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'''Ubicazione (città, paese):''' [http://en.wikipedia.org/wiki/Agbodrafo Agbodrafò (Togo)] | '''Ubicazione (città, paese):''' [[http://maps.google.it/maps/ms?hl=it&ie=UTF8&msa=0&msid=115929776992909135918.00044dc4809c385df4851&ll=6.217012,1.474228&spn=0.162802,0.307961&t=h&z=12|Agbodrafò (Togo)]] |
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= Linee guida generali per lo studio del caso = '''Sommario''' ''(circa 100 parole.) Qui si dovrebbe solo fare una breve panoramica per comprendere le sfide affrontate dalla ONG prima di implementare Ubuntu, in cosa consiste la soluzione Ubuntu e come funziona, quindi i sorprendenti vantaggi.'' |
= Domande dell'intervista = * Come è nato il progetto Porto Seguro Luigi Pertici, diacono permanente della diocesi di Siena, ha iniziato a lavorare nell'informatica al CED della Banca Monte dei Paschi di Siena per poi passare per molti anni a fare il "supporto informatico" (praticamente faceva di tutto: dal supporto agli utenti, a quello hardware, fino al sistemista) all'ufficio formazione della stessa banca. Nell'ambito del suo ministero diaconale nel 1998 ha conosciuto un prete togolese e su invito di questo prete nel 2005 è andato per la prima volta in Africa, in Togo e in Camerun. Da allora si reca in Togo regolarmente, per dare una mano in diocesi di Aneho ed in particolare nel villaggio di Agbodrafò che conta circa 4000/6000 persone (non ci si stupisca che si chiami villaggio un posto con tutte queste persone, se ne trovano anche con 4 o 5 volte tante; non è possibile sapere con sufficiente esattezza il numero di abitanti perché nel Paese l'anagrafe è ancora abbastanza approssimativa). A partire dal 2007, anno in cui Luigi è andato in pensione dal suo lavoro, la permanenza in Togo raggiunge i 4/5 mesi all'anno. |
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'''Sfide o situazioni''' ''(circa 250 parole.) Qui si dovrebbe probabilmente includere un paragrafo di apertura che fornisca un contesto generale. Dovrebbe iniziare con i tipi di problemi con cui le ONG hanno a che fare. Quindi concentrarsi su problemi specifici o sui requisiti delle ONG intervistata.'' | * Qual'è la missione del progetto? |
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'''Soluzione''' ''(circa 250 parole.) Qui si dovrebbe delineare la soluzione Ubuntu. Come il nuovo ambiente IT si adatta nell'insieme, come gli utenti lo utilizzano e come viene gestito dagli amministratori. Poi ci si dovrebbe concentrare sulla parte dell'architettura della soluzione e dove Ubuntu viene utilizzato: server, client, altri dispositivi o in una combinazione.'' | Il progetto vuole cercare di portare un qualche strumento di informazione nel villaggio. Perfino i giornali sono rari, si trovano solo nella capitale e nemmeno tutti i giorni. L'idea è, quindi, di realizzare un punto di accesso pubblico alla rete che possa servire per la cittadinanza e sopratutto per gli studenti delle scuole. Quella superiore conta circa 200 studenti. |
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'''Vantaggi – con sottotitoli''' ''(circa 400 parole.) Tendere a spezzare i vantaggi sopra sotto i sottotitoli. Ogni vantaggio si spera dovrebbe avere un paragrafo che parla di quanto tempo e denaro sono stati risparmiati e un paragrafo con una citazione sostenuta.'' | * È possibile avere alcuni esempi di cosa è stato fatto? |
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= Domande dell'intervista = * Qual'è la missione dell'organizzazione? * È possibile avere alcuni esempi di cosa è stato fatto? Magari avere delle immagini da condividere?? |
Con l'aiuto degli amici del [[http://www.siena.linux.it|Siena Linux User Group]] abbiamo raccolto molti vecchi computer da amici e conoscenti. I volontari del Lug si sono prodigati ad installarli con Ubuntu verificandone il buon funzionamento. Con quelli guasti abbiamo ricavato dei pezzi di ricambio. Alla fine è stato caricato un container con tanto materiale. I pc funzionanti completi erano 36, oltre a molto materiale di ricambio come monitor, mouse e tastiere in più. |
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Al momento viene utilizzata soltanto Ubuntu. Con il tempo si vorrebbe creare un piccolo laboratorio informatico ed insegnare anche come modificare una distribuzione, e anche come crearne una nuova partendo da scratch. |
