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Versione 85 del 12/09/2012 18.40.42
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Autore: PaoloFoletto
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Linea 1: Linea 1:
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Linea 4: Linea 5:
==== Donne Ubuntu 2 ==== = Traduzione italiana =
Sono qua, con la tastiera sul mio grembo, i piedi sulla scrivania, una bevanda energetica a portata di mano, e una massa di Hot Pockets che dal freezer cantano la loro seducente nenia, come sirene. Sono d’accordo con loro che sì, quando finisco di scrivere questo paragrafo per la ricerca che sto facendo, ne prenderò uno e me lo mangerò tutto.
Quando, improvvisamente, come se mi avesse letto nell’animo, compare l’amata schermata blu della morte. Ancora una volta, Windows è riuscito con un tempismo perfetto a crashare quando ero in zona. Il mio gatto, Penelope, salta sulla scrivania, ammicca dolcemente, e miagola come a dire “Sai cosa fare”.
Linea 6: Linea 9:
==== Traduzione italiana ==== Ora, io sono un sistemista che gestisce vari server che sono sempre online, e su ognuno di essi gira una qualche distro Linux. Io sono un fanatico. Mi sono spesso chiesto perché il computer di casa mia doveva essere gestito da Windows. È una sorte di paradosso. Ho pensato che fosse perché io dovevo condividere le mie cartelle con la mia Xbox. Ho quindi deciso che la condivisione delle cartelle è una scusa debole. Ho accarezzato Penelope, sorseggiato la mia bevanda energetica, e mi sono messo al lavoro.
Linea 8: Linea 11:
DONNE UBUNTU È andata in questo modo: sono balzato via dal PC, preso i file di back-up, selezionato un Hot Pocket, messo l’Hot Pocket nel forno a microonde, scaricato Ubuntu 12.04, masterizzato su disco, recuperato l’Hot Pocket, recuperate le salse aggiuntive, tornato al PC, avviato il CD, messo la salsa in metà piatto, morso l’Hot Pocket ancora troppo caldo e masticato passando il boccone da una parte all’altra della bocca. Una volta raggiunto il gestore di partizione durante l’installazione di Ubuntu ho nefastamente detto a Windows: “Addio Windows, vorrei poter dire che è stato un bel viaggio, ma purtroppo no, hai rovinato la mia vita.” E a quel punto ho messo da parte i miei sentimenti per Windows e ho iniziato allegramente, così come la costituzione americana mi permette, a cercare la mia felicità.
Linea 10: Linea 13:
'''Penelope Stowe''':
Dicci qualcosa di te.
Quello che ho fatto dopo è stato: installare i driver proprietari, installare Guake, finire l’Hot Pocket, installare Wine, installare Foxit Reader, installare VirtualBox, coccolare Penelope, installare Chrome, installare Opera, configurare Ubuntu One, scaricare il ppa di Hotot, configurare la lens di AskUbuntu, finire la bevanda energetica, sincronizzare i browser, ammirare la mia installazione nuova fiammante citando il Dr. Frankenstein “È vivo! Vivo!”
Linea 13: Linea 15:
'''Isabel Long:''':
Mi chiamo Isabel Long, ho 16 anni, e attualmente vivo in Inghilterra dopo aver trascorso 4 anni vivendo in Francia.
Sono molto interessata alla tecnologia e al software open-source. Sono la coordinatrice della comunità sul network IRC di freenode e sono fiera di essere un membro della comunità Ubuntu.
Per risolvere il problema dello streaming con l’Xbox ho afferrato il disco di XP Pro e gli ho detto: “E così, ci incontriamo di nuovo!”. Con riluttanza ho installato una macchina virtuale con Windows. L’idea è che, quando ne ho bisogno, stacco il mio disco esterno da Ubuntu e lo collego alla macchina virtuale. Il problema dello streaming è così risolto. Tuttavia, c’è un problema che prima non avevo preso in considerazione: mia moglie.
Linea 17: Linea 17:
PS: Come sei rimasta coinvolta nel progetto Ubuntu? Mia moglie si trascina il giro per la casa il suo computer con Windows, a volte si siede sul divano a prendere il tè, leggere le notizie, navigare sul web cercando prodotti cosmetici, caricare le immagini. Apparentemente lei è felice con Windows, se si escludono gli occasionali “Questo coso sembra più lento di giorno in giorno”. Anche se lei ha un computer portatile il desktop principale è quello che usa per lo streaming con l’Xbox quando ha voglia di vedere anime sullo schermo grande (cioè spesso). Lei certamente non ha mai visto nessuna versione di Windows e non saprebbe come utilizzare una macchina virtuale.
Linea 19: Linea 19:
IL: Credo sia avvenuto circa due anni fa quando ho fatto la conoscenza di amici che usavano Ubuntu.
Allora ho cominciato ad usarlo per circa un anno anche se in maniera non continuativa, finchè ho avuto il mio computer personale
e l'ho liberato completamente da Windows.
Ora ho Ubuntu su entrambi i miei computer, e di windows neanche l'ombra! In merito alla mia partecipazione nella comunità Ubuntu, comunque, sono diventata un membro ufficiale della comunità a marzo di quest'anno (2010). La cosa mi ha reso felicissima.
Mentre stavo realizzando ciò, mia moglie stava scendendo dalle scale, fresca come una rosa dopo la scorpacciata di anime di quella notte, con il laptop in mano. La conversazione è andata più o meno così:
“Buongiorno.”
“Ben svegliata.”
“Che stai facendo?”
“Riparando il computer.”
“Che è successo?”
“Probabilmente si è rotta la memoria.”
“Non so cosa significhi, ma ok. Come hai risolto?”
“Ho installato Ubuntu.”
“Uhboontu, che parola divertente. Cos’è?”
“Un miracolo su disco.”
“Posso vedere?”
“Certamente.”
Silenzio, ero nervoso. Dice:
“Non lo capisco.”
