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Sono più di 10 anni che ho installato e usato Linux per la prima volta. Volevo armeggiare con i computer, ma, allo stesso tempo, non volevo spendere soldi sul software, e non volevo rompere nessuna EULA. Inoltre volevo anche usare hardware di recupero. È stato RedHat 5 che mi diede la possibilità di fare ciò, e da allora sono stato sempre attaccato. | Sono qua, con la tastiera sul mio grembo, i piedi sulla scrivania, una bevanda energetica a portata di mano, e una massa di Hot Pockets che dal freezer cantano la loro seducente nenia, come sirene. Sono d’accordo con loro che sì, quando finisco di scrivere questo paragrafo per la ricerca che sto facendo, ne prenderò uno e me lo mangerò tutto. Quando, improvvisamente, come se mi avesse letto nell’animo, compare l’amata schermata blu della morte. Ancora una volta, Windows è riuscito con un tempismo perfetto a crashare quando ero in zona. Il mio gatto, Penelope, salta sulla scrivania, ammicca dolcemente, e miagola come a dire “Sai cosa fare”. |
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Ho provato svariate distribuzione negli anni, da RedHat, Fedora, Puppy, SCO (sì, anche quello), Mandriva, ma solo a un certo punto decisi che dovevo smetterla di saltare da una distribuzione all'altra, e stabilizzarmi su una, nel bene o nel male. Scelsi Fedora. Quindi andò meglio, eccetto per una cosa, per me Fedora era veramente instabile da un rilascio a un altro, e spesso, cose per cui avevo speso tempo a sistemarle non funzionano più dopo sei o dodici mesi. Fui veramente vicino a tornare al lato oscuro, sì, intendo Windows. | Ora, io sono un sistemista che gestisce vari server che sono sempre online, e su ognuno di essi gira una qualche distro Linux. Io sono un fanatico. Mi sono spesso chiesto perché il computer di casa mia doveva essere gestito da Windows. È una sorte di paradosso. Ho pensato che fosse perché io dovevo condividere le mie cartelle con la mia Xbox. Ho quindi deciso che la condivisione delle cartelle è una scusa debole. Ho accarezzato Penelope, sorseggiato la mia bevanda energetica, e mi sono messo al lavoro. |
Linea 11: | Linea 12: |
Quindi, sentì parlare di Ubuntu Warty Warthdog, e decisi di dare a Linux un ultima prova. Ubuntu risolse molti problemi, come il fatto che ero stanco di scaricare 4 CD per ogni installazione. Un unico CD d scaricare era una fortuna. | È andata in questo modo: sono balzato via dal PC, preso i file di back-up, selezionato un Hot Pocket, messo l’Hot Pocket nel forno a microonde, scaricato Ubuntu 12.04, masterizzato su disco, recuperato l’Hot Pocket, recuperate le salse aggiuntive, tornato al PC, avviato il CD, messo la salsa in metà piatto, morso l’Hot Pocket ancora troppo caldo e masticato passando il boccone da una parte all’altra della bocca. Una volta raggiunto il gestore di partizione durante l’installazione di Ubuntu ho nefastamente detto a Windows: “Addio Windows, vorrei poter dire che è stato un bel viaggio, ma purtroppo no, hai rovinato la mia vita.” E a quel punto ho messo da parte i miei sentimenti per Windows e ho iniziato allegramente, così come la costituzione americana mi permette, a cercare la mia felicità. |
Linea 13: | Linea 14: |
In questo tempo diventai un po' un "evangelista" del software libero; ero un po' in disappunto sul fatto che il movimento "free come libertà" fosse così connesso all'elite tecnocrata, e non realmente connessa alla vita di tutti i giorni degli utenti finali. | Quello che ho fatto dopo è stato: installare i driver proprietari, installare Guake, finire l’Hot Pocket, installare Wine, installare Foxit Reader, installare VirtualBox, coccolare Penelope, installare Chrome, installare Opera, configurare Ubuntu One, scaricare il ppa di Hotot, configurare la lens di AskUbuntu, finire la bevanda energetica, sincronizzare i browser, ammirare la mia installazione nuova fiammante citando il Dr. Frankenstein “È vivo! Vivo!” |
Linea 15: | Linea 16: |
Quindi, provai Ubuntu, e potei vedere che Ubuntu stava provando a fare quello che altre distribuzioni non facevano, come il fatto che è facile da installare per le persone che sono più lontane dalla mentalità geek del computer di me. Niente da dire, sono stato conquistato da Ubuntu. | Per risolvere il problema dello streaming con l’Xbox ho afferrato il disco di XP Pro e gli ho detto: “E così, ci incontriamo di nuovo!”. Con riluttanza ho installato una macchina virtuale con Windows. L’idea è che, quando ne ho bisogno, stacco il mio disco esterno da Ubuntu e lo collego alla macchina virtuale. Il problema dello streaming è così risolto. Tuttavia, c’è un problema che prima non avevo preso in considerazione: mia moglie. |
