La newsletter della comunità |
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Questo è il numero 10 del 2025, riferito alla settimana che va da lunedì 17 marzo a domenica 23 marzo. Per qualsiasi commento, critica o lode, contattaci attraverso la mailing list del gruppo promozione.
Notizie da Ubuntu
A breve Ubuntu sarà un po' meno GNU e più Rust
Da tempo si vociferava e, a quanto pare, siamo giunti a una conclusione. Sì, perché Canonical ha recentemente annunciato un cambiamento epocale nel mondo dell'open source: a partire dalla versione 25.10 di Ubuntu, le tradizionali utility GNU saranno sostituite da alternative sviluppate in Rust. Questa decisione rappresenta una svolta significativa, poiché le core utilities, come per esempio ls, cp e rm, costituiscono il nucleo operativo di qualsiasi sistema Unix-like. Originariamente sviluppate dal progetto GNU, queste utility sono state fondamentali per l'ecosistema Linux per decenni. Il progetto U-utils mira a ricreare queste utility utilizzando Rust, offrendo potenziali vantaggi in termini di sicurezza e prestazioni. Nonostante la robustezza delle GNU utility, la loro architettura risale a un'epoca in cui concetti come il multithreading e la protezione della memoria non erano prioritari. Alcuni di voi potrebbero pensare "perché allora non implementare tali funzionalità?" Be', la risposta non è tanto scontata, ma ricordiamo che il linguaggio di programmazione Rust garantisce sicurezza della memoria a livello di compilazione, eliminando vulnerabilità come i buffer overflow. Inoltre, Rust sfrutta al meglio le architetture multi-core moderne. Insomma, ideale per il contesto tecnologico in qui ci troviamo. Inoltre, durante una presentazione al FOSDEM, è stato dimostrato come la versione Rust del comando "sort" sia risultata sei volte più veloce della controparte GNU. Per facilitare la transizione, Canonical ha sviluppato Oxidizer, uno strumento che consente agli utenti di sperimentare le nuove utility Rust, mantenendo la possibilità di tornare alle versioni GNU. Questo approccio graduale permette di testare la compatibilità e familiarizzare con le nuove implementazioni prima che diventino lo standard predefinito. L'installazione di Oxidizer è possibile tramite GitHub o il gestore di pacchetti Cargo di Rust, permettendo di sostituire selettivamente gruppi di utility come coreutils, pudu, findutils e diffutils. Altro aspetto da non sottovalutare riguarda il fatto che le U-utils sono rilasciate sotto licenza MIT, più permissiva rispetto alla GPL utilizzata dal progetto GNU. Questa differenza solleva questioni filosofiche rilevanti, poiché la GPL è progettata per garantire che il software rimanga libero in perpetuo, mentre la licenza MIT permette un uso più flessibile, anche in software proprietari. La transizione di Ubuntu verso Rust potrebbe influenzare altre distribuzioni Linux, spingendole a considerare alternative alle tradizionali GNU coreutils. Questo cambiamento potrebbe segnare l'inizio di una nuova era per i sistemi operativi open source, ridefinendo standard e pratiche consolidate da decenni.
Fonte: theregister.com
Accelerare l'AI con un'infrastruttura di apprendimento automatico tutta open-source
L'evoluzione rapida dell'intelligenza artificiale (IA) richiede infrastrutture robuste e scalabili. Per rispondere a queste esigenze, è stata sviluppata un'architettura di riferimento che sfrutta strumenti open-source e hardware all'avanguardia. Questa soluzione, basata su MicroK8s e Charmed Kubeflow di Canonical, operanti su server Dell e accelerata dai microservizi NIM di NVIDIA, offre un percorso ottimizzato per la gestione dei carichi di lavoro di machine learning. L'obiettivo è fornire a data scientist e ingegneri la capacità di iterare dati più rapidamente, scalare senza problemi e mantenere una sicurezza robusta. Questa architettura rappresenta non solo una guida chiara per avanzare nelle iniziative sull'intelligenza artificiale, ma permette di affrontare le complessità delle implementazioni che avvengono su larga scala. Per questo motivo, la collaborazione tra Canonical e NVIDIA garantisce che l'intero stack software, da Ubuntu Server (Ubuntu Pro) a Charmed Kubeflow, sia ottimizzato per i sistemi certificati NVIDIA, assicurando prestazioni e affidabilità eccezionali, con correzioni di bug accelerate e aggiornamenti di sicurezza tempestivi. Sfruttando questa architettura, le organizzazioni possono accelerare i loro sforzi per l'IA, riducendo il tempo di commercializzazione e ottenendo un vantaggio competitivo. L'uso di strumenti open-source garantisce flessibilità, evitando il lock-in del fornitore e promuovendo un ecosistema di innovazione collaborativa. In conclusione, combinando hardware potente con software open-source ottimizzato, offrendo alle organizzazioni gli strumenti necessari per affrontare le sfide del futuro digitale.
