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Linea 2: Linea 2:
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Linea 5: Linea 5:
== Donne Ubuntu 2 == = Traduzione italiana =
Linea 7: Linea 7:
Sono più di 10 anni che ho installato e usato Linux per la prima volta. Volevo armeggiare con i computer, ma, allo stesso tempo, non volevo spendere soldi sul software, e non volevo rompere nessuna EULA. Inoltre volevo anche usare hardware di recupero. È stato RedHat 5 che mi diede la possibilità di fare ciò, e da allora sono stato sempre attaccato.
Linea 8: Linea 9:
Ho provato svariate distribuzione negli anni, da RedHat, Fedora, Puppy, SCO (sì, anche quello), Mandriva, ma solo a un certo punto decisi che dovevo smetterla di saltare da una distribuzione all'altra, e stabilizzarmi su una, nel bene o nel male. Scelsi Fedora. Quindi andò meglio, eccetto per una cosa, per me Fedora era veramente instabile da un rilascio a un altro, e spesso, cose per cui avevo speso tempo a sistemarle non funzionano più dopo sei o dodici mesi. Fui veramente vicino a tornare al lato oscuro, sì, intendo Windows.
Linea 9: Linea 11:
=== Traduzione italiana === Quindi, sentì parlare di Ubuntu Warty Warthdog, e decisi di dare a Linux un ultima prova. Ubuntu risolse molti problemi, come il fatto che ero stanco di scaricare 4 CD per ogni installazione. Un unico CD d scaricare era una fortuna.
Linea 11: Linea 13:
Scritto da Silvia Bindelli e Flavia Weisghizzi In questo tempo diventai un po' un "evangelista" del software libero; ero un po' in disappunto sul fatto che il movimento "free come libertà" fosse così connesso all'elite tecnocrata, e non realmente connessa alla vita di tutti i giorni degli utenti finali.
Linea 13: Linea 15:
Solo un paio di mesi fa l'Italia ha raggiunto un grande obiettivo connesso alle donne nel movimento free, libre e open source con la fondazione di un nuovo gruppo donne@softwarelibero.it ( “donne” è la parola italiana per “women”) che include donne e uomini attivi in vari progetti open source. Quindi, provai Ubuntu, e potei vedere che Ubuntu stava provando a fare quello che altre distribuzioni non facevano, come il fatto che è facile da installare per le persone che sono più lontane dalla mentalità geek del computer di me. Niente da dire, sono stato conquistato da Ubuntu.
Linea 15: Linea 17:
Comunque, in quanto persona che crede nella libertà del software in ambiti religiosi, politici, economici, e ambientali, io sono scontento di un fronte. Non sono solo nel mio progetto di promozione della libertà del software; molti utenti Linux fanno altrettanto. Ma, con gli anni, mi sarebbe piaciuto vedere un po' di supporto da cose come IBM e RedHat. Non fraintendetemi, so che hanno messo molti soldi e ricerche su Linux e per questo io ne sono molto riconoscente. Quello che mi piacerebbe vedere è un appoggio a Linux in molti dei circuiti pubblicitari maggiori. Abbiamo bisogno di una pubblicità "desktop" con vigore.
Linea 16: Linea 19:
La storia di questo gruppo è intimamente connessa al progetto Ubuntu Women. Sarebbe magnifico se tutte le corporazioni che beneficiano da Linux contribuissero con un fondo pubblicitario. Amerei vedere gli stemmi di Linux sulle macchine da Formula 1 le cui squadre usano Linux. So che una vettura di Formula 1 è probabilmente il pezzo più costoso di pubblicità immobiliare del pianeta, ma tutto quello che vogliamo è a pochi centimetri quadrati che nessuno vuole.
Linea 18: Linea 21:
Flavia Weisghizzi e Silvia Bindelli, entrambe membri dell'Ubuntu Women Team, si incontrarono nel 2009 e discussero dei problemi che avevano con la tecnologia e delle opportunità date loro dalla comunità di Ubuntu. Conclusero che, per incoraggiare la partecipazione delle donne nel progetto Ubuntu, avrebbero dovuto iniziare con quelle più vicine a loro. Quello che voglio dire è questo: ogni grande azienda che riceve benefici dal software libero dovrebbe aiutare la promozione di Linux.
Linea 20: Linea 23:
Questo mi porta a Mark Shuttleworth. Credo che il Sig. Shuttleworth sia il maggior contributore allo scopo di promuovere l'uso di Linux dagli utenti comuni. Io non credo che non ci sia nessuno nel passato, presente, o nel vicino futuro con il suo impegno o risorse.