Linea 17: | Linea 18: |
Comunque, in quanto persona che crede nella libertà del software in ambiti religiosi, politici, economici, e ambientali, io sono scontento di un fronte. Non sono solo nel mio progetto di promozione della libertà del software; molti utenti Linux fanno altrettanto. Ma, con gli anni, mi sarebbe piaciuto vedere un po' di supporto da cose come IBM e RedHat. Non fraintendetemi, so che hanno messo molti soldi e ricerche su Linux e per questo io ne sono molto riconoscente. Quello che mi piacerebbe vedere è un appoggio a Linux in molti dei circuiti pubblicitari maggiori. Abbiamo bisogno di una pubblicità "desktop" con vigore. | Mia moglie si trascina il giro per la casa il suo computer con Windows, a volte si siede sul divano a prendere il tè, leggere le notizie, navigare sul web cercando prodotti cosmetici, caricare le immagini. Apparentemente lei è felice con Windows, se si escludono gli occasionali “Questo coso sembra più lento di giorno in giorno”. Anche se lei ha un computer portatile il desktop principale è quello che usa per lo streaming con l’Xbox quando ha voglia di vedere anime sullo schermo grande (cioè spesso). Lei certamente non ha mai visto nessuna versione di Windows e non saprebbe come utilizzare una macchina virtuale. |
Linea 19: | Linea 20: |
Sarebbe magnifico se tutte le corporazioni che beneficiano da Linux contribuissero con un fondo pubblicitario. Amerei vedere gli stemmi di Linux sulle macchine da Formula 1 le cui squadre usano Linux. So che una vettura di Formula 1 è probabilmente il pezzo più costoso di pubblicità immobiliare del pianeta, ma tutto quello che vogliamo è a pochi centimetri quadrati che nessuno vuole. | Mentre stavo realizzando ciò, mia moglie stava scendendo dalle scale, fresca come una rosa dopo la scorpacciata di anime di quella notte, con il laptop in mano. La conversazione è andata più o meno così: “Buongiorno.” “Ben svegliata.” “Che stai facendo?” “Riparando il computer.” “Che è successo?” “Probabilmente si è rotta la memoria.” “Non so cosa significhi, ma ok. Come hai risolto?” “Ho installato Ubuntu.” “Uhboontu, che parola divertente. Cos’è?” “Un miracolo su disco.” “Posso vedere?” “Certamente.” Silenzio, ero nervoso. Dice: “Non lo capisco.” Ho risposto: “Ha aggiustato il computer, ricordatelo!” “È diverso dal mio.” “Sbagliato, è migliore del tuo. Posso farti vedere perché?” “Non capirò mai perché tu non passa semplicemente lasciare le cose come sono.” “Ma ha aggiustato il computer!” Ero pronto per una battaglia, a quel punto. Lei ha mosso il mouse e ha chiesto: “Posso navigare su Internet?” “Si, ha Firefox.” (È il suo browser preferito) “Posso caricare le foto?” “Certamente.” Ho premuto il tasto super, cercato Showtell, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher. “Allora mi fido di te.” Mi rilasso. “Aspetta, un’altra domanda.” Mi innervosisco. “Posso vedere gli anime?” |
Linea 21: | Linea 50: |
Quello che voglio dire è questo: ogni grande azienda che riceve benefici dal software libero dovrebbe aiutare la promozione di Linux. | Ho detto: “Si, a tal proposito...” e ho iniziato a grattarmi la testa cercando di pensare qual’era il modo migliore per spiegare una macchina virtuale, quando ho avuto un’iiluminazione. Sul suo laptop c’era ancora Windows! Ho detto: “Dammi qualche minuto e ti farò vedere come fare.” Ho installato Samba e creato una cartella condivisa. “Fammi vedere il tuo computer, amore.” Ho montato in modo permanente l’hard disk di rete e ho configurato Windows Media Center per puntare alla rete condivisa. “Guarda, adesso puoi scaricarli e vederli direttamente dal tuo computer!” “Figo! Come hai fatto?” |
Linea 23: | Linea 52: |
Questo mi porta a Mark Shuttleworth. Credo che il Sig. Shuttleworth sia il maggior contributore allo scopo di promuovere l'uso di Linux dagli utenti comuni. Io non credo che non ci sia nessuno nel passato, presente, o nel vicino futuro con il suo impegno o risorse. | Al che le ho subdolamente risposto. “Io non ho fatto niente, è stato Ubuntu. Ti ho detto che è meglio.” |
Linea 25: | Linea 54: |
Quando per la prima volta provai Unity, avevo alcuni dubbi su di esso. Comunque, per me non è stato difficile capire a cosa Unity mirava e perché. Un'unica interfaccia per desktop, telefoni, e tutto ciò di mezzo. Per le persone che usano meno di dieci applicazioni, Unity è tutto ciò di cui hanno bisogno, e la cosa migliore è che Unity lo fa nel modo migliore. | Passò circa una settimana e tutto andava alla grande. Stavo scendendo le scale, dopo una maratona di anime, quando ho notato mia moglie sul divano a guardare in modo curioso lo schermo del suo portatile. Con mia grande sorpresa notai che la sua deliziosa barra delle applicazioni di Windows era stata spostata da sotto a sinistra. Un sentimento di esultanza mi ha percorso tutto. Stava tentando di imitare Unity su un computer Windows. Mi ha guardato e mi ha detto: “Buongiorno.” |