Ho risposto: “Ha aggiustato il computer, ricordatelo!”
“È diverso dal mio.”
“Sbagliato, è migliore del tuo. Posso farti vedere perché?”
“Non capirò mai perché tu non passa semplicemente lasciare le cose come sono.”
“Ma ha aggiustato il computer!” Ero pronto per una battaglia, a quel punto.
Lei ha mosso il mouse e ha chiesto: “Posso navigare su Internet?”
“Si, ha Firefox.” (È il suo browser preferito)
“Posso caricare le foto?”
“Certamente.” Ho premuto il tasto super, cercato Showtell, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher.
“Allora mi fido di te.”
Mi rilasso.
“Aspetta, un’altra domanda.”
Mi innervosisco.
“Posso vedere gli anime?”
Linea 24: Linea 49:
==== Note alla traduzione ====
PS: Cosa fai per Ubuntu?
Al momento aiuto Penelope con le interviste per Full circle Magazine (Essi,è strano essere "dall'altra parte"
in questa occasione!); mi occupo di traduzioni in 'British
English' e francese su Launchpad; aiuto le persone nella sezione 'Answers' di Launchpad.
Sono Coinvolta in Ubuntu UK e Ubuntu Women; e questo è tutto per ora! Non molto, eh?
Ho detto: “Si, a tal proposito...” e ho iniziato a grattarmi la testa cercando di pensare qual’era il modo migliore per spiegare una macchina virtuale, quando ho avuto un’iiluminazione. Sul suo laptop c’era ancora Windows! Ho detto: “Dammi qualche minuto e ti farò vedere come fare.” Ho installato Samba e creato una cartella condivisa. “Fammi vedere il tuo computer, amore.” Ho montato in modo permanente l’hard disk di rete e ho configurato Windows Media Center per puntare alla rete condivisa. “Guarda, adesso puoi scaricarli e vederli direttamente dal tuo computer!” “Figo! Come hai fatto?”
Linea 31: Linea 51:
PS: Cosa ti piacerebbe fare che non stai già facendo? Al che le ho subdolamente risposto. “Io non ho fatto niente, è stato Ubuntu. Ti ho detto che è meglio.”
Linea 33: Linea 53:
IL: Andare ad un maggior numero di eventi ed imparare a gestire gli errori in una sentenza. Passò circa una settimana e tutto andava alla grande. Stavo scendendo le scale, dopo una maratona di anime, quando ho notato mia moglie sul divano a guardare in modo curioso lo schermo del suo portatile. Con mia grande sorpresa notai che la sua deliziosa barra delle applicazioni di Windows era stata spostata da sotto a sinistra. Un sentimento di esultanza mi ha percorso tutto. Stava tentando di imitare Unity su un computer Windows. Mi ha guardato e mi ha detto: “Buongiorno.”
Linea 35: Linea 55:
PS: Sò che sei ancora una studentessa; lavorare in Ubuntu ti ha aiutato in questo? “Buongiorno.”
“Ho una domanda.”
“E io ho la risposta.”
Chiude il suo portatile e lo dà a me: “Puoi installarci Ubuntu?”
Eureka!!! Io rispondo: “Uh, cosa, io non credo... cosa hai appena detto?”
“Ubuntu, ho letto qualcosa e usando il tuo computer mi sono accorta che tu avevi ragione, è migliore!”
Linea 37: Linea 62:
IL: Non proprio, infatti preferisco mantenere la mia vita scolastica separata da ciò che faccio 'on-line' fuori dalla scuola. Ho una speranza seppur debole che la mia scuola (o qualunque altra!) riconoscerà Ubuntu, o in generale,qualsiasi altro software open-source, ma sono fermamente bloccati su Microsoft.
E' un grande peccato. Per rispondere propriamente alla domanda, lavorare in ubuntu mi ha personalmente aiutato ad avere una visione più ampia, insegnandomi cose che non avrei mai imparato se fossi rimasta all'interno dei confini dell'educazione standard (non che la mia istruzione sia stata normale visto che ho vissuto in paesi diversi e ho dovuto imparare il francese da zero, ma questa è un'altra una storia!),ed ho avuto modo di conoscere alcune persone incredibili ed è grazie a loro che ora io sono coinvolta.
Doppio eureka!!! Rispondo: “Assolutamente, amore mio.” E vado a lavorare per liberare il suo computer dalle grinfie dell’impero.
Linea 40: Linea 64:
PS: Come pensi che la comunità di Ubuntu possa ottenere di più coinvolgendo maggiormente giovani
donne (così giovani come te)?
Stiamo già facendo bene?
IL: Le donne più giovani? Non dovremmo forse concentrarci tanto sulla differenziazione femminile della questione, ma concentrarci sul coinvolgimento di più giovani in senso generale senza distinzioni tra maschi e femmine?
La gioventù di Ubuntu potrebbe (e dovrebbe) essere definitivamente rianimata (esco dal canale IRC
canale e poco è cambiato) e la strada per portare Ubuntu nelle scuole potrebbe continuare anche successivamente, ma senza dubbio le persone concordano con me nel dire che quella strada è estremamente lunga e difficile!
Morale della favola: date un po’ di tempo e anche l’utente meno esperto troverà l’esperienza su Linux molto piacevole. Ci vuole la vigilanza e la disponibilità di noi utenti appasionati di Linux per avere il tempo di mostrare le sue capacità invece di litigare con le persone che vogliono semplicemente “keep it simple”, leggere le notizie, navigare sul web, guardare le foto e vedersi dei dolci anime in streaming.
Linea 47: Linea 66:
PS: Quando non lavori in Ubuntu e non sei impegnata con i compiti scolastici quali sono i tuoi interessi?
Linea 49: Linea 67:
IL: Adoro la musica, alla stregua della tecnologia, e mi appassiono nell'imparare le cose.
Imparare il 'codice' è uno dei miei obiettivi, quindi, ecco perchè ora mi sto dedicando ad imparare Python.
Mi interesso anche di dati, statistiche e fare cose eccezionali con dati e statistiche liberamente disponibili, come anche imparare cose sui carburanti; tutto quello che faccio mi diverte.
Puoi trovare altro su di me in generale su
http://issyl0.co.uk/

