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Differenze tra le versioni 24 e 51 (in 27 versioni)
Versione 24 del 09/02/2011 10.42.44
Dimensione: 4103
Autore: MarcoBuono
Commento:
Versione 51 del 02/08/2011 23.13.42
Dimensione: 11506
Autore: MarcoLetizia
Commento:
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Linea 1: Linea 1:
#acl GruppoAdmin:admin,read,write,revert GruppoEditori:read,write,revert GruppoFcm:read,write,revert -All:read -Known:read
[[Include(Fcm/Header)]]
## page was renamed from Fcm/Edizione/DonneUbuntu2
#acl SilviaBindelli:read,write,revert FlaviaWeisghizzi:read,write,revert
GruppoAdmin:admin,read,write,revert GruppoEditori:read,write,revert GruppoFcm:read,write,revert -All:read -Known:read
<<Include(Fcm/Header)>>
Linea 4: Linea 5:
==== Donne Ubuntu 2 ====

==== Traduzione italiana ====

DONNE UBUNTU

'''Penelope Stowe''':
Dicci qualcosa di te.

'''Isabel Long:''':
Mi chiamo Isabel Long, ho 16 anni, e attualmente vivo in Inghilterra dopo aver trascorso 4 anni vivendo in Francia.
Sono molto interessata alla tecnologia e al software open-source. Sono la coordinatrice della comunità sul network IRC di freenode e sono fiera di essere un membro della comunità Ubuntu.

PS: Come sei rimasta coinvolta nel progetto Ubuntu?

IL: Credo sia avvenuto circa due anni fa quando ho fatto la conoscenza di amici che usavano Ubuntu.
Allora ho cominciato ad usarlo per circa un anno anche se in maniera non continuativa, finchè ho avuto il mio computer personale
e l'ho liberato completamente da Windows.
Ora ho Ubuntu su entrambi i miei computer, e di windows neanche l'ombra! In merito alla mia partecipazione nella comunità Ubuntu, comunque, Sono diventata un membro ufficiale della comunità a marzo di quest'anno (2010). La cosa mi ha reso felicissima.
== Donne Ubuntu 2 ==
Linea 25: Linea 8:
PS: Cosa fai per Ubuntu?
Al momento aiuto Penelope con le interviste per Full circle Magazine (Essi,è strano essere "dall'altra parte"
in questa occasione!); mi occupo di traduzioni in 'British
English' e francese su Launchpad; aiuto le persone nella sezione 'Answers' di Launchpad.
Sono Coinvolta in Ubuntu UK e Ubuntu Women; e questo è tutto per ora! Non molto, eh?
Linea 31: Linea 9:
PS: Cosa ti piacerebbe fare che non stai già facendo? === Traduzione italiana ===
Linea 33: Linea 11:
IL: Andare ad un maggior numero di eventi ed imparare a gestire gli errori in una sentenza. Scritto da Silvia Bindelli e Flavia Weisghizzi
Linea 35: Linea 13:
PS: Sò che sei ancora una studentessa; lavorare in Ubuntu ti ha aiutato in questo? Solo un paio di mesi fa l'Italia ha raggiunto un grande obiettivo connesso alle donne nel movimento free, libre e open source con la fondazione di un nuovo gruppo donne@softwarelibero.it ( “donne” è la parola italiana per “women”) che include donne e uomini attivi in vari progetti open source.
Linea 37: Linea 15:
IL: Non proprio, infatti preferisco mantenere la mia vita scolastica separata da ciò che faccio 'on-line' fuori dalla scuola. Ho una speranza seppur debole che la mia scuola (o qualunque altra!) riconoscerà Ubuntu, o in generale,qualsiasi altro software open-source, ma sono fermamente bloccati su Microsoft.
E' un grande peccato. Per rispondere propriamente alla domanda, lavorare in ubuntu mi ha personalmente aiutato ad avere una visione più ampia, insegnandomi cose che non avrei mai imparato se fossi rimasta all'interno dei confini dell'educazione standard (non che la mia istruzione sia stata normale visto che ho vissuto in paesi diversi e ho dovuto imparare il francese da zero, ma questa è un'altra una storia!),ed ho avuto modo di conoscere alcune persone incredibili ed è grazie a loro che ora io sono coinvolta.
Linea 40: Linea 16:
PS: Come pensi che la comunità di Ubuntu possa ottenere di più coinvolgendo maggiormente giovani
donne (così giovani come te)?
Stiamo già facendo bene?
IL: Le donne più giovani? Non dovremmo forse concentrarci tanto sulla differenziazione femminile della questione, ma concentrarci sul coinvolgimento di più giovani in senso generale senza distinzioni tra maschi e femmine?
La gioventù di Ubuntu potrebbe (e dovrebbe) essere definitivamente rianimata (esco dal canale IRC
canale e poco è cambiato) e la strada per portare Ubuntu nelle scuole potrebbe continuare anche successivamente, ma senza dubbio le persone concordano con me nel dire che quella strada è estremamente lunga e difficile!
La storia di questo gruppo è intimamente connessa al progetto Ubuntu Women.
Linea 47: Linea 18:
PS: Quando non lavori in Ubuntu e non sei impegnata con i compiti scolastici quali sono i tuoi interessi? Flavia Weisghizzi e Silvia Bindelli, entrambe membri dell'Ubuntu Women Team, si incontrarono nel 2009 e discussero dei problemi che avevano con la tecnologia e delle opportunità date loro dalla comunità di Ubuntu. Conclusero che, per incoraggiare la partecipazione delle donne nel progetto Ubuntu, avrebbero dovuto iniziare con quelle più vicine a loro.
Linea 49: Linea 20:
IL: Adoro la musica, alla stregua della tecnologia, e mi appassiono nell'imparare le cose.
Imparare il 'codice' è uno dei miei obiettivi, quindi, ecco perchè ora mi sto dedicando ad imparare Python.
Mi interesso anche di dati, statistiche e fare cose eccezionali con dati e statistiche liberamente disponibili, come anche imparare cose sui carburanti; tutto quello che faccio mi diverte.
Puoi trovare altro su di me in generale su
http://issyl0.co.uk/

