Wiki Ubuntu-it

Indice
Partecipa
FAQ
Wiki Blog
------------------
Ubuntu-it.org
Forum
Chiedi
Chat
Cerca
Planet
  • Pagina non alterabile
  • Informazioni
  • Allegati
  • Differenze per "Fcm/Edizione/GruppoC13"
Differenze tra le versioni 12 e 15 (in 3 versioni)
Versione 12 del 28/05/2010 11.44.40
Dimensione: 20658
Autore: DarioCavedon
Commento:
Versione 15 del 18/08/2010 09.30.03
Dimensione: 13498
Autore: DarioCavedon
Commento:
Le cancellazioni sono segnalate in questo modo. Le aggiunte sono segnalate in questo modo.
Linea 8: Linea 8:
Ubuntu Women - Intervista a Jane Silber Ubuntu Women
Scritto
da Penelope Stoew
Linea 10: Linea 11:
Amber Graner: Questa intervista a Donne Ubuntu della serie donne di Ubuntu è con Jane Silber, attuale COO di Canonical, che però dal 1° Marzo 2010 prenderà le redini di Canonical, come CEO. Altri particolari su questo annuncio e sulla storia di Jane in Canonical si può trovare qui: http://blog.canonical.com/?p=307. Per prima cosa voglio darti il benvenuto, Jane, e ringraziarti per la partecipazione a questa serie di interviste. Intervista a Amber Graner
Linea 12: Linea 13:
Jane Silber: Grazie mille! Sono lieta di aver l’opportunità di aiutare l’iniziativa Donne Ubuntu. Penelope Stoew: Per favore, raccontaci qualcosa di te.
Linea 14: Linea 15:
AG: Dopo aver letto l’annuncio che avresti preso le redini di Canonical come CEO, non potevo far altro che essere emozionata, per te personalmente, per Canonical, per la Comunità Ubuntu e, per esteso, per le Donne nell’Open Source. Ho notato sull’annuncio fatto il 17 Dicembre sul Blog di Canonical che, quando ti hanno chiesto "Come impatterà questo fatto sul ruolo di Mark nell’Ubuntu Community Council e nell’Ubuntu Technical Board", hai risposto "Una cosa che questa mossa comporta è una chiara separazione del ruolo del CEO di Canonical e di quello della comunità Ubuntu. Adesso saranno due persone diverse, e sarà utile a entrambi per raggiungere i loro punti di contatto e obiettivi personali più velocemente." Puoi spiegare in che cosa sono questi punti di contatto di Canonical e Ubuntu, e che cosa sono gli obiettivi individuali a parte le ovvie differenze commerciali? Amber Graner: Per prima cosa, grazie per avermi chiesto di fare questa intervista. Devo dire che di solito sono quella che sta dall’altra parte e che fa le domande, quindi questo è uno scambio divertente. Sono un’utente e promotrice di Ubuntu, membro attivo della comunità Ubuntu, contributrice e blogger della rivista Ubuntu User, organizzatrice di eventi e anche moglie e mamma. Sono strana, energica, chiaccherona, motivata, e simpatica.
Linea 16: Linea 17:
JS: Canonical e Ubuntu hanno molti obiettivi in comune. Il primo tra questi è di rendere Ubuntu la piattaforma open source più usata - e Canonical investe pesantemente nello sviluppo e nel marketing di Ubuntu perché questo succeda. Altrove, gli obiettivi divergono dove qualcosa è meno interessante o meno adeguato l’un l’altro, piuttosto che gli obiettivi siano in conflitto. Per esempio, Canonical ha una grossa squadra che lavora con gli OEM (Produttori hardware ndt) per fare in modo che l’hardware emergente, in pre-produzione, funzioni bene con Ubuntu. I requisiti contrattuali e di responsabilità non sono molto adeguati al lavoro della comunità. Viceversa la promozione locale (per esempio install fest, eventi locali, ecc.) è molto più adatta ai LoCo Team della comunità Ubuntu piuttosto che alla Canonical. Queste sono aree dove stiamo esplorando come Canonical e Ubuntu si relazionano l’un l’altro, e sondare il terreno nei modelli. I servizi Ubuntu One sono un buon esempio per questo. Fondamentalmente, ovvio, Canonical e Ubuntu hanno una relazione simbiotica in cui ognuno beneficia dell’altro. PS: ti definisci in maniera forte come "un’utente finale non tecnico" o NTEU (acronimo di "non-technical end user"), pensi che questo ti renda unica nella Comunità Ubuntu? Pensi ci sia qualche possibilità di passare da "non tecnico" a tecnico?
Linea 18: Linea 19:
AG: Quando hai detto che i ruoli di CEO e leader della Comunità Ubuntu saranno separati, e Mark ha dichiarato che sarà in grado, grazie a te, di concentrarsi sullo sviluppo e progettazione del prodotto, e parlare con i partner, e raccogliere i commenti, questi significa che Canonical ha un gruppo R&D (ricerca e sviluppo ndt) guidato da Mark, sviluppato sotto la tua guida? AG: No, non sono l’unica persona che si identifica come NTEU, naturalmente, è solo una questione di prospettiva. Per esempio, mio marito ha lavorato con aziende Open Source/Linux fin dagli inizi degli anni ’90, quindi paragonata a lui io non sono tecnica, ma ovviamente quando visito altri famigliari o amici che potrebbero non conoscere Ubuntu, allora molte volte sono la persona tecnica. Se vorrei diventare più tecnica? Si, ma non perché voglio diventare una "sviluppatrice", ma perché mi piacerebbe conoscere come e perché funzionano Ubuntu e le applicazioni che uso ogni giorno, così so dove trovare informazioni e divento migliore utente promotrice quando la gente mi fa domande su Ubuntu e come o in cosa possono essere coinvolti.
Linea 20: Linea 21:
