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Differenze tra le versioni 6 e 86 (in 80 versioni)
Versione 6 del 28/03/2010 19.09.49
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Versione 86 del 15/09/2012 16.43.05
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Autore: PaoloGarbin
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Linea 1: Linea 1:
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[[Include(Fcm/Header)]]
#acl GruppoAdmin:admin,read,write,revert GruppoOperatori:admin,read,write,revert GruppoEditori:read,write,revert palombo:admin,read,write,revert new.life:admin,read,write,revert paolettopn:admin,read,write,revert Known:read,write All:read
Linea 4: Linea 3:
== Donne Ubuntu 2 == <<Include(Fcm/Header)>>
Linea 6: Linea 5:
=== Traduzione italiana === = Traduzione italiana =
Linea 8: Linea 7:
LE DONNE DI UBUNTU – INTERVISTA AD ARA PULIDO Sono qua, con la tastiera sul mio grembo, i piedi sulla scrivania, una bevanda energetica a portata di mano, e una massa di Hot Pockets che dal freezer cantano la loro seducente nenia, come sirene. Sono d’accordo con loro che sì, quando finisco di scrivere questo paragrafo per la ricerca che sto facendo, ne prenderò uno e me lo mangerò tutto.
Quando, improvvisamente, come se mi avesse letto nell’animo, compare l’amata schermata blu della morte. Ancora una volta, Windows è riuscito con un tempismo perfetto a crashare quando ero in zona. Il mio gatto, Penelope, salta sulla scrivania, ammicca dolcemente, e miagola come a dire “Sai cosa fare”.
Linea 10: Linea 10:
Amber Graner: In questa intervista, ho il piacere di parlare con Ara Pulido, un membro del Canonical Team QA e membro dell’Ubuntu Women Team. Che magnifica occasione parlare con Ara dei fondamenti della versione 9.10 di Ubuntu (Karmic Koala), e prima di Ubuntu Developer Summit (UDS) dove Ubuntu 10.04 (Lucid Lynx) verrà lanciato e comincerà e prendere forma. Ora, io sono un sistemista che gestisce vari server che sono sempre online, e su ognuno di essi gira una qualche distro Linux. Io sono un fanatico. Mi sono spesso chiesto perché il computer di casa mia doveva essere gestito da Windows. È una sorte di paradosso. Ho pensato che fosse perché io dovevo condividere le mie cartelle con la mia Xbox. Ho quindi deciso che la condivisione delle cartelle è una scusa debole. Ho accarezzato Penelope, sorseggiato la mia bevanda energetica, e mi sono messo al lavoro.
Linea 12: Linea 12:
Ara, lavori per Canonical nel Team QA. Puoi dirci di cosa si occupa il Team QA e qual è il tuo ruolo all'interno della squadra? È andata in questo modo: sono balzato via dal PC, preso i file di back-up, selezionato un Hot Pocket, messo l’Hot Pocket nel forno a microonde, scaricato Ubuntu 12.04, masterizzato su disco, recuperato l’Hot Pocket, recuperate le salse aggiuntive, tornato al PC, avviato il CD, messo la salsa in metà piatto, morso l’Hot Pocket ancora troppo caldo e masticato passando il boccone da una parte all’altra della bocca. Una volta raggiunto il gestore di partizione durante l’installazione di Ubuntu ho nefastamente detto a Windows: “Addio Windows, vorrei poter dire che è stato un bel viaggio, ma purtroppo no, hai rovinato la mia vita.” E a quel punto ho messo da parte i miei sentimenti per Windows e ho iniziato allegramente, così come la costituzione americana mi permette, a cercare la mia felicità.
Linea 14: Linea 14:
Ara Pulido: Il nostro obiettivo come squadra è quello di occuparci della qualità di Ubuntu come prodotto finale. La nostra gamma di attività è ampia, ma include cose come ricerca di bug, attività di test (sia manuali che automatici), e certificazione hardware. Quello che ho fatto dopo è stato: installare i driver proprietari, installare Guake, finire l’Hot Pocket, installare Wine, installare Foxit Reader, installare VirtualBox, coccolare Penelope, installare Chrome, installare Opera, configurare Ubuntu One, scaricare il ppa di Hotot, configurare la lens di AskUbuntu, finire la bevanda energetica, sincronizzare i browser, ammirare la mia installazione nuova fiammante citando il Dr. Frankenstein “È vivo! Vivo!”
Linea 16: Linea 16:
Nel Team QA, mi occupo dell’attività di test. Mi preoccupo di effettuare prove manuali su Ubuntu, e di compiere prove di automazione del desktop con la nostra configurazione: Mago. (http://mago.ubuntu.com) Per risolvere il problema dello streaming con l’Xbox ho afferrato il disco di XP Pro e gli ho detto: “E così, ci incontriamo di nuovo!”. Con riluttanza ho installato una macchina virtuale con Windows. L’idea è che, quando ne ho bisogno, stacco il mio disco esterno da Ubuntu e lo collego alla macchina virtuale. Il problema dello streaming è così risolto. Tuttavia, c’è un problema che prima non avevo preso in considerazione: mia moglie.
Linea 18: Linea 18:
AG: Sei favorevole con il fatto di testare le ISO, e, durante l’evento Ubuntu Open Week (https://wiki.ubuntu.com/ubuntuopenweek), hai tenuto una sessione fantastica su ISO Tester Tracking (https://wiki.ubuntu. com/MeetingLogs/openweekkarmic/testisos), ma per quelle persone che non hanno potuto partecipare alle sessioni, puoi brevemente spiegare dove si possono trovare queste opportunità di effettuare prove e come possono aiutare le persone? Mia moglie si trascina il giro per la casa il suo computer con Windows, a volte si siede sul divano a prendere il tè, leggere le notizie, navigare sul web cercando prodotti cosmetici, caricare le immagini. Apparentemente lei è felice con Windows, se si escludono gli occasionali “Questo coso sembra più lento di giorno in giorno”. Anche se lei ha un computer portatile il desktop principale è quello che usa per lo streaming con l’Xbox quando ha voglia di vedere anime sullo schermo grande (cioè spesso). Lei certamente non ha mai visto nessuna versione di Windows e non saprebbe come utilizzare una macchina virtuale.
Linea 20: Linea 20:
AP: La pagina di destinazione del Team QA (http://qa.ubuntu.com/) ha diversi collegamenti alla documentazione per dirne una. La maggior parte dell’ informazione è collegata alle pagine wiki dedicate ai Test (https://wiki.ubuntu. com/Testing), e immagino sia il modo migliore di cominciare. Mentre stavo realizzando ciò, mia moglie stava scendendo dalle scale, fresca come una rosa dopo la scorpacciata di anime di quella notte, con il laptop in mano. La conversazione è andata più o meno così:
“Buongiorno.”
“Ben svegliata.”
“Che stai facendo?”
“Riparando il computer.”
“Che è successo?”
“Probabilmente si è rotta la memoria.”
“Non so cosa significhi, ma ok. Come hai risolto?”
“Ho installato Ubuntu.”
“Uhboontu, che parola divertente. Cos’è?”
“Un miracolo su disco.”
“Posso vedere?”
“Certamente.”
Silenzio, ero nervoso. Dice:
“Non lo capisco.”
Ho risposto: “Ha aggiustato il computer, ricordatelo!”
“È diverso dal mio.”
“Sbagliato, è migliore del tuo. Posso farti vedere perché?”
“Non capirò mai perché tu non passa semplicemente lasciare le cose come sono.”
“Ma ha aggiustato il computer!” Ero pronto per una battaglia, a quel punto.
Lei ha mosso il mouse e ha chiesto: “Posso navigare su Internet?”
“Si, ha Firefox.” (È il suo browser preferito)
“Posso caricare le foto?”
“Certamente.” Ho premuto il tasto super, cercato Showtell, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher.
“Allora mi fido di te.”
Mi rilasso.
“Aspetta, un’altra domanda.”
Mi innervosisco.
“Posso vedere gli anime?”
Linea 22: Linea 50:
Ci sono molte opportunità se ti piace effettuare test. E sebbene a volte eseguire prove sia considerata come un’attività banale, da parte mia penso possa essere molto divertente. Si arriva a conoscere il progetto in uno spettro più ampio. E’ necessario sapere cosa accade nei diversi gruppi, e c’è bisogno di comunicare molto con le persone. Mi piace fare test. Inoltre, Lucid sarà un buon momento da unire al divertimento. Sto parlando con il gruppo della Community per organizzare una squadra di Testing all’interno di Ubuntu più formale, un po’ come MOTU oppure come BugSquad. Discuteremo di questo argomento durante UDS, e, spero vivamente, daranno il via prima della fine dell'anno. Ho detto: “Si, a tal proposito...” e ho iniziato a grattarmi la testa cercando di pensare qual’era il modo migliore per spiegare una macchina virtuale, quando ho avuto un’iiluminazione. Sul suo laptop c’era ancora Windows! Ho detto: “Dammi qualche minuto e ti farò vedere come fare.” Ho installato Samba e creato una cartella condivisa. “Fammi vedere il tuo computer, amore.” Ho montato in modo permanente l’hard disk di rete e ho configurato Windows Media Center per puntare alla rete condivisa. “Guarda, adesso puoi scaricarli e vederli direttamente dal tuo computer!” “Figo! Come hai fatto?”
Linea 24: Linea 52:
AG: Ho letto che anche tu hai contribuito ad organizzare il Testing Days. Puoi spiegare come i gruppi LoCo possono aiutare nel corso di questi giorni, e come possano ottenere maggiore informazione sul coinvolgimento in questi eventi globali di prova? Al che le ho subdolamente risposto. “Io non ho fatto niente, è stato Ubuntu. Ti ho detto che è meglio.”
Linea 26: Linea 54:
AP: Devo dire che l’attività svolta durante i Testing Days è stata più lenta nel ciclo di Karmic rispetto ai precedenti. Sono stata impegnata con altri progetti e non ho potuto prestarvi l’attenzione necessaria. Passò circa una settimana e tutto andava alla grande. Stavo scendendo le scale, dopo una maratona di anime, quando ho notato mia moglie sul divano a guardare in modo curioso lo schermo del suo portatile. Con mia grande sorpresa notai che la sua deliziosa barra delle applicazioni di Windows era stata spostata da sotto a sinistra. Un sentimento di esultanza mi ha percorso tutto. Stava tentando di imitare Unity su un computer Windows. Mi ha guardato e mi ha detto: “Buongiorno.”
Linea 28: Linea 56:
Ma penso che sia comunque una buona idea averli. In ogni versione di Ubuntu si introducono nuove interessanti caratteristiche che hanno bisogno di molte prove. Provare queste caratteristiche con gli altri può essere molto stimolante ed eccitante. “Buongiorno.”
“Ho una domanda.”
“E io ho la risposta.”
Chiude il suo portatile e lo dà a me: “Puoi installarci Ubuntu?”
Eureka!!! Io rispondo: “Uh, cosa, io non credo... cosa hai appena detto?”
“Ubuntu, ho letto qualcosa e usando il tuo computer mi sono accorta che tu avevi ragione, è migliore!”
Linea 30: Linea 63:
Mi auguro che saremo in grado di farne ancora per il ciclo di Lucid, e che saranno anche migliori quando i membri della nuova squadra di Testing inizieranno la loro attività. Naturalmente, comunicheremo con la squadra LoCo per introdurre i Testing Days all’interno del loro sistema globale. Doppio eureka!!! Rispondo: “Assolutamente, amore mio.” E vado a lavorare per liberare il suo computer dalle grinfie dell’impero.
Linea 32: Linea 65:
AG: Non avevo mai sentito parlare di Checkbox prima di Atlanta Linux Fest, e della fase di test di “Will Karmic Run on My Computer”. Sapevo che la casella di controllo veniva usata in questa fase di test ma non ero sicura delle specifiche. Ho letto che si è anche coinvolti in Checkbox. Puoi dire alle persone qualcosa in merito, e per cosa viene utilizzato? Morale della favola: date un po’ di tempo e anche l’utente meno esperto troverà l’esperienza su Linux molto piacevole. Ci vuole la vigilanza e la disponibilità di noi utenti appasionati di Linux per avere il tempo di mostrare le sue capacità invece di litigare con le persone che vogliono semplicemente “keep it simple”, leggere le notizie, navigare sul web, guardare le foto e vedersi dei dolci anime in streaming.
Linea 34: Linea 67:
AP: Checkbox è un’applicazione per eseguire qualsiasi tipo di test, sia manuale che automatico. La cosa positiva di Checkbox è la sua semplicità. E’ utilizzata per l'esecuzione di test e nulla più. Originariamente è stata sviluppata per i nostri laboratori di certificazione hardware, e vi è ancora utilizzata. Usando Checkbox, facciamo girare quotidianamente test in relazione alla certificazione hardware e si possono avere rapporti conformi, senza porsi il problema se i test siano manuali o da script, o se siano sviluppati da noi o da qualcun altro.
Linea 36: Linea 68:
AG: Grazie molte per la partecipazione a Ubuntu Women’s Team; ci sono altri gruppi in cui sei inserita che incoraggiano in particolar modo le donne? Ci puoi dire qualcosa in relazione a questo?