Fonte: ubuntu.com
Fonte: ubuntu.com
Notizie dalla comunità internazionale
Finalmente GNOME 48 è tra noi
Il suo rilascio segna un significativo avanzamento nel panorama degli ambienti desktop per sistemi GNU/Linux. Parliamo, per chi non lo avesse capito, di GNOME 48, denominato "Bengaluru". Questa versione introduce una serie di funzionalità progettate per migliorare l'esperienza utente e l'efficienza del sistema. Una delle novità più rilevanti è l'introduzione del Wellbeing, una funzione di benessere digitale che consente agli utenti di monitorare il tempo trascorso davanti allo schermo: viene visualizzato un grafico che mostra per quanto tempo si utilizza il computer ogni giorno, così è possibile confrontare l'utilizzo attuale con quello dei giorni o delle settimane precedenti. Sono presenti dei limiti giornalieri, con cui è possibile impostare una durata di utilizzo. Quando il limite viene raggiunto, GNOME ricorda e trasforma con una notifica, se impostato, lo schermo in bianco e nero. Per finire, è presente un promemoria per le pause, per cui a schermo compariranno delle notifiche che invitano ad alzarsi, fare stretching o distogliere lo sguardo dallo schermo, in base a una serie di intervalli personalizzabili. Un'altra innovazione significativa e di cui abbiamo parlato tantissime volte in questa newsletter è il raggruppamento delle notifiche, che organizza gli avvisi provenienti dalla stessa applicazione in pile ordinate (un po' come avviene nei nostri smartphone). Questo sistema permette una gestione più efficiente delle notifiche, facilitando la lettura e riducendo il disordine nel centro notifiche. Cosa che prima non avveniva.
Mentre, sul fronte delle prestazioni, GNOME 48 introduce il triplo buffering dinamico, una tecnica che migliora la fluidità dell'interfaccia utente, riducendo il consumo di CPU e memoria. Questa ottimizzazione è particolarmente vantaggiosa per dispositivi con GPU integrate o hardware meno potente, che permettono sul lungo periodo di usufruire di un esperienza utente più fluida di GNOME, senza venire a nessun compromesso, quali attesa e buffering nell'apertura delle cartelle. Inoltre, il supporto per l'HDR (High Dynamic Range) è stato implementato, migliorando la qualità visiva su monitor compatibili e offrendo immagini più vivide e dettagliate. Anche la gestione dell'energia è stata potenziata con l'introduzione di un'opzione per preservare la salute della batteria, limitando la carica all'80% quando il dispositivo è collegato alla rete elettrica. Questa funzione contribuisce a prolungare la salute e la durata della batteria nel tempo, mantenendo l'efficienza energetica del dispositivo. Tra gli altri miglioramenti, in questo caso estetici, troviamo nuovi font Adwaita Sans e Adwaita Mono, che offrono una migliore resa visiva e una copertura più ampia dei caratteri, migliorando la leggibilità e rendendo l'estetica quanto più simile ai font moderni. Si noti che gli utenti di Ubuntu non vedranno i nuovi font di GNOME in azione nella versione 25.04, poiché Ubuntu, come altre distribuzioni, imposta i propri font per l'interfaccia utente e il terminale. Quindi, chiunque sia abbastanza coraggioso da provarli può farlo scaricandoli direttamente da GitHub.
Non finisce qui, perché anche l'ecosistema delle applicazioni presenti di default in GNOME viene migliorato. In primis, l'applicazione predefinita per la visualizzazione delle immagini è stata aggiornata con funzionalità di editing, permettendo operazioni come ritaglio, rotazione e capovolgimento delle immagini, rendendo più semplice l'esecuzione di modifiche rapide senza la necessità di software aggiuntivo. Inoltre, è stato introdotto un nuovo lettore audio minimalista, chiamato Decibels, progettato per la riproduzione di file audio con un'interfaccia pulita e funzionalità essenziali, tra cui la visualizzazione delle forme d'onda e il controllo della velocità di riproduzione, ideale per l'ascolto di podcast e interviste. E molto altro ancora. In conclusione, GNOME 48 rappresenta un aggiornamento significativo, che combina miglioramenti estetici, funzionalità innovative e ottimizzazioni delle prestazioni, offrendo agli utenti un ambiente desktop moderno e versatile. Se questa carrellata vi lascia con la voglia di provare in prima persona i vari vantaggi, allora sappiate che potete scaricare una build giornaliera di Ubuntu 25.04 per provare la maggior parte (ma non tutte) le funzionalità evidenziate sopra. Oppure, armatevi di un po' di pazienza e provatele in Ubuntu 25.04 Beta, in uscita la prossima settimana. Una cosa da notare: sebbene Ubuntu 25.04 venga distribuito con GNOME 48, non include tutto ciò che hai letto in questo articolo (e nemmeno Fedora 42). I responsabili delle distribuzioni Linux spesso curano, modificano e personalizzano GNOME in base alle esigenze dei loro utenti.