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* In questo caso, quali funzioni mancano ad Ubuntu che costringono alla scelta di software proprietario? | No. Viene usato solo Software Libero. L'obiettivo educativo è quello di insegnare a scegliere e decidere con la propria testa, per questo scopo il Software Proprietario non è usabile perché offre tutto "preconfezionato"; e proprio cercare di far cambiare l'abitudine a ricevere tutto "preconfezionato" - abitudine che è un fatto culturale molto radicato - è uno dei principali obbiettivi di un progetto, anche educativo, più ampio. |
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Andrebbe migliorato il supporto e la documentazione con l'hardware vecchio. Ad esempio la configurazione dello scanner è stata veramente un'impresa, per altro ancora non del tutto soddisfacente perché Xane si comporta in modo strano. Lo scanner è molto utile perché accoppiato con una stampante può fungere anche da fotocopiatrice, considerando che in tutto il villaggio ce ne sono 3 e non sempre funzionanti. Bisognerebbe inoltre migliorare il supporto alle situazioni in cui ci troviamo senza rete. Ad esempio la copia offline del wiki di Ubuntu-it è una bella idea. Sarebbe utile avere altre risorse di questo tipo. Prima di partire per il Togo passo diverso tempo a copiarmi tutto il necessario su un Hard Disk esterno. | |
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La configurazione dello scanner e l'hardware "datato" | |
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* Cosa suggerire ai nostri lettori interessati in attività simili a questa? * Come possono i lettori interessati aiutare l'organizzazione? |
A fare sempre 3 partizioni: una root, una swap e una home. Così se c'è qualcosa che non va e devo reinstallare tutto non perdo i dati utente. |
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* Collezionare alcune foto dell'iniziativa | |
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## da questo punto in poi non modificare! |
Nel 2007 avevo fatto diverse foto ai bambini della scuola, una in particolare la ricordavo bene, era di un bambino che giocava con un "giocattolo" che aveva costruito da solo. In un viaggio successivo mostrai questa foto al parroco chiedendo se conoscesse il bambino. Il parroco mi rispose che era uno scolaro di 10 anni che si chiama [[http://travel.webshots.com/photo/2776052550033377572dXWigE?vhost=travel|Ako]]. Chiesi al parroco di farmelo conoscere. Me lo portò un pomeriggio in cui mi trovavo nei locali della parrocchia impegnato a smontare 3 computer cercando di farne uno funzionante. Chiesi al bambino quale fosse il suo cognome ed egli pronunciò qualcosa di incomprensibile; non avendo fra le mani nulla di meglio per farlo scrivere, chiesi al bambino di digitare il suo cognome nella tastiera del mio portatile. Egli la osservò un poco e poi iniziò a scrivere il suo cognome. Chiesi, come mai guardi così la tastiera, non hai mai visto un computer? Il bambino rispose di no. Abbastanza colpito, ripresi la mia opera di smontaggio mentre il bambino, incuriosito, era rimasto lì in piedi a guardarmi rigirandosi un cacciavite fra le mani; gli chiesi se voleva fare quello che stavo facendo io e al suo sì gli affidai uno dei pc. In poco tempo e senza rompere niente, con solo qualche mio richiamo a fare attenzione, smontò completamente uno dei 3 desktop. E quella era la prima volta che Ako vedeva un pc! |
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CategoryComunita | CategoryComunitaPromozione |
Informazioni
Nome dell'intervistato: Luigi Pertici <luigiATpertici.net>
Nome della ONG: Onlus Progetto Porto Seguro (in corso di costituzione)
Ubicazione (città, paese): Agbodrafò (Togo)
Collegamenti Web:
Domande dell'intervista
- Come è nato il progetto Porto Seguro
Luigi Pertici, diacono permanente della diocesi di Siena, ha iniziato a lavorare nell'informatica al CED della Banca Monte dei Paschi di Siena per poi passare per molti anni a fare il "supporto informatico" (praticamente faceva di tutto: dal supporto agli utenti, a quello hardware, fino al sistemista) all'ufficio formazione della stessa banca. Nell'ambito del suo ministero diaconale nel 1998 ha conosciuto un prete togolese e su invito di questo prete nel 2005 è andato per la prima volta in Africa, in Togo e in Camerun. Da allora si reca in Togo regolarmente, per dare una mano in diocesi di Aneho ed in particolare nel villaggio di Agbodrafò che conta circa 4000/6000 persone (non ci si stupisca che si chiami villaggio un posto con tutte queste persone, se ne trovano anche con 4 o 5 volte tante; non è possibile sapere con sufficiente esattezza il numero di abitanti perché nel Paese l'anagrafe è ancora abbastanza approssimativa). A partire dal 2007, anno in cui Luigi è andato in pensione dal suo lavoro, la permanenza in Togo raggiunge i 4/5 mesi all'anno.
