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Autore: DavideLuigi
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Linea 13: Linea 13:
 * '''IDE''' o '''ATA''': fanno parte i lettori CD/DVD-ROM, dischi fissi e floppy disk
 * '''SCSI''', '''SATA''': rientrano in questa categoria dischi fissi, lettori CD/DVD-ROM e anche i supporti rimovibili come le chiavette USB.
 * '''ATA''' (detti anche '''IDE''' o '''PATA'''): ne fanno parte lettori CD/DVD-ROM, dischi fissi e floppy disk
 * '''SCSI''', '''SATA''': rientrano in questa categoria dischi fissi, lettori CD/DVD-ROM, floppy disk e anche i supporti rimovibili come le chiavette USB.
Linea 16: Linea 16:
In un sistema GNU/Linux, i dischi sono identificati nel seguente modo: In un sistema GNU/Linux, i dispositivi di memoria sono accessibili nella directory `/dev` e vengono identificati nel seguente modo:
Linea 18: Linea 18:
 * Il primo disco fisso '''IDE''' è indicato con la sigla '''/dev/hda'''.[[BR]]
 La presenza di ulteriori dispositivi '''IDE''' verrà indicata in ordine alfabetico '''/dev/hdb''', '''/dev/hdc''', '''/dev/hdd''', ecc.

 * Il primo disco '''SCSI''' è indicato come '''/dev/sda'''.[[BR]]
 Gli ulteriori dischi '''SCSI''' verranno indicati come '''/dev/sdb''', '''/dev/sdc''', '''/dev/sdd''', ecc.
 * Il dispositivo '''IDE''' viene identificato come '''hda''' se è collegato come master sul canale '''IDE''' primario, come '''hdb''' se è collegato come slave sul canale '''IDE''' primario, '''hdc''' se è master sul canale secondario, '''hdd''' se è slave sul canale secondario. Se è presente un ulteriore controller IDE (ad esempio collegato sul bus '''PCI'''), i dischi ad esso collegati partiranno da '''hde''' e proseguiranno secondo lo stesso schema.
 * I dispositivi '''SCSI''' o '''SATA''' vengono trattati allo stesso modo, il primo dispositivo è indicato come '''sda'''.[[BR]]
 Gli ulteriori dischi '''SCSI''' verranno indicati come '''sdb''', '''sdc''', '''sdd''', ecc.
Linea 28: Linea 26:
Viene preso in considerazione ora l'esempio di un disco '''IDE''' ('''/dev/hda'''), ma il discorso è del tutto analogo per un disco '''SCSI '''('''/dev/sda'''). Viene preso in considerazione ora l'esempio di un disco '''IDE''' ('''/dev/hda''') con sistema di partizionamento ms-dos.
Linea 32: Linea 30:
Per indicare una o più partizioni su di un disco, vengono aggiunti dei numeri al nome del dispositivo: '''/dev/hda1''', '''/dev/hda2''', '''/dev/hda3''', ecc.

Fino a '''/dev/hda4''', queste partizioni vengono chiamate '''partizioni primarie''' (''primary'').
Un disco fisso può avere un massimo di quattro partizioni primarie, numerate da uno a quattro e precedute dal nome del disco cui appartengono. Per esempio, su un disco fisso PATA riconosciuto come '''hda''' possono essere presenti le partizioni primarie '''hda1''', '''hda2''', '''hda3''', '''hda4'''.
Linea 38: Linea 34:
La necessità di poter installare su una sola macchina un numero di sistemi operativi superiore a quanto le quattro partizioni primarie potessero fare, ha decretato la nascita delle '''partizioni estese''' (''extended''). Queste partizioni non sono altro che dei contenitori di "sotto partizioni" chiamate '''partizioni logiche''' (''logical''), le quali vengono usate in modo analogo alle '''partizioni primarie'''. Necessità di vario genere (come il poter installare su uno stesso disco fisso un numero di sistemi operativi superiore a quattro) hanno portato alla nascita delle '''partizioni estese''' (''extended''). Queste partizioni non sono altro che dei contenitori di "sotto partizioni" chiamate '''partizioni logiche''' (''logical''), le quali vengono usate in modo analogo alle '''partizioni primarie'''.
Linea 49: Linea 45:
È bene conoscere anche questi ultimi due, in quanto non è raro trovare un sistema GNU/Linux in dual boot con ''Windows''. A tal proposito è bene sapere che il formato '''NTFS''' crea problemi per la scrittura di dati da GNU/Linux su partizione Windows. L'ostacolo può essere aggirato come mostrato nella pagina [:DriverNtfs]. Mentre tutt'altro discorso vale per il formato '''FAT32''': esso non crea problemi ai due sistemi per la scrittura dati. È frequente che l'utente che usufruisce del dual boot, crei una partizione apposita per l'archiviazione e scambio di dati fra i due sistemi con questo formato. È bene conoscere anche questi ultimi due, in quanto non è raro trovare un sistema GNU/Linux in dual boot con ''Windows''.