Linea 27: | Linea 56: |
Unity è ciò che il movimento del software libero ha bisogno per portare il software libero al prossimo livello. È tempo di finirla di autoreferenziarsi con tutti gli "È L'anno di Linux sui desktop" e andare oltre, verso qualcosa che ha realmente la potenzialità di dare ottimi risultati. | “Buongiorno.” “Ho una domanda.” “E io ho la risposta.” Chiude il suo portatile e lo dà a me: “Puoi installarci Ubuntu?” Eureka!!! Io rispondo: “Uh, cosa, io non credo... cosa hai appena detto?” “Ubuntu, ho letto qualcosa e usando il tuo computer mi sono accorta che tu avevi ragione, è migliore!” |
Linea 29: | Linea 63: |
Quindi, finiamola di criticare inutilmente, e supportiamo Mark Shuttleworth e Canonical. Perché, per tutto quello che lui e la sua compagnia ha fatto per noi, è il minimo che possiamo fare. | Doppio eureka!!! Rispondo: “Assolutamente, amore mio.” E vado a lavorare per liberare il suo computer dalle grinfie dell’impero. Morale della favola: date un po’ di tempo e anche l’utente meno esperto troverà l’esperienza su Linux molto piacevole. Ci vuole la vigilanza e la disponibilità di noi utenti appasionati di Linux per avere il tempo di mostrare le sue capacità invece di litigare con le persone che vogliono semplicemente “keep it simple”, leggere le notizie, navigare sul web, guardare le foto e vedersi dei dolci anime in streaming. |
Linea 33: | Linea 70: |
umm... la frase relativa alla pubblicità con la formula 1 non è che mi sia venuta tanto bene.... ;) | |
Linea 36: | Linea 73: |
Sono qua, con la tastiera sul mio grembo, i piedi sulla scrivania, una bevanda energetica a portata di mano, e una massa di Hot Pockets che dal freezer cantano la loro seducente nenia, come sirene. Sono d’accordo con loro che sì, quando finisco di scrivere questo paragrafo per la ricerca che sto facendo, ne prenderò uno e me lo mangerò tutto. Quando, improvvisamente, come se mi avesse letto nell’animo, compare l’amata schermata blu della morte. Ancora una volta, Windows è riuscito con un tempismo perfetto a crashare quando ero in zona. Il mio gatto, Penelope, salta sulla scrivania, ammicca dolcemente, e miagola come a dire “Sai cosa fare”. |
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Linea 37: | Linea 76: |
Sono passati più di 10 anni dalla prima volta che ho installato e usato Linux. Volevo armeggiare con i computer, ma, allo stesso tempo, non volevo spendere soldi sul software e non volevo violare nessuna EULA. Inoltre desideravo anche usare hardware di recupero. È stato RedHat 5 che mi diede la possibilità di fare ciò, e da allora sono stato sempre legato. | Ora, io sono un sistemista che gestisce vari segmenti di rete sempre connessi in cui tutti i server girano con una qualche distribuzione Linux. Io sono un fanatico. Mi sono spesso chiesto perché il computer di casa mia doveva essere gestito da Windows. È una sorte di paradosso. Ho pensato che fosse perché io dovevo condividere le mie cartelle con la mia Xbox. Ho quindi deciso che la condivisione delle cartelle è una scusa debole. Ho accarezzato Penelope, sorseggiato la mia bevanda energetica, e mi sono messo al lavoro. |
Linea 39: | Linea 78: |
Ho provato svariate distribuzione negli anni, da RedHat, Fedora, Puppy, SCO (sì, anche quello), Mandriva; ma solo a un certo punto decisi che dovevo smetterla di saltare da una distribuzione all'altra, e stabilizzarmi su una, nel bene o nel male. Scelsi Fedora. Quindi andò meglio, eccetto per una cosa, per me Fedora era veramente instabile da un rilascio a un altro e, spesso, cose per cui avevo speso tempo nel sistemarle, non funzionano più dopo sei o dodici mesi. Ero veramente vicino a tornare al lato oscuro, si, intendo Windows. | È andata in questo modo: sono balzato via dal PC, preso i file di back-up, selezionato un Hot Pocket, messo l’Hot Pocket nel forno a microonde, scaricato Ubuntu 12.04, masterizzato su disco, recuperato l’Hot Pocket, recuperato pacchetti ulteriori di Salsa Piccante, tornato al PC, avviato il CD, schizzato la salsa nel Pocket aperto a metà, morso l’Hot Pocket ancora troppo caldo e masticato passando il boccone da una parte all’altra della bocca. Una volta raggiunto il gestore di partizioni durante l’installazione di Ubuntu ho nefastamente detto a Windows: “Addio Windows, vorrei poter dire che è stato un bel viaggio, ma purtroppo no, hai rovinato la mia vita”. E a quel punto ho messo da parte i miei sentimenti per Windows e ho iniziato allegramente, così come la costituzione americana mi permette, la ricerca della mia felicità. |