==== Note alla traduzione ====
"sono diventata un membro ufficiale della comunità a marzo di quest'anno (2010)" l'anno 2010 tra parentesi l'ho messo come ndr (nota della redazione) perchè l'articolo è stato pubblicato l'anno scorso e quindi non necessitava della spiegazione temporale! Vedi tu se serve!

la frase:
I also love
data, statistics, and making
cool stuff out of freely available
data and statistics, which also
fuels my great desire to learn.
Everything I do is great fun

io l'ho tradotta così ma.... i carburanti sono un un mio grosso dubbio :D

Mi interesso anche di dati, statistiche e fare cose eccezionali con dati e statistiche liberamente disponibili, come anche imparare cose sui carburanti; tutto quello che faccio mi diverte.
== Note alla traduzione ==
Linea 72: Linea 71:
==== Revisione ==== = Revisione =
Sono qua, con la tastiera sul mio grembo, i piedi sulla scrivania, una bevanda energetica a portata di mano, e una massa di Hot Pockets che dal freezer cantano la loro seducente nenia, come sirene. Sono d’accordo con loro che sì, quando finisco di scrivere questo paragrafo per la ricerca che sto facendo, ne prenderò uno e me lo mangerò tutto.
Quando, improvvisamente, come se mi avesse letto nell’animo, compare l’amata schermata blu della morte. Ancora una volta, Windows è riuscito con un tempismo perfetto a crashare quando ero in zona. Il mio gatto, Penelope, salta sulla scrivania, ammicca dolcemente, e miagola come a dire “Sai cosa fare”.
Linea 74: Linea 75:
DONNE UBUNTU Ora, io sono un sistemista che gestisce vari segmenti di rete sempre connessi in cui tutti i server girano con una qualche distribuzione Linux. Io sono un fanatico. Mi sono spesso chiesto perché il computer di casa mia doveva essere gestito da Windows. È una sorte di paradosso. Ho pensato che fosse perché io dovevo condividere le mie cartelle con la mia Xbox. Ho quindi deciso che la condivisione delle cartelle è una scusa debole. Ho accarezzato Penelope, sorseggiato la mia bevanda energetica, e mi sono messo al lavoro.
Linea 76: Linea 77:
Scritto da Penelope Stowe È andata in questo modo: sono balzato via dal PC, preso i file di back-up, selezionato un Hot Pocket, messo l’Hot Pocket nel forno a microonde, scaricato Ubuntu 12.04, masterizzato su disco, recuperato l’Hot Pocket, recuperato pacchetti ulteriori di Salsa Piccante, tornato al PC, avviato il CD, schizzato la salsa nel Pocket aperto a metà, morso l’Hot Pocket ancora troppo caldo e masticato passando il boccone da una parte all’altra della bocca. Una volta raggiunto il gestore di partizioni durante l’installazione di Ubuntu ho nefastamente detto a Windows: “Addio Windows, vorrei poter dire che è stato un bel viaggio, ma purtroppo no, hai rovinato la mia vita”. E a quel punto ho messo da parte i miei sentimenti per Windows e ho iniziato allegramente, così come la costituzione americana mi permette, la ricerca della mia felicità.
Linea 78: Linea 79:
Penelope Stowe: Dicci qualcosa di te.
Isabel Long: Mi chiamo Isabel Long, ho 16 anni, e attualmente vivo in Inghilterra dopo aver trascorso quattro anni vivendo in Francia.
Sono molto interessata alla tecnologia e al software open-source. Sono una coordinatrice della comunità sul network IRC di freenode ed un fiero membro ufficiale della comunità Ubuntu, tra le altre cose.
Quello che ho fatto dopo è stato: installare i driver proprietari, installare Guake, finire l’Hot Pocket, installare Wine, installare Foxit Reader, installare VirtualBox, coccolare Penelope, installare Chrome, installare Opera, configurare Ubuntu One, scaricare il ppa di Hotot, configurare la lens di AskUbuntu, finire la bevanda energetica, sincronizzare i browser, ammirare la mia installazione nuova fiammante citando il Dr. Frankenstein “È vivo! Vivo!”