Molte persone in Italia si sentono a disagio nel parlare in una lingua straniera a causa della mancanza di fiducia nelle loro capacità linguistiche, così iniziare a scrivere a una mailing list in inglese o nei canali irc potrebbe essere percepito come una ulteriore barriera alla partecipazione.


Questa è la ragione perché, di concerto con l'Ubuntu Women Team e dopo discussioni con altri membri dell'Italian LoCo Team, decisero di creare una sezione locale dell'Ubuntu Women Team che principalmente è costituita intorno ad una mailing list in italiano dove traducono in italiano le notizie principali del Team internazionale e aggiungono notizie su eventi e iniziative locali.


Alcuni mesi dopo si tenne DUCC-IT (Debian Ubuntu Community Conference Italy) che raccolse insieme persone di entrambe le comunità e a cui partecipò, fra gli altri, Stefano Zacchiroli attuale Leader del Progetto Debian. Durante questa conferenza Silvia e Flavia incontrarono donne italiane del Progetto Debian e discussero con loro le ragioni della bassa partecipazione delle donne nei progetti di software libero. Sorse da questo e dalle discussioni col pubblico l'idea di un gruppo italiano che raccolga insieme donne coinvolte nel software libero.


Alcune donne del Progetto Fedora si offrirono subito di partecipare ad una tale rete e, nonostante le differenze di distribuzione, sedettero tutte intorno allo stesso tavolo.


Il progetto fu creato con una mailing list e lanciato lo scorso Linux Day in molte città italiane. Venne scritto un comunicato stampa congiunto e pubblicato su blog, social network e alcune riviste.


Al momento c'è una pagina wiki del progetto a http://www.fsugitalia.org/donne e anche un canale irc (#donne-softwarelibero) sulla rete freenode.net.


