La newsletter della comunità |
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Questo è il numero 3 del 2025, riferito alla settimana che va da lunedì 20 gennaio a domenica 26 gennaio. Per qualsiasi commento, critica o lode, contattaci attraverso la mailing list del gruppo promozione.
Notizie da Ubuntu
Riflessioni sull'Ubuntu Summit 2024
L' Ubuntu Summit 2024, tenutosi a L'Aia nei Paesi Bassi, ha celebrato il ventesimo anniversario di Ubuntu, riunendo esperti, sviluppatori e appassionati per condividere innovazioni e discutere il futuro dell'open source. L'evento ha offerto una serie di presentazioni stimolanti, che hanno evidenziato l'evoluzione e l'impatto di Ubuntu nel panorama tecnologico. Il summit è stato arricchito da interventi di rilievo:
Mark Shuttleworth, fondatore di Ubuntu, ha inaugurato l'evento ripercorrendo la storia del progetto, dalle sue origini come "nonameyet.com" fino alla scelta del nome "Ubuntu", che incarna la filosofia "Io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti". Ha inoltre condiviso la sua visione per i prossimi vent'anni, prevedendo innovazioni che oggi possiamo solo immaginare;
Rakhi Sharma di Igalia ha presentato i progressi del progetto Servo, un nuovo motore di rendering web, sicuro in termini di memoria e multipiattaforma, evidenziando l'ambizioso obiettivo di rivoluzionare il modo in cui navighiamo sul web;
David Morin, direttore esecutivo dell' Academy Software Foundation, ha illustrato come l'industria cinematografica utilizzi e contribuisca al software open source, sottolineando l'importanza di questi strumenti nella produzione di film e invitando il pubblico a cercare riferimenti a progetti open source nei titoli di coda dei film;
Georg Link e Luis Cañas-Díaz hanno introdotto GrimoireLab, uno strumento per monitorare le catene di fornitura open source e valutare la salute delle comunità, ricordando la responsabilità nell'assicurarsi che i componenti open source utilizzati siano supportati;
Matthew Hodgson ha raccontato il percorso di Matrix, una rete aperta per comunicazioni sicure e decentralizzate, presentando Element X, il nuovo client Matrix che rappresenta un notevole miglioramento rispetto al precedente, offrendo velocità e funzionalità avanzate.
Tra gli altri discorsi principali, il summit ha offerto numerose sessioni tecniche e workshop, coprendo argomenti come:
- Sviluppo di applicazioni: strategie per creare app efficienti e scalabili su piattaforme open source.
- Sicurezza informatica: pratiche per proteggere sistemi e dati in ambienti open source.
- Intelligenza artificiale e machine learning: Integrazione di soluzioni AI in progetti open source.
- Cloud computing: Implementazione e gestione di infrastrutture cloud basate su Ubuntu.
Il summit ha fornito un'opportunità unica per svolgere networking, permettendo ai partecipanti di connettersi con professionisti del settore, condividere idee e avviare collaborazioni su progetti innovativi. L'energia e l'entusiasmo erano palpabili, riflettendo la passione della comunità open source nel guidare il cambiamento tecnologico. Come ogni anno, l' Ubuntu Summit è stato un evento straordinario che ha celebrato due decenni di innovazione e collaborazione. Per approfondire i dettagli e rivivere i momenti salienti dell'evento, è possibile consultare l'articolo completo sul blog di Ubuntu.