AP: Faccio parte del Software Testing Club (http://www.softwaretestingclub. com/) che è una comunità di collaudatori di software. Il club è stato creato da una donna, Rosie Sherry, e, sebbene non promuova in modo particolare la partecipazione delle donne, credo che vedere una donna come fondatore di un progetto incoraggi più donne a partecipare.

Le donne hanno bisogno di maggiore visibilità nel mondo FOSS. Più partecipano a gruppi, blog, conferenze, articoli ecc., più la comunità sarà accogliente per le donne.

AG: Ara, ci puoi dire quanto tempo sei stata in FOSS, e, più nello specifico, nella Comunity di Ubuntu. Qual è stato il punto di ingresso in ognuna di queste comunità, e come suggeriresti agli altri di entrarvi a far parte?

AP: Ho iniziato la mia esperienza con FOSS quando ho cominciato ad andare al college, nel 1998. Ho incontrato alcune grandi persone interessate a Linux (comprese persone da GNOME Hispano), e insieme abbiamo iniziato il LUG della mia città universitaria (http//gcubo.org).Vorrei consigliare alle persone di aderire ad un gruppo locale se ne hanno uno a cui accedere.

Secondo me, la comunicazione faccia a faccia è molto importante, e non credo che sarei stata così coinvolta in FOSS come lo sono tutt’ora se non avessi incontrato un gruppo accogliente di persone.

Sono un utente di Ubuntu dal 2006 e da allora ho creato il mio account Launchpad. Ho scritto alcuni articoli in una rivista spagnola di Linux – per la maggior parte su temi QA - dopodiché ho iniziato ad essere maggiormente coinvolta in Ubuntu QA (il progetto Mago, attività di test ISO, attività di test quotidiani...). Il mio obbiettivo è quello di promuovere la sperimentazione come una grande attività per contribuire a rendere migliore la distribuzione di Ubuntu.

AG: Ara, ti ringrazio molto per il tempo che hai dedicato a raccontarci qualcosa in più su di te e per l’enorme contributo che stai dando - non solo nella comunità di Ubuntu, ma nella comunità FOSS nel suo insieme.

AP: Grazie a te, Amber.