Linea 21: Linea 25:
Molte persone in Italia si sentono a disagio nel parlare in una lingua straniera a causa della mancanza di fiducia nelle loro capacità linguistiche, così iniziare a scrivere a una mailing list in inglese o nei canali irc potrebbe essere percepito come una ulteriore barriera alla partecipazione. Quando per la prima volta provai Unity, avevo alcuni dubbi su di esso. Comunque, per me non è stato difficile capire a cosa Unity mirava e perché. Un'unica interfaccia per desktop, telefoni, e tutto ciò di mezzo. Per le persone che usano meno di dieci applicazioni, Unity è tutto ciò di cui hanno bisogno, e la cosa migliore è che Unity lo fa nel modo migliore.
Linea 23: Linea 27:
Unity è ciò che il movimento del software libero ha bisogno per portare il software libero al prossimo livello. È tempo di finirla di autoreferenziarsi con tutti gli "È L'anno di Linux sui desktop" e andare oltre, verso qualcosa che ha realmente la potenzialità di dare ottimi risultati.
Linea 24: Linea 29:
Questa è la ragione perché, di concerto con l'Ubuntu Women Team e dopo discussioni con altri membri dell'Italian LoCo Team, decisero di creare una sezione locale dell'Ubuntu Women Team che principalmente è costituita intorno ad una mailing list in italiano dove traducono in italiano le notizie principali del Team internazionale e aggiungono notizie su eventi e iniziative locali. Quindi, finiamola di criticare inutilmente, e supportiamo Mark Shuttleworth e Canonical. Perché, per tutto quello che lui e la sua compagnia ha fatto per noi, è il minimo che possiamo fare.
Linea 26: Linea 31:
== Note alla traduzione ==
Linea 27: Linea 33:
Alcuni mesi dopo si tenne DUCC-IT (Debian Ubuntu Community Conference Italy) che raccolse insieme persone di entrambe le comunità e a cui partecipò, fra gli altri, Stefano Zacchiroli attuale Leader del Progetto Debian. Durante questa conferenza Silvia e Flavia incontrarono donne italiane del Progetto Debian e discussero con loro le ragioni della bassa partecipazione delle donne nei progetti di software libero. Sorse da questo e dalle discussioni col pubblico l'idea di un gruppo italiano che raccolga insieme donne coinvolte nel software libero. umm... la frase relativa alla pubblicità con la formula 1 non è che mi sia venuta tanto bene.... ;)
Linea 29: Linea 35:
= Revisione =
Linea 30: Linea 37:
Alcune donne del Progetto Fedora si offrirono subito di partecipare ad una tale rete e, nonostante le differenze di distribuzione, sedettero tutte intorno allo stesso tavolo. Sono passati più di 10 anni dalla prima volta che ho installato e usato Linux. Volevo armeggiare con i computer, ma, allo stesso tempo, non volevo spendere soldi sul software e non volevo violare nessuna EULA. Inoltre desideravo anche usare hardware di recupero. È stato RedHat 5 che mi diede la possibilità di fare ciò, e da allora sono stato sempre legato.
Linea 32: Linea 39:
Ho provato svariate distribuzione negli anni, da RedHat, Fedora, Puppy, SCO (sì, anche quello), Mandriva; ma solo a un certo punto decisi che dovevo smetterla di saltare da una distribuzione all'altra, e stabilizzarmi su una, nel bene o nel male. Scelsi Fedora. Quindi andò meglio, eccetto per una cosa, per me Fedora era veramente instabile da un rilascio a un altro e, spesso, cose per cui avevo speso tempo nel sistemarle, non funzionano più dopo sei o dodici mesi. Ero veramente vicino a tornare al lato oscuro, si, intendo Windows.
Linea 33: Linea 41:
Il progetto fu creato con una mailing list e lanciato lo scorso Linux Day in molte città italiane. Venne scritto un comunicato stampa congiunto e pubblicato su blog, social network e alcune riviste. Quindi, sentii parlare di Ubuntu Warty Warthdog, e decisi di dare a Linux un ultima prova. Ubuntu mi risolse molti problemi, come il dover scaricare 4 CD per ogni installazione. Un unico CD da scaricare era una fortuna.
Linea 35: Linea 43:
In questo tempo diventai un po' un "evangelista" del software libero; ero in disappunto sul fatto che il movimento "free come libertà" fosse così connesso all'elite tecnocrata, e non realmente connessa alla vita di tutti i giorni degli utenti finali.