Alcuni hanno chiesto le ragioni di un simile sforzo ma i dati sul coinvolgimento femminile nell'open source sono incontrovertibili: sembra che siano donne meno del 5% di coloro che lavorano nel FLOSS e ciò rende le donne una grossa minoranza nel mondo del software libero.

L'intenzione di questo gruppo, che è completamente indipendente da ogni singolo progetto o distribuzione, è divenire un luogo in cui le donne (e gli uomini) che contribuiscono ai differenti progetti di software libero possano incontrarsi, discutere e incoraggiare la partecipazione delle donne attraverso discorsi, eventi, conferenze e qualsiasi specie di iniziativa di marketing e promozione possa essere intrapresa. Inoltre un punto importante nella nostra lista delle Cose da Fare è formare e promuovere alcuni relatori, che provengano da esperienze diverse, a parlare di loro e presentare i loro esempi per mostrare che le donne hanno molto da dare e hanno solo bisogno di essere abbastanza coraggiose da mettesi alla prova.


Linea 59: Linea 50:
==== Revisione ====
Linea 61: Linea 51:
DONNE UBUNTU === Revisione ===

Scritto da Silvia Bindelli e Flavia Weisghizzi

Solo un paio di mesi fa l'Italia ha raggiunto un grande obiettivo connesso alle donne nel movimento open source libero e indipendente con la fondazione di un nuovo gruppo, donne@softwarelibero.it che include donne e uomini attivi in vari progetti open source.

La storia di questo gruppo è intimamente connessa al progetto Ubuntu Women.

Flavia Weisghizzi e Silvia Bindelli, entrambe membri dell'Ubuntu Women Team, si incontrarono nel 2009 e discussero dei problemi che avevano con la tecnologia e delle opportunità date loro dalla comunità di Ubuntu. Conclusero che, per incoraggiare la partecipazione delle donne nel progetto Ubuntu, avrebbero dovuto iniziare con quelle più vicine a loro.

Molte persone in Italia si sentono a disagio nel parlare in una lingua straniera a causa della mancanza di fiducia nelle loro capacità linguistiche, così iniziare a scrivere a una mailing list in inglese o nei canali irc potrebbe essere percepito come una ulteriore barriera alla partecipazione.

Questa è la ragione per cui, di concerto con l'Ubuntu Women Team e dopo discussioni con altri membri dell'Italian LoCo Team, decisero di creare una sezione locale dell'Ubuntu Women Team, principalmente costruita intorno ad una mailing list in italiano, dove si traducono in questa lingua le notizie principali del Team internazionale e si aggiungono notizie su eventi e iniziative locali.

Alcuni mesi dopo si tenne DUCC-IT (Debian Ubuntu Community Conference Italy) che raccolse insieme persone di entrambe le comunità e a cui partecipò, fra gli altri, Stefano Zacchiroli, attuale leader del Progetto Debian. Durante questa conferenza Silvia e Flavia incontrarono donne italiane del Progetto Debian e discussero con loro le ragioni della bassa partecipazione delle donne nei progetti di software libero. Sorse da questo e dalle discussioni col pubblico l'idea di un gruppo italiano che raccogliesse insieme donne coinvolte nel software libero.

Alcune donne del Progetto Fedora si offrirono subito di partecipare ad una tale rete e, nonostante le differenze di distribuzione, sedettero tutte intorno allo stesso tavolo.

Il progetto fu creato con una mailing list e lanciato lo scorso Linux Day in molte città italiane. Venne redatto un comunicato stampa congiunto e pubblicato su blog, social network e alcune riviste.

Al momento c'è una pagina wiki del progetto su http://www.fsugitalia.org/donne e anche un canale irc (#donne-softwarelibero) sulla rete freenode.net.

Alcuni hanno chiesto le ragioni di un simile sforzo ma i dati sul coinvolgimento femminile nell'open source sono incontrovertibili: sembra che siano donne meno del 5% di coloro che lavorano nel FLOSS e ciò rende le donne una grossa minoranza nel mondo del software libero.