==== Note alla traduzione ====
== Note alla traduzione ==
Linea 58: Linea 72:
=== Revisione === = Revisione =
Sono qua, con la tastiera sul mio grembo, i piedi sulla scrivania, una bevanda energetica a portata di mano, e una massa di Hot Pockets che dal freezer cantano la loro seducente nenia, come sirene. Sono d’accordo con loro che sì, quando finisco di scrivere questo paragrafo per la ricerca che sto facendo, ne prenderò uno e me lo mangerò tutto.
Quando, improvvisamente, come se mi avesse letto nell’animo, compare l’amata schermata blu della morte. Ancora una volta, Windows è riuscito con un tempismo perfetto a crashare quando ero in zona. Il mio gatto, Penelope, salta sulla scrivania, ammicca dolcemente, e miagola come a dire “Sai cosa fare”.
Linea 60: Linea 76:
LE DONNE DI UBUNTU – Intervista ad Ara Pulido Ora, io sono un sistemista che gestisce vari segmenti di rete sempre connessi in cui tutti i server girano con una qualche distribuzione Linux. Io sono un fanatico. Mi sono spesso chiesto perché il computer di casa mia doveva essere gestito da Windows. È una sorte di paradosso. Ho pensato che fosse perché io dovevo condividere le mie cartelle con la mia Xbox. Ho quindi deciso che la condivisione delle cartelle è una scusa debole. Ho accarezzato Penelope, sorseggiato la mia bevanda energetica, e mi sono messo al lavoro.
Linea 62: Linea 78:
Amber Graner: In questa intervista, ho il piacere di parlare con Ara Pulido, un membro del Canonical Team QA e membro dell’Ubuntu Women Team. È una magnifica occasione per parlare con Ara dei fondamenti della versione 9.10 di Ubuntu (Karmic Koala), e prima di Ubuntu Developer Summit (UDS) dove Ubuntu 10.04 (Lucid Lynx) verrà lanciato e comincerà a prendere forma. È andata in questo modo: sono balzato via dal PC, preso i file di back-up, selezionato un Hot Pocket, messo l’Hot Pocket nel forno a microonde, scaricato Ubuntu 12.04, masterizzato su disco, recuperato l’Hot Pocket, recuperato pacchetti ulteriori di Salsa Piccante, tornato al PC, avviato il CD, schizzato la salsa nel Pocket aperto a metà, morso l’Hot Pocket ancora troppo caldo e masticato passando il boccone da una parte all’altra della bocca. Una volta raggiunto il gestore di partizioni durante l’installazione di Ubuntu ho nefastamente detto a Windows: “Addio Windows, vorrei poter dire che è stato un bel viaggio, ma purtroppo no, hai rovinato la mia vita”. E a quel punto ho messo da parte i miei sentimenti per Windows e ho iniziato allegramente, così come la costituzione americana mi permette, la ricerca della mia felicità.
Linea 64: Linea 80:
Ara, lavori per Canonical nel Team QA. Puoi dirci di cosa si occupa il Team QA e qual è il tuo ruolo all'interno della squadra? Quello che ho fatto dopo è stato: installare i driver proprietari, installare Guake, finire l’Hot Pocket, installare Wine, installare Foxit Reader, installare VirtualBox, coccolare Penelope, installare Chrome, installare Opera, configurare Ubuntu One, scaricare il ppa di Hotot, configurare la lens di AskUbuntu, finire la bevanda energetica, sincronizzare i browser, ammirare la mia installazione nuova fiammante citando il Dr. Frankenstein “È vivo! Vivo!”
Linea 66: Linea 82:
Ara Pulido: Il nostro obiettivo come squadra è quello di occuparci della qualità di Ubuntu come prodotto finale. L'insieme delle nostre attività è ampio, e include cose come la ricerca di bug, le attività di test (sia manuali che automatici)e la certificazione hardware. Per risolvere il problema dello streaming con l’Xbox ho afferrato il disco di XP Pro e gli ho detto: “E così, ci incontriamo di nuovo!”. Con riluttanza ho installato una macchina virtuale con Windows. L’idea è che, quando ne ho bisogno, stacco il mio disco esterno da Ubuntu e lo collego alla macchina virtuale. Il problema dello streaming è così risolto. Tuttavia, c’è un problema che prima non avevo preso in considerazione: mia moglie.
Linea 68: Linea 84:
Nel Team QA, mi occupo dell’attività di test. Mi preoccupo di effettuare prove manuali su Ubuntu, e di compiere prove di automazione del desktop con il nostro framework: Mago. (http://mago.ubuntu.com) Mia moglie si trascina il giro per la casa il suo computer con Windows, a volte si siede sul divano a prendere il tè, leggere le notizie, navigare sul web cercando prodotti cosmetici, caricare le immagini. Apparentemente lei è felice con Windows, se si escludono gli occasionali “Questo coso sembra ogni giorno più lento”. Anche se lei ha un computer portatile, il desktop principale è quello che usa per lo streaming con l’Xbox quando ha voglia di vedere anime sullo schermo grande (cioè spesso). Lei certamente non ha mai visto nessuna versione di Linux e non saprebbe come utilizzare una macchina virtuale.
Linea 70: Linea 86:
AG: Ti occupi di testare le ISO e, durante l’Ubuntu Open Week (https://wiki.ubuntu.com/ubuntuopenweek), hai tenuto una fantastica presentazione sull'ISO Tester Tracking (https://wiki.ubuntu. com/MeetingLogs/openweekkarmic/testisos), ma, per quelle persone che non hanno potuto partecipare alle sessioni, puoi brevemente spiegare in quali occasioni si possono effettuare delle prove e come le persone possono aiutare? Mentre stavo realizzando ciò, mia moglie stava scendendo dalle scale, fresca come una rosa dopo la scorpacciata di anime di quella notte, con il laptop in mano. La conversazione è andata più o meno così:
“Buongiorno.”
“Ben svegliata.”
“Che stai facendo?”
“Riparando il computer.”
“Che è successo?”
“Probabilmente si è rotta la memoria.”
