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Differenze tra le versioni 24 e 25
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Guida verificata con Ubuntu: 20.04 22.04

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Introduzione

Questa guida contiene dei consigli pratici per migliorare le prestazioni e la durata delle unità di memoria drive a stato solido (SSD) su Ubuntu e derivate.
La maggior parte delle istruzioni descritte di seguito sono volte a ridurre il numero di scritture sul drive che, se elevato, può essere il principale fattore di rischio per le performance e per il ciclo di vita degli SSD.

Consigli generali

Di seguito sono elencate alcune pratiche utili:

  • Preferire SSD di produttori affidabili, ossia di quelli che rilasciano aggiornamenti firmware, manualistica, offrono validi canali di supporto ecc.
  • BIOS/UEFI impostato su AHCI: nelle impostazioni SATA assicurarsi che sia impostata la modalità AHCI e non IDE; in caso di dubbi fare riferimento alle istruzioni della propria scheda madre.

  • Firmware aggiornato: assicurarsi che l'SSD abbia l'ultima versione del firmware disponibile; anche in questo caso fare riferimento al sito web e/o alla informazioni rilasciate dal produttore.
  • Selezionare il filesystem ext4 (o Btrfs) in fase di installazione.

  • Effettuare backup più frequenti per evitare perdita di dati: benché negli ultimi anni gli SSD siano diventati sempre più affidabili, a differenza degli hard disk tradizionali meccanici, prima di deteriorarsi potrebbero non mostrare alcun sintomo di malfunzionamento.

  • Aggiornare frequentemente il sistema: in questo modo potrebbero essere risolti eventuali bug che impediscono il corretto funzionamento di alcuni modelli di SSD con il kernel Linux (ad esempio quelli inseriti dai manutentori in questa blacklist).

  • Macchine virtuali e sistemi in dual boot: in presenza di altri sistemi installati in queste modalità, adottare anche con questi appositi accorgimenti per evitare eccessive scritture sul drive (es.: con Windows evitare di deframmentare il filesystem).

Di seguito sono elencate alcune pratiche da evitare:

  • Consultare guide datate: in anni recenti la tecnologia ha permesso di superare quelli che erano i limiti e i difetti dei primi SSD lanciati sul mercato. Pertanto alcuni accorgimenti validi in passato potrebbero essere superflui o addirittura dannosi.
  • Esagerare con gli accorgimenti: negli ultimi anni gli SSD si sono sempre più diffusi e stanno gradualmente sostituendo gli hard disk come storage di sistema. Di conseguenza anche i sistemi operativi hanno introdotto delle impostazioni per ottimizzare le prestazioni, che vengono attivate in automatico quando in fase di installazione viene rilevata la presenza di un SSD. Ne consegue che, nella maggior parte dei casi, non c'è bisogno da parte dell'utente di eseguire nessuna operazione particolare, se non l'adozione di alcuni piccoli accorgimenti.

Abilitare il TRIM

Consultare la guida dedicata.

Operazioni sulla memoria di swap

Per tutte le procedure e gli accorgimenti consultare questa guida.

Spostare in RAM la cache di Firefox (facoltativo)

Consultare questa guida.

Opzioni in /etc/fstab (facoltativo)

Per informazioni sulla modifica di /etc/fstab e le relative opzioni di montaggio consultare la guida dedicata, se necessario.

  • noatime (ext4 e btrfs): Quando il sistema accede a file o directory (sia in lettura che in scrittura) viene aggiornato un valore di atime (access time), ossia relativo agli orari di accesso agli inode presenti sul filesystem. Impostando l'opzione di montaggio noatime file di configurazione /etc/fstab, che impedisce la funzionalità descritta sopra, riducendo quindi le scritture sul drive.

  • discard=async (btrfs): consigliato per uso server o per chi abbia necessità di liberare blocchi in continuazione; rispetto all'opzione discard comporta maggiore efficienza nell'eliminazione dei blocchi e minore latenza in lettura.

  • compress=zstd:1 (btrfs): per informazioni consultare questa guida.

In fase di installazione con filesystem btrfs il sistema è in grado di riconoscere automaticamente la presenza di un SSD. Viene quindi aggiunta in automatico l'opzione ssd, che racchiude la maggior parte delle ottimizzazioni utili per questo tipo di dispositivi.

Attualmente non è raccomandato l'utilizzo dell'opzione discard. Per maggiori informazioni consultare il paragrafo dedicato.

Accorgimenti superflui

Overprovisioning

L'overprovisioning, in parole semplici, è una tecnica ormai datata che consiste nel riservare una porzione di spazio non allocato alla fine del drive.
Le nuove generazioni di SSD (approssimativamente dal 2014) hanno migliorato le tecnologie e i firmware, pertanto questo accorgimento non è più necessario (ad esempio in certi modelli lo spazio non allocato è già presente, seppur non accessibile all'utente).

Per i vecchi modelli è comunque possibile impostare questa funzionalità. In tal caso consultare il manuale del prodotto e/o contattare l'assistenza del produttore per conoscere la percentuale consigliata di spazio da riservare all'overprovisioning.

Per informazioni sulle procedure di partizionamento e di ridimensionamento delle partizioni consultare questa guida.

Allineamento delle partizioni

In passato era consigliabile che le partizioni degli SSD fossero correttamente allineate. Oggi tutti gli strumenti dedicati al partizionamento allineano automaticamente le partizioni con settori della dimensione ottimale di 4096 byte, non rendendo quindi necessaria alcuna altra operazione.

Azioni potenzialmente dannose

Opzione discard in /etc/fstab

Un metodo molto utilizzato in passato, oggi non raccomandato, era di abilitare il TRIM automatico aggiungendo l'opzione discard nel file /etc/fstab.

Anche se apparentemente efficace, questo metodo risulta non conveniente o addirittura svantaggioso perché:

  • obbliga il sistema ad eseguire il TRIM ad ogni singola eliminazione di file, con un notevole impiego di risorse.
  • per il precedente motivo può causare frequenti rallentamenti.

TRIM in /etc/rc.local

Una modalità utilizzata in passato era di eseguire il comando trim all'avvio del sistema, tramite apposita modifica al file /etc/rc.local.
Attualmente questa pratica non risulta conveniente in quanto:

  • nelle versioni recenti di Ubuntu il comando viene già gestito da systemd.

  • provoca tempi lunghi di avvio del sistema.
  • esegue poche volte il trim nei computer che rimangono spesso accesi.

Ibernazione

L'ibernazione (suspend-to-disk) è una funzionalità che richiede un numero elevato di operazioni di scrittura su disco. È disabilitata di default nelle versioni recenti di Ubuntu e derivate, ma comunque attivabile dall'utente. Se ne sconsiglia pertanto l'attivazione ai fini di questa guida.

Ulteriori risorse


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