Linea 82: Linea 81:
PS: Come sei rimasta coinvolta nel progetto Ubuntu?
IL: Credo sia avvenuto circa due anni fa quando ho fatto la conoscenza di amici che usavano Ubuntu.
Allora ho cominciato ad usarlo per circa un anno anche se in maniera non continuativa, finchè ho avuto il mio computer personale
e l'ho liberato completamente da Windows.
Ora ho Ubuntu su entrambi i miei computer, e di windows neanche l'ombra! In merito alla mia partecipazione nella comunità Ubuntu, comunque, sono diventata un membro ufficiale della comunità a marzo di quest'anno. La cosa mi ha reso felicissima.
Per risolvere il problema dello streaming con l’Xbox ho afferrato il disco di XP Pro e gli ho detto: “E così, ci incontriamo di nuovo!”. Con riluttanza ho installato una macchina virtuale con Windows. L’idea è che, quando ne ho bisogno, stacco il mio disco esterno da Ubuntu e lo collego alla macchina virtuale. Il problema dello streaming è così risolto. Tuttavia, c’è un problema che prima non avevo preso in considerazione: mia moglie.

Mia moglie si trascina il giro per la casa il suo computer con Windows, a volte si siede sul divano a prendere il tè, leggere le notizie, navigare sul web cercando prodotti cosmetici, caricare le immagini. Apparentemente lei è felice con Windows, se si escludono gli occasionali “Questo coso sembra ogni giorno più lento”. Anche se lei ha un computer portatile, il desktop principale è quello che usa per lo streaming con l’Xbox quando ha voglia di vedere anime sullo schermo grande (cioè spesso). Lei certamente non ha mai visto nessuna versione di Linux e non saprebbe come utilizzare una macchina virtuale.

Mentre stavo realizzando ciò, mia moglie stava scendendo dalle scale, fresca come una rosa dopo la scorpacciata di anime di quella notte, con il laptop in mano. La conversazione è andata più o meno così:
“Buongiorno.”
“Ben svegliata.”
“Che stai facendo?”
“Riparando il computer.”
“Che è successo?”
“Probabilmente si è rotta la memoria.”
“Non so cosa significhi, ma ok. Come hai risolto?”
“Ho installato Ubuntu.”
“Uhboontu, che parola divertente. Cos’è?”
“Un miracolo su disco.”
“Posso vedere?”
“Certamente.”
Silenzio, ero nervoso. Dice:
“Non lo capisco.”
Ho risposto: “Ha aggiustato il computer, ricordatelo!”
“È diverso dal mio.”
“Sbagliato, è migliore del tuo. Posso farti vedere perché?”
“Non capirò mai perché tu non possa semplicemente lasciare le cose come sono.”
“Ma ha aggiustato il computer!” Ero pronto per una battaglia, a quel punto.
Lei ha mosso il mouse e ha chiesto: “Posso navigare su Internet?”
“Si, ha Firefox.” (È il suo browser preferito)
“Posso caricare le foto?”
“Certamente.” Ho premuto il tasto super, cercato Showtell, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher.
"Posso ascoltare la mia musica?"
“Sì” Ho premuto il tasto super, cercato Rhythmbox, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher.
“Allora mi fido di te.”
Mi rilasso.
“Aspetta, un’altra domanda.”
Mi innervosisco.
“Posso vedere gli anime?”

Ho detto: “Si, a tal proposito...” e ho iniziato a grattarmi la testa cercando di pensare qual’era il modo migliore per spiegare una macchina virtuale, quando ho avuto un’iiluminazione. Sul suo laptop c’era ancora Windows! Ho detto: “Dammi qualche minuto e ti farò vedere come fare.” Ho installato Samba e creato una cartella condivisa. “Fammi vedere il tuo computer, amore.” Ho montato in modo permanente l’hard disk di rete e ho configurato Windows Media Center per puntare alla rete condivisa. “Guarda, adesso puoi scaricarli e vederli direttamente dal tuo computer!” “Figo! Come hai fatto?”