Fonte: ubuntu.com
Confermato, le discussioni degli sviluppatori di Ubuntu avverranno su Matrix
La scelta è stata confermata. Gli sviluppatori di Ubuntu, tramite un sondaggio interno, hanno evidenziato un ampio consenso nell'abbandonare IRC in favore di Matrix come piattaforma principale per le comunicazioni legate allo sviluppo della distribuzione (come raccontato nell'articolo della newsletter 2025.002). A partire dal primo Marzo 2025, le discussioni critiche, le richieste di supporto ai team chiave, le riunioni e le conversazioni più rilevanti per il futuro di Ubuntu dovranno avvenire tutte sulla piattaforma Matrix, con l'obiettivo di migliorare la coordinazione, la trasparenza e l'accessibilità. Il cambiamento coinvolgerà in particolare i canali #ubuntu-devel e #ubuntu-release, mentre gli altri canali dedicati allo sviluppo potranno scegliere di adeguarsi in un secondo momento. Questa decisione segna una svolta storica, poiché IRC è stato per decenni il punto di riferimento per la comunicazione della community di Ubuntu. Tuttavia, la sua natura minimalista e "old-school" è sempre meno attraente per i nuovi collaboratori, abituati a strumenti più moderni e ricchi di funzionalità. Matrix offre un sistema più intuitivo e funzionale, con supporto per la cronologia delle discussioni, la ricerca avanzata, la messaggistica offline, oltre che una gestione più efficace delle comunicazioni. Queste sono tutte caratteristiche che semplificano il lavoro degli sviluppatori e riducono la frammentazione delle conversazioni. Sebbene gli utenti finali non siano direttamente coinvolti in questo cambiamento, l'impatto a lungo termine potrebbe tradursi in uno sviluppo più coeso ed efficiente di Ubuntu. Attualmente, molti nuovi sviluppatori di Canonical tendono a preferire strumenti come Mattermost, la piattaforma interna dell'azienda, che però non è accessibile al pubblico. Quindi, sembra d'obbligo entrare in un nuovo mondo, in un nuovo modo di comunicare e di rimanere uniti. Muoversi dove la comunità open source è più attiva significa restare al passo con il cambiamento, migliorare l'interazione tra sviluppatori e garantire che il lavoro per tutte le distribuzioni GNU/Linux sia sempre più trasparente e condivisibile.
Fonte: omgubuntu.co.uk
Ubuntu su WSL: Disponibile un nuovo formato per tutti gli utenti
Il layer di compatibilità per l'esecuzione di sistemi GNU/Linux, più comunemente chiamato: Windows Subsystem for Linux (WSL), compie un altro passo in avanti. Da oggi è disponibile nel nuovo formato di distribuzione basato su tar e introdotto da Microsoft. Questa innovazione offre una maggiore flessibilità, controllo e semplicità di distribuzione per chi utilizza Ubuntu in ambienti di sviluppo su Windows. Essendo una delle distribuzioni Linux più utilizzate su WSL, Ubuntu è sempre stato un punto di riferimento per sviluppatori, amministratori di sistema e aziende che cercano un ambiente familiare e potente senza dover abbandonare completamente Windows. Grazie a questo nuovo metodo di installazione e gestione basato su file tar, la distribuzione diventa più versatile e personalizzabile, eliminando la necessità di passare attraverso Microsoft Store. Questo significa che gli utenti possono ora installare, clonare e distribuire Ubuntu su WSL con una semplicità mai vista prima, migliorando notevolmente l'integrazione in ambienti aziendali e workflow professionali. Con questo nuovo formato, si introducono diversi vantaggi, che si traducono nel non dover gestire pacchetti specifici per Windows o affidarsi a store di terze parti. Questo semplifica notevolmente la distribuzione su larga scala, rendendola più accessibile a chi desidera gestire installazioni su più macchine. In un contesto aziendale, questa innovazione consente alle organizzazioni di auto-ospitare le immagini su server interni o su condivisioni di rete, garantendo che solo versioni approvate e conformi alle policy di sicurezza e IT siano disponibili per l'installazione. Un altro aspetto rivoluzionario è la possibilità di personalizzare completamente l’installazione, adattandola alle esigenze specifiche del loro ambiente di lavoro. Inoltre, il supporto nativo a cloud-init offre un livello avanzato di automazione, permettendo di preconfigurare servizi, installare pacchetti e ottimizzare il sistema al primo avvio, senza intervento manuale. Questo rende l'integrazione con infrastrutture cloud e container ancora più fluida ed efficiente. Se ora ti stai domandando come installare Ubuntu usando questo formato, basta procurarsi l'ultima versione di WSL (2.4.8 o superiore) e digitare il seguente comando:
wsl --install ubuntu
O ancora, è possibile scaricare direttamente l'immagine ed eseguire il comando:
wsl --install --from-file ubuntu.tar.wsl
In alternativa, è possibile fare doppio clic sul file .wsl per avviare l'installazione. E il gioco è fatto!