“Non so cosa significhi, ma ok. Come hai risolto?”
“Ho installato Ubuntu.”
“Uhboontu, che parola divertente. Cos’è?”
“Un miracolo su disco.”
“Posso vedere?”
“Certamente.”
Silenzio, ero nervoso. Dice:
“Non lo capisco.”
Ho risposto: “Ha aggiustato il computer, ricordatelo!”
“È diverso dal mio.”
“Sbagliato, è migliore del tuo. Posso farti vedere perché?”
“Non capirò mai perché tu non possa semplicemente lasciare le cose come sono.”
“Ma ha aggiustato il computer!” Ero pronto per una battaglia, a quel punto.
Lei ha mosso il mouse e ha chiesto: “Posso navigare su Internet?”
“Si, ha Firefox.” (È il suo browser preferito)
“Posso caricare le foto?”
“Certamente.” Ho premuto il tasto super, cercato Showtell, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher.
"Posso ascoltare la mia musica?"
“Sì” Ho premuto il tasto super, cercato Rhythmbox, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher.
“Allora mi fido di te.”
Mi rilasso.
“Aspetta, un’altra domanda.”
Mi innervosisco.
“Posso vedere gli anime?”
Linea 72: Linea 118:
AP: La pagina di destinazione del Team QA (http://qa.ubuntu.com/) ha diversi collegamenti alla documentazione, per dirne una. La maggior parte dell’informazione è collegata alle pagine wiki dedicate ai Test (https://wiki.ubuntu. com/Testing) e, immagino sia il modo migliore di cominciare. Ho detto: “Si, a tal proposito...” e ho iniziato a grattarmi la testa cercando di pensare qual’era il modo migliore per spiegare una macchina virtuale, quando ho avuto un’iiluminazione. Sul suo laptop c’era ancora Windows! Ho detto: “Dammi qualche minuto e ti farò vedere come fare.” Ho installato Samba e creato una cartella condivisa. “Fammi vedere il tuo computer, amore.” Ho montato in modo permanente l’hard disk di rete e ho configurato Windows Media Center per puntare alla rete condivisa. “Guarda, adesso puoi scaricarli e vederli direttamente dal tuo computer!” “Figo! Come hai fatto?”
Linea 74: Linea 120:
Ci sono molte opportunità se ti piace effettuare dei test. E, sebbene a volte eseguire prove sia considerato un’attività banale, io penso possa essere molto divertente. Si arriva a conoscere il progetto in uno spettro più ampio. È necessario sapere cosa accade nei diversi gruppi, e c’è bisogno di comunicare molto con le persone. Amo effettuare dei test. Al che le ho subdolamente risposto. “Io non ho fatto niente, è stato Ubuntu. Ti ho detto che è meglio.”
Linea 76: Linea 122:
Inoltre, Lucid sarà un buon momento per unirsi al divertimento. Sto parlando con il gruppo della Community per organizzare una squadra più formale di Testing all’interno di Ubuntu, un po' come MOTU o come BugSquad. Discuteremo di questo argomento durante UDS e, spero vivamente, daranno il via prima della fine dell'anno. Passò circa una settimana e tutto andava alla grande. Stavo scendendo le scale, dopo una maratona di anime, quando ho notato mia moglie sul divano a guardare in modo curioso lo schermo del suo portatile. Con mia grande sorpresa notai che la sua deliziosa barra delle applicazioni di Windows era stata spostata da sotto a sinistra. Un sentimento di esultanza mi ha percorso tutto. Stava tentando di imitare Unity su un computer Windows. Mi ha guardato e mi ha detto: “Buongiorno.”
Linea 78: Linea 124:
AG: Ho letto che anche tu hai contribuito ad organizzare i Testing Days. Puoi spiegare come i gruppi LoCo possono aiutare in questi giorni, e come possono ottenere maggiori informazioni sulla partecipazione a questi eventi globali di testing? “Buongiorno.”
“Ho una domanda.”
“E io ho la risposta.”
Chiude il suo portatile e lo dà a me: “Puoi installarci Ubuntu?”
Eureka!!! Io rispondo: “Uh, cosa, non posso credere alle mie orecchie ... cosa hai appena detto?”
“Ubuntu, ho letto qualcosa e usando i tuoi computer mi sono accorta che tu avevi ragione, è migliore!”
Linea 80: Linea 131:
AP: Devo dire che l’attività svolta durante i Testing Days è stata più lenta nel ciclo di Karmic rispetto ai precedenti. Sono stata impegnata con altri progetti e non ho potuto prestarvi l’attenzione necessaria. Doppio eureka!!! Rispondo: “Assolutamente, amore mio.” E vado a lavorare per liberare il suo portatile dalle grinfie dell’impero.
Linea 82: Linea 133:
Ma penso che sia comunque una buona idea averli. In ogni versione di Ubuntu si introducono nuove interessanti caratteristiche che hanno bisogno di molte prove. Provare queste caratteristiche con gli altri può essere molto stimolante ed eccitante. Morale della favola: date un po’ di tempo e anche l’utente meno esperto troverà l’esperienza su Linux molto piacevole. Ci vuole la vigilanza e la disponibilità di noi utenti appassionati di Linux per avere il tempo di mostrare le sue capacità invece di litigare con le persone che vogliono semplicemente “keep it simple”, leggere le notizie, navigare sul web, guardare le foto e vedersi dei dolci anime in streaming.
Linea 84: Linea 135:
Mi auguro che saremo in grado di farne ancora per il ciclo di Lucid e, che saranno anche migliori quando i membri della nuova squadra di Testing inizieranno la loro attività. Naturalmente, comunicheremo con la squadra LoCo per introdurre i Testing Days all’interno del loro sistema globale.
Linea 86: Linea 136:
AG: Non avevo mai sentito parlare di Checkbox prima di Atlanta Linux Fest, e della fase di test di “Will Karmic Run on My Computer”. Sapevo che la casella di controllo veniva usata in questa fase di test ma non ero sicura delle specifiche. Ho letto che partecipi anche a Checkbox. Puoi dirci qualcosa in merito, e per cosa viene utilizzato?