Linea 41: | Linea 80: |
Quindi, sentii parlare di Ubuntu Warty Warthdog, e decisi di dare a Linux un ultima prova. Ubuntu mi risolse molti problemi, come il dover scaricare 4 CD per ogni installazione. Un unico CD da scaricare era una fortuna. | Quello che ho fatto dopo è stato: installare i driver proprietari, installare Guake, finire l’Hot Pocket, installare Wine, installare Foxit Reader, installare VirtualBox, coccolare Penelope, installare Chrome, installare Opera, configurare Ubuntu One, scaricare il ppa di Hotot, configurare la lens di AskUbuntu, finire la bevanda energetica, sincronizzare i browser, ammirare la mia installazione nuova fiammante citando il Dr. Frankenstein “È vivo! Vivo!” |
Linea 43: | Linea 82: |
In questo tempo diventai un po' un "evangelista" del software libero; ero in disappunto sul fatto che il movimento "free come libertà" fosse così connesso all'elite tecnocrata, e non realmente connessa alla vita di tutti i giorni degli utenti finali. | Per risolvere il problema dello streaming con l’Xbox ho afferrato il disco di XP Pro e gli ho detto: “E così, ci incontriamo di nuovo!”. Con riluttanza ho installato una macchina virtuale con Windows. L’idea è che, quando ne ho bisogno, stacco il mio disco esterno da Ubuntu e lo collego alla macchina virtuale. Il problema dello streaming è così risolto. Tuttavia, c’è un problema che prima non avevo preso in considerazione: mia moglie. |
Linea 45: | Linea 84: |
Quindi, provai Ubuntu, e vidi che Ubuntu stava provando a fare quello che altre distribuzioni non facevano, come la facilità di installazione per le persone che sono più lontane di me dall'essere 'smanettoni' del computer. Niente da dire, sono stato conquistato da Ubuntu. | Mia moglie si trascina il giro per la casa il suo computer con Windows, a volte si siede sul divano a prendere il tè, leggere le notizie, navigare sul web cercando prodotti cosmetici, caricare le immagini. Apparentemente lei è felice con Windows, se si escludono gli occasionali “Questo coso sembra ogni giorno più lento”. Anche se lei ha un computer portatile, il desktop principale è quello che usa per lo streaming con l’Xbox quando ha voglia di vedere anime sullo schermo grande (cioè spesso). Lei certamente non ha mai visto nessuna versione di Linux e non saprebbe come utilizzare una macchina virtuale. |
Linea 47: | Linea 86: |
Comunque, in quanto persona che crede nella libertà del software in ambiti religiosi, politici, economici, e ambientali, io sono scontento su di un fronte. Non sono solo nel mio progetto di promozione della libertà del software; molti utenti Linux fanno altrettanto. Ma, con gli anni, mi sarebbe piaciuto vedere un po' di supporto da case come IBM e RedHat. Non fraintendetemi, so che hanno messo molti soldi e ricerche su Linux e per questo io ne sono molto riconoscente. Quello che mi piacerebbe vedere è un appoggio a Linux in molti dei circuiti pubblicitari maggiori. Abbiamo bisogno di una vigorosa pubblicità "desktop". | Mentre stavo realizzando ciò, mia moglie stava scendendo dalle scale, fresca come una rosa dopo la scorpacciata di anime di quella notte, con il laptop in mano. La conversazione è andata più o meno così: “Buongiorno.” “Ben svegliata.” “Che stai facendo?” “Riparando il computer.” “Che è successo?” “Probabilmente si è rotta la memoria.” “Non so cosa significhi, ma ok. Come hai risolto?” “Ho installato Ubuntu.” “Uhboontu, che parola divertente. Cos’è?” “Un miracolo su disco.” “Posso vedere?” “Certamente.” Silenzio, ero nervoso. Dice: “Non lo capisco.” Ho risposto: “Ha aggiustato il computer, ricordatelo!” “È diverso dal mio.” “Sbagliato, è migliore del tuo. Posso farti vedere perché?” “Non capirò mai perché tu non possa semplicemente lasciare le cose come sono.” “Ma ha aggiustato il computer!” Ero pronto per una battaglia, a quel punto. Lei ha mosso il mouse e ha chiesto: “Posso navigare su Internet?” “Si, ha Firefox.” (È il suo browser preferito) “Posso caricare le foto?” “Certamente.” Ho premuto il tasto super, cercato Showtell, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher. "Posso ascoltare la mia musica?" “Sì” Ho premuto il tasto super, cercato Rhythmbox, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher. “Allora mi fido di te.” Mi rilasso. “Aspetta, un’altra domanda.” Mi innervosisco. “Posso vedere gli anime?” |