L'intenzione di questo gruppo, che è completamente indipendente da ogni singolo progetto o distribuzione, è divenire un luogo in cui le donne (ma anche gli uomini) che contribuiscono ai differenti progetti di software libero possano incontrarsi, discutere e incoraggiare la partecipazione delle donne attraverso discorsi, eventi, conferenze e qualsiasi specie di iniziativa di marketing e promozione possa essere intrapresa. Inoltre, un punto importante nella nostra lista delle Cose da Fare è formare e promuovere alcuni relatori che provengano da esperienze diverse e che parlino di loro e presentino i loro esempi, per mostrare che le donne hanno molto da dare e hanno solo bisogno di essere abbastanza coraggiose da mettesi alla prova.


=== Revisione da Silvia ===

[Ho riscritto perché mi veniva più comodo così, e sono partita dall'originale e non dalla revisione...ovviamente sentitevi al 100% liberi di usare in parte o ignorare le mie modifiche!]

Un paio di mesi fa l'Italia ha raggiunto un grande obiettivo per le donne nel movimento libre e open source grazie alla fondazione di un nuovo gruppo, donne@softwarelibero.it ( “donne” è la parola italiana per “women”) che include donne e uomini attivi in vari progetti open source.


La storia di questo gruppo è intimamente connessa al progetto Ubuntu Women.

Flavia Weisghizzi e Silvia Bindelli, entrambe membri dell'Ubuntu Women Team, si incontrarono per la prima volta nel 2009 e discussero dei problemi che incontravano nel mondo della tecnologia e delle opportunità date loro dalla comunità di Ubuntu. Conclusero che, per incoraggiare la partecipazione delle donne nel progetto Ubuntu, avrebbero dovuto iniziare con quelle più vicine a loro.


Molte persone in Italia non si sentono a proprio agio a parlare in una lingua straniera a causa della mancanza di fiducia nelle loro capacità linguistiche, così iniziare a scrivere a una mailing list in inglese o nei canali irc potrebbe essere percepito come una ulteriore barriera alla partecipazione.


Per questa ragione, di concerto con l'Ubuntu Women Team e dopo averne discusso con altri membri del LoCo Team italiano, decisero di creare una sezione locale dell'Ubuntu Women Team che principalmente è costituita intorno ad una mailing list in italiano dove traducono in italiano le notizie principali del Team internazionale e aggiungono notizie su eventi e iniziative locali.


Alcuni mesi dopo si tenne il DUCC-IT (Debian Ubuntu Community Conference Italy) che raccolse insieme persone di entrambe le comunità e a cui partecipò, fra gli altri, Stefano Zacchiroli attuale Leader del Progetto Debian. Durante questa conferenza Silvia e Flavia incontrarono alcune donne italiane del Progetto Debian e discussero con loro le ragioni della bassa partecipazione delle donne nei progetti di software libero. Da questo e dalle discussioni col pubblico è nata l'idea di un gruppo italiano che raccolga insieme donne coinvolte nel software libero.


Alcune donne del Progetto Fedora si offrirono subito di partecipare ad una tale rete e, nonostante le differenze di distribuzione, sedettero tutte intorno allo stesso tavolo.


Il progetto nacque con una mailing list ed fu lanciato lo scorso Linux Day in molte città italiane. Venne scritto un comunicato stampa congiunto e pubblicato su blog, social network e alcune riviste.


Al momento c'è una pagina wiki del progetto (http://www.fsugitalia.org/donne) ed un canale irc (#donne-softwarelibero) sulla rete freenode.net.


C'è stato chi ha chiesto le ragioni di un simile sforzo ma i dati sul coinvolgimento femminile nell'open source sono incontrovertibili: sembra che le donne rappresentino meno del 5% di coloro che lavorano nel FLOSS e ciò le rende una grossa minoranza nel mondo del software libero.

