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Questo è il numero 24 del 2025, riferito alla settimana che va da lunedì 23 giugno a domenica 29 giugno. Per qualsiasi commento, critica o lode, contattaci attraverso la mailing list del gruppo promozione.

Notizie da Ubuntu

Ecco a voi il secondo snapshot di Ubuntu 25.10

A conferma di quanto gli sviluppatori stiano lavorando a ritmo serrato, arriva il rilascio del secondo snapshot per Ubuntu 25.10 “Questing Quokka”. Questo nuovo rilascio è qui, non solo come tappa intermedia nel ciclo di sviluppo, ma rappresenta un vero e proprio banco di prova per testare molte delle funzionalità che caratterizzeranno la versione finale prevista per Ottobre.

Tra le novità principali introdotte in questa release spiccano i progressi nell'integrazione di GNOME 47, che porta miglioramenti sostanziali all'esperienza desktop sia in termini di fluidità sia di personalizzazione, oltre a una serie di ottimizzazioni che riguardano l'avvio del sistema, la gestione delle risorse e il supporto a nuove architetture hardware. Sul fronte sicurezza, è presente l'aggiornamento di stack fondamentali come OpenSSL, la presenza nativa della nuova libreria libm scritta in Rust e le prime prove pubbliche dell'adozione di Chrony come demone NTP presente di default. Sul piano dell'uso quotidiano, ci sono miglioramenti alla gestione dei pacchetti snap, nuove versioni delle app principali e la correzione di bug storici segnalati dagli utenti, a dimostrazione di una roadmap che tiene conto non solo delle grandi evoluzioni ma anche dei piccoli dettagli (che fanno la differenza). Particolarmente apprezzata da parte dell'intera community la velocità con cui Canonical pubblica le immagini di testing e documenta le modifiche, offrendo così un'occasione per sperimentare tutte le novità in anteprima, proporre fix, suggerire funzionalità o segnalare regressioni, contribuendo attivamente alla qualità della release finale. Per finire, Ubuntu 25.10 “Questing Quokka” si prepara dunque a essere una release cruciale nel panorama GNU/Linux, capace di bilanciare modernità, apertura e robustezza, senza perdere di vista la centralità dell'utente e la rapidità di adattamento alle nuove sfide tecnologiche. Chissà quali altre novità verranno introdotte. Per saperlo rimani connesso con la newsletter ;)

Fonte: omgubuntu.co.uk

In che modo Livepatch viene protetto dagli attacchi dei malintenzionati?

Ubuntu Livepatch rappresenta una delle tecnologie più innovative all'interno della distribuzione del pinguino. La sua peculiarità è quella di applicare patch di sicurezza critiche al kernel senza dover riavviare il sistema. Questo processo garantisce quella continuità operativa in ambienti mission-critical come server aziendali, infrastrutture cloud e workstation professionali. Però a tal proposito ci si potrebbe chiedere: come è possibile essere certi che una funzionalità così potente, che modifica il kernel in esecuzione, non diventi essa stessa un vettore d'attacco o un rischio per la stabilità del sistema?

La risposta da parte di Canonical parte dal concetto stesso di catena di fiducia, che pervade l'intera infrastruttura di Livepatch. Il processo di creazione delle patch avviene in ambienti strettamente controllati e prevede una serie di verifiche manuali e automatiche, tra cui revisioni del codice da parte di team specializzati in sicurezza, build riproducibili, test automatizzati su una vasta gamma di architetture e scenari d'uso, insieme ad una rigorosa analisi delle dipendenze coinvolte. Ogni patch viene firmata digitalmente con chiavi GPG, mantenute in ambienti separati e protetti, e solo dopo aver superato tutte le fasi di validazione viene resa disponibile attraverso i canali ufficiali Canonical, utilizzando server dedicati e connessioni cifrate. Gli agent Livepatch installati sui sistemi degli utenti verificano l'autenticità e l'integrità delle patch prima dell'applicazione, assicurandosi che nessun pacchetto malevolo possa infiltrarsi nel processo. Un ulteriore livello di sicurezza è rappresentato dalla trasparenza: dove, ancora una volta Canonical pubblica dettagli sulle patch e sul processo di auditing e gran parte del software coinvolto è visionabile e verificabile dalla community, consentendo a ricercatori indipendenti e utenti avanzati di esaminare il codice e segnalare eventuali anomalie. Inoltre, la politica di “least privilege” adottata da Canonical prevede che l'agente Livepatch abbia accesso solo alle risorse strettamente necessarie, riducendo così la superficie d'attacco potenziale anche in caso di bug sconosciuti.