JS: non è stato creato un nuovo gruppo R&D, ma continuiamo a fare una buona parte di lavoro R&D in tutta Canonical. In qualche caso questo è concentrato in un gruppo specifico, come i nostri gruppi di Design e Desktop Experience, che sono responsabili per cose come l’infrastruttura di notifica, il "lanciatore" di Ubuntu Netbook Edition, e il rinnovato Software Center. In altri casi, questo lavoro tipico di R&D si svolge organicamente in tutta Canonical, compreso il gruppo Ubuntu stesso. Esempi eccellenti di questo sono il lavoro di Scott James Remnant su Upstart (http://upstart.ubuntu.com/), e quello di Rick Spencer su Quickly (https://edge.launchpad.net/quickly). Quindi questa mossa non significa un cambiamento clamoroso nel mondo della R&D - pianifichiamo di continuare quel che stavamo facendo. Ma piuttosto che la progettazione del prodotto e strategia ricevano solo una parte dell’attenzione di Mark, il mio nuovo ruolo gli permetterà di dedicare quasi tutta la sua attenzione a quell’area. PS: sei diventata recentemente la leader del progetto Ubuntu Women, cosa ti piacerebbe veder succedere con il progetto sotto la tua direzione?
Linea 22: Linea 23:
AG: quando pensi a cosa vuol dire il passaggio da COO a CEO, quale ritieni essere la sfida più grande? AG: come leader del progetto Ubuntu Women, è importante per me assicurare che la direzione e gli obiettivi della squadra seguano le linee guida e che come gruppo continuiamo a muoverci. Ci tengo molto ad assicurare che teniamo incontri regolari e ricorrenti, aiutare a identificare nuovi obiettivi per ogni ciclo di rilascio per portare avanti gli obiettivi del percorso a lungo termine. Mi sto anche focalizzando sul processo di elezione dei leader che si terrà dopo UDS-M. Voglio assicurare che siano rispettati i termini, le responsabilità, e le procedure per queste elezioni annuali. Queste elezioni dei team aiuteranno il progetto UW a identificare dove possiamo migliorare, e aiuteranno gli altri membri dei team a riconoscere le proprie potenzialità come leader. Con queste iniziative la visibilità del progetto UW aumenterà. Ancor più importante, dovrebbe anche aumentare la visibilità dei contributi delle donne dentro e fuori della Comunità Ubuntu, in modo da fornire esempi, modelli e mentori per aiutare ancora più donne ad essere coinvolte nel Progetto Ubuntu. Questa visibilità di donne dentro la comunità aiuterà a formare un team unito e una rete di donne che diventano contributrici, sviluppatrici, promotrici e voci ancora più forti nella Comunità Ubuntu. Sembra tanto, ma nel breve periodo di tempo da UDS-L, ci troviamo ogni due settimane circa, le discussioni per gli obiettivi –M sono iniziate, e alla fine di UDS-M il processo di elezioni dovrebbe partire – penso che questo parli per la forza del progetto UW più di quando possa farlo io, dal momento che abbiamo un team fantastico in campo!
Linea 24: Linea 25:
JS: la mia storia alla Canonical, e gli anni di stretta collaborazione con Mark e il resto della squadra degli "anziani", mi danno basi solide su cui costruire. Ma ci sono chiaramente delle sfide per Canonical e per me personalmente. Il mio obiettivo negli ultimi due anni è stato in larga parte interno, e naturalmente il ruolo di CEO aggiungerà un elemento verso l’esterno. In più, mentre il mio obiettivo attuale rimarrà, il ruolo di CEO richiederà una direzione strategica e una capacità decisionale, dal momento che finora ho svolto un ruolo consultazione strategica. I cambiamenti potrebbero sembrare sottili, ma penso richiederanno un cambiamento mentale da parte mia. PS: nel tuo blog hai parlato di come la frase "Linux per esseri umani" ti ha portato a provare Ubuntu, che cosa pensi sia che lo renda tale?
Linea 26: Linea 27:
AG: Proprio da qualche ricerca veloce sulla Rete riguardo donne CEO negli OSVs (venditori di sistemi operativi), non trovo una lista lunga e già disponibile di donne. Sembra che tu stia tracciando una nuova strada e alzare l’asticella. Come ti fa sentire? AG: devo ammettere che quando ho sentito per la prima volta "Linux per esseri umani" ho riso! Ho sentito gente dirmi per più di 15 anni "Oh, ma è facile", ha! Non lo era per i soli utenti mortali finali come me. Penso davvero che i giorni del "Smanettone per smanettoni" sono finiti e Ubuntu stia cambiando questo.
Linea 28: Linea 29:
JS: sono orgogliosa dei miei contributi a Canonical e Ubuntu fin qui, e cerco di continuare a renderli di successo. Ma non sono certo un pioniere per le donne nell’open source o per le donne nell’IT. Potresti aver ragione sugli OSVs in particolare, ma nel mondo dell’open source, mi viene in mente Mitchell Baker (Mozilla, a sinistra), e ci sono molti esempi nell’IT in generale. La frase "sulle spalle dei giganti" è stata usata spesso nel mondo open source, e penso sia applicabile anche nel mio caso. Sono orgogliosa di far parte delle donne dirigenti, ma di sicuro non sono la prima. Il fatto che l’utente finale medio Ubuntu non debba usare la riga comando, conoscere il gergo tecnico, o anche conoscere come tutto funzioni, sia un grosso vantaggio. Non è perfetto ma non lo è nessun altro SO. Ovviamente, Ubuntu è più di una distribuzione: è anche una comunità.
Linea 30: Linea 31:
AG: parlando di tracciare la strada, la notizia che diventi CEO di Canonical si è diffusa a macchia d’olio nella comunità, specie nella Comunità Donne Ubuntu. Ti vedi come modello per le altre donne, non solo nel Progetto Ubuntu ma in tutto l’open source? PS: hai fatto parecchio in questi anni da quando hai iniziato a usare Ubuntu, c’è qualcosa che non hai fatto e che ti piacerebbe provare?
Linea 32: Linea 33:
JS: penso che solo ognuno può decidere chi pensa sia un modello, e le ragioni per cui lo è, Per esempio, non conta se pensi a te stesso come modello o no - sei un modello solo per le persone che trovano quella qualità in te. Se il mio nuovo ruolo di CEO fornisce un esempio o un’ispirazione per qualcuno, è fantastico. Ma per me personalmente, i modelli sono persone che hanno qualità a cui io aspiro o su cui devo lavorare (in contrapposizione agli avanzamenti o successi di carriera). Mi rendo conto dell’impatto che esempi positivi hanno come modelli e opportunità di insegnamento, e tento sempre di essere cosciente dell’impatto delle mie azioni e parole. Questo è vero da qualsiasi prospettiva di donna nell’open source, manager, collega o amica. AG: mmmmm, questo è difficile, passo argomenti ogni volta che lo voglio, ma so che non posso farmi carico di altre cose finché non mollo ad altri alcune cose che sto facendo adesso. Voglio imparare di più sullo "sviluppatore opportunistico", mi piacerebbe imparare come scrivere qualcosa così posso capirne di più. Voglio imparare anche come scrivere degli script. Mi piacerebbe capire come fare il triage di errori, e passare più tempo a provare i rilasci di sviluppo. Voglio evidenziare di più persone e comunità locali con varie interviste. Oh, e la lista cresce, ma alla fine è la Comunità Ubuntu e l’utente finale medio che attirano il mio interesse e voglio incoraggiare più gente a usare e contribuire al Progetto e alla Comunità Ubuntu.
Linea 34: Linea 35:
AG: Come forte leader e modello nella Comunità Ubuntu, partecipi o hai mai partecipato a progetti FOSS o gruppi creati specificatamente per incoraggiare le donne? Se si, puoi raccontarci qualcosa? Se no, ci puoi spiegare perché? PS: a parte il tuo lavoro per Ubuntu, fai qualche altro lavoro tipo donne-nel-software-libero?
Linea 36: Linea 37:
JS: Mi sono iscritta alla mailing list Ubuntu Women più o meno quando fu creata. E anche se ho seguito gli alti e bassi del gruppo con interesse, non ho mai avuto un ruolo attivo nel gruppo. Riconosco che a causa del mio ruolo in Canonical, la mia esperienza nella comunità come donna è molto diversa dalle altre, e pensavo fosse importante lasciare spazio alle altre donne della comunità di capire e chiarire i problemi dalla loro prospettiva. Capisco il valore di condividere esperienze e di avere il supporto di persone in posizioni simili, ho fatto parte di gruppi di donne all’inizio della mia carriera. In particolare, quando lavoravo come sviluppatrice software/ricercatrice in Giappone, ho fatto parte della comunità Systers email (fondata da Anita Borg, e adesso parte dell’Istituto Anita Borg, http://www.anitaborg.org/initiatives/systers/). A quel tempo, quando mi sentivo una minoranza isolata (per il genere, peggiorata dalla cultura), la lista Systers mi ha dato veramente supporto. Sapere che potevo trovare persone con esperienze simili e anche soluzioni al tempo è stata per me una vera benedizione. Spero che il gruppo Ubuntu Women possa fornire un supporto simile all’interno della comunità Ubuntu. AG: aiuto ad organizzare Linux Fest, adesso sto lavorando con Atlanta Linux Fest, Southest Linux Fest e altri. Non faccio parte di altri gruppi WIOS, non perché non sia interessata, ma solo perché non ce ne sono vicino a dove vico, ma cerco di parlare con le persone e altri leader di questi gruppi quando partecipo a eventi così posso imparare dalle loro iniziative ed esperienze.
Linea 38: Linea 39:
AG: visto che il passaggio a CEO dovrebbe completarsi il 1 Marzo 2010, significa che annuncerai tu il nome (della prossima versione di Ubuntu) -M, o lo farà ancora da Mark? Tu starai aprendo UDS-M come nuovo CEO. Hai pensato come ispirerai e incoraggerai e manterrai alti l’esaltazione e livelli di energia, per rimanere pronti e costanti durante l’UDS? Contribuisco alla nuovissima pubblicazione Linux New Media, la rivista Ubuntu User sul blog You-In-Ubuntu (http://www.ubuntuuser.com/Online/Blogs/Amber-Graner-You-in-Ubuntu) e scrivo articoli.(http://www.ubuntuuser.com/Magazine/Archive/2010/4).
Linea 40: Linea 41:
JS: bella domanda! Mark e io non abbiamo ancora discusso il nome -M... magari infilo questo privilegio nelle mansioni del mio nuovo lavoro. Con rispetto all’UDS, sono sempre sorpresa dall’esaltazione e livelli di energia mostrati in quelle occasioni. Ma penso che questo sia dovuto chiaramente alla comunità Ubuntu - i LoCo team, sviluppatori, traduttori, scrittori di documentazione, promotori, ecc. Il mio lavoro è assicurare che Canonical possa continuare a fornire il posto, l’infrastruttura e l’opportunità che succeda la magia dell’UDS, ma è l’insieme della gente che partecipa all’UDS, in persona o da remoto, che forniscono questa energia. PS: qual è la miglior cosa che ti è capitata contribuendo a Ubuntu?
Linea 42: Linea 43:
AG: all’UDS-L, ho avuto l’opportunità di intervistare Mark sulle strategie aziendali di Canonical. Qual è la tua strategia? Gliel’ho chiesto proprio quando ha nominato 10.04, Lucid Lynx, riferendosi a un predatore dalla mente lucida. Mi stupisce se adesso questa descrizione descrive te, e il tuo piano per espandersi nel mercato aziendale con il rilascio LTS. AG: la prima e più importante, sono diventata un’utente Linux e un partecipante attivo della fantastisca Comunità Ubuntu! A parte questo, sarebbe lavorare con le riviste Ubuntu User e Linux Pro, e recensire The Art of Community di Jono Bacon.
Linea 44: Linea 45:
JS: non aspettatevi clamorosi cambi di strategia quando assumerò il mio nuovo ruolo. Mark e io abbiamo avuto una stretta collaborazione, e siamo d’accordo sulla nostra attuale strategia. Abbiamo stili ed esperienze diverse, e questo porta inevitabilmente a decisioni diverse, ma il punto di partenza per il mio incarico come CEO è costruire sugli attuali successi e strategie di Canonical, non pulire la casa o cambiare direzione. PS: hai qualche altro interesse o attività di cui ti piacerebbe parlarci?
Linea 46: Linea 47:
AG: Jane, grazie ancora per averci concesso il tempo per l’intervista, e congratulazioni per il tuo nuovo ruolo di CEO.
AG: Sono stata invitata dall’associazione America Dairy Goat (Associazione dei caseifici di latte di capra! Ndt) a fare una bancarella Ubuntu al al Goat Festival and Parade a Spindale, NC. Spero parteciperà anche la comunità locale NC e magari potremmo anche mangiare un gelato assieme, chi lo sa. Questo sta diventando un nuovo modo divertente per presentare Ubuntu nel mio piccolo angolo di mondo.
Linea 55: Linea 55:
Ubuntu Women - Intervista a Jane Silber Ubuntu Women
Scritto
da Penelope Stoew
Linea 57: Linea 58:
Amber Graner: Questa intervista a Donne Ubuntu della serie donne di Ubuntu è con Jane Silber, attuale COO di Canonical, che però dal 1° Marzo 2010 prenderà le redini di Canonical, come CEO. Altri particolari su questo annuncio e sulla storia di Jane in Canonical si può trovare qui: http://blog.canonical.com/?p=307. Per prima cosa voglio darti il benvenuto, Jane, e ringraziarti per la partecipazione a questa serie di interviste. Intervista a Amber Graner
Linea 59: Linea 60:
Jane Silber: Grazie mille! Sono lieta di aver l’opportunità di aiutare l’iniziativa Donne Ubuntu. Penelope Stoew: Per favore, raccontaci qualcosa di te.
Linea 61: Linea 62:
AG: Dopo aver letto l’annuncio che avresti preso le redini di Canonical come CEO, non potevo far altro che essere emozionata, per te personalmente, per Canonical, per la Comunità Ubuntu e, per esteso, per le Donne nell’Open Source. Ho notato sull’annuncio fatto il 17 Dicembre sul Blog di Canonical che, quando ti hanno chiesto "Come impatterà questo fatto sul ruolo di Mark nell’Ubuntu Community Council e nell’Ubuntu Technical Board", hai risposto "Una cosa che questa mossa comporta è una chiara separazione del ruolo del CEO di Canonical e di quello della comunità Ubuntu. Adesso saranno due persone diverse, e sarà utile a entrambi per raggiungere i loro punti di contatto e obiettivi personali più velocemente." Puoi spiegare in che cosa sono questi punti di contatto di Canonical e Ubuntu, e che cosa sono gli obiettivi individuali a parte le ovvie differenze commerciali? Amber Graner: Per prima cosa, grazie per avermi chiesto di fare questa intervista. Devo dire che di solito sono quella che sta dall’altra parte e che fa le domande, quindi questo è uno scambio divertente. Sono un’utente e promotrice di Ubuntu, membro attivo della comunità Ubuntu, contributrice e blogger della rivista Ubuntu User, organizzatrice di eventi e anche moglie e mamma. Sono strana, energica, chiaccherona, motivata, e simpatica.
Linea 63: Linea 64:
JS: Canonical e Ubuntu hanno molti obiettivi in comune. Il primo tra questi è di rendere Ubuntu la piattaforma open source più usata - e Canonical investe pesantemente nello sviluppo e nel marketing di Ubuntu perché questo succeda. Altrove, gli obiettivi divergono dove qualcosa è meno interessante o meno adeguato l’un l’altro, piuttosto che gli obiettivi siano in conflitto. Per esempio, Canonical ha una grossa squadra che lavora con gli OEM (Produttori hardware ndt) per fare in modo che l’hardware emergente, in pre-produzione, funzioni bene con Ubuntu. I requisiti contrattuali e di responsabilità non sono molto adeguati al lavoro della comunità. Viceversa la promozione locale (per esempio install fest, eventi locali, ecc.) è molto più adatta ai LoCo Team della comunità Ubuntu piuttosto che alla Canonical. Queste sono aree dove stiamo esplorando come Canonical e Ubuntu si relazionano l’un l’altro, e sondare il terreno nei modelli. I servizi Ubuntu One sono un buon esempio per questo. Fondamentalmente, ovvio, Canonical e Ubuntu hanno una relazione simbiotica in cui ognuno beneficia dell’altro. PS: ti definisci in maniera forte come "un’utente finale non tecnico" o NTEU (acronimo di "non-technical end user"), pensi che questo ti renda unica nella Comunità Ubuntu? Pensi ci sia qualche possibilità di passare da "non tecnico" a tecnico?
Linea 65: Linea 66:
AG: Quando hai detto che i ruoli di CEO e leader della Comunità Ubuntu saranno separati, e Mark ha dichiarato che sarà in grado, grazie a te, di concentrarsi sullo sviluppo e progettazione del prodotto, e parlare con i partner, e raccogliere i commenti, questi significa che Canonical ha un gruppo R&D (ricerca e sviluppo ndt) guidato da Mark, sviluppato sotto la tua guida? AG: No, non sono l’unica persona che si identifica come NTEU, naturalmente, è solo una questione di prospettiva. Per esempio, mio marito ha lavorato con aziende Open Source/Linux fin dagli inizi degli anni ’90, quindi paragonata a lui io non sono tecnica, ma ovviamente quando visito altri famigliari o amici che potrebbero non conoscere Ubuntu, allora molte volte sono la persona tecnica. Se vorrei diventare più tecnica? Si, ma non perché voglio diventare una "sviluppatrice", ma perché mi piacerebbe conoscere come e perché funzionano Ubuntu e le applicazioni che uso ogni giorno, così so dove trovare informazioni e divento migliore utente promotrice quando la gente mi fa domande su Ubuntu e come o in cosa possono essere coinvolti.
Linea 67: Linea 68:
JS: non è stato creato un nuovo gruppo R&D, ma continuiamo a fare una buona parte di lavoro R&D in tutta Canonical. In qualche caso questo è concentrato in un gruppo specifico, come i nostri gruppi di Design e Desktop Experience, che sono responsabili per cose come l’infrastruttura di notifica, il "lanciatore" di Ubuntu Netbook Edition, e il rinnovato Software Center. In altri casi, questo lavoro tipico di R&D si svolge organicamente in tutta Canonical, compreso il gruppo Ubuntu stesso. Esempi eccellenti di questo sono il lavoro di Scott James Remnant su Upstart (http://upstart.ubuntu.com/), e quello di Rick Spencer su Quickly (https://edge.launchpad.net/quickly). Quindi questa mossa non significa un cambiamento clamoroso nel mondo della R&D - pianifichiamo di continuare quel che stavamo facendo. Ma piuttosto che la progettazione del prodotto e strategia ricevano solo una parte dell’attenzione di Mark, il mio nuovo ruolo gli permetterà di dedicare quasi tutta la sua attenzione a quell’area. PS: sei diventata recentemente la leader del progetto Ubuntu Women, cosa ti piacerebbe veder succedere con il progetto sotto la tua direzione?
Linea 69: Linea 70:
AG: quando pensi a cosa vuol dire il passaggio da COO a CEO, quale ritieni essere la sfida più grande? AG: come leader del progetto Ubuntu Women, è importante per me assicurare che la direzione e gli obiettivi della squadra seguano le linee guida e che come gruppo continuiamo a muoverci. Ci tengo molto ad assicurare che teniamo incontri regolari e ricorrenti, aiutare a identificare nuovi obiettivi per ogni ciclo di rilascio per portare avanti gli obiettivi del percorso a lungo termine. Mi sto anche focalizzando sul processo di elezione dei leader che si terrà dopo UDS-M. Voglio assicurare che siano rispettati i termini, le responsabilità, e le procedure per queste elezioni annuali. Queste elezioni dei team aiuteranno il progetto UW a identificare dove possiamo migliorare, e aiuteranno gli altri membri dei team a riconoscere le proprie potenzialità come leader. Con queste iniziative la visibilità del progetto UW aumenterà. Ancor più importante, dovrebbe anche aumentare la visibilità dei contributi delle donne dentro e fuori della Comunità Ubuntu, in modo da fornire esempi, modelli e mentori per aiutare ancora più donne ad essere coinvolte nel Progetto Ubuntu. Questa visibilità di donne dentro la comunità aiuterà a formare un team unito e una rete di donne che diventano contributrici, sviluppatrici, promotrici e voci ancora più forti nella Comunità Ubuntu. Sembra tanto, ma nel breve periodo di tempo da UDS-L, ci troviamo ogni due settimane circa, le discussioni per gli obiettivi –M sono iniziate, e alla fine di UDS-M il processo di elezioni dovrebbe partire – penso che questo parli per la forza del progetto UW più di quando possa farlo io, dal momento che abbiamo un team fantastico in campo!
Linea 71: Linea 72:
JS: la mia storia alla Canonical, e gli anni di stretta collaborazione con Mark e il resto della squadra degli "anziani", mi danno basi solide su cui costruire. Ma ci sono chiaramente delle sfide per Canonical e per me personalmente. Il mio obiettivo negli ultimi due anni è stato in larga parte interno, e naturalmente il ruolo di CEO aggiungerà un elemento verso l’esterno. In più, mentre il mio obiettivo attuale rimarrà, il ruolo di CEO richiederà una direzione strategica e una capacità decisionale, dal momento che finora ho svolto un ruolo consultazione strategica. I cambiamenti potrebbero sembrare sottili, ma penso richiederanno un cambiamento mentale da parte mia. PS: nel tuo blog hai parlato di come la frase "Linux per esseri umani" ti ha portato a provare Ubuntu, che cosa pensi sia che lo renda tale?
Linea 73: Linea 74:
AG: Proprio da qualche ricerca veloce sulla Rete riguardo donne CEO negli OSVs (venditori di sistemi operativi), non trovo una lista lunga e già disponibile di donne. Sembra che tu stia tracciando una nuova strada e alzare l’asticella. Come ti fa sentire? AG: devo ammettere che quando ho sentito per la prima volta "Linux per esseri umani" ho riso! Ho sentito gente dirmi per più di 15 anni "Oh, ma è facile", ha! Non lo era per i soli utenti mortali finali come me. Penso davvero che i giorni del "Smanettone per smanettoni" sono finiti e Ubuntu stia cambiando questo.
Linea 75: Linea 76:
JS: sono orgogliosa dei miei contributi a Canonical e Ubuntu fin qui, e cerco di continuare a renderli di successo. Ma non sono certo un pioniere per le donne nell’open source o per le donne nell’IT. Potresti aver ragione sugli OSVs in particolare, ma nel mondo dell’open source, mi viene in mente Mitchell Baker (Mozilla, a sinistra), e ci sono molti esempi nell’IT in generale. La frase "sulle spalle dei giganti" è stata usata spesso nel mondo open source, e penso sia applicabile anche nel mio caso. Sono orgogliosa di far parte delle donne dirigenti, ma di sicuro non sono la prima. Il fatto che l’utente finale medio Ubuntu non debba usare la riga comando, conoscere il gergo tecnico, o anche conoscere come tutto funzioni, sia un grosso vantaggio. Non è perfetto ma non lo è nessun altro SO. Ovviamente, Ubuntu è più di una distribuzione: è anche una comunità.
Linea 77: Linea 78:
AG: parlando di tracciare la strada, la notizia che diventi CEO di Canonical si è diffusa a macchia d’olio nella comunità, specie nella Comunità Donne Ubuntu. Ti vedi come modello per le altre donne, non solo nel Progetto Ubuntu ma in tutto l’open source? PS: hai fatto parecchio in questi anni da quando hai iniziato a usare Ubuntu, c’è qualcosa che non hai fatto e che ti piacerebbe provare?
Linea 79: Linea 80:
JS: penso che solo ognuno può decidere chi pensa sia un modello, e le ragioni per cui lo è, Per esempio, non conta se pensi a te stesso come modello o no - sei un modello solo per le persone che trovano quella qualità in te. Se il mio nuovo ruolo di CEO fornisce un esempio o un’ispirazione per qualcuno, è fantastico. Ma per me personalmente, i modelli sono persone che hanno qualità a cui io aspiro o su cui devo lavorare (in contrapposizione agli avanzamenti o successi di carriera). Mi rendo conto dell’impatto che esempi positivi hanno come modelli e opportunità di insegnamento, e tento sempre di essere cosciente dell’impatto delle mie azioni e parole. Questo è vero da qualsiasi prospettiva di donna nell’open source, manager, collega o amica. AG: mmmmm, questo è difficile, passo argomenti ogni volta che lo voglio, ma so che non posso farmi carico di altre cose finché non mollo ad altri alcune cose che sto facendo adesso. Voglio imparare di più sullo "sviluppatore opportunistico", mi piacerebbe imparare come scrivere qualcosa così posso capirne di più. Voglio imparare anche come scrivere degli script. Mi piacerebbe capire come fare il triage di errori, e passare più tempo a provare i rilasci di sviluppo. Voglio evidenziare di più persone e comunità locali con varie interviste. Oh, e la lista cresce, ma alla fine è la Comunità Ubuntu e l’utente finale medio che attirano il mio interesse e voglio incoraggiare più gente a usare e contribuire al Progetto e alla Comunità Ubuntu.
Linea 81: Linea 82:
AG: Come forte leader e modello nella Comunità Ubuntu, partecipi o hai mai partecipato a progetti FOSS o gruppi creati specificatamente per incoraggiare le donne? Se si, puoi raccontarci qualcosa? Se no, ci puoi spiegare perché? PS: a parte il tuo lavoro per Ubuntu, fai qualche altro lavoro tipo donne-nel-software-libero?
Linea 83: Linea 84:
JS: Mi sono iscritta alla mailing list Ubuntu Women più o meno quando fu creata. E anche se ho seguito gli alti e bassi del gruppo con interesse, non ho mai avuto un ruolo attivo nel gruppo. Riconosco che a causa del mio ruolo in Canonical, la mia esperienza nella comunità come donna è molto diversa dalle altre, e pensavo fosse importante lasciare spazio alle altre donne della comunità di capire e chiarire i problemi dalla loro prospettiva. Capisco il valore di condividere esperienze e di avere il supporto di persone in posizioni simili, ho fatto parte di gruppi di donne all’inizio della mia carriera. In particolare, quando lavoravo come sviluppatrice software/ricercatrice in Giappone, ho fatto parte della comunità Systers email (fondata da Anita Borg, e adesso parte dell’Istituto Anita Borg, http://www.anitaborg.org/initiatives/systers/). A quel tempo, quando mi sentivo una minoranza isolata (per il genere, peggiorata dalla cultura), la lista Systers mi ha dato veramente supporto. Sapere che potevo trovare persone con esperienze simili e anche soluzioni al tempo è stata per me una vera benedizione. Spero che il gruppo Ubuntu Women possa fornire un supporto simile all’interno della comunità Ubuntu. AG: aiuto ad organizzare Linux Fest, adesso sto lavorando con Atlanta Linux Fest, Southest Linux Fest e altri. Non faccio parte di altri gruppi WIOS, non perché non sia interessata, ma solo perché non ce ne sono vicino a dove vico, ma cerco di parlare con le persone e altri leader di questi gruppi quando partecipo a eventi così posso imparare dalle loro iniziative ed esperienze.
Linea 85: Linea 86:
AG: visto che il passaggio a CEO dovrebbe completarsi il 1 Marzo 2010, significa che annuncerai tu il nome (della prossima versione di Ubuntu) -M, o lo farà ancora da Mark? Tu starai aprendo UDS-M come nuovo CEO. Hai pensato come ispirerai e incoraggerai e manterrai alti l’esaltazione e livelli di energia, per rimanere pronti e costanti durante l’UDS? Contribuisco alla nuovissima pubblicazione Linux New Media, la rivista Ubuntu User sul blog You-In-Ubuntu (http://www.ubuntuuser.com/Online/Blogs/Amber-Graner-You-in-Ubuntu) e scrivo articoli.(http://www.ubuntuuser.com/Magazine/Archive/2010/4).
Linea 87: Linea 88:
JS: bella domanda! Mark e io non abbiamo ancora discusso il nome -M... magari infilo questo privilegio nelle mansioni del mio nuovo lavoro. Con rispetto all’UDS, sono sempre sorpresa dall’esaltazione e livelli di energia mostrati in quelle occasioni. Ma penso che questo sia dovuto chiaramente alla comunità Ubuntu - i LoCo team, sviluppatori, traduttori, scrittori di documentazione, promotori, ecc. Il mio lavoro è assicurare che Canonical possa continuare a fornire il posto, l’infrastruttura e l’opportunità che succeda la magia dell’UDS, ma è l’insieme della gente che partecipa all’UDS, in persona o da remoto, che forniscono questa energia. PS: qual è la miglior cosa che ti è capitata contribuendo a Ubuntu?
Linea 89: Linea 90:
AG: all’UDS-L, ho avuto l’opportunità di intervistare Mark sulle strategie aziendali di Canonical. Qual è la tua strategia? Gliel’ho chiesto proprio quando ha nominato 10.04, Lucid Lynx, riferendosi a un predatore dalla mente lucida. Mi stupisce se adesso questa descrizione descrive te, e il tuo piano per espandersi nel mercato aziendale con il rilascio LTS. AG: la prima e più importante, sono diventata un’utente Linux e un partecipante attivo della fantastisca Comunità Ubuntu! A parte questo, sarebbe lavorare con le riviste Ubuntu User e Linux Pro, e recensire The Art of Community di Jono Bacon.
Linea 91: Linea 92:
JS: non aspettatevi clamorosi cambi di strategia quando assumerò il mio nuovo ruolo. Mark e io abbiamo avuto una stretta collaborazione, e siamo d’accordo sulla nostra attuale strategia. Abbiamo stili ed esperienze diverse, e questo porta inevitabilmente a decisioni diverse, ma il punto di partenza per il mio incarico come CEO è costruire sugli attuali successi e strategie di Canonical, non pulire la casa o cambiare direzione. PS: hai qualche altro interesse o attività di cui ti piacerebbe parlarci?
Linea 93: Linea 94:
AG: Jane, grazie ancora per averci concesso il tempo per l’intervista, e congratulazioni per il tuo nuovo ruolo di CEO.

AG: Sono stata invitata dall’associazione America Dairy Goat (Associazione dei caseifici di latte di capra! Ndt) a fare una bancarella Ubuntu al al Goat Festival and Parade a Spindale, NC. Spero parteciperà anche la comunità locale NC e magari potremmo anche mangiare un gelato assieme, chi lo sa. Questo sta diventando un nuovo modo divertente per presentare Ubuntu nel mio piccolo angolo di mondo.

Include(Fcm/Header)

Donne Ubuntu 2

Traduzione italiana

Ubuntu Women Scritto da Penelope Stoew

Intervista a Amber Graner

Penelope Stoew: Per favore, raccontaci qualcosa di te.

Amber Graner: Per prima cosa, grazie per avermi chiesto di fare questa intervista. Devo dire che di solito sono quella che sta dall’altra parte e che fa le domande, quindi questo è uno scambio divertente. Sono un’utente e promotrice di Ubuntu, membro attivo della comunità Ubuntu, contributrice e blogger della rivista Ubuntu User, organizzatrice di eventi e anche moglie e mamma. Sono strana, energica, chiaccherona, motivata, e simpatica.

PS: ti definisci in maniera forte come "un’utente finale non tecnico" o NTEU (acronimo di "non-technical end user"), pensi che questo ti renda unica nella Comunità Ubuntu? Pensi ci sia qualche possibilità di passare da "non tecnico" a tecnico?

AG: No, non sono l’unica persona che si identifica come NTEU, naturalmente, è solo una questione di prospettiva. Per esempio, mio marito ha lavorato con aziende Open Source/Linux fin dagli inizi degli anni ’90, quindi paragonata a lui io non sono tecnica, ma ovviamente quando visito altri famigliari o amici che potrebbero non conoscere Ubuntu, allora molte volte sono la persona tecnica. Se vorrei diventare più tecnica? Si, ma non perché voglio diventare una "sviluppatrice", ma perché mi piacerebbe conoscere come e perché funzionano Ubuntu e le applicazioni che uso ogni giorno, così so dove trovare informazioni e divento migliore utente promotrice quando la gente mi fa domande su Ubuntu e come o in cosa possono essere coinvolti.

PS: sei diventata recentemente la leader del progetto Ubuntu Women, cosa ti piacerebbe veder succedere con il progetto sotto la tua direzione?

AG: come leader del progetto Ubuntu Women, è importante per me assicurare che la direzione e gli obiettivi della squadra seguano le linee guida e che come gruppo continuiamo a muoverci. Ci tengo molto ad assicurare che teniamo incontri regolari e ricorrenti, aiutare a identificare nuovi obiettivi per ogni ciclo di rilascio per portare avanti gli obiettivi del percorso a lungo termine. Mi sto anche focalizzando sul processo di elezione dei leader che si terrà dopo UDS-M. Voglio assicurare che siano rispettati i termini, le responsabilità, e le procedure per queste elezioni annuali. Queste elezioni dei team aiuteranno il progetto UW a identificare dove possiamo migliorare, e aiuteranno gli altri membri dei team a riconoscere le proprie potenzialità come leader. Con queste iniziative la visibilità del progetto UW aumenterà. Ancor più importante, dovrebbe anche aumentare la visibilità dei contributi delle donne dentro e fuori della Comunità Ubuntu, in modo da fornire esempi, modelli e mentori per aiutare ancora più donne ad essere coinvolte nel Progetto Ubuntu. Questa visibilità di donne dentro la comunità aiuterà a formare un team unito e una rete di donne che diventano contributrici, sviluppatrici, promotrici e voci ancora più forti nella Comunità Ubuntu. Sembra tanto, ma nel breve periodo di tempo da UDS-L, ci troviamo ogni due settimane circa, le discussioni per gli obiettivi –M sono iniziate, e alla fine di UDS-M il processo di elezioni dovrebbe partire – penso che questo parli per la forza del progetto UW più di quando possa farlo io, dal momento che abbiamo un team fantastico in campo!

PS: nel tuo blog hai parlato di come la frase "Linux per esseri umani" ti ha portato a provare Ubuntu, che cosa pensi sia che lo renda tale?

AG: devo ammettere che quando ho sentito per la prima volta "Linux per esseri umani" ho riso! Ho sentito gente dirmi per più di 15 anni "Oh, ma è facile", ha! Non lo era per i soli utenti mortali finali come me. Penso davvero che i giorni del "Smanettone per smanettoni" sono finiti e Ubuntu stia cambiando questo.

Il fatto che l’utente finale medio Ubuntu non debba usare la riga comando, conoscere il gergo tecnico, o anche conoscere come tutto funzioni, sia un grosso vantaggio. Non è perfetto ma non lo è nessun altro SO. Ovviamente, Ubuntu è più di una distribuzione: è anche una comunità.

PS: hai fatto parecchio in questi anni da quando hai iniziato a usare Ubuntu, c’è qualcosa che non hai fatto e che ti piacerebbe provare?

AG: mmmmm, questo è difficile, passo argomenti ogni volta che lo voglio, ma so che non posso farmi carico di altre cose finché non mollo ad altri alcune cose che sto facendo adesso. Voglio imparare di più sullo "sviluppatore opportunistico", mi piacerebbe imparare come scrivere qualcosa così posso capirne di più. Voglio imparare anche come scrivere degli script. Mi piacerebbe capire come fare il triage di errori, e passare più tempo a provare i rilasci di sviluppo. Voglio evidenziare di più persone e comunità locali con varie interviste. Oh, e la lista cresce, ma alla fine è la Comunità Ubuntu e l’utente finale medio che attirano il mio interesse e voglio incoraggiare più gente a usare e contribuire al Progetto e alla Comunità Ubuntu.

PS: a parte il tuo lavoro per Ubuntu, fai qualche altro lavoro tipo donne-nel-software-libero?

AG: aiuto ad organizzare Linux Fest, adesso sto lavorando con Atlanta Linux Fest, Southest Linux Fest e altri. Non faccio parte di altri gruppi WIOS, non perché non sia interessata, ma solo perché non ce ne sono vicino a dove vico, ma cerco di parlare con le persone e altri leader di questi gruppi quando partecipo a eventi così posso imparare dalle loro iniziative ed esperienze.

Contribuisco alla nuovissima pubblicazione Linux New Media, la rivista Ubuntu User sul blog You-In-Ubuntu (http://www.ubuntuuser.com/Online/Blogs/Amber-Graner-You-in-Ubuntu) e scrivo articoli.(http://www.ubuntuuser.com/Magazine/Archive/2010/4).

PS: qual è la miglior cosa che ti è capitata contribuendo a Ubuntu?

AG: la prima e più importante, sono diventata un’utente Linux e un partecipante attivo della fantastisca Comunità Ubuntu! A parte questo, sarebbe lavorare con le riviste Ubuntu User e Linux Pro, e recensire The Art of Community di Jono Bacon.

PS: hai qualche altro interesse o attività di cui ti piacerebbe parlarci?

AG: Sono stata invitata dall’associazione America Dairy Goat (Associazione dei caseifici di latte di capra! Ndt) a fare una bancarella Ubuntu al al Goat Festival and Parade a Spindale, NC. Spero parteciperà anche la comunità locale NC e magari potremmo anche mangiare un gelato assieme, chi lo sa. Questo sta diventando un nuovo modo divertente per presentare Ubuntu nel mio piccolo angolo di mondo.

Note alla traduzione

Revisione

Ubuntu Women Scritto da Penelope Stoew

Intervista a Amber Graner

Penelope Stoew: Per favore, raccontaci qualcosa di te.

Amber Graner: Per prima cosa, grazie per avermi chiesto di fare questa intervista. Devo dire che di solito sono quella che sta dall’altra parte e che fa le domande, quindi questo è uno scambio divertente. Sono un’utente e promotrice di Ubuntu, membro attivo della comunità Ubuntu, contributrice e blogger della rivista Ubuntu User, organizzatrice di eventi e anche moglie e mamma. Sono strana, energica, chiaccherona, motivata, e simpatica.

PS: ti definisci in maniera forte come "un’utente finale non tecnico" o NTEU (acronimo di "non-technical end user"), pensi che questo ti renda unica nella Comunità Ubuntu? Pensi ci sia qualche possibilità di passare da "non tecnico" a tecnico?

AG: No, non sono l’unica persona che si identifica come NTEU, naturalmente, è solo una questione di prospettiva. Per esempio, mio marito ha lavorato con aziende Open Source/Linux fin dagli inizi degli anni ’90, quindi paragonata a lui io non sono tecnica, ma ovviamente quando visito altri famigliari o amici che potrebbero non conoscere Ubuntu, allora molte volte sono la persona tecnica. Se vorrei diventare più tecnica? Si, ma non perché voglio diventare una "sviluppatrice", ma perché mi piacerebbe conoscere come e perché funzionano Ubuntu e le applicazioni che uso ogni giorno, così so dove trovare informazioni e divento migliore utente promotrice quando la gente mi fa domande su Ubuntu e come o in cosa possono essere coinvolti.

PS: sei diventata recentemente la leader del progetto Ubuntu Women, cosa ti piacerebbe veder succedere con il progetto sotto la tua direzione?

AG: come leader del progetto Ubuntu Women, è importante per me assicurare che la direzione e gli obiettivi della squadra seguano le linee guida e che come gruppo continuiamo a muoverci. Ci tengo molto ad assicurare che teniamo incontri regolari e ricorrenti, aiutare a identificare nuovi obiettivi per ogni ciclo di rilascio per portare avanti gli obiettivi del percorso a lungo termine. Mi sto anche focalizzando sul processo di elezione dei leader che si terrà dopo UDS-M. Voglio assicurare che siano rispettati i termini, le responsabilità, e le procedure per queste elezioni annuali. Queste elezioni dei team aiuteranno il progetto UW a identificare dove possiamo migliorare, e aiuteranno gli altri membri dei team a riconoscere le proprie potenzialità come leader. Con queste iniziative la visibilità del progetto UW aumenterà. Ancor più importante, dovrebbe anche aumentare la visibilità dei contributi delle donne dentro e fuori della Comunità Ubuntu, in modo da fornire esempi, modelli e mentori per aiutare ancora più donne ad essere coinvolte nel Progetto Ubuntu. Questa visibilità di donne dentro la comunità aiuterà a formare un team unito e una rete di donne che diventano contributrici, sviluppatrici, promotrici e voci ancora più forti nella Comunità Ubuntu. Sembra tanto, ma nel breve periodo di tempo da UDS-L, ci troviamo ogni due settimane circa, le discussioni per gli obiettivi –M sono iniziate, e alla fine di UDS-M il processo di elezioni dovrebbe partire – penso che questo parli per la forza del progetto UW più di quando possa farlo io, dal momento che abbiamo un team fantastico in campo!

PS: nel tuo blog hai parlato di come la frase "Linux per esseri umani" ti ha portato a provare Ubuntu, che cosa pensi sia che lo renda tale?

AG: devo ammettere che quando ho sentito per la prima volta "Linux per esseri umani" ho riso! Ho sentito gente dirmi per più di 15 anni "Oh, ma è facile", ha! Non lo era per i soli utenti mortali finali come me. Penso davvero che i giorni del "Smanettone per smanettoni" sono finiti e Ubuntu stia cambiando questo.

Il fatto che l’utente finale medio Ubuntu non debba usare la riga comando, conoscere il gergo tecnico, o anche conoscere come tutto funzioni, sia un grosso vantaggio. Non è perfetto ma non lo è nessun altro SO. Ovviamente, Ubuntu è più di una distribuzione: è anche una comunità.

PS: hai fatto parecchio in questi anni da quando hai iniziato a usare Ubuntu, c’è qualcosa che non hai fatto e che ti piacerebbe provare?

AG: mmmmm, questo è difficile, passo argomenti ogni volta che lo voglio, ma so che non posso farmi carico di altre cose finché non mollo ad altri alcune cose che sto facendo adesso. Voglio imparare di più sullo "sviluppatore opportunistico", mi piacerebbe imparare come scrivere qualcosa così posso capirne di più. Voglio imparare anche come scrivere degli script. Mi piacerebbe capire come fare il triage di errori, e passare più tempo a provare i rilasci di sviluppo. Voglio evidenziare di più persone e comunità locali con varie interviste. Oh, e la lista cresce, ma alla fine è la Comunità Ubuntu e l’utente finale medio che attirano il mio interesse e voglio incoraggiare più gente a usare e contribuire al Progetto e alla Comunità Ubuntu.

PS: a parte il tuo lavoro per Ubuntu, fai qualche altro lavoro tipo donne-nel-software-libero?

AG: aiuto ad organizzare Linux Fest, adesso sto lavorando con Atlanta Linux Fest, Southest Linux Fest e altri. Non faccio parte di altri gruppi WIOS, non perché non sia interessata, ma solo perché non ce ne sono vicino a dove vico, ma cerco di parlare con le persone e altri leader di questi gruppi quando partecipo a eventi così posso imparare dalle loro iniziative ed esperienze.

Contribuisco alla nuovissima pubblicazione Linux New Media, la rivista Ubuntu User sul blog You-In-Ubuntu (http://www.ubuntuuser.com/Online/Blogs/Amber-Graner-You-in-Ubuntu) e scrivo articoli.(http://www.ubuntuuser.com/Magazine/Archive/2010/4).

PS: qual è la miglior cosa che ti è