Attualmente Ubuntu consente di scrivere dati su partizioni '''NTFS''' solamente installando l'apposito [:DriverNtfs: driver NTFS-3G]. Il formato '''FAT32''' non crea invece alcun problema. In entrambi i casi non è possibile da Ubuntu cambiare i permessi dei file. In caso si usufruisca del dual boot, è consigliato creare una partizione per l'archiviazione e scambio di dati fra i due sistemi in formato NTFS, più moderno di FAT32.

BR

Introduzione

Questa guida cerca di introdurre ai nuovi utenti la terminologia usata, all'interno di GNU/Linux e Ubuntu, per identificare i dispositivi di memoria, le partizioni e i loro formati, e per spiegare in che modo vengano utilizzate le partizioni per installare il sistema operativo attraverso il partizionamento automatico o manuale.

Dispositivi di memoria

I dispositivi di memoria si dividono in due grandi famiglie:

  • ATA (detti anche IDE o PATA): ne fanno parte lettori CD/DVD-ROM, dischi fissi e floppy disk

  • SCSI, SATA: rientrano in questa categoria dischi fissi, lettori CD/DVD-ROM, floppy disk e anche i supporti rimovibili come le chiavette USB.

In un sistema GNU/Linux, i dispositivi di memoria sono accessibili nella directory /dev e vengono identificati nel seguente modo:

  • Il dispositivo IDE viene identificato come hda se è collegato come master sul canale IDE primario, come hdb se è collegato come slave sul canale IDE primario, hdc se è master sul canale secondario, hdd se è slave sul canale secondario. Se è presente un ulteriore controller IDE (ad esempio collegato sul bus PCI), i dischi ad esso collegati partiranno da hde e proseguiranno secondo lo stesso schema.

  • I dispositivi SCSI o SATA vengono trattati allo stesso modo, il primo dispositivo è indicato come sda.BR Gli ulteriori dischi SCSI verranno indicati come sdb, sdc, sdd, ecc.

Nomi e tipi di partizioni

Una partizione è un'area delimitata e ben definita del disco in cui vengono memorizzati dei dati. Su di un disco possono essere create più partizioni, ognuna caratterizzata da un preciso nome.

Viene preso in considerazione ora l'esempio di un disco IDE (/dev/hda) con sistema di partizionamento ms-dos.

Partizioni primarie

Un disco fisso può avere un massimo di quattro partizioni primarie, numerate da uno a quattro e precedute dal nome del disco cui appartengono. Per esempio, su un disco fisso PATA riconosciuto come hda possono essere presenti le partizioni primarie hda1, hda2, hda3, hda4.

Partizioni estese e logiche

Necessità di vario genere (come il poter installare su uno stesso disco fisso un numero di sistemi operativi superiore a quattro) hanno portato alla nascita delle partizioni estese (extended). Queste partizioni non sono altro che dei contenitori di "sotto partizioni" chiamate partizioni logiche (logical), le quali vengono usate in modo analogo alle partizioni primarie.

Le partizioni logiche vengono numerate dalla /dev/hda5 in su.

Formato delle partizioni

Esistono diversi tipi di formato per le partizioni di un disco.

  • In ambiente GNU/Linux il formato più utilizzato è ext3. In alternativa può essere utilizzato il formato reisersf.