AP: Checkbox è un’applicazione per eseguire qualsiasi tipo di test, sia manuale che automatico. La cosa positiva di Checkbox è la sua semplicità. E’ utilizzata per l'esecuzione di test e nulla più. Originariamente è stata sviluppata per i nostri laboratori di certificazione hardware, e vi è ancora utilizzata. Usando Checkbox, facciamo girare quotidianamente test in relazione alla certificazione hardware e si possono avere rapporti conformi, senza porsi il problema se i test siano manuali o da script, o se siano sviluppati da noi o da qualcun altro.

AG: Grazie molte per la partecipazione a Ubuntu Women’s Team; ci sono altri gruppi in cui sei inserita che incoraggiano in particolar modo le donne? Ci puoi dire qualcosa in relazione a questo?

AP: Faccio parte del Software Testing Club (http://www.softwaretestingclub. com/) che è una comunità di collaudatori di software. Il club è stato creato da una donna, Rosie Sherry, e, sebbene non promuova in modo particolare la partecipazione delle donne, credo che vedere una donna come fondatore di un progetto incoraggi più donne a partecipare.

Le donne hanno bisogno di maggiore visibilità nel mondo FOSS. Più partecipano a gruppi, blog, conferenze, articoli ecc., più la comunità sarà accogliente per le donne.

AG: Ara, ci puoi dire quanto tempo sei stata in FOSS, e, più nello specifico, nella Comunity di Ubuntu. Qual è stato il punto di ingresso in ognuna di queste comunità, e come suggeriresti agli altri di entrarvi a far parte?

AP: Ho iniziato la mia esperienza con FOSS quando ho cominciato ad andare al college, nel 1998. Ho incontrato alcune grandi persone interessate a Linux (comprese persone da GNOME Hispano), e insieme abbiamo iniziato il LUG della mia città universitaria (http//gcubo.org).Vorrei consigliare alle persone di aderire ad un gruppo locale se ne hanno uno a cui accedere.

Secondo me, la comunicazione faccia a faccia è molto importante, e non credo che sarei stata così coinvolta in FOSS come lo sono tutt’ora se non avessi incontrato un gruppo accogliente di persone.

Sono un utente di Ubuntu dal 2006 e da allora ho creato il mio account Launchpad. Ho scritto alcuni articoli in una rivista spagnola di Linux – per la maggior parte su temi QA - dopodiché ho iniziato ad essere maggiormente coinvolta in Ubuntu QA (il progetto Mago, attività di test ISO, attività di test quotidiani...). Il mio obbiettivo è quello di promuovere la sperimentazione come una grande attività per contribuire a rendere migliore la distribuzione di Ubuntu.

AG: Ara, ti ringrazio molto per il tempo che hai dedicato a raccontarci qualcosa in più su di te e per l’enorme contributo che stai dando - non solo nella comunità di Ubuntu, ma nella comunità FOSS nel suo insieme.

AP: Grazie a te, Amber.

==== Note alla revisione ====
== Note alla revisione ==
Linea 112: Linea 140:
=== Errata Corrige === = Errata Corrige =

Linea 116: Linea 146:
CategoryComunita CategoryComunitaFcm

Traduzione italiana

Sono qua, con la tastiera sul mio grembo, i piedi sulla scrivania, una bevanda energetica a portata di mano, e una massa di Hot Pockets che dal freezer cantano la loro seducente nenia, come sirene. Sono d’accordo con loro che sì, quando finisco di scrivere questo paragrafo per la ricerca che sto facendo, ne prenderò uno e me lo mangerò tutto. Quando, improvvisamente, come se mi avesse letto nell’animo, compare l’amata schermata blu della morte. Ancora una volta, Windows è riuscito con un tempismo perfetto a crashare quando ero in zona. Il mio gatto, Penelope, salta sulla scrivania, ammicca dolcemente, e miagola come a dire “Sai cosa fare”.

Ora, io sono un sistemista che gestisce vari server che sono sempre online, e su ognuno di essi gira una qualche distro Linux. Io sono un fanatico. Mi sono spesso chiesto perché il computer di casa mia doveva essere gestito da Windows. È una sorte di paradosso. Ho pensato che fosse perché io dovevo condividere le mie cartelle con la mia Xbox. Ho quindi deciso che la condivisione delle cartelle è una scusa debole. Ho accarezzato Penelope, sorseggiato la mia bevanda energetica, e mi sono messo al lavoro.

È andata in questo modo: sono balzato via dal PC, preso i file di back-up, selezionato un Hot Pocket, messo l’Hot Pocket nel forno a microonde, scaricato Ubuntu 12.04, masterizzato su disco, recuperato l’Hot Pocket, recuperate le salse aggiuntive, tornato al PC, avviato il CD, messo la salsa in metà piatto, morso l’Hot Pocket ancora troppo caldo e masticato passando il boccone da una parte all’altra della bocca. Una volta raggiunto il gestore di partizione durante l’installazione di Ubuntu ho nefastamente detto a Windows: “Addio Windows, vorrei poter dire che è stato un bel viaggio, ma purtroppo no, hai rovinato la mia vita.” E a quel punto ho messo da parte i miei sentimenti per Windows e ho iniziato allegramente, così come la costituzione americana mi permette, a cercare la mia felicità.

Quello che ho fatto dopo è stato: installare i driver proprietari, installare Guake, finire l’Hot Pocket, installare Wine, installare Foxit Reader, installare VirtualBox, coccolare Penelope, installare Chrome, installare Opera, configurare Ubuntu One, scaricare il ppa di Hotot, configurare la lens di AskUbuntu, finire la bevanda energetica, sincronizzare i browser, ammirare la mia installazione nuova fiammante citando il Dr. Frankenstein “È vivo! Vivo!”

Per risolvere il problema dello streaming con l’Xbox ho afferrato il disco di XP Pro e gli ho detto: “E così, ci incontriamo di nuovo!”. Con riluttanza ho installato una macchina virtuale con Windows. L’idea è che, quando ne ho bisogno, stacco il mio disco esterno da Ubuntu e lo collego alla macchina virtuale. Il problema dello streaming è così risolto. Tuttavia, c’è un problema che prima non avevo preso in considerazione: mia moglie.

Mia moglie si trascina il giro per la casa il suo computer con Windows, a volte si siede sul divano a prendere il tè, leggere le notizie, navigare sul web cercando prodotti cosmetici, caricare le immagini. Apparentemente lei è felice con Windows, se si escludono gli occasionali “Questo coso sembra più lento di giorno in giorno”. Anche se lei ha un computer portatile il desktop principale è quello che usa per lo streaming con l’Xbox quando ha voglia di vedere anime sullo schermo grande (cioè spesso). Lei certamente non ha mai visto nessuna versione di Windows e non saprebbe come utilizzare una macchina virtuale.