Fonte: omgubuntu.co.uk
Fonte: 9to5linux.com
Notizie dal Mondo
Firefox sta (re)implementando il supporto per le web App
La recente introduzione del supporto per le applicazioni web in Firefox Nightly rappresenta nuovamente un significativo passo in avanti per il browser di Mozilla. Questa funzione, attivabile nella pagina about:config spuntando il flag browser.taskbarTabs.enabled , consente agli utenti di trasformare qualsiasi scheda del browser in una web app, offrendo un'esperienza più simile a quella delle applicazioni native. A differenza di altri browser, Firefox mantiene nella finestra dell'applicazione web elementi come la barra degli indirizzi, le estensioni e i segnalibri, garantendo così una continuità nell'esperienza utente. Un'altra caratteristica distintiva è la possibilità di passare temporaneamente una scheda alla modalità web app senza la necessità di effettuare nuovamente l'accesso, rendendo il processo più fluido e immediato. Inoltre, le applicazioni web installate vengono mostrate con le proprie icone nei menu delle applicazioni, nei dock o nelle barre delle applicazioni, rimanendo aperte fino a quando l'utente non decide di chiuderle. Questa integrazione permette alle web app di gestire i link associati, aprendo direttamente l'applicazione correlata invece di una nuova finestra o scheda del browser. L'obiettivo dichiarato da Mozilla è quello di offrire un'esperienza più app-like per qualsiasi sito web scelto dall'utente, senza sacrificare le funzionalità principali del browser. Sebbene questa funzione sia attualmente in fase sperimentale e richieda l'attivazione manuale del flag, rappresenta un passo importante verso una maggiore integrazione delle applicazioni web all'interno di Firefox. Al momento, l'attivazione di questo flag potrebbe non produrre cambiamenti visibili, poiché la funzionalità è ancora in fase di sviluppo. Tuttavia, la presenza di questo flag indica che il supporto completo per le applicazioni web potrebbe essere imminente nelle future versioni di Firefox. Chissà
Fonte: omgubuntu.co.uk
Il futuro della Free Software Foundation
La Free Software Foundation (FSF) ha attraversato una trasformazione significativa negli ultimi anni, specialmente dopo le dimissioni di Richard Stallman nel 2019. La sua partenza ha segnato un momento critico per l'organizzazione, portando a una fase di introspezione e rinnovamento. Nel 2022, Zoë Kooyman è stata nominata direttrice esecutiva della FSF, portando una nuova visione e leadership. Sotto la guida di Kooyman, la FSF ha intrapreso un percorso di rinnovamento, focalizzandosi sulla diversità e sull'inclusione all'interno della comunità del software libero. Questo cambiamento ha portato a una maggiore apertura e un ambiente più accogliente per tutti i contributori. Un'altra decisione strategica è stata la chiusura dell'ufficio fisico di Boston nel 2024, adottando un modello di lavoro completamente remoto. Questa mossa ha permesso alla FSF di ridurre i costi operativi e di attrarre talenti da diverse parti del mondo, riflettendo la natura globale del movimento del software libero. La FSF ha anche rafforzato la sua posizione nel promuovere la distinzione tra "software libero" e "open source", sottolineando l'importanza della libertà degli utenti piuttosto che la semplice apertura del codice. Questo approccio mira a preservare i valori fondamentali del movimento, garantendo che la tecnologia rimanga al servizio della libertà individuale. Non solo, la FSF ha affrontato le sfide poste dall'intelligenza artificiale, evidenziando come le soluzioni proprietarie possano minacciare la privacy e la libertà degli utenti e parallelamente promuovendo lo sviluppo di alternative libere che rispettino i diritti degli individui, mantenendo un equilibrio tra innovazione tecnologica e diritti digitali. Questi cambiamenti riflettono una FSF più adattabile e resiliente, pronta ad affrontare le sfide future mantenendo saldi i principi del software libero.