Linea 49: | Linea 118: |
Sarebbe magnifico se tutte le corporazioni che beneficiano da Linux, contribuissero con un fondo pubblicitario. Mi piacerebbe moltissimo vedere lo stemma di Linux sulle macchine da Formula 1 i cui team usano Linux. So che una vettura di Formula 1 è probabilmente il pezzo più costoso di pubblicità del pianeta, ma tutto quello che vogliamo sono pochi centimetri quadrati che nessuno vuole. | Ho detto: “Si, a tal proposito...” e ho iniziato a grattarmi la testa cercando di pensare qual’era il modo migliore per spiegare una macchina virtuale, quando ho avuto un’iiluminazione. Sul suo laptop c’era ancora Windows! Ho detto: “Dammi qualche minuto e ti farò vedere come fare.” Ho installato Samba e creato una cartella condivisa. “Fammi vedere il tuo computer, amore.” Ho montato in modo permanente l’hard disk di rete e ho configurato Windows Media Center per puntare alla rete condivisa. “Guarda, adesso puoi scaricarli e vederli direttamente dal tuo computer!” “Figo! Come hai fatto?” |
Linea 51: | Linea 120: |
Ciò che voglio dire è questo: ogni grande azienda che riceve benefici dal software libero dovrebbe aiutare la promozione di Linux. | Al che le ho subdolamente risposto. “Io non ho fatto niente, è stato Ubuntu. Ti ho detto che è meglio.” |
Linea 53: | Linea 122: |
Questo mi porta a Mark Shuttleworth. Credo che il Sig. Shuttleworth sia il maggior contributore nella promozione dell'uso di Linux tra gli utenti comuni. Credo che non ci sia nessuno, nel passato, presente o nel vicino futuro, con il suo impegno o le sue risorse. | Passò circa una settimana e tutto andava alla grande. Stavo scendendo le scale, dopo una maratona di anime, quando ho notato mia moglie sul divano a guardare in modo curioso lo schermo del suo portatile. Con mia grande sorpresa notai che la sua deliziosa barra delle applicazioni di Windows era stata spostata da sotto a sinistra. Un sentimento di esultanza mi ha percorso tutto. Stava tentando di imitare Unity su un computer Windows. Mi ha guardato e mi ha detto: “Buongiorno.” |
Linea 55: | Linea 124: |
Quando per la prima volta provai Unity, avevo alcuni dubbi su di esso. Comunque, per me non è stato difficile capire a cosa Unity mirava e perché. Un'unica interfaccia per desktop, telefoni, e tutto ciò di mezzo. Per le persone che usano meno di dieci applicazioni, Unity è tutto ciò di cui hanno bisogno, e la cosa migliore è che Unity lo fa nel modo migliore. | “Buongiorno.” “Ho una domanda.” “E io ho la risposta.” Chiude il suo portatile e lo dà a me: “Puoi installarci Ubuntu?” Eureka!!! Io rispondo: “Uh, cosa, non posso credere alle mie orecchie ... cosa hai appena detto?” “Ubuntu, ho letto qualcosa e usando i tuoi computer mi sono accorta che tu avevi ragione, è migliore!” |
Linea 57: | Linea 131: |
Unity è ciò che il movimento del software libero ha bisogno per portare il software libero al prossimo livello. È tempo di finirla di autoreferenziarsi con tutti gli "È L'anno di Linux sui desktop" e andare oltre, verso qualcosa che realmente ha la potenzialità di ottenere ottimi risultati. | Doppio eureka!!! Rispondo: “Assolutamente, amore mio.” E vado a lavorare per liberare il suo portatile dalle grinfie dell’impero. |
Linea 59: | Linea 133: |
Quindi, finiamola di criticare inutilmente, e supportiamo Mark Shuttleworth e Canonical. Perché, per tutto quello che lui e la sua compagnia ha fatto per noi, è il minimo che possiamo fare. | Morale della favola: date un po’ di tempo e anche l’utente meno esperto troverà l’esperienza su Linux molto piacevole. Ci vuole la vigilanza e la disponibilità di noi utenti appassionati di Linux per avere il tempo di mostrare le sue capacità invece di litigare con le persone che vogliono semplicemente “keep it simple”, leggere le notizie, navigare sul web, guardare le foto e vedersi dei dolci anime in streaming. |
Linea 63: | Linea 138: |
Per un futuro, i passati remoti sono pesanti per la lettura. |
Traduzione italiana
Sono qua, con la tastiera sul mio grembo, i piedi sulla scrivania, una bevanda energetica a portata di mano, e una massa di Hot Pockets che dal freezer cantano la loro seducente nenia, come sirene. Sono d’accordo con loro che sì, quando finisco di scrivere questo paragrafo per la ricerca che sto facendo, ne prenderò uno e me lo mangerò tutto. Quando, improvvisamente, come se mi avesse letto nell’animo, compare l’amata schermata blu della morte. Ancora una volta, Windows è riuscito con un tempismo perfetto a crashare quando ero in zona. Il mio gatto, Penelope, salta sulla scrivania, ammicca dolcemente, e miagola come a dire “Sai cosa fare”.