Fonte: ubuntu.com
Notizie dalla comunità internazionale
GNOME introduce una nuova interfaccia utente
GNOME ha annunciato un importante cambiamento tipografico in vista del rilascio della sua prossima versione GNOME 48, introducendo una nuova combinazione di font predefiniti per l'interfaccia utente e il testo. Una mossa che potrebbe sembrare familiare per chi segue costantemente lo sviluppo dell'ambiente GNOME. Un episodio che avvenne anche con la sua versione precedente (la 47 tanto per capirci), quando venne sperimentata la sostituzione del carattere Cantarell con il celebre font open source Inter, noto anche per essere il carattere di default della distribuzione Zorin OS. Tuttavia, quel tentativo venne abbandonato prima del rilascio ufficiale a causa di problemi di compatibilità e di rendering dell'interfaccia utente, dimostrando quanto sia cruciale testare ogni modifica prima di implementarla su larga scala. Questa volta, però, GNOME sembra determinata a portare avanti la transizione con un approccio più strutturato, introducendo Adwaita Sans, una versione modificata di Inter. Oltre a ciò dovrebbe essere aggiunto anche un nuovo carattere fisso Adwaita Mono, basato su Iosevka, per prendere il posto di Source Code Pro. Questo cambiamento dimostra che l’approccio tipografico non è un dettaglio secondario, ma un elemento centrale nell’identità visiva di un ambiente desktop. La scelta dei font influenza non solo l'estetica, ma anche la leggibilità, l'accessibilità e persino la percezione dell'usabilità generale di un sistema operativo. GNOME sta cercando di modernizzare la sua interfaccia, mantenendo un design coerente e leggibile su diverse dimensioni di schermo e risoluzioni. Questo passaggio, pur essendo un semplice aggiornamento estetico, è in realtà un passo importante verso una maggiore uniformità e coerenza visiva. GNOME 48 verrà rilasciato in concomitanza con Ubuntu 25.04 ad Aprile e, come già scritto su questa newsletter, sarà incluso al suo interno, anche se utilizzerà un font proprio. Questo perché la distribuzione di Canonical adotta una versione modificata di GNOME con patch dedicate, estensioni preinstallate e uno stile grafico più in linea con la propria identità visiva. Tuttavia ricordiamo che l'ambiente GNU/Linux permette di fare magie e quindi, se pur installando Ubuntu 25.04 non è presente il nuovo font, sarà semplice poterlo installare e di conseguenza provarlo.
Fonte: omgubuntu.co.uk
Full Circle Magazine Issue #213 in inglese
È stato pubblicato sul sito internazionale di Full Circle Magazine, il numero 213 in Inglese. In questo numero troviamo:
- How to: informazioni su come passare a Linux e Latex
- Grafica: Inkscape
- Recensione: Ubuntu 24.10 Cinnamon e MATE
UbPorts
- Giochi Ubuntu - Fields of Mistria
... e molto altro ancora. È possibile scaricare la rivista da questa pagina.
Notizie dal Mondo
Ecco il nuovo componente aggiuntivo di Mozilla: AI Detector
Quante volte vi siete chiesti, soprattutto in questi periodi di forte ascesa dell'intelligenza artificiale, se il testo che state leggendo online sia stato scritto da un essere umano in carne e ossa o generato da un sofisticato modello di AI? Con il rapido avanzamento dei modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), distinguere tra contenuti autentici e testi prodotti dall'AI sta diventando sempre più difficile. Per rispondere a questa esigenza, Mozilla nel 2023 ha rilevato l'azienda Fakespot, nota per il suo sistema di rilevamento delle recensioni false sui principali siti di e-commerce, convertendo l'intero sistema e lanciando un componente aggiuntivo per il suo famoso browser Firefox, chiamato Deep Fake Detector, progettato prevalentemente per analizzare i testi e individuare schemi e standard caratteristici utilizzati dalle intelligenze artificiali. Il suddetto componente nasce da un binomio perfetto tra motore proprietario di Mozilla, ApolloDFTe un set di modelli di rilevamento open source. Questo strumento tra l'altro è in grado di esaminare qualsiasi testo di almeno trentadue parole per capire se sia frutto di un'intelligenza artificiale o del pensiero critico di una persona reale. Ciò che lo contraddistingue dagli altri strumenti online è il fatto che sia completamente gratuito, non richiede nessuna registrazione né il download di software aggiuntivo. Infatti, basta evidenziare il testo d'interesse e avviare l'analisi direttamente dal browser. Mozilla sottolinea quanto sia semplice il processo: una volta attivato l'add-on, il sistema fornisce un responso immediato sulla probabilità che il testo sia stato scritto da un essere umano o se presenta i classici pattern di scrittura generati dall'AI. L'obiettivo di Mozilla ora è quello di espandere questa tecnologia e coprire la moltitudine di contenuti presente nel web, quindi non solo esaminando recensioni, ma anche abbracciando testi di ogni tipo, dai post sui social media agli articoli di notizie. Per ora, il Deep Fake Detector funziona esclusivamente sui testi evidenziati nelle pagine web, ma Mozilla ha già dichiarato di voler estendere l'analisi anche a immagini e video in un prossimo futuro. Resta da capire, con l'avanzamento delle capacità di calcolo dei supercomputer ma anche con il continuo miglioramento dei modelli, come questa battaglia possa avere un fine (difficile per il momento), dato che le capacità delle AI di generare testi risulta sempre più credibile. In qualche modo, ci troveremo in un vero e proprio gioco del gatto e del topo, dove i sistemi di riconoscimento dell'AI dovranno aggiornarsi costantemente per tenere il passo con le nuove generazioni di modelli linguistici. Sebbene nessun sistema sia infallibile, strumenti come il Deep Fake Detector possono fornire un aiuto prezioso per chi vuole evitare di cadere nella rete dei contenuti falsi. Se si vuole testare l'estensione Deep Fake Detector, è possibile scaricarla direttamente dal sito di Mozilla, che annuncia la compatibilità con i principali sistemi operativi desktop. Certo, non avrà un tasso di successo del 100%, ma il fatto che utilizzi più modelli di analisi significa che fornisce un risultato basato su un fattore di consenso, il che lo rende uno strumento utile per chiunque voglia esercitare un po' di sano spirito critico nella giungla dell'informazione digitale.