Linea 36: Linea 45:
Al momento c'è una pagina wiki del progetto a http://www.fsugitalia.org/donne e anche un canale irc (#donne-softwarelibero) sulla rete freenode.net. Quindi, provai Ubuntu, e vidi che Ubuntu stava provando a fare quello che altre distribuzioni non facevano, come la facilità di installazione per le persone che sono più lontane di me dall'essere 'smanettoni' del computer. Niente da dire, sono stato conquistato da Ubuntu.
Linea 38: Linea 47:
Comunque, in quanto persona che crede nella libertà del software in ambiti religiosi, politici, economici, e ambientali, io sono scontento su di un fronte. Non sono solo nel mio progetto di promozione della libertà del software; molti utenti Linux fanno altrettanto. Ma, con gli anni, mi sarebbe piaciuto vedere un po' di supporto da case come IBM e RedHat. Non fraintendetemi, so che hanno messo molti soldi e ricerche su Linux e per questo io ne sono molto riconoscente. Quello che mi piacerebbe vedere è un appoggio a Linux in molti dei circuiti pubblicitari maggiori. Abbiamo bisogno di una vigorosa pubblicità "desktop".
Linea 39: Linea 49:
Alcuni hanno chiesto le ragioni di un simile sforzo ma i dati sul coinvolgimento femminile nell'open source sono incontrovertibili: sembra che siano donne meno del 5% di coloro che lavorano nel FLOSS e ciò rende le donne una grossa minoranza nel mondo del software libero. Sarebbe magnifico se tutte le corporazioni che beneficiano da Linux, contribuissero con un fondo pubblicitario. Mi piacerebbe moltissimo vedere lo stemma di Linux sulle macchine da Formula 1 i cui team usano Linux. So che una vettura di Formula 1 è probabilmente il pezzo più costoso di pubblicità del pianeta, ma tutto quello che vogliamo sono pochi centimetri quadrati che nessuno vuole.
Linea 41: Linea 51:
L'intenzione di questo gruppo, che è completamente indipendente da ogni singolo progetto o distribuzione, è divenire un luogo in cui le donne (e gli uomini) che contribuiscono ai differenti progetti di software libero possano incontrarsi, discutere e incoraggiare la partecipazione delle donne attraverso discorsi, eventi, conferenze e qualsiasi specie di iniziativa di marketing e promozione possa essere intrapresa. Inoltre un punto importante nella nostra lista delle Cose da Fare è formare e promuovere alcuni relatori, che provengano da esperienze diverse, a parlare di loro e presentare i loro esempi per mostrare che le donne hanno molto da dare e hanno solo bisogno di essere abbastanza coraggiose da mettesi alla prova. Ciò che voglio dire è questo: ogni grande azienda che riceve benefici dal software libero dovrebbe aiutare la promozione di Linux.
Linea 43: Linea 53:
Questo mi porta a Mark Shuttleworth. Credo che il Sig. Shuttleworth sia il maggior contributore nella promozione dell'uso di Linux tra gli utenti comuni. Non credo che non ci sia nessuno, nel passato, presente o nel vicino futuro, con il suo impegno o risorse.
Linea 44: Linea 55:
Quando per la prima volta provai Unity, avevo alcuni dubbi su di esso. Comunque, per me non è stato difficile capire a cosa Unity mirava e perché. Un'unica interfaccia per desktop, telefoni, e tutto ciò di mezzo. Per le persone che usano meno di dieci applicazioni, Unity è tutto ciò di cui hanno bisogno, e la cosa migliore è che Unity lo fa nel modo migliore.
Linea 45: Linea 57:
Unity è ciò che il movimento del software libero ha bisogno per portare il software libero al prossimo livello. È tempo di finirla di autoreferenziarsi con tutti gli "È L'anno di Linux sui desktop" e andare oltre, verso qualcosa che realmente ha la potenzialità di ottenere ottimi risultati.
Linea 46: Linea 59:
Quindi, finiamola di criticare inutilmente, e supportiamo Mark Shuttleworth e Canonical. Perché, per tutto quello che lui e la sua compagnia ha fatto per noi, è il minimo che possiamo fare.
Linea 47: Linea 61:
==== Note alla traduzione ==== == Note alla revisione ==
Linea 49: Linea 63:
Per un futuro, i passati remoti sono pesanti per la lettura.
Linea 50: Linea 65:
= Errata Corrige =
Linea 51: Linea 67:
=== Revisione ===