Al che le ho subdolamente risposto. “Io non ho fatto niente, è stato Ubuntu. Ti ho detto che è meglio.”

Passò circa una settimana e tutto andava alla grande. Stavo scendendo le scale, dopo una maratona di anime, quando ho notato mia moglie sul divano a guardare in modo curioso lo schermo del suo portatile. Con mia grande sorpresa notai che la sua deliziosa barra delle applicazioni di Windows era stata spostata da sotto a sinistra. Un sentimento di esultanza mi ha percorso tutto. Stava tentando di imitare Unity su un computer Windows. Mi ha guardato e mi ha detto: “Buongiorno.”

“Buongiorno.”
“Ho una domanda.”
“E io ho la risposta.”
Chiude il suo portatile e lo dà a me: “Puoi installarci Ubuntu?”
Eureka!!! Io rispondo: “Uh, cosa, non posso credere alle mie orecchie ... cosa hai appena detto?”
“Ubuntu, ho letto qualcosa e usando i tuoi computer mi sono accorta che tu avevi ragione, è migliore!”

Doppio eureka!!! Rispondo: “Assolutamente, amore mio.” E vado a lavorare per liberare il suo portatile dalle grinfie dell’impero.

Morale della favola: date un po’ di tempo e anche l’utente meno esperto troverà l’esperienza su Linux molto piacevole. Ci vuole la vigilanza e la disponibilità di noi utenti appassionati di Linux per avere il tempo di mostrare le sue capacità invece di litigare con le persone che vogliono semplicemente “keep it simple”, leggere le notizie, navigare sul web, guardare le foto e vedersi dei dolci anime in streaming.
Linea 89: Linea 135:
PS: Cosa fai per Ubuntu?
IL: Al momento aiuto Penelope con le interviste per Full Circle Magazine (essì,è strano essere "dall'altra parte"
in questa occasione!); mi occupo di traduzioni in 'British
English' e francese su Launchpad; aiuto le persone nella sezione 'Risposte' di Launchpad.
Sono Coinvolta in Ubuntu UK e Ubuntu Women; e questo è tutto per ora! Non molto, eh?

PS: Cosa ti piacerebbe fare che non stai già facendo?
IL: Partecipare ad un maggior numero di eventi ed imparare il triage dei bug, in una frase.

PS: So che sei ancora una studentessa; lavorare con Ubuntu ti ha aiutato in questo?
IL: Non proprio, infatti preferisco mantenere la mia vita scolastica separata da ciò che faccio 'on-line' fuori dalla scuola. Ho una speranza seppur debole che la mia scuola (o qualunque altra!) riconoscerà Ubuntu, o in generale il software open-source, ma sono fermamente incollati a Microsoft.
E' un grosso peccato. Per rispondere propriamente alla domanda, lavorare con Ubuntu mi ha personalmente aiutato ad avere una visione più ampia, insegnandomi cose che non avrei mai imparato se fossi rimasta all'interno dei confini dell'educazione standard (non che la mia istruzione sia stata così normale visto che ho vissuto in paesi diversi e ho dovuto imparare il francese da zero, ma questa è un'altra storia!), ed ho avuto modo di conoscere alcune persone straordinarie ed è grazie a loro che ora sono coinvolta.

PS: Come pensi che la comunità di Ubuntu possa ottenere un maggior coinvolgimento di giovani donne (così giovani come te)? In cosa stiamo già facendo bene?
IL: Donne più giovani? Non dovremmo forse concentrarci tanto sulla differenziazione femminile della questione, ma concentrarci sul coinvolgimento di più giovani in senso generale senza distinzioni tra maschi e femmine?
La gioventù di Ubuntu potrebbe (e dovrebbe) essere senza dubbio ravvivata (vado in giro per i canali IRC e non succede un granché) e la strada per portare Ubuntu nelle scuole potrebbe continuare anche successivamente, ma senza dubbio concorderete con me nel dire che questa strada è estremamente lunga e difficile!

PS: Quando non lavori per Ubuntu o non sei impegnata con i compiti scolastici quali sono i tuoi interessi?
IL: Adoro la musica, alla stregua della tecnologia, e mi appassiono nell'imparare le cose.
Imparare il 'codice' è uno dei miei obiettivi, ecco perchè attualmente sto imparando Python.
Mi interesso anche di dati, statistiche e di fare cose eccezionali con dati e statistiche liberamente disponibili, il che inoltre alimenta il mio grande desiderio di imparare. Tutto quello che faccio mi diverte.
Puoi trovare altro su di me in generale su
http://issyl0.co.uk/

==== Note alla revisione ====
== Note alla revisione ==
Linea 117: Linea 139:
=== Errata Corrige === = Errata Corrige =

Traduzione italiana

Sono qua, con la tastiera sul mio grembo, i piedi sulla scrivania, una bevanda energetica a portata di mano, e una massa di Hot Pockets che dal freezer cantano la loro seducente nenia, come sirene. Sono d’accordo con loro che sì, quando finisco di scrivere questo paragrafo per la ricerca che sto facendo, ne prenderò uno e me lo mangerò tutto. Quando, improvvisamente, come se mi avesse letto nell’animo, compare l’amata schermata blu della morte. Ancora una volta, Windows è riuscito con un tempismo perfetto a crashare quando ero in zona. Il mio gatto, Penelope, salta sulla scrivania, ammicca dolcemente, e miagola come a dire “Sai cosa fare”.

