono vantare la longevità, la diffusione, l'affidabilità e la stabilità di curl. Che per chi non lo sapesse, è il tool universale per trasferire dati da linea di comando che milioni di utenti, sviluppatori, sysadmin e persino dispositivi embedded utilizzano ogni giorno per testare API, scaricare file, automatizzare task e verificare la connettività delle applicazioni. E proprio perché curl è ormai un vero pilastro invisibile della rete, la pubblicazione dei risultati del sondaggio annuale è diventata un appuntamento imprescindibile, perché offrono uno spaccato unico sulle abitudini, le preferenze e le necessità di chi utilizza questo software ogni giorno. Dati alla mano, emerge che la maggior parte degli utenti sfrutta curl per script automatizzati, test di API REST e debug di servizi web, ma cresce anche la fetta di chi integra curl all'interno di workflow DevOps e pipeline di Continuous Integration, confermando come il comando sia ormai centrale non solo per l'uso occasionale, ma per veri e propri processi di sviluppo industriale.

Interessante notare come la varietà di sistemi operativi sia ancora un punto di forza: se Linux e macOS restano le piattaforme principali, Windows - anche grazie al WSL - recupera terreno. Il sondaggio mette anche in luce un dato di maturità importante: molti utenti si dichiarano interessati a contribuire direttamente allo sviluppo o alla documentazione del progetto, ma dichiarano di essere frenati dalla complessità delle procedure di lavoro o dalla mancanza di tempo, un tema comune legato a molti progetti open source storici (ne abbiamo parlato nel numero della newsletter 2025.025).

Altro aspetto, la sicurezza, rimane una priorità: nonostante curl sia considerato uno degli strumenti più sicuri della sua categoria, gli utenti chiedono maggiore trasparenza sulle policy di disclosure dei bug e segnalano la necessità di mantenere una comunicazione rapida in caso di vulnerabilità critiche, a dimostrazione della crescente attenzione che tutto il settore IT dedica al tema del security by design. Molto apprezzata dalla comunità è la varietà di risorse disponibili - dal sito ufficiale al canale YouTube, dai forum alle community su Mastodon e Reddit - che permettono di affrontare ogni tipo di problema. In definitiva, i risultati evidenziano un software che, pur avendo alle spalle quasi trent'anni di storia, non teme le sfide della modernità e continua a evolversi ascoltando i propri utenti, puntando su semplicità e ancora semplicità.

Fonte: daniel.haxx.se


Aggiornamenti e statistiche

Aggiornamenti di sicurezza

Gli annunci di sicurezza sono consultabili nell'apposita sezione del forum.

Bug riportati

  • Aperti: 143133, +71 rispetto alla scorsa settimana.

  • Critici: 316, +3 rispetto alla scorsa settimana.

  • Nuovi: 73143, +44 rispetto alla scorsa settimana.

È possibile aiutare a migliorare Ubuntu, riportando problemi o malfunzionamenti. Se si desidera collaborare ulteriormente, la Bug Squad ha sempre bisogno di una mano.


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