Non meno importante è la gestione degli incidenti. In questo caso il team di sicurezza di Ubuntu monitora costantemente l'infrastruttura Livepatch, risponde prontamente a eventuali segnalazioni di vulnerabilità e si coordina con altre distribuzioni Linux, enti di sicurezza e vendor hardware per garantire che le patch applicate non introducano regressioni o nuovi rischi. In caso di criticità, è possibile bloccare o revocare rapidamente una patch compromessa, minimizzando l'impatto sugli utenti finali. Tutte queste misure, unite alla reputazione e alla trasparenza di Canonical, fanno di Livepatch una tecnologia affidabile, in cui la sicurezza non è un'aggiunta successiva ma un elemento fondante dell'intero modello di sviluppo.

Fonte: blog.ubuntu.com

Una nuova sinergia per rafforzare la collaborazione tra Debian e Canonical: nasce Debcrafters

L'annuncio dell'ingresso ufficiale del team Debcrafters nell'universo di Ubuntu rappresenta una svolta significativa nella storia della collaborazione tra le due grandi distribuzioni GNU/Linux, ovvero quella tra Canonical e Debian. Per chi se lo stesse chiedendo, i Debcrafters sono noti all'interno della comunità Debian per la loro attività instancabile nel migliorare gli strumenti di packaging, build e automazione. E ora questo team viene formalmente integrato anche in Ubuntu, con la consapevolezza che la manutenzione di migliaia di pacchetti, la gestione delle dipendenze e l'evoluzione dei workflow di sviluppo sono diventate sfide sempre più complesse, che richiedono un livello di automazione, standardizzazione e condivisione delle conoscenze senza precedenti. L'obiettivo dichiarato da Canonical è quello di mettere a fattor comune esperienze, pratiche e soluzioni, creando una filiera di sviluppo più fluida e interoperabile, dove le innovazioni introdotte in Debian possano essere adottate rapidamente in Ubuntu e viceversa, generando valore aggiunto per entrambe le community. L'impatto di questa collaborazione sarà tangibile sia per gli sviluppatori sia per gli utenti finali, perché il tutto si tradurrà in tempi di rilascio più rapidi, pacchetti più stabili, maggiore qualità nella gestione delle dipendenze e, soprattutto, una riduzione drastica delle divergenze storiche che in passato hanno causato problemi di compatibilità, fork non necessari o soluzioni custom che complicavano la manutenzione a lungo termine. L'iniziativa, quindi, non si limiterà a semplici incontri tecnici, ma si tradurrà in una vera e propria alleanza strutturata, con roadmap comuni, task force miste e una condivisione sempre più capillare di conoscenza e strumenti. Se l'open source è nato dalla collaborazione tra individui, il suo futuro passa oggi dalla capacità di costruire ponti solidi tra progetti, culture e modalità operative diverse, mettendo al centro il bene comune della qualità, della sicurezza e dell'innovazione condivisa. Chi volesse saperne di più su questo nuova iniziativa può farlo visitando il thread creato su Discourse

Fonte: phoronix.com


Notizie dalla comunità internazionale

Full Circle Magazine Issue #218 in inglese

È stato pubblicato sul sito internazionale di Full Circle Magazine, il numero 218 in Inglese.

In questo numero troviamo:

  • How to: informazioni su come passare a Linux e Latex
  • Grafica: Inkscape
  • Recensione: Lubuntu e Xubuntu 25.04
  • La mia opinione - AppImage

  • Ubports Touch - OTA-9
  • Ubuntu Games - Starsector

È possibile scaricare la rivista da questa pagina.


Notizie dal Mondo

Quando la storia dell'informatica si incontra e viene raccontata con una foto

Sarà una delle immagini più iconiche della storia della tecnologia e non parliamo di quella del primo computer quantistico, parliamo di quella volta in cui due menti geniali del nostro secolo - che hanno cambiato radicalmente il mondo del software - si sono viste per la prima volta: Bill Gates e Linus Torvalds. Da una parte l'ex CEO di Microsoft, uomo simbolo del software proprietario, dall'altra il creatore di Linux, pioniere della filosofia open source. L'incontro, avvenuto durante un evento internazionale di rilievo, è stato subito rilanciato da tutte le principali testate di settore e ha fatto in qualche millisecondo il giro del web, generando un'ondata di commenti, meme e analisi che vanno ben oltre il semplice valore della notizia.