  • In ambiente Windows sono prediletti i formati NTFS e FAT32.

È bene conoscere anche questi ultimi due, in quanto non è raro trovare un sistema GNU/Linux in dual boot con Windows.

Attualmente Ubuntu consente di scrivere dati su partizioni NTFS solamente installando l'apposito [:DriverNtfs: driver NTFS-3G]. Il formato FAT32 non crea invece alcun problema. In entrambi i casi non è possibile da Ubuntu cambiare i permessi dei file. In caso si usufruisca del dual boot, è consigliato creare una partizione per l'archiviazione e scambio di dati fra i due sistemi in formato NTFS, più moderno di FAT32.

Il formato ext3 non viene riconosciuto da Windows se non tramite l'uso di adeguati software.

Utilizzo delle partizioni per Ubuntu

Come detto in precedenza, partizioni primarie e partizioni logiche possono essere usate in modo analogo a seconda di gusti ed esigenze.

Per un'installazione di un sistema GNU/Linux sono necessari due componenti fondamentali:

  1. il file system simboleggiato dal simbolo «/» e detto root

  2. e l'area di swap, un'area di appoggio per la memoria RAM

A questi due componenti devono essere assegnate delle rispettive partizioni.

Più in generale ogni singola directory può essere assegnata a una partizione. Chi è interessato ad approfondire l'ottimizzazione del proprio sistema può consultare la guida [:PartizioniUbuntu].

Vediamo quindi qualche esempio confrontando diverse tipologie di installazione. Partiamo dalle installazioni in modalità automatica di Ubuntu che prediligono un'installazione con «/» in una partizione primaria e la swap in una logica. Verrà preso come esempio l'output del comando:

sudo fdisk -l

(sono state omesse le informazioni sui cilindri).

Installazione in modalità automatica

  • Ubuntu (installazione sull'intero disco):

    /dev/hda1         Linux
    /dev/hda2         Esteso
    /dev/hda5         Linux swap / Solaris

    Come vedete il sistema è stato montato nella partizione primaria /dev/hda1, mentre la swap nella partizione logica /dev/hda5. La partizione estesa è la /dev/hda2 (semplicemente indicata come «Esteso») e il suo unico compito è quello di contenere la partizione di swap.

  • Windows + Ubuntu (installazione con partizionamento):

    /dev/hda1         HPFS/NTFS
    /dev/hda2         Esteso
    /dev/hda3         Linux
    /dev/hda5         Linux swap / Solaris

    In questo caso nella partizione /dev/hda1 è già presente Windows (HPFS/NTFS). Il resto è analogo al caso precedente. Unica differenza, il sistema è nella partizione primaria /dev/hda3.

Installazione in modalità manuale

  • Ubuntu solo partizioni primarie:

    /dev/hda1         Linux
    /dev/hda2         Linux swap / Solaris
  • Ubuntu con / in partizione logica e swap in primaria:

    /dev/hda2         Linux swap / Solaris
    /dev/hda3         Esteso
    /dev/hda5         Linux
  • Ubuntu solo partizioni logiche:

    /dev/hda1         Esteso
    /dev/hda5         Linux
    /dev/hda6         Linux swap / Solaris
  • Ubuntu + altro sistema Linux + directory "home":

    /dev/hda1         Linux   (n.d.r. “/” di Ubuntu senza la directory “home”)
    /dev/hda2         Linux   (n.d.r. directory “home”)
    /dev/hda3         Linux swap / Solaris
    /dev/hda4         Linux   (n.d.r. “/” di altro sistema GNU/Linux)

    Questo caso ci mostra la convivenza di più sistemi GNU/Linux che condividono la swap nella partizione /dev/hda3 (non è necessario creare una swap per ogni sistema). Come vedete, nella seconda partizione primaria è stata posizionata la directory home. Come detto in precedenza, a seconda delle esigenze, può essere usata una partizione per inserire una delle directory del sistema.

Ulteriori risorse

  • [:PartizioniUbuntu:Guida all'ottimizzazione delle dimensioni delle partizioni di Ubuntu]

  • [:DriverNtfs:Abilitare la lettura e la scrittura sulle partizioni o dischi formattate in NTFS]