Ora, io sono un sistemista che gestisce vari server che sono sempre online, e su ognuno di essi gira una qualche distro Linux. Io sono un fanatico. Mi sono spesso chiesto perché il computer di casa mia doveva essere gestito da Windows. È una sorte di paradosso. Ho pensato che fosse perché io dovevo condividere le mie cartelle con la mia Xbox. Ho quindi deciso che la condivisione delle cartelle è una scusa debole. Ho accarezzato Penelope, sorseggiato la mia bevanda energetica, e mi sono messo al lavoro.

È andata in questo modo: sono balzato via dal PC, preso i file di back-up, selezionato un Hot Pocket, messo l’Hot Pocket nel forno a microonde, scaricato Ubuntu 12.04, masterizzato su disco, recuperato l’Hot Pocket, recuperate le salse aggiuntive, tornato al PC, avviato il CD, messo la salsa in metà piatto, morso l’Hot Pocket ancora troppo caldo e masticato passando il boccone da una parte all’altra della bocca. Una volta raggiunto il gestore di partizione durante l’installazione di Ubuntu ho nefastamente detto a Windows: “Addio Windows, vorrei poter dire che è stato un bel viaggio, ma purtroppo no, hai rovinato la mia vita.” E a quel punto ho messo da parte i miei sentimenti per Windows e ho iniziato allegramente, così come la costituzione americana mi permette, a cercare la mia felicità.

Quello che ho fatto dopo è stato: installare i driver proprietari, installare Guake, finire l’Hot Pocket, installare Wine, installare Foxit Reader, installare VirtualBox, coccolare Penelope, installare Chrome, installare Opera, configurare Ubuntu One, scaricare il ppa di Hotot, configurare la lens di AskUbuntu, finire la bevanda energetica, sincronizzare i browser, ammirare la mia installazione nuova fiammante citando il Dr. Frankenstein “È vivo! Vivo!”

Per risolvere il problema dello streaming con l’Xbox ho afferrato il disco di XP Pro e gli ho detto: “E così, ci incontriamo di nuovo!”. Con riluttanza ho installato una macchina virtuale con Windows. L’idea è che, quando ne ho bisogno, stacco il mio disco esterno da Ubuntu e lo collego alla macchina virtuale. Il problema dello streaming è così risolto. Tuttavia, c’è un problema che prima non avevo preso in considerazione: mia moglie.

Mia moglie si trascina il giro per la casa il suo computer con Windows, a volte si siede sul divano a prendere il tè, leggere le notizie, navigare sul web cercando prodotti cosmetici, caricare le immagini. Apparentemente lei è felice con Windows, se si escludono gli occasionali “Questo coso sembra più lento di giorno in giorno”. Anche se lei ha un computer portatile il desktop principale è quello che usa per lo streaming con l’Xbox quando ha voglia di vedere anime sullo schermo grande (cioè spesso). Lei certamente non ha mai visto nessuna versione di Windows e non saprebbe come utilizzare una macchina virtuale.

Mentre stavo realizzando ciò, mia moglie stava scendendo dalle scale, fresca come una rosa dopo la scorpacciata di anime di quella notte, con il laptop in mano. La conversazione è andata più o meno così: “Buongiorno.” “Ben svegliata.” “Che stai facendo?” “Riparando il computer.” “Che è successo?” “Probabilmente si è rotta la memoria.” “Non so cosa significhi, ma ok. Come hai risolto?” “Ho installato Ubuntu.” “Uhboontu, che parola divertente. Cos’è?” “Un miracolo su disco.” “Posso vedere?” “Certamente.” Silenzio, ero nervoso. Dice: “Non lo capisco.” Ho risposto: “Ha aggiustato il computer, ricordatelo!” “È diverso dal mio.” “Sbagliato, è migliore del tuo. Posso farti vedere perché?” “Non capirò mai perché tu non passa semplicemente lasciare le cose come sono.” “Ma ha aggiustato il computer!” Ero pronto per una battaglia, a quel punto. Lei ha mosso il mouse e ha chiesto: “Posso navigare su Internet?” “Si, ha Firefox.” (È il suo browser preferito) “Posso caricare le foto?” “Certamente.” Ho premuto il tasto super, cercato Showtell, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher. “Allora mi fido di te.” Mi rilasso. “Aspetta, un’altra domanda.” Mi innervosisco. “Posso vedere gli anime?”

