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Introduzione

Il Logical Volume Management (LVM) è uno strato software che si introduce tra il partizionamento fisico del disco e la disponibilità di volumi per il sistema.

A partire da una o più partizioni fisiche, l'LVM costruisce un numero arbitrario di partizioni virtuali (logiche) che offrono una vasta serie di vantaggi all'amministratore di sistema. Il più evidente tra questi vantaggi è la possibilità di modificare "a caldo" (non senza alcune precauzioni fondamentali) la dimensione e il numero delle partizioni.

In questo wiki verrà descritto il funzionamento di LVM, versione 2 (LVM2).

LVM in pratica

L'LVM è uno strumento comodissimo perché consente il ridimensionamento delle partizioni. Questo ridimensionamento può essere fatto "a caldo", cioè mentre le partizioni sono montate e in uso. Naturalmente il ridimensionamento può essere di due tipi: in ampliamento o in riduzione. I due casi sono molto diversi.

Il ridimensionamento in ampliamento, infatti, è effettivamente indolore (anche se è consigliato un backup, come al solito): il volume interessato può essere ampliato, il filesystem ridimensionato di conseguenza e si può fare subito uso del nuovo spazio. Dunque saremo sempre ben contenti dei GB lasciati inutilizzati e allargheremo i nostri volumi finché ce ne sono.

Il ridimensionamento in riduzione invece è molto più doloroso, in quanto probabilmente comporta la perdita di dati. Il backup, in questo caso, è indispensabile ed è molto probabile che dopo la riduzione dovremo effettuare il ripristino. La riduzione, insomma, è un'operazione più lunga e noiosa.

Gli amministratori di sistema, quindi, sono abituati a creare partizioni quanto più possibile piccole (ragionevolmente), riservandosi poi di ampliarle via via che emerge la necessità di nuovo spazio. Con questa tecnica, si può tenere più facilmente sotto controllo l'uso del disco, soprattutto se si hanno dischi fisici piccoli o comunque appena sufficienti.

Questo consente anche di tenere rigidamente sotto controllo l'uso dello spazio. Ad esempio, se si vuole evitare che i file di log assumano dimensioni spaventose o che gli utenti della macchina riempiano di materiale le loro home, si può montare queste directory (/var o /home) in partizioni particolarmente piccole, con la tranquillità di sapere che, se abbiamo esagerato, quelle partizioni possono essere allargate.

Sotto con l'economia, dunque: potremo spendere il nostro spazio come e quando vogliamo, ma senza mai sprecarlo.

Requisiti

Poiché parliamo di partizionamento del disco, le operazioni vitali sono quelle che si compiono in fase di installazione del sistema.

Solo i CD di installazione di tipo ALTERNATE contengono gli strumenti per la gestione dell'LVM.

Se si intende intervenire successivamente, i kernel di Ubuntu sono già equipaggiati per la lettura di partizioni LVM. Questo consente al vostro sistema di leggere e scrivere su partizioni logiche LVM, ma per le attività di amministrazione occorre il pacchetto che contiene i tool necessari per la creazione, modifica e cancellazione del vostro impianto di volumi logici:

sudo apt-get install lvm2

Se poi intendete ricompilare il vostro kernel, non dimenticate di equipaggiarvi con i moduli appropriati:

CONFIG_MD=y
CONFIG_BLK_DEV_DM=y

Installazione di Ubuntu con LVM

Faremo riferimento ad una installazione di Ubuntu 7.10 (Gusty Gibbon) su un disco SCSI da 8.5 GB, ma terremo l'installazione in uno spazio da 6 GB.

Se il vostro disco è più grande, potete prendere più spazio, ma non conviene esagerare: proprio grazie all'LVM, potremo prendere spazio solo quando serve, invece di occupare sin dall'inizio preziosi GB che potrebbero restare inutilizzati.

Questa guida vale anche se installate versioni diverse di Ubuntu, Kubuntu, Edubuntu, ecc.

Avviare l'installazione

Avviare l'installazione normalmente e nel modo che si preferisce.

Partizionamento manuale

Dovremo intervenire al momento del partizionamento.

Se lasciamo fare allo strumento guidato, l'installazione ci occuperà tutto il disco. E non è quello che vogliamo. Sotto con il partizionamento manuale, dunque.

http://www.inservibile.org/images/lvm/partizionamentomanuale.png

Nel nostro caso stiamo facendo un nuovo partizionamento, quindi creeremo una nuova tabella delle partizioni:

http://www.inservibile.org/images/lvm/nuovatabella.png

Per assicurarci l'avvio di Linux la directory /boot dovrà essere fuori dalla gestione LVM, visto che né GRUB né LILO possono gestire l'LVM. È abitudine di molti amministratori tenere fuori dall'LVM anche la partizione di swap, che potrebbe essere condivisa con altri sistemi, e la stessa / (root), che potrebbe essere usata come punto di appoggio per interventi di emergenza.

Per una guida su come gestire uno spazio minimo di partizionamento, si può leggere http://wiki.ubuntu-it.org/Hardware/DispositiviPartizioni/PartizioniUbuntu#head-fcf7cc13e77d120363d8f197a9ee6a97bacb279e. Faremo riferimento approssimativamente a quei suggerimenti.

Prepariamo perciò il seguente schema di partizionamento:

http://www.inservibile.org/images/lvm/partizionifisiche.png

Riserveremo lo spazio libero all'LVM.

Ulteriori risorse

  • risorsa 1
  • risorsa 2


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