Mentre stavo realizzando ciò, mia moglie stava scendendo dalle scale, fresca come una rosa dopo la scorpacciata di anime di quella notte, con il laptop in mano. La conversazione è andata più o meno così: “Buongiorno.” “Ben svegliata.” “Che stai facendo?” “Riparando il computer.” “Che è successo?” “Probabilmente si è rotta la memoria.” “Non so cosa significhi, ma ok. Come hai risolto?” “Ho installato Ubuntu.” “Uhboontu, che parola divertente. Cos’è?” “Un miracolo su disco.” “Posso vedere?” “Certamente.” Silenzio, ero nervoso. Dice: “Non lo capisco.” Ho risposto: “Ha aggiustato il computer, ricordatelo!” “È diverso dal mio.” “Sbagliato, è migliore del tuo. Posso farti vedere perché?” “Non capirò mai perché tu non passa semplicemente lasciare le cose come sono.” “Ma ha aggiustato il computer!” Ero pronto per una battaglia, a quel punto. Lei ha mosso il mouse e ha chiesto: “Posso navigare su Internet?” “Si, ha Firefox.” (È il suo browser preferito) “Posso caricare le foto?” “Certamente.” Ho premuto il tasto super, cercato Showtell, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher. “Allora mi fido di te.” Mi rilasso. “Aspetta, un’altra domanda.” Mi innervosisco. “Posso vedere gli anime?”

Ho detto: “Si, a tal proposito...” e ho iniziato a grattarmi la testa cercando di pensare qual’era il modo migliore per spiegare una macchina virtuale, quando ho avuto un’iiluminazione. Sul suo laptop c’era ancora Windows! Ho detto: “Dammi qualche minuto e ti farò vedere come fare.” Ho installato Samba e creato una cartella condivisa. “Fammi vedere il tuo computer, amore.” Ho montato in modo permanente l’hard disk di rete e ho configurato Windows Media Center per puntare alla rete condivisa. “Guarda, adesso puoi scaricarli e vederli direttamente dal tuo computer!” “Figo! Come hai fatto?”

Al che le ho subdolamente risposto. “Io non ho fatto niente, è stato Ubuntu. Ti ho detto che è meglio.”

Passò circa una settimana e tutto andava alla grande. Stavo scendendo le scale, dopo una maratona di anime, quando ho notato mia moglie sul divano a guardare in modo curioso lo schermo del suo portatile. Con mia grande sorpresa notai che la sua deliziosa barra delle applicazioni di Windows era stata spostata da sotto a sinistra. Un sentimento di esultanza mi ha percorso tutto. Stava tentando di imitare Unity su un computer Windows. Mi ha guardato e mi ha detto: “Buongiorno.”

“Buongiorno.” “Ho una domanda.” “E io ho la risposta.” Chiude il suo portatile e lo dà a me: “Puoi installarci Ubuntu?” Eureka!!! Io rispondo: “Uh, cosa, io non credo... cosa hai appena detto?” “Ubuntu, ho letto qualcosa e usando il tuo computer mi sono accorta che tu avevi ragione, è migliore!”

Doppio eureka!!! Rispondo: “Assolutamente, amore mio.” E vado a lavorare per liberare il suo computer dalle grinfie dell’impero.

Morale della favola: date un po’ di tempo e anche l’utente meno esperto troverà l’esperienza su Linux molto piacevole. Ci vuole la vigilanza e la disponibilità di noi utenti appasionati di Linux per avere il tempo di mostrare le sue capacità invece di litigare con le persone che vogliono semplicemente “keep it simple”, leggere le notizie, navigare sul web, guardare le foto e vedersi dei dolci anime in streaming.

Note alla traduzione

Revisione

Sono qua, con la tastiera sul mio grembo, i piedi sulla scrivania, una bevanda energetica a portata di mano, e una massa di Hot Pockets che dal freezer cantano la loro seducente nenia, come sirene. Sono d’accordo con loro che sì, quando finisco di scrivere questo paragrafo per la ricerca che sto facendo, ne prenderò uno e me lo mangerò tutto. Quando, improvvisamente, come se mi avesse letto nell’animo, compare l’amata schermata blu della morte. Ancora una volta, Windows è riuscito con un tempismo perfetto a crashare quando ero in zona. Il mio gatto, Penelope, salta sulla scrivania, ammicca dolcemente, e miagola come a dire “Sai cosa fare”.

Ora, io sono un sistemista che gestisce vari segmenti di rete sempre connessi in cui tutti i server girano con una qualche distribuzione Linux. Io sono un fanatico. Mi sono spesso chiesto perché il computer di casa mia doveva essere gestito da Windows. È una sorte di paradosso. Ho pensato che fosse perché io dovevo condividere le mie cartelle con la mia Xbox. Ho quindi deciso che la condivisione delle cartelle è una scusa debole. Ho accarezzato Penelope, sorseggiato la mia bevanda energetica, e mi sono messo al lavoro.

È andata in questo modo: sono balzato via dal PC, preso i file di back-up, selezionato un Hot Pocket, messo l’Hot Pocket nel forno a microonde, scaricato Ubuntu 12.04, masterizzato su disco, recuperato l’Hot Pocket, recuperato pacchetti ulteriori di Salsa Piccante, tornato al PC, avviato il CD, schizzato la salsa nel Pocket aperto a metà, morso l’Hot Pocket ancora troppo caldo e masticato passando il boccone da una parte all’altra della bocca. Una volta raggiunto il gestore di partizioni durante l’installazione di Ubuntu ho nefastamente detto a Windows: “Addio Windows, vorrei poter dire che è stato un bel viaggio, ma purtroppo no, hai rovinato la mia vita”. E a quel punto ho messo da parte i miei sentimenti per Windows e ho iniziato allegramente, così come la costituzione americana mi permette, la ricerca della mia felicità.