Ho detto: “Si, a tal proposito...” e ho iniziato a grattarmi la testa cercando di pensare qual’era il modo migliore per spiegare una macchina virtuale, quando ho avuto un’iiluminazione. Sul suo laptop c’era ancora Windows! Ho detto: “Dammi qualche minuto e ti farò vedere come fare.” Ho installato Samba e creato una cartella condivisa. “Fammi vedere il tuo computer, amore.” Ho montato in modo permanente l’hard disk di rete e ho configurato Windows Media Center per puntare alla rete condivisa. “Guarda, adesso puoi scaricarli e vederli direttamente dal tuo computer!” “Figo! Come hai fatto?”

Al che le ho subdolamente risposto. “Io non ho fatto niente, è stato Ubuntu. Ti ho detto che è meglio.”

Passò circa una settimana e tutto andava alla grande. Stavo scendendo le scale, dopo una maratona di anime, quando ho notato mia moglie sul divano a guardare in modo curioso lo schermo del suo portatile. Con mia grande sorpresa notai che la sua deliziosa barra delle applicazioni di Windows era stata spostata da sotto a sinistra. Un sentimento di esultanza mi ha percorso tutto. Stava tentando di imitare Unity su un computer Windows. Mi ha guardato e mi ha detto: “Buongiorno.”

“Buongiorno.” “Ho una domanda.” “E io ho la risposta.” Chiude il suo portatile e lo dà a me: “Puoi installarci Ubuntu?” Eureka!!! Io rispondo: “Uh, cosa, io non credo... cosa hai appena detto?” “Ubuntu, ho letto qualcosa e usando il tuo computer mi sono accorta che tu avevi ragione, è migliore!”

Doppio eureka!!! Rispondo: “Assolutamente, amore mio.” E vado a lavorare per liberare il suo computer dalle grinfie dell’impero.

Morale della favola: date un po’ di tempo e anche l’utente meno esperto troverà l’esperienza su Linux molto piacevole. Ci vuole la vigilanza e la disponibilità di noi utenti appasionati di Linux per avere il tempo di mostrare le sue capacità invece di litigare con le persone che vogliono semplicemente “keep it simple”, leggere le notizie, navigare sul web, guardare le foto e vedersi dei dolci anime in streaming.

Note alla traduzione

Revisione

Sono qua, con la tastiera sul mio grembo, i piedi sulla scrivania, una bevanda energetica a portata di mano, e una massa di Hot Pockets che dal freezer cantano la loro seducente nenia, come sirene. Sono d’accordo con loro che sì, quando finisco di scrivere questo paragrafo per la ricerca che sto facendo, ne prenderò uno e me lo mangerò tutto. Quando, improvvisamente, come se mi avesse letto nell’animo, compare l’amata schermata blu della morte. Ancora una volta, Windows è riuscito con un tempismo perfetto a crashare quando ero in zona. Il mio gatto, Penelope, salta sulla scrivania, ammicca dolcemente, e miagola come a dire “Sai cosa fare”.

Ora, io sono un sistemista che gestisce vari segmenti di rete sempre connessi in cui tutti i server girano con una qualche distribuzione Linux. Io sono un fanatico. Mi sono spesso chiesto perché il computer di casa mia doveva essere gestito da Windows. È una sorte di paradosso. Ho pensato che fosse perché io dovevo condividere le mie cartelle con la mia Xbox. Ho quindi deciso che la condivisione delle cartelle è una scusa debole. Ho accarezzato Penelope, sorseggiato la mia bevanda energetica, e mi sono messo al lavoro.

È andata in questo modo: sono balzato via dal PC, preso i file di back-up, selezionato un Hot Pocket, messo l’Hot Pocket nel forno a microonde, scaricato Ubuntu 12.04, masterizzato su disco, recuperato l’Hot Pocket, recuperato pacchetti ulteriori di Salsa Piccante, tornato al PC, avviato il CD, schizzato la salsa nel Pocket aperto a metà, morso l’Hot Pocket ancora troppo caldo e masticato passando il boccone da una parte all’altra della bocca. Una volta raggiunto il gestore di partizioni durante l’installazione di Ubuntu ho nefastamente detto a Windows: “Addio Windows, vorrei poter dire che è stato un bel viaggio, ma purtroppo no, hai rovinato la mia vita”. E a quel punto ho messo da parte i miei sentimenti per Windows e ho iniziato allegramente, così come la costituzione americana mi permette, la ricerca della mia felicità.

Quello che ho fatto dopo è stato: installare i driver proprietari, installare Guake, finire l’Hot Pocket, installare Wine, installare Foxit Reader, installare VirtualBox, coccolare Penelope, installare Chrome, installare Opera, configurare Ubuntu One, scaricare il ppa di Hotot, configurare la lens di AskUbuntu, finire la bevanda energetica, sincronizzare i browser, ammirare la mia installazione nuova fiammante citando il Dr. Frankenstein “È vivo! Vivo!”