Ora, io sono un sistemista che gestisce vari server che sono sempre online, e su ognuno di essi gira una qualche distro Linux. Io sono un fanatico. Mi sono spesso chiesto perché il computer di casa mia doveva essere gestito da Windows. È una sorte di paradosso. Ho pensato che fosse perché io dovevo condividere le mie cartelle con la mia Xbox. Ho quindi deciso che la condivisione delle cartelle è una scusa debole. Ho accarezzato Penelope, sorseggiato la mia bevanda energetica, e mi sono messo al lavoro.
È andata in questo modo: sono balzato via dal PC, preso i file di back-up, selezionato un Hot Pocket, messo l’Hot Pocket nel forno a microonde, scaricato Ubuntu 12.04, masterizzato su disco, recuperato l’Hot Pocket, recuperate le salse aggiuntive, tornato al PC, avviato il CD, messo la salsa in metà piatto, morso l’Hot Pocket ancora troppo caldo e masticato passando il boccone da una parte all’altra della bocca. Una volta raggiunto il gestore di partizione durante l’installazione di Ubuntu ho nefastamente detto a Windows: “Addio Windows, vorrei poter dire che è stato un bel viaggio, ma purtroppo no, hai rovinato la mia vita.” E a quel punto ho messo da parte i miei sentimenti per Windows e ho iniziato allegramente, così come la costituzione americana mi permette, a cercare la mia felicità.
Quello che ho fatto dopo è stato: installare i driver proprietari, installare Guake, finire l’Hot Pocket, installare Wine, installare Foxit Reader, installare VirtualBox, coccolare Penelope, installare Chrome, installare Opera, configurare Ubuntu One, scaricare il ppa di Hotot, configurare la lens di AskUbuntu, finire la bevanda energetica, sincronizzare i browser, ammirare la mia installazione nuova fiammante citando il Dr. Frankenstein “È vivo! Vivo!”
Per risolvere il problema dello streaming con l’Xbox ho afferrato il disco di XP Pro e gli ho detto: “E così, ci incontriamo di nuovo!”. Con riluttanza ho installato una macchina virtuale con Windows. L’idea è che, quando ne ho bisogno, stacco il mio disco esterno da Ubuntu e lo collego alla macchina virtuale. Il problema dello streaming è così risolto. Tuttavia, c’è un problema che prima non avevo preso in considerazione: mia moglie.
Mia moglie si trascina il giro per la casa il suo computer con Windows, a volte si siede sul divano a prendere il tè, leggere le notizie, navigare sul web cercando prodotti cosmetici, caricare le immagini. Apparentemente lei è felice con Windows, se si escludono gli occasionali “Questo coso sembra più lento di giorno in giorno”. Anche se lei ha un computer portatile il desktop principale è quello che usa per lo streaming con l’Xbox quando ha voglia di vedere anime sullo schermo grande (cioè spesso). Lei certamente non ha mai visto nessuna versione di Windows e non saprebbe come utilizzare una macchina virtuale.
Mentre stavo realizzando ciò, mia moglie stava scendendo dalle scale, fresca come una rosa dopo la scorpacciata di anime di quella notte, con il laptop in mano. La conversazione è andata più o meno così: “Buongiorno.” “Ben svegliata.” “Che stai facendo?” “Riparando il computer.” “Che è successo?” “Probabilmente si è rotta la memoria.” “Non so cosa significhi, ma ok. Come hai risolto?” “Ho installato Ubuntu.” “Uhboontu, che parola divertente. Cos’è?” “Un miracolo su disco.” “Posso vedere?” “Certamente.” Silenzio, ero nervoso. Dice: “Non lo capisco.” Ho risposto: “Ha aggiustato il computer, ricordatelo!” “È diverso dal mio.” “Sbagliato, è migliore del tuo. Posso farti vedere perché?” “Non capirò mai perché tu non passa semplicemente lasciare le cose come sono.” “Ma ha aggiustato il computer!” Ero pronto per una battaglia, a quel punto. Lei ha mosso il mouse e ha chiesto: “Posso navigare su Internet?” “Si, ha Firefox.” (È il suo browser preferito) “Posso caricare le foto?” “Certamente.” Ho premuto il tasto super, cercato Showtell, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher. “Allora mi fido di te.” Mi rilasso. “Aspetta, un’altra domanda.” Mi innervosisco. “Posso vedere gli anime?”