Fonte: omgubuntu.co.uk
Come risolvere l'errore di Spotify "No Pubkey" su Ubuntu
Se utilizzi il pacchetto .deb di Spotify, potresti incombere in un piccolo problema. Infatti, se di recente non hai controllato la presenza di aggiornamenti da riga di comando, potresti non sapere che la chiave di sicurezza utilizzata per "firmare" i pacchetti dal repository APT di Spotify ha smesso di funzionare. Dalla fine dell'anno scorso, per intenderci. Fastidioso, ma non catastrofico, poiché, per fortuna, non impedisce il funzionamento dell'app Spotify sulle distribuzioni GNU/Linux, inquina solo l'output del terminale quando si cerca di aggiornare l'applicazione con un avviso informativo sulla causa del problema:
Err:9 http://repository.spotify.com stable InRelease The following signatures couldn't be verified because the public key is not available: NO_PUBKEY C85668DF69375001 W: GPG error: http://repository.spotify.com stable InRelease: The following signatures couldn't be verified because the public key is not available: NO_PUBKEY C85668DF69375001 E: The repository 'http://repository.spotify.com stable InRelease' is not signed. N: Updating from such a repository can't be done securely, and is therefore disabled by default. N: See apt-secure(8) manpage for repository creation and user configuration details.
Ora ci si domanda come possiamo risolvere questo problema. Per prima cosa basterà aprire una nuova finestra del Terminale e digitare il comando:
sudo curl -sS https://download.spotify.com/debian/pubkey_C85668DF69375001.gpg | sudo gpg --dearmor --yes -o /etc/apt/trusted.gpg.d/spotify.gpg
Successivamente verrà richiesto di sovrascrivere la chiave esistente e per farlo digitare y. Ora aggiorniamo e scarichiamo le informazioni riguardante tutti i pacchetti presenti nel sistema:
sudo apt update
e per finire, installare qualsiasi aggiornamento riguardante Spotify:
sudo apt dist-upgrade
Questo è tutto. Una volta risolto l'errore della chiave del repository Spotify, si riceveranno i futuri aggiornamenti del client insieme ad altri aggiornamenti software. Mentre, lo snap di Spotify non è interessato da questo problema.
Fonte: omgubuntu.co.uk
Aggiornamenti e statistiche
Aggiornamenti di sicurezza
Gli annunci di sicurezza sono consultabili nell'apposita sezione del forum.
Bug riportati
Aperti: 144013, +8 rispetto alla scorsa settimana.
Critici: 306, +1 rispetto alla scorsa settimana.
Nuovi: 73755, +20 rispetto alla scorsa settimana.
È possibile aiutare a migliorare Ubuntu, riportando problemi o malfunzionamenti. Se si desidera collaborare ulteriormente, la Bug Squad ha sempre bisogno di una mano.
Statistiche del gruppo sviluppo
Segue la lista dei pacchetti realizzati dal GruppoSviluppo della comunità italiana nell'ultima settimana:
Riccardo Coccioli
cumin 5.0.0-1, per Debian unstable
Se si vuole contribuire allo sviluppo di Ubuntu correggendo bug, aggiornando i pacchetti nei repository, ecc... il gruppo sviluppo è sempre alla ricerca di nuovi volontari.
Commenti e informazioni
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In questo numero ha partecipato alla redazione degli articoli:
Hanno inoltre collaborato all'edizione:
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