Scritto da Silvia Bindelli e Flavia Weisghizzi

Solo un paio di mesi fa l'Italia ha raggiunto un grande obiettivo connesso alle donne nel movimento free, libre e open source con la fondazione di un nuovo gruppo donne@softwarelibero.it ( “donne” è la parola italiana per “women”) che include donne e uomini attivi in vari progetti open source.


La storia di questo gruppo è intimamente connessa al progetto Ubuntu Women.

Flavia Weisghizzi e Silvia Bindelli, entrambe membri dell'Ubuntu Women Team, si incontrarono nel 2009 e discussero dei problemi che avevano con la tecnologia e delle opportunità date loro dalla comunità di Ubuntu. Conclusero che, per incoraggiare la partecipazione delle donne nel progetto Ubuntu, avrebbero dovuto iniziare con quelle più vicine a loro.


Molte persone in Italia si sentono a disagio nel parlare in una lingua straniera a causa della mancanza di fiducia nelle loro capacità linguistiche, così iniziare a scrivere a una mailing list in inglese o nei canali irc potrebbe essere percepito come una ulteriore barriera alla partecipazione.


Questa è la ragione perché, di concerto con l'Ubuntu Women Team e dopo discussioni con altri membri dell'Italian LoCo Team, decisero di creare una sezione locale dell'Ubuntu Women Team che principalmente è costituita intorno ad una mailing list in italiano dove traducono in italiano le notizie principali del Team internazionale e aggiungono notizie su eventi e iniziative locali.


Alcuni mesi dopo si tenne DUCC-IT (Debian Ubuntu Community Conference Italy) che raccolse insieme persone di entrambe le comunità e a cui partecipò, fra gli altri, Stefano Zacchiroli attuale Leader del Progetto Debian. Durante questa conferenza Silvia e Flavia incontrarono donne italiane del Progetto Debian e discussero con loro le ragioni della bassa partecipazione delle donne nei progetti di software libero. Sorse da questo e dalle discussioni col pubblico l'idea di un gruppo italiano che raccolga insieme donne coinvolte nel software libero.


Alcune donne del Progetto Fedora si offrirono subito di partecipare ad una tale rete e, nonostante le differenze di distribuzione, sedettero tutte intorno allo stesso tavolo.


Il progetto fu creato con una mailing list e lanciato lo scorso Linux Day in molte città italiane. Venne scritto un comunicato stampa congiunto e pubblicato su blog, social network e alcune riviste.


Al momento c'è una pagina wiki del progetto a http://www.fsugitalia.org/donne e anche un canale irc (#donne-softwarelibero) sulla rete freenode.net.


Alcuni hanno chiesto le ragioni di un simile sforzo ma i dati sul coinvolgimento femminile nell'open source sono incontrovertibili: sembra che siano donne meno del 5% di coloro che lavorano nel FLOSS e ciò rende le donne una grossa minoranza nel mondo del software libero.

L'intenzione di questo gruppo, che è completamente indipendente da ogni singolo progetto o distribuzione, è divenire un luogo in cui le donne (e gli uomini) che contribuiscono ai differenti progetti di software libero possano incontrarsi, discutere e incoraggiare la partecipazione delle donne attraverso discorsi, eventi, conferenze e qualsiasi specie di iniziativa di marketing e promozione possa essere intrapresa. Inoltre un punto importante nella nostra lista delle Cose da Fare è formare e promuovere alcuni relatori, che provengano da esperienze diverse, a parlare di loro e presentare i loro esempi per mostrare che le donne hanno molto da dare e hanno solo bisogno di essere abbastanza coraggiose da mettesi alla prova.