Ho detto: “Si, a tal proposito...” e ho iniziato a grattarmi la testa cercando di pensare qual’era il modo migliore per spiegare una macchina virtuale, quando ho avuto un’iiluminazione. Sul suo laptop c’era ancora Windows! Ho detto: “Dammi qualche minuto e ti farò vedere come fare.” Ho installato Samba e creato una cartella condivisa. “Fammi vedere il tuo computer, amore.” Ho montato in modo permanente l’hard disk di rete e ho configurato Windows Media Center per puntare alla rete condivisa. “Guarda, adesso puoi scaricarli e vederli direttamente dal tuo computer!” “Figo! Come hai fatto?”
Al che le ho subdolamente risposto. “Io non ho fatto niente, è stato Ubuntu. Ti ho detto che è meglio.”
Passò circa una settimana e tutto andava alla grande. Stavo scendendo le scale, dopo una maratona di anime, quando ho notato mia moglie sul divano a guardare in modo curioso lo schermo del suo portatile. Con mia grande sorpresa notai che la sua deliziosa barra delle applicazioni di Windows era stata spostata da sotto a sinistra. Un sentimento di esultanza mi ha percorso tutto. Stava tentando di imitare Unity su un computer Windows. Mi ha guardato e mi ha detto: “Buongiorno.”
“Buongiorno.” “Ho una domanda.” “E io ho la risposta.” Chiude il suo portatile e lo dà a me: “Puoi installarci Ubuntu?” Eureka!!! Io rispondo: “Uh, cosa, io non credo... cosa hai appena detto?” “Ubuntu, ho letto qualcosa e usando il tuo computer mi sono accorta che tu avevi ragione, è migliore!”
Doppio eureka!!! Rispondo: “Assolutamente, amore mio.” E vado a lavorare per liberare il suo computer dalle grinfie dell’impero.
Morale della favola: date un po’ di tempo e anche l’utente meno esperto troverà l’esperienza su Linux molto piacevole. Ci vuole la vigilanza e la disponibilità di noi utenti appasionati di Linux per avere il tempo di mostrare le sue capacità invece di litigare con le persone che vogliono semplicemente “keep it simple”, leggere le notizie, navigare sul web, guardare le foto e vedersi dei dolci anime in streaming.
Note alla traduzione
Revisione
Sono qua, con la tastiera sul mio grembo, i piedi sulla scrivania, una bevanda energetica a portata di mano, e una massa di Hot Pockets che dal freezer cantano la loro seducente nenia, come sirene. Sono d’accordo con loro che sì, quando finisco di scrivere questo paragrafo per la ricerca che sto facendo, ne prenderò uno e me lo mangerò tutto. Quando, improvvisamente, come se mi avesse letto nell’animo, compare l’amata schermata blu della morte. Ancora una volta, Windows è riuscito con un tempismo perfetto a crashare quando ero in zona. Il mio gatto, Penelope, salta sulla scrivania, ammicca dolcemente, e miagola come a dire “Sai cosa fare”.
Ora, io sono un sistemista che gestisce vari segmenti di rete sempre connessi in cui tutti i server girano con una qualche distribuzione Linux. Io sono un fanatico. Mi sono spesso chiesto perché il computer di casa mia doveva essere gestito da Windows. È una sorte di paradosso. Ho pensato che fosse perché io dovevo condividere le mie cartelle con la mia Xbox. Ho quindi deciso che la condivisione delle cartelle è una scusa debole. Ho accarezzato Penelope, sorseggiato la mia bevanda energetica, e mi sono messo al lavoro.
È andata in questo modo: sono balzato via dal PC, preso i file di back-up, selezionato un Hot Pocket, messo l’Hot Pocket nel forno a microonde, scaricato Ubuntu 12.04, masterizzato su disco, recuperato l’Hot Pocket, recuperato pacchetti ulteriori di Salsa Piccante, tornato al PC, avviato il CD, schizzato la salsa nel Pocket aperto a metà, morso l’Hot Pocket ancora troppo caldo e masticato passando il boccone da una parte all’altra della bocca. Una volta raggiunto il gestore di partizioni durante l’installazione di Ubuntu ho nefastamente detto a Windows: “Addio Windows, vorrei poter dire che è stato un bel viaggio, ma purtroppo no, hai rovinato la mia vita”. E a quel punto ho messo da parte i miei sentimenti per Windows e ho iniziato allegramente, così come la costituzione americana mi permette, la ricerca della mia felicità.
Quello che ho fatto dopo è stato: installare i driver proprietari, installare Guake, finire l’Hot Pocket, installare Wine, installare Foxit Reader, installare VirtualBox, coccolare Penelope, installare Chrome, installare Opera, configurare Ubuntu One, scaricare il ppa di Hotot, configurare la lens di AskUbuntu, finire la bevanda energetica, sincronizzare i browser, ammirare la mia installazione nuova fiammante citando il Dr. Frankenstein “È vivo! Vivo!”