Fonte: fossforce.com
È giunto l'ora di abbandonare all'interno del kernel Linux il supporto per il checksum CRC-32
La versione del 6.15 segna una svolta significativa nell'evoluzione del kernel, introducendo una modifica che, sebbene possa sembrare tecnica, ha implicazioni rilevanti per l'efficienza e la manutenzione del sistema. In questa release, gli sviluppatori hanno deciso di eliminare il supporto per il checksum CRC-32 all'interno dell'immagine del kernel. Il CRC-32 è una funzione di hash utilizzata per verificare l'integrità dei dati, rilevando errori accidentali nelle trasmissioni o nelle memorizzazioni. Tuttavia, all'interno del kernel Linux, questo checksum si è rivelato superfluo. Nessun bootloader noto lo utilizzava per verificare l'integrità dell'immagine del kernel, rendendo la sua presenza ridondante. La rimozione di questo codice ha comportato l'eliminazione di oltre 260 linee, semplificando il processo di build e riducendo la complessità del codice sorgente. Questa decisione riflette l'approccio pragmatico della comunità Linux nel mantenere il kernel snello ed efficiente, eliminando componenti non essenziali, che non apportano benefici tangibili.
Fonte: phoronix.com
Microsoft propone un nuovo modulo di sicurezza per il kernel Linux
Sì, è vero, fa sempre strano leggere il nome di quell'azienda all'interno di questa newsletter. Ma ci sono buone nuove. Infatti, di recente Microsoft ha proposto un nuovo modulo di sicurezza per il kernel Linux chiamato Hornet, progettato per migliorare la sicurezza delle applicazioni eBPF. L'eBPF (Extended Berkeley Packet Filter) è una tecnologia che consente l'esecuzione di programmi sandboxed all'interno del kernel Linux, offrendo funzionalità avanzate come il monitoraggio delle prestazioni e la sicurezza della rete. Tuttavia, l'esecuzione di questi programmi a livello di kernel comporta rischi significativi, se non adeguatamente controllata e confinata. Hornet mira a mitigare questi rischi, introducendo un meccanismo di verifica delle firme per i programmi eBPF, assicurando che solo codice autorizzato possa essere eseguito nel kernel. Questo approccio riduce la possibilità che codice malevolo o non autorizzato possa compromettere la sicurezza del sistema. La proposta di Hornet si inserisce in un contesto più ampio di iniziative volte a rafforzare la sicurezza del kernel Linux. Ad esempio, Google ha sviluppato il Kernel Runtime Security Instrumentation (KRSI), un modulo che consente l'implementazione di hook di sicurezza utilizzando eBPF, facilitando politiche di controllo degli accessi più dinamiche e personalizzate. Inoltre, la versione 6.12 del kernel Linux ha introdotto il modulo Integrity Policy Enforcement (IPE), progettato per garantire che vengano eseguiti solo binari provenienti da fonti affidabili, rafforzando ulteriormente la sicurezza del sistema. Quindi, in linea con gli esempi riportati, la proposta di Microsoft per Hornet rappresenta un ulteriore passo verso un ecosistema Linux più sicuro, evidenziando l'importanza di collaborazioni tra grandi aziende tecnologiche e la comunità open source per affrontare le sfide emergenti in materia di sicurezza informatica.
Fonte: phoronix.com
Aggiornamenti e statistiche
Aggiornamenti di sicurezza
Gli annunci di sicurezza sono consultabili nell'apposita sezione del forum.
Bug riportati
Aperti: 142857, +155 rispetto alla scorsa settimana.
Critici: 329, +4 rispetto alla scorsa settimana.
Nuovi: 72721, +42 rispetto alla scorsa settimana.
È possibile aiutare a migliorare Ubuntu, riportando problemi o malfunzionamenti. Se si desidera collaborare ulteriormente, la Bug Squad ha sempre bisogno di una mano.
Statistiche del gruppo sviluppo
Segue la lista dei pacchetti realizzati dal GruppoSviluppo della comunità italiana nell'ultima settimana:
Mattia Rizzolo
pageedit 2.4.0+dfsg-1, per Ubuntu plucky-proposed
vuos 0.9.2-1, per Debian unstable
sigil 2.4.2+dfsg-1, per Ubuntu plucky-proposed
Se si vuole contribuire allo sviluppo di Ubuntu correggendo bug, aggiornando i pacchetti nei repository, ecc... il gruppo sviluppo è sempre alla ricerca di nuovi volontari.
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