- Qual'è la missione del progetto?
Il progetto vuole cercare di portare un qualche strumento di informazione nel villaggio. Perfino i giornali sono rari, si trovano solo nella capitale e nemmeno tutti i giorni. L'idea è, quindi, di realizzare un punto di accesso pubblico alla rete che possa servire per la cittadinanza e sopratutto per gli studenti delle scuole. Quella superiore conta circa 200 studenti.
- È possibile avere alcuni esempi di cosa è stato fatto?
Con l'aiuto degli amici del Siena Linux User Group abbiamo raccolto molti vecchi computer da amici e conoscenti. I volontari del Lug si sono prodigati ad installarli con Ubuntu verificandone il buon funzionamento. Con quelli guasti abbiamo ricavato dei pezzi di ricambio. Alla fine è stato caricato un container con tanto materiale. I pc funzionanti completi erano 36, oltre a molto materiale di ricambio come monitor, mouse e tastiere in più.
Altro software
- Vengono utilizzate anche altre distribuzioni linux?
Al momento viene utilizzata soltanto Ubuntu. Con il tempo si vorrebbe creare un piccolo laboratorio informatico ed insegnare anche come modificare una distribuzione, e anche come crearne una nuova partendo da scratch.
- Viene utilizzato anche software proprietario?
No. Viene usato solo Software Libero. L'obiettivo educativo è quello di insegnare a scegliere e decidere con la propria testa, per questo scopo il Software Proprietario non è usabile perché offre tutto "preconfezionato"; e proprio cercare di far cambiare l'abitudine a ricevere tutto "preconfezionato" - abitudine che è un fatto culturale molto radicato - è uno dei principali obbiettivi di un progetto, anche educativo, più ampio.
Suggerimenti
- Che suggerimento dovrebbe essere dato ad Ubuntu per soddisfare al meglio le proprie esigenze?
Andrebbe migliorato il supporto e la documentazione con l'hardware vecchio. Ad esempio la configurazione dello scanner è stata veramente un'impresa, per altro ancora non del tutto soddisfacente perché Xane si comporta in modo strano. Lo scanner è molto utile perché accoppiato con una stampante può fungere anche da fotocopiatrice, considerando che in tutto il villaggio ce ne sono 3 e non sempre funzionanti. Bisognerebbe inoltre migliorare il supporto alle situazioni in cui ci troviamo senza rete. Ad esempio la copia offline del wiki di Ubuntu-it è una bella idea. Sarebbe utile avere altre risorse di questo tipo. Prima di partire per il Togo passo diverso tempo a copiarmi tutto il necessario su un Hard Disk esterno.
- Cosa sarebbe bello vedere migliorato in Ubuntu, risorse come la documentazione?
Esperienze
- Qual'è il più grande ostacolo incontrato con Ubuntu?
La configurazione dello scanner e l'hardware "datato"
- e quale invece il miglior trucco imparato durante il cammino?
A fare sempre 3 partizioni: una root, una swap e una home. Così se c'è qualcosa che non va e devo reinstallare tutto non perdo i dati utente.
Foto e storie
- Chiedere se ci sono particolari aneddoti, storie belle o divertenti, le migliori lezioni che il cronista vorrebbe raccontare al mondo.
Nel 2007 avevo fatto diverse foto ai bambini della scuola, una in particolare la ricordavo bene, era di un bambino che giocava con un "giocattolo" che aveva costruito da solo. In un viaggio successivo mostrai questa foto al parroco chiedendo se conoscesse il bambino. Il parroco mi rispose che era uno scolaro di 10 anni che si chiama Ako. Chiesi al parroco di farmelo conoscere. Me lo portò un pomeriggio in cui mi trovavo nei locali della parrocchia impegnato a smontare 3 computer cercando di farne uno funzionante. Chiesi al bambino quale fosse il suo cognome ed egli pronunciò qualcosa di incomprensibile; non avendo fra le mani nulla di meglio per farlo scrivere, chiesi al bambino di digitare il suo cognome nella tastiera del mio portatile. Egli la osservò un poco e poi iniziò a scrivere il suo cognome. Chiesi, come mai guardi così la tastiera, non hai mai visto un computer? Il bambino rispose di no. Abbastanza colpito, ripresi la mia opera di smontaggio mentre il bambino, incuriosito, era rimasto lì in piedi a guardarmi rigirandosi un cacciavite fra le mani; gli chiesi se voleva fare quello che stavo facendo io e al suo sì gli affidai uno dei pc. In poco tempo e senza rompere niente, con solo qualche mio richiamo a fare attenzione, smontò completamente uno dei 3 desktop. E quella era la prima volta che Ako vedeva un pc!