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Edizione #XX di Full Circle Magazine

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CeBIT 2009: Il futuro di GNU/Linux tra i netbooks

CeBIT è la più importante manifestazione IT mondiale. Il nome "CeBIT" sta per Centrum der Büro- und Informationstechnik (Centro per l'ufficio e la tecnologia informatica), ed è un barometro a livello planetario dell'information technology. In un forum Open Source del CeBIT 2009 che si è svolto ad Hannover (Germania) , Warren Coles del venditore taiwanese Linpus-Linux, ha indicato i motivi per i quali secondo lui l'installazione di sistemi operativi open source nei Net-pc, che prima avevano conosciuto un trend molto positivo, a tal punto da generare l'entusiamo di molti, in questo ultimissimo periodo si stia invece progressivamente ma inesorabilmente attenuando. In buona sostanza Secondo Warren insieme al prezzo largamente competitivo (la licenza del S.O. proprietario incide non poco sul costo finale), il Net-book è stato percepito dal grande pubblico non solo come una alternativa pratica e meno costosa per collegarsi ad internet in libertà, ma anche come una proposta tutto sommato "inferiore", paradossalmente proprio per la "frugalità" delle risorse hardware che necessita Linux per funzionare. Alcuni dicono però che sia troppo presto per tirare delle conclusioni di questo tipo per l'anno in corso. Infatti nonostante la crisi economica stia attanagliando le economie mondiali, gli esperti del settore prevedono che i netbook saranno uno dei pochi segmenti forti nel 2009. Secondo Coles in ogni caso Limpus sta scommettendo sul futuro puntando sulla qualità di una GUI personalizzata, nonchè su un rinnovato supporto WLAN e 3G in oltre 20 lingue e 30 configurazioni di tastiera. Quindi a detta di diversi analisti del settore,la lotta virtuale fra Windows e i sistemi open source nei netbook è tutt’altro che finita. Inoltre la scesa in campo di Android della piattaforma di Google promette sicuramente bene in virtù dell’appeal esercitato da Google (negli smartphone) e dal fatto che Android, rispetto alle altre versioni Linux installate sui netbook, ha dalla sua la virtual machine Dalvik, che garantisce agli sviluppatori più libertà d’azione (a prescindere dall’hardware su cui gira il sistema operativo) per programmare le applicazioni. [http://www.linux-magazine.com/online/news/cebit_2009_linux_wants_to_win_back_netbooks Fonte]

Debian e Ubuntu secondo Steve McIntyre

Come è noto Ubuntu proviene dalla grande madre Debian ma, a differenza di quest'ultima, la prima si è imposta un ritmo di rilasci molto più frequente e uno "zoccolo duro" di stipendiati e volontari. Ciò gli ha consentito di migliorare notevolmente sia l'user server sia in particolar modo l'user friends Ubuntista. Steve Mc Intyre, un ingegnere trentaquattrenne responsabile del Debian Project, ha rilasciato un'interessante intervista sul suo rapporto con Debian e sulle relazioni Debian-Ubuntu.Il progetto Debian da lui coordinato ha prodotto semplicità di utilizzo ma anche flessibililità, con un'enorme gamma di pacchetti facili da installare.Ci sono un sacco di grandi organizzazioni che hanno implementato con successo Debian-server, tra cui alcuni di alto profilo, anche organizzazioni governative, come la città di Monaco di Baviera. Ma indubbiamente, come lui stesso riconosce, non è facile farsi strada tra quelle aziende che preferiscono individuare e impostare propri settaggi e attingere a competenze interne. Per quanto concerne il rapporto con la distribuzione Sudafricana Ubuntu, egli ritiene che in alcuni casi gli sviluppatori di Debian e quelli di Ubuntu hanno lavorato proficuamente e a stretto contatto, in altre occasioni invece con minore condivisione strategico-progettuale. Ad ogni modo, afferma Mc Intyre, il colloquio con Mark Shuttleworth è pressochè quotidiano e tutto ciò riveste una notevole importanza, perchè consente di affrontare meglio i problemi che riguardano da vicino entrambe le distribuzioni. Tra gli sviluppatori di Debian ci sono naturalmente varie opinioni su Ubuntu: non è un segreto il fatto che alcuni pensino che Ubuntu abbia tratto e tragga profitto dal loro lavoro e altri vedano con una punta di invidia il successo che sta riscuotendo. Secondo Steve l'importante è far conoscere, accostare e usare Linux ad un pubblico sempre più vasto, sia che questo si chiami Debian o che si chiami invece Ubuntu: entrambe hanno consapevolmente accettato la sfida delle licenze libere e in questa direzione devono continuare a procedere con fiducia. [http://www.h-online.com/open/Interview-Steve-McIntyre-of-Debian--/features/112783/0 Fonte]

Dalla blogosfera

Full Circle Magazine Issue #XX (ENG)


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