Per risolvere il problema dello streaming con l’Xbox ho afferrato il disco di XP Pro e gli ho detto: “E così, ci incontriamo di nuovo!”. Con riluttanza ho installato una macchina virtuale con Windows. L’idea è che, quando ne ho bisogno, stacco il mio disco esterno da Ubuntu e lo collego alla macchina virtuale. Il problema dello streaming è così risolto. Tuttavia, c’è un problema che prima non avevo preso in considerazione: mia moglie.
Mia moglie si trascina il giro per la casa il suo computer con Windows, a volte si siede sul divano a prendere il tè, leggere le notizie, navigare sul web cercando prodotti cosmetici, caricare le immagini. Apparentemente lei è felice con Windows, se si escludono gli occasionali “Questo coso sembra ogni giorno più lento”. Anche se lei ha un computer portatile, il desktop principale è quello che usa per lo streaming con l’Xbox quando ha voglia di vedere anime sullo schermo grande (cioè spesso). Lei certamente non ha mai visto nessuna versione di Linux e non saprebbe come utilizzare una macchina virtuale.
Mentre stavo realizzando ciò, mia moglie stava scendendo dalle scale, fresca come una rosa dopo la scorpacciata di anime di quella notte, con il laptop in mano. La conversazione è andata più o meno così: “Buongiorno.” “Ben svegliata.” “Che stai facendo?” “Riparando il computer.” “Che è successo?” “Probabilmente si è rotta la memoria.” “Non so cosa significhi, ma ok. Come hai risolto?” “Ho installato Ubuntu.” “Uhboontu, che parola divertente. Cos’è?” “Un miracolo su disco.” “Posso vedere?” “Certamente.” Silenzio, ero nervoso. Dice: “Non lo capisco.” Ho risposto: “Ha aggiustato il computer, ricordatelo!” “È diverso dal mio.” “Sbagliato, è migliore del tuo. Posso farti vedere perché?” “Non capirò mai perché tu non possa semplicemente lasciare le cose come sono.” “Ma ha aggiustato il computer!” Ero pronto per una battaglia, a quel punto. Lei ha mosso il mouse e ha chiesto: “Posso navigare su Internet?” “Si, ha Firefox.” (È il suo browser preferito) “Posso caricare le foto?” “Certamente.” Ho premuto il tasto super, cercato Showtell, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher. "Posso ascoltare la mia musica?" “Sì” Ho premuto il tasto super, cercato Rhythmbox, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher. “Allora mi fido di te.” Mi rilasso. “Aspetta, un’altra domanda.” Mi innervosisco. “Posso vedere gli anime?”
Ho detto: “Si, a tal proposito...” e ho iniziato a grattarmi la testa cercando di pensare qual’era il modo migliore per spiegare una macchina virtuale, quando ho avuto un’iiluminazione. Sul suo laptop c’era ancora Windows! Ho detto: “Dammi qualche minuto e ti farò vedere come fare.” Ho installato Samba e creato una cartella condivisa. “Fammi vedere il tuo computer, amore.” Ho montato in modo permanente l’hard disk di rete e ho configurato Windows Media Center per puntare alla rete condivisa. “Guarda, adesso puoi scaricarli e vederli direttamente dal tuo computer!” “Figo! Come hai fatto?”
Al che le ho subdolamente risposto. “Io non ho fatto niente, è stato Ubuntu. Ti ho detto che è meglio.”
Passò circa una settimana e tutto andava alla grande. Stavo scendendo le scale, dopo una maratona di anime, quando ho notato mia moglie sul divano a guardare in modo curioso lo schermo del suo portatile. Con mia grande sorpresa notai che la sua deliziosa barra delle applicazioni di Windows era stata spostata da sotto a sinistra. Un sentimento di esultanza mi ha percorso tutto. Stava tentando di imitare Unity su un computer Windows. Mi ha guardato e mi ha detto: “Buongiorno.”
“Buongiorno.” “Ho una domanda.” “E io ho la risposta.” Chiude il suo portatile e lo dà a me: “Puoi installarci Ubuntu?” Eureka!!! Io rispondo: “Uh, cosa, non posso credere alle mie orecchie ... cosa hai appena detto?” “Ubuntu, ho letto qualcosa e usando i tuoi computer mi sono accorta che tu avevi ragione, è migliore!”
Doppio eureka!!! Rispondo: “Assolutamente, amore mio.” E vado a lavorare per liberare il suo portatile dalle grinfie dell’impero.
Morale della favola: date un po’ di tempo e anche l’utente meno esperto troverà l’esperienza su Linux molto piacevole. Ci vuole la vigilanza e la disponibilità di noi utenti appassionati di Linux per avere il tempo di mostrare le sue capacità invece di litigare con le persone che vogliono semplicemente “keep it simple”, leggere le notizie, navigare sul web, guardare le foto e vedersi dei dolci anime in streaming.
Note alla revisione