L'intenzione di questo gruppo, che è completamente indipendente da ogni singolo progetto o distribuzione, è divenire un luogo in cui le donne (e gli uomini) che contribuiscono ai differenti progetti di software libero possano incontrarsi, discutere e incoraggiare la partecipazione delle donne attraverso presentazioni, eventi, conferenze e qualsiasi specie di iniziativa di marketing e promozione possa essere intrapresa. Inoltre un punto importante nella nostra lista delle Cose da Fare è formare e promuovere alcuni relatori, che provengano da esperienze diverse, a parlare di loro e presentare i loro esempi per mostrare che le donne hanno molto da dare e hanno solo bisogno di essere abbastanza coraggiose da mettesi alla prova.

Donne Ubuntu 2

Traduzione italiana

Scritto da Silvia Bindelli e Flavia Weisghizzi

Solo un paio di mesi fa l'Italia ha raggiunto un grande obiettivo connesso alle donne nel movimento free, libre e open source con la fondazione di un nuovo gruppo donne@softwarelibero.it ( “donne” è la parola italiana per “women”) che include donne e uomini attivi in vari progetti open source.

La storia di questo gruppo è intimamente connessa al progetto Ubuntu Women.

Flavia Weisghizzi e Silvia Bindelli, entrambe membri dell'Ubuntu Women Team, si incontrarono nel 2009 e discussero dei problemi che avevano con la tecnologia e delle opportunità date loro dalla comunità di Ubuntu. Conclusero che, per incoraggiare la partecipazione delle donne nel progetto Ubuntu, avrebbero dovuto iniziare con quelle più vicine a loro.

Molte persone in Italia si sentono a disagio nel parlare in una lingua straniera a causa della mancanza di fiducia nelle loro capacità linguistiche, così iniziare a scrivere a una mailing list in inglese o nei canali irc potrebbe essere percepito come una ulteriore barriera alla partecipazione.

Questa è la ragione perché, di concerto con l'Ubuntu Women Team e dopo discussioni con altri membri dell'Italian LoCo Team, decisero di creare una sezione locale dell'Ubuntu Women Team che principalmente è costituita intorno ad una mailing list in italiano dove traducono in italiano le notizie principali del Team internazionale e aggiungono notizie su eventi e iniziative locali.

Alcuni mesi dopo si tenne DUCC-IT (Debian Ubuntu Community Conference Italy) che raccolse insieme persone di entrambe le comunità e a cui partecipò, fra gli altri, Stefano Zacchiroli attuale Leader del Progetto Debian. Durante questa conferenza Silvia e Flavia incontrarono donne italiane del Progetto Debian e discussero con loro le ragioni della bassa partecipazione delle donne nei progetti di software libero. Sorse da questo e dalle discussioni col pubblico l'idea di un gruppo italiano che raccolga insieme donne coinvolte nel software libero.

Alcune donne del Progetto Fedora si offrirono subito di partecipare ad una tale rete e, nonostante le differenze di distribuzione, sedettero tutte intorno allo stesso tavolo.

Il progetto fu creato con una mailing list e lanciato lo scorso Linux Day in molte città italiane. Venne scritto un comunicato stampa congiunto e pubblicato su blog, social network e alcune riviste.

Al momento c'è una pagina wiki del progetto a http://www.fsugitalia.org/donne e anche un canale irc (#donne-softwarelibero) sulla rete freenode.net.

Alcuni hanno chiesto le ragioni di un simile sforzo ma i dati sul coinvolgimento femminile nell'open source sono incontrovertibili: sembra che siano donne meno del 5% di coloro che lavorano nel FLOSS e ciò rende le donne una grossa minoranza nel mondo del software libero.