Quello che ho fatto dopo è stato: installare i driver proprietari, installare Guake, finire l’Hot Pocket, installare Wine, installare Foxit Reader, installare VirtualBox, coccolare Penelope, installare Chrome, installare Opera, configurare Ubuntu One, scaricare il ppa di Hotot, configurare la lens di AskUbuntu, finire la bevanda energetica, sincronizzare i browser, ammirare la mia installazione nuova fiammante citando il Dr. Frankenstein “È vivo! Vivo!”

Per risolvere il problema dello streaming con l’Xbox ho afferrato il disco di XP Pro e gli ho detto: “E così, ci incontriamo di nuovo!”. Con riluttanza ho installato una macchina virtuale con Windows. L’idea è che, quando ne ho bisogno, stacco il mio disco esterno da Ubuntu e lo collego alla macchina virtuale. Il problema dello streaming è così risolto. Tuttavia, c’è un problema che prima non avevo preso in considerazione: mia moglie.

Mia moglie si trascina il giro per la casa il suo computer con Windows, a volte si siede sul divano a prendere il tè, leggere le notizie, navigare sul web cercando prodotti cosmetici, caricare le immagini. Apparentemente lei è felice con Windows, se si escludono gli occasionali “Questo coso sembra ogni giorno più lento”. Anche se lei ha un computer portatile, il desktop principale è quello che usa per lo streaming con l’Xbox quando ha voglia di vedere anime sullo schermo grande (cioè spesso). Lei certamente non ha mai visto nessuna versione di Linux e non saprebbe come utilizzare una macchina virtuale.

Mentre stavo realizzando ciò, mia moglie stava scendendo dalle scale, fresca come una rosa dopo la scorpacciata di anime di quella notte, con il laptop in mano. La conversazione è andata più o meno così: “Buongiorno.” “Ben svegliata.” “Che stai facendo?” “Riparando il computer.” “Che è successo?” “Probabilmente si è rotta la memoria.” “Non so cosa significhi, ma ok. Come hai risolto?” “Ho installato Ubuntu.” “Uhboontu, che parola divertente. Cos’è?” “Un miracolo su disco.” “Posso vedere?” “Certamente.” Silenzio, ero nervoso. Dice: “Non lo capisco.” Ho risposto: “Ha aggiustato il computer, ricordatelo!” “È diverso dal mio.” “Sbagliato, è migliore del tuo. Posso farti vedere perché?” “Non capirò mai perché tu non possa semplicemente lasciare le cose come sono.” “Ma ha aggiustato il computer!” Ero pronto per una battaglia, a quel punto. Lei ha mosso il mouse e ha chiesto: “Posso navigare su Internet?” “Si, ha Firefox.” (È il suo browser preferito) “Posso caricare le foto?” “Certamente.” Ho premuto il tasto super, cercato Showtell, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher. "Posso ascoltare la mia musica?" “Sì” Ho premuto il tasto super, cercato Rhythmbox, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher. “Allora mi fido di te.” Mi rilasso. “Aspetta, un’altra domanda.” Mi innervosisco. “Posso vedere gli anime?”

Ho detto: “Si, a tal proposito...” e ho iniziato a grattarmi la testa cercando di pensare qual’era il modo migliore per spiegare una macchina virtuale, quando ho avuto un’iiluminazione. Sul suo laptop c’era ancora Windows! Ho detto: “Dammi qualche minuto e ti farò vedere come fare.” Ho installato Samba e creato una cartella condivisa. “Fammi vedere il tuo computer, amore.” Ho montato in modo permanente l’hard disk di rete e ho configurato Windows Media Center per puntare alla rete condivisa. “Guarda, adesso puoi scaricarli e vederli direttamente dal tuo computer!” “Figo! Come hai fatto?”

Al che le ho subdolamente risposto. “Io non ho fatto niente, è stato Ubuntu. Ti ho detto che è meglio.”

Passò circa una settimana e tutto andava alla grande. Stavo scendendo le scale, dopo una maratona di anime, quando ho notato mia moglie sul divano a guardare in modo curioso lo schermo del suo portatile. Con mia grande sorpresa notai che la sua deliziosa barra delle applicazioni di Windows era stata spostata da sotto a sinistra. Un sentimento di esultanza mi ha percorso tutto. Stava tentando di imitare Unity su un computer Windows. Mi ha guardato e mi ha detto: “Buongiorno.”

“Buongiorno.” “Ho una domanda.” “E io ho la risposta.” Chiude il suo portatile e lo dà a me: “Puoi installarci Ubuntu?” Eureka!!! Io rispondo: “Uh, cosa, non posso credere alle mie orecchie ... cosa hai appena detto?” “Ubuntu, ho letto qualcosa e usando i tuoi computer mi sono accorta che tu avevi ragione, è migliore!”

Doppio eureka!!! Rispondo: “Assolutamente, amore mio.” E vado a lavorare per liberare il suo portatile dalle grinfie dell’impero.

Morale della favola: date un po’ di tempo e anche l’utente meno esperto troverà l’esperienza su Linux molto piacevole. Ci vuole la vigilanza e la disponibilità di noi utenti appassionati di Linux per avere il tempo di mostrare le sue capacità invece di litigare con le persone che vogliono semplicemente “keep it simple”, leggere le notizie, navigare sul web, guardare le foto e vedersi dei dolci anime in streaming.

Note alla revisione

Errata Corrige


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