=== Revisione da Silvia ===

[Ho riscritto perché mi veniva più comodo così, e sono partita dall'originale e non dalla revisione...ovviamente sentitevi al 100% liberi di usare in parte o ignorare le mie modifiche!]

Un paio di mesi fa l'Italia ha raggiunto un grande obiettivo per le donne nel movimento libre e open source grazie alla fondazione di un nuovo gruppo, donne@softwarelibero.it ( “donne” è la parola italiana per “women”) che include donne e uomini attivi in vari progetti open source.


La storia di questo gruppo è intimamente connessa al progetto Ubuntu Women.

Flavia Weisghizzi e Silvia Bindelli, entrambe membri dell'Ubuntu Women Team, si incontrarono per la prima volta nel 2009 e discussero dei problemi che incontravano nel mondo della tecnologia e delle opportunità date loro dalla comunità di Ubuntu. Conclusero che, per incoraggiare la partecipazione delle donne nel progetto Ubuntu, avrebbero dovuto iniziare con quelle più vicine a loro.


Molte persone in Italia non si sentono a proprio agio a parlare in una lingua straniera a causa della mancanza di fiducia nelle loro capacità linguistiche, così iniziare a scrivere a una mailing list in inglese o nei canali irc potrebbe essere percepito come una ulteriore barriera alla partecipazione.


Per questa ragione, di concerto con l'Ubuntu Women Team e dopo averne discusso con altri membri del LoCo Team italiano, decisero di creare una sezione locale dell'Ubuntu Women Team che principalmente è costituita intorno ad una mailing list in italiano dove traducono in italiano le notizie principali del Team internazionale e aggiungono notizie su eventi e iniziative locali.


Alcuni mesi dopo si tenne il DUCC-IT (Debian Ubuntu Community Conference Italy) che raccolse insieme persone di entrambe le comunità e a cui partecipò, fra gli altri, Stefano Zacchiroli attuale Leader del Progetto Debian. Durante questa conferenza Silvia e Flavia incontrarono alcune donne italiane del Progetto Debian e discussero con loro le ragioni della bassa partecipazione delle donne nei progetti di software libero. Da questo e dalle discussioni col pubblico è nata l'idea di un gruppo italiano che raccolga insieme donne coinvolte nel software libero.


Alcune donne del Progetto Fedora si offrirono subito di partecipare ad una tale rete e, nonostante le differenze di distribuzione, sedettero tutte intorno allo stesso tavolo.


Il progetto nacque con una mailing list ed fu lanciato lo scorso Linux Day in molte città italiane. Venne scritto un comunicato stampa congiunto e pubblicato su blog, social network e alcune riviste.


Al momento c'è una pagina wiki del progetto (http://www.fsugitalia.org/donne) ed un canale irc (#donne-softwarelibero) sulla rete freenode.net.


C'è stato chi ha chiesto le ragioni di un simile sforzo ma i dati sul coinvolgimento femminile nell'open source sono incontrovertibili: sembra che le donne rappresentino meno del 5% di coloro che lavorano nel FLOSS e ciò le rende una grossa minoranza nel mondo del software libero.

L'intenzione di questo gruppo, che è completamente indipendente da ogni singolo progetto o distribuzione, è divenire un luogo in cui le donne (e gli uomini) che contribuiscono ai differenti progetti di software libero possano incontrarsi, discutere e incoraggiare la partecipazione delle donne attraverso presentazioni, eventi, conferenze e qualsiasi specie di iniziativa di marketing e promozione possa essere intrapresa. Inoltre un punto importante nella nostra lista delle Cose da Fare è formare e promuovere alcuni relatori, che provengano da esperienze diverse, a parlare di loro e presentare i loro esempi per mostrare che le donne hanno molto da dare e hanno solo bisogno di essere abbastanza coraggiose da mettesi alla prova.




==== Note alla revisione ====



=== Errata Corrige ===

Traduzione italiana

Sono più di 10 anni che ho installato e usato Linux per la prima volta. Volevo armeggiare con i computer, ma, allo stesso tempo, non volevo spendere soldi sul software, e non volevo rompere nessuna EULA. Inoltre volevo anche usare hardware di recupero. È stato RedHat 5 che mi diede la possibilità di fare ciò, e da allora sono stato sempre attaccato.