L'intenzione di questo gruppo, che è completamente indipendente da ogni singolo progetto o distribuzione, è divenire un luogo in cui le donne (e gli uomini) che contribuiscono ai differenti progetti di software libero possano incontrarsi, discutere e incoraggiare la partecipazione delle donne attraverso discorsi, eventi, conferenze e qualsiasi specie di iniziativa di marketing e promozione possa essere intrapresa. Inoltre un punto importante nella nostra lista delle Cose da Fare è formare e promuovere alcuni relatori, che provengano da esperienze diverse, a parlare di loro e presentare i loro esempi per mostrare che le donne hanno molto da dare e hanno solo bisogno di essere abbastanza coraggiose da mettesi alla prova.

Note alla traduzione

Revisione

Scritto da Silvia Bindelli e Flavia Weisghizzi

Solo un paio di mesi fa l'Italia ha raggiunto un grande obiettivo connesso alle donne nel movimento open source libero e indipendente con la fondazione di un nuovo gruppo, donne@softwarelibero.it che include donne e uomini attivi in vari progetti open source.

La storia di questo gruppo è intimamente connessa al progetto Ubuntu Women.

Flavia Weisghizzi e Silvia Bindelli, entrambe membri dell'Ubuntu Women Team, si incontrarono nel 2009 e discussero dei problemi che avevano con la tecnologia e delle opportunità date loro dalla comunità di Ubuntu. Conclusero che, per incoraggiare la partecipazione delle donne nel progetto Ubuntu, avrebbero dovuto iniziare con quelle più vicine a loro.

Molte persone in Italia si sentono a disagio nel parlare in una lingua straniera a causa della mancanza di fiducia nelle loro capacità linguistiche, così iniziare a scrivere a una mailing list in inglese o nei canali irc potrebbe essere percepito come una ulteriore barriera alla partecipazione.

Questa è la ragione per cui, di concerto con l'Ubuntu Women Team e dopo discussioni con altri membri dell'Italian LoCo Team, decisero di creare una sezione locale dell'Ubuntu Women Team, principalmente costruita intorno ad una mailing list in italiano, dove si traducono in questa lingua le notizie principali del Team internazionale e si aggiungono notizie su eventi e iniziative locali.

Alcuni mesi dopo si tenne DUCC-IT (Debian Ubuntu Community Conference Italy) che raccolse insieme persone di entrambe le comunità e a cui partecipò, fra gli altri, Stefano Zacchiroli, attuale leader del Progetto Debian. Durante questa conferenza Silvia e Flavia incontrarono donne italiane del Progetto Debian e discussero con loro le ragioni della bassa partecipazione delle donne nei progetti di software libero. Sorse da questo e dalle discussioni col pubblico l'idea di un gruppo italiano che raccogliesse insieme donne coinvolte nel software libero.

Alcune donne del Progetto Fedora si offrirono subito di partecipare ad una tale rete e, nonostante le differenze di distribuzione, sedettero tutte intorno allo stesso tavolo.

Il progetto fu creato con una mailing list e lanciato lo scorso Linux Day in molte città italiane. Venne redatto un comunicato stampa congiunto e pubblicato su blog, social network e alcune riviste.

Al momento c'è una pagina wiki del progetto su http://www.fsugitalia.org/donne e anche un canale irc (#donne-softwarelibero) sulla rete freenode.net.

Alcuni hanno chiesto le ragioni di un simile sforzo ma i dati sul coinvolgimento femminile nell'open source sono incontrovertibili: sembra che siano donne meno del 5% di coloro che lavorano nel FLOSS e ciò rende le donne una grossa minoranza nel mondo del software libero.

L'intenzione di questo gruppo, che è completamente indipendente da ogni singolo progetto o distribuzione, è divenire un luogo in cui le donne (ma anche gli uomini) che contribuiscono ai differenti progetti di software libero possano incontrarsi, discutere e incoraggiare la partecipazione delle donne attraverso discorsi, eventi, conferenze e qualsiasi specie di iniziativa di marketing e promozione possa essere intrapresa. Inoltre, un punto importante nella nostra lista delle Cose da Fare è formare e promuovere alcuni relatori che provengano da esperienze diverse e che parlino di loro e presentino i loro esempi, per mostrare che le donne hanno molto da dare e hanno solo bisogno di essere abbastanza coraggiose da mettesi alla prova.