Non si tratta solo di una fotografia: per decenni Bill Gates e Linus Torvalds sono stati il volto di due mondi che, pur inseguendo obiettivi simili, hanno scelto strade opposte per arrivarci. Gates ha costruito un impero attorno all'idea di software come prodotto da acquistare, proteggere e capitalizzare, Torvalds ha incarnato invece la rivoluzione del codice condiviso, gratuito, migliorato da chiunque e liberamente adattabile a qualsiasi contesto. Le rispettive community, a lungo, hanno vissuto questa dicotomia quasi come una fede: da un lato chi vedeva nell'open source una minaccia al business model consolidato di Microsoft, dall'altro chi accusava le grandi corporation di soffocare l'innovazione e la creatività. Nel corso degli anni, tuttavia, la storia dell'IT ha dimostrato che la realtà è molto più sfumata, con Microsoft che oggi è uno dei principali contributori verso i progetti open source, Linux che gira ovunque, dai supercomputer ai dispositivi mobili, e una generazione di sviluppatori che si muove liberamente tra ambienti e filosofie, scegliendo di volta in volta lo strumento migliore per il problema da risolvere.

Il valore simbolico di questa foto non sta solo nella presenza dei due personaggi, ma anche nel messaggio implicito di riconciliazione e rispetto reciproco. L'immagine rappresenta dunque un momento di maturità collettiva per l'intera industria del software, un invito a superare le vecchie barriere e a riconoscere il valore di ogni approccio, sia esso proprietario o open, se finalizzato all'innovazione, all'accessibilità e al miglioramento della vita delle persone. L'entusiasmo mediatico scatenato da questa foto testimonia inoltre quanto sia ancora forte il fascino delle grandi personalità dell'IT e quanto, in fondo, il racconto della tecnologia sia fatto anche di volti, incontri e gesti simbolici.

Fonte: zdnet.com

Fonte: tomshardware.com

La community di KDE ascolta i suoi utenti e disattiva un effetto pericoloso

L'aggiornamento di KDE Plasma 6.4.1 rappresenta un esempio virtuoso di come la community open source sia in grado di reagire rapidamente alle esigenze reali degli utenti, soprattutto quando si tratta di garantire sicurezza, salute e inclusività anche in ambito desktop. Nel dettaglio, la notizia che ha catalizzato l'attenzione riguarda proprio la disattivazione di un particolare effetto visivo, presente nelle animazioni di minimizzazione delle finestre, che era stato segnalato come: "potenzialmente pericoloso per le persone affette da epilessia fotosensibile". La questione non è banale: se da un lato gli effetti grafici rappresentano uno degli elementi di maggiore attrattiva e personalizzazione nei moderni ambienti desktop, dall'altro è fondamentale che ogni utente possa lavorare in piena tranquillità, senza rischi per la propria salute o per il proprio benessere. In questo caso, il problema è emerso grazie alle segnalazioni di alcuni utenti che, dopo l'aggiornamento avevano notato come la nuova implementazione dell'effetto Magic Lamp, pur visivamente accattivante, potesse generare "lampi e sequenze luminose" in grado di innescare crisi epilettiche in soggetti sensibili. La risposta della community e degli sviluppatori KDE è stata tempestiva: nel giro di pochi giorni dal primo report, l'effetto incriminato è stato disabilitato di default e verrà rivisto in una release futura, al fine di evitare qualunque rischio. Nel frattempo comunque, l'aggiornamento 6.4.1 introduce anche una serie di correzioni di bug e miglioramenti generali alla stabilità del desktop, segno che la rapidità nella risoluzione dei problemi non sacrifica la qualità complessiva dell'esperienza utente. Questo non è allora solo un aggiornamento tecnico, ma l'esempio concreto di come la collaborazione tra utenti, sviluppatori e comunità possa tradursi in scelte responsabili per tutti.

Fonte: omgubuntu.co.uk


Aggiornamenti e statistiche

Aggiornamenti di sicurezza

Gli annunci di sicurezza sono consultabili nell'apposita sezione del forum.

Bug riportati

  • Aperti: 143093, −30 rispetto alla scorsa settimana.

  • Critici: 312, +1 rispetto alla scorsa settimana.

  • Nuovi: 73097, −35 rispetto alla scorsa settimana.

È possibile aiutare a migliorare Ubuntu, riportando problemi o malfunzionamenti. Se si desidera collaborare ulteriormente, la Bug Squad ha sempre bisogno di una mano.


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