Ho provato svariate distribuzione negli anni, da RedHat, Fedora, Puppy, SCO (sì, anche quello), Mandriva, ma solo a un certo punto decisi che dovevo smetterla di saltare da una distribuzione all'altra, e stabilizzarmi su una, nel bene o nel male. Scelsi Fedora. Quindi andò meglio, eccetto per una cosa, per me Fedora era veramente instabile da un rilascio a un altro, e spesso, cose per cui avevo speso tempo a sistemarle non funzionano più dopo sei o dodici mesi. Fui veramente vicino a tornare al lato oscuro, sì, intendo Windows.

Quindi, sentì parlare di Ubuntu Warty Warthdog, e decisi di dare a Linux un ultima prova. Ubuntu risolse molti problemi, come il fatto che ero stanco di scaricare 4 CD per ogni installazione. Un unico CD d scaricare era una fortuna.

In questo tempo diventai un po' un "evangelista" del software libero; ero un po' in disappunto sul fatto che il movimento "free come libertà" fosse così connesso all'elite tecnocrata, e non realmente connessa alla vita di tutti i giorni degli utenti finali.

Quindi, provai Ubuntu, e potei vedere che Ubuntu stava provando a fare quello che altre distribuzioni non facevano, come il fatto che è facile da installare per le persone che sono più lontane dalla mentalità geek del computer di me. Niente da dire, sono stato conquistato da Ubuntu.

Comunque, in quanto persona che crede nella libertà del software in ambiti religiosi, politici, economici, e ambientali, io sono scontento di un fronte. Non sono solo nel mio progetto di promozione della libertà del software; molti utenti Linux fanno altrettanto. Ma, con gli anni, mi sarebbe piaciuto vedere un po' di supporto da cose come IBM e RedHat. Non fraintendetemi, so che hanno messo molti soldi e ricerche su Linux e per questo io ne sono molto riconoscente. Quello che mi piacerebbe vedere è un appoggio a Linux in molti dei circuiti pubblicitari maggiori. Abbiamo bisogno di una pubblicità "desktop" con vigore.

Sarebbe magnifico se tutte le corporazioni che beneficiano da Linux contribuissero con un fondo pubblicitario. Amerei vedere gli stemmi di Linux sulle macchine da Formula 1 le cui squadre usano Linux. So che una vettura di Formula 1 è probabilmente il pezzo più costoso di pubblicità immobiliare del pianeta, ma tutto quello che vogliamo è a pochi centimetri quadrati che nessuno vuole.

Quello che voglio dire è questo: ogni grande azienda che riceve benefici dal software libero dovrebbe aiutare la promozione di Linux.

Questo mi porta a Mark Shuttleworth. Credo che il Sig. Shuttleworth sia il maggior contributore allo scopo di promuovere l'uso di Linux dagli utenti comuni. Io non credo che non ci sia nessuno nel passato, presente, o nel vicino futuro con il suo impegno o risorse.

Quando per la prima volta provai Unity, avevo alcuni dubbi su di esso. Comunque, per me non è stato difficile capire a cosa Unity mirava e perché. Un'unica interfaccia per desktop, telefoni, e tutto ciò di mezzo. Per le persone che usano meno di dieci applicazioni, Unity è tutto ciò di cui hanno bisogno, e la cosa migliore è che Unity lo fa nel modo migliore.

Unity è ciò che il movimento del software libero ha bisogno per portare il software libero al prossimo livello. È tempo di finirla di autoreferenziarsi con tutti gli "È L'anno di Linux sui desktop" e andare oltre, verso qualcosa che ha realmente la potenzialità di dare ottimi risultati.

Quindi, finiamola di criticare inutilmente, e supportiamo Mark Shuttleworth e Canonical. Perché, per tutto quello che lui e la sua compagnia ha fatto per noi, è il minimo che possiamo fare.

Note alla traduzione

umm... la frase relativa alla pubblicità con la formula 1 non è che mi sia venuta tanto bene.... ;)

Revisione

Sono passati più di 10 anni dalla prima volta che ho installato e usato Linux. Volevo armeggiare con i computer, ma, allo stesso tempo, non volevo spendere soldi sul software e non volevo violare nessuna EULA. Inoltre desideravo anche usare hardware di recupero. È stato RedHat 5 che mi diede la possibilità di fare ciò, e da allora sono stato sempre legato.

Ho provato svariate distribuzione negli anni, da RedHat, Fedora, Puppy, SCO (sì, anche quello), Mandriva; ma solo a un certo punto decisi che dovevo smetterla di saltare da una distribuzione all'altra, e stabilizzarmi su una, nel bene o nel male. Scelsi Fedora. Quindi andò meglio, eccetto per una cosa, per me Fedora era veramente instabile da un rilascio a un altro e, spesso, cose per cui avevo speso tempo nel sistemarle, non funzionano più dopo sei o dodici mesi. Ero veramente vicino a tornare al lato oscuro, si, intendo Windows.

Quindi, sentii parlare di Ubuntu Warty Warthdog, e decisi di dare a Linux un ultima prova. Ubuntu mi risolse molti problemi, come il dover scaricare 4 CD per ogni installazione. Un unico CD da scaricare era una fortuna.

In questo tempo diventai un po' un "evangelista" del software libero; ero in disappunto sul fatto che il movimento "free come libertà" fosse così connesso all'elite tecnocrata, e non realmente connessa alla vita di tutti i giorni degli utenti finali.

Quindi, provai Ubuntu, e vidi che Ubuntu stava provando a fare quello che altre distribuzioni non facevano, come la facilità di installazione per le persone che sono più lontane di me dall'essere 'smanettoni' del computer. Niente da dire, sono stato conquistato da Ubuntu.

Comunque, in quanto persona che crede nella libertà del software in ambiti religiosi, politici, economici, e ambientali, io sono scontento su di un fronte. Non sono solo nel mio progetto di promozione della libertà del software; molti utenti Linux fanno altrettanto. Ma, con gli anni, mi sarebbe piaciuto vedere un po' di supporto da case come IBM e RedHat. Non fraintendetemi, so che hanno messo molti soldi e ricerche su Linux e per questo io ne sono molto riconoscente. Quello che mi piacerebbe vedere è un appoggio a Linux in molti dei circuiti pubblicitari maggiori. Abbiamo bisogno di una vigorosa pubblicità "desktop".

Sarebbe magnifico se tutte le corporazioni che beneficiano da Linux, contribuissero con un fondo pubblicitario. Mi piacerebbe moltissimo vedere lo stemma di Linux sulle macchine da Formula 1 i cui team usano Linux. So che una vettura di Formula 1 è probabilmente il pezzo più costoso di pubblicità del pianeta, ma tutto quello che vogliamo sono pochi centimetri quadrati che nessuno vuole.

Ciò che voglio dire è questo: ogni grande azienda che riceve benefici dal software libero dovrebbe aiutare la promozione di Linux.

Questo mi porta a Mark Shuttleworth. Credo che il Sig. Shuttleworth sia il maggior contributore nella promozione dell'uso di Linux tra gli utenti comuni. Non credo che non ci sia nessuno, nel passato, presente o nel vicino futuro, con il suo impegno o risorse.

Quando per la prima volta provai Unity, avevo alcuni dubbi su di esso. Comunque, per me non è stato difficile capire a cosa Unity mirava e perché. Un'unica interfaccia per desktop, telefoni, e tutto ciò di mezzo. Per le persone che usano meno di dieci applicazioni, Unity è tutto ciò di cui hanno bisogno, e la cosa migliore è che Unity lo fa nel modo migliore.

Unity è ciò che il movimento del software libero ha bisogno per portare il software libero al prossimo livello. È tempo di finirla di autoreferenziarsi con tutti gli "È L'anno di Linux sui desktop" e andare oltre, verso qualcosa che realmente ha la potenzialità di ottenere ottimi risultati.

Quindi, finiamola di criticare inutilmente, e supportiamo Mark Shuttleworth e Canonical. Perché, per tutto quello che lui e la sua compagnia ha fatto per noi, è il minimo che possiamo fare.

Note alla revisione

Per un futuro, i passati remoti sono pesanti per la lettura.

Errata Corrige


CategoryComunitaFcm