Revisione da Silvia

[Ho riscritto perché mi veniva più comodo così, e sono partita dall'originale e non dalla revisione...ovviamente sentitevi al 100% liberi di usare in parte o ignorare le mie modifiche!]

Un paio di mesi fa l'Italia ha raggiunto un grande obiettivo per le donne nel movimento libre e open source grazie alla fondazione di un nuovo gruppo, donne@softwarelibero.it ( “donne” è la parola italiana per “women”) che include donne e uomini attivi in vari progetti open source.

La storia di questo gruppo è intimamente connessa al progetto Ubuntu Women.

Flavia Weisghizzi e Silvia Bindelli, entrambe membri dell'Ubuntu Women Team, si incontrarono per la prima volta nel 2009 e discussero dei problemi che incontravano nel mondo della tecnologia e delle opportunità date loro dalla comunità di Ubuntu. Conclusero che, per incoraggiare la partecipazione delle donne nel progetto Ubuntu, avrebbero dovuto iniziare con quelle più vicine a loro.

Molte persone in Italia non si sentono a proprio agio a parlare in una lingua straniera a causa della mancanza di fiducia nelle loro capacità linguistiche, così iniziare a scrivere a una mailing list in inglese o nei canali irc potrebbe essere percepito come una ulteriore barriera alla partecipazione.

Per questa ragione, di concerto con l'Ubuntu Women Team e dopo averne discusso con altri membri del LoCo Team italiano, decisero di creare una sezione locale dell'Ubuntu Women Team che principalmente è costituita intorno ad una mailing list in italiano dove traducono in italiano le notizie principali del Team internazionale e aggiungono notizie su eventi e iniziative locali.

Alcuni mesi dopo si tenne il DUCC-IT (Debian Ubuntu Community Conference Italy) che raccolse insieme persone di entrambe le comunità e a cui partecipò, fra gli altri, Stefano Zacchiroli attuale Leader del Progetto Debian. Durante questa conferenza Silvia e Flavia incontrarono alcune donne italiane del Progetto Debian e discussero con loro le ragioni della bassa partecipazione delle donne nei progetti di software libero. Da questo e dalle discussioni col pubblico è nata l'idea di un gruppo italiano che raccolga insieme donne coinvolte nel software libero.

Alcune donne del Progetto Fedora si offrirono subito di partecipare ad una tale rete e, nonostante le differenze di distribuzione, sedettero tutte intorno allo stesso tavolo.

Il progetto nacque con una mailing list ed fu lanciato lo scorso Linux Day in molte città italiane. Venne scritto un comunicato stampa congiunto e pubblicato su blog, social network e alcune riviste.

Al momento c'è una pagina wiki del progetto (http://www.fsugitalia.org/donne) ed un canale irc (#donne-softwarelibero) sulla rete freenode.net.

C'è stato chi ha chiesto le ragioni di un simile sforzo ma i dati sul coinvolgimento femminile nell'open source sono incontrovertibili: sembra che le donne rappresentino meno del 5% di coloro che lavorano nel FLOSS e ciò le rende una grossa minoranza nel mondo del software libero.

L'intenzione di questo gruppo, che è completamente indipendente da ogni singolo progetto o distribuzione, è divenire un luogo in cui le donne (e gli uomini) che contribuiscono ai differenti progetti di software libero possano incontrarsi, discutere e incoraggiare la partecipazione delle donne attraverso presentazioni, eventi, conferenze e qualsiasi specie di iniziativa di marketing e promozione possa essere intrapresa. Inoltre un punto importante nella nostra lista delle Cose da Fare è formare e promuovere alcuni relatori, che provengano da esperienze diverse, a parlare di loro e presentare i loro esempi per mostrare che le donne hanno molto da dare e hanno solo bisogno di essere abbastanza coraggiose da mettesi alla prova.

Note alla revisione

Errata Corrige


CategoryComunitaFcm