Per risolvere il problema dello streaming con l’Xbox ho afferrato il disco di XP Pro e gli ho detto: “E così, ci incontriamo di nuovo!”. Con riluttanza ho installato una macchina virtuale con Windows. L’idea è che, quando ne ho bisogno, stacco il mio disco esterno da Ubuntu e lo collego alla macchina virtuale. Il problema dello streaming è così risolto. Tuttavia, c’è un problema che prima non avevo preso in considerazione: mia moglie.

Mia moglie si trascina il giro per la casa il suo computer con Windows, a volte si siede sul divano a prendere il tè, leggere le notizie, navigare sul web cercando prodotti cosmetici, caricare le immagini. Apparentemente lei è felice con Windows, se si escludono gli occasionali “Questo coso sembra ogni giorno più lento”. Anche se lei ha un computer portatile, il desktop principale è quello che usa per lo streaming con l’Xbox quando ha voglia di vedere anime sullo schermo grande (cioè spesso). Lei certamente non ha mai visto nessuna versione di Linux e non saprebbe come utilizzare una macchina virtuale.

Mentre stavo realizzando ciò, mia moglie stava scendendo dalle scale, fresca come una rosa dopo la scorpacciata di anime di quella notte, con il laptop in mano. La conversazione è andata più o meno così: “Buongiorno.” “Ben svegliata.” “Che stai facendo?” “Riparando il computer.” “Che è successo?” “Probabilmente si è rotta la memoria.” “Non so cosa significhi, ma ok. Come hai risolto?” “Ho installato Ubuntu.” “Uhboontu, che parola divertente. Cos’è?” “Un miracolo su disco.” “Posso vedere?” “Certamente.” Silenzio, ero nervoso. Dice: “Non lo capisco.” Ho risposto: “Ha aggiustato il computer, ricordatelo!” “È diverso dal mio.” “Sbagliato, è migliore del tuo. Posso farti vedere perché?” “Non capirò mai perché tu non possa semplicemente lasciare le cose come sono.” “Ma ha aggiustato il computer!” Ero pronto per una battaglia, a quel punto. Lei ha mosso il mouse e ha chiesto: “Posso navigare su Internet?” “Si, ha Firefox.” (È il suo browser preferito) “Posso caricare le foto?” “Certamente.” Ho premuto il tasto super, cercato Showtell, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher. "Posso ascoltare la mia musica?" “Sì” Ho premuto il tasto super, cercato Rhythmbox, gliel’ho fatto vedere e l’ho bloccato nel launcher. “Allora mi fido di te.” Mi rilasso. “Aspetta, un’altra domanda.” Mi innervosisco. “Posso vedere gli anime?”

Ho detto: “Si, a tal proposito...” e ho iniziato a grattarmi la testa cercando di pensare qual’era il modo migliore per spiegare una macchina virtuale, quando ho avuto un’iiluminazione. Sul suo laptop c’era ancora Windows! Ho detto: “Dammi qualche minuto e ti farò vedere come fare.” Ho installato Samba e creato una cartella condivisa. “Fammi vedere il tuo computer, amore.” Ho montato in modo permanente l’hard disk di rete e ho configurato Windows Media Center per puntare alla rete condivisa. “Guarda, adesso puoi scaricarli e vederli direttamente dal tuo computer!” “Figo! Come hai fatto?”

Al che le ho subdolamente risposto. “Io non ho fatto niente, è stato Ubuntu. Ti ho detto che è meglio.”

Passò circa una settimana e tutto andava alla grande. Stavo scendendo le scale, dopo una maratona di anime, quando ho notato mia moglie sul divano a guardare in modo curioso lo schermo del suo portatile. Con mia grande sorpresa notai che la sua deliziosa barra delle applicazioni di Windows era stata spostata da sotto a sinistra. Un sentimento di esultanza mi ha percorso tutto. Stava tentando di imitare Unity su un computer Windows. Mi ha guardato e mi ha detto: “Buongiorno.”

“Buongiorno.” “Ho una domanda.” “E io ho la risposta.” Chiude il suo portatile e lo dà a me: “Puoi installarci Ubuntu?” Eureka!!! Io rispondo: “Uh, cosa, non posso credere alle mie orecchie ... cosa hai appena detto?” “Ubuntu, ho letto qualcosa e usando i tuoi computer mi sono accorta che tu avevi ragione, è migliore!”

Doppio eureka!!! Rispondo: “Assolutamente, amore mio.” E vado a lavorare per liberare il suo portatile dalle grinfie dell’impero.

Morale della favola: date un po’ di tempo e anche l’utente meno esperto troverà l’esperienza su Linux molto piacevole. Ci vuole la vigilanza e la disponibilità di noi utenti appassionati di Linux per avere il tempo di mostrare le sue capacità invece di litigare con le persone che vogliono semplicemente “keep it simple”, leggere le notizie, navigare sul web, guardare le foto e vedersi dei dolci anime in streaming.

Note alla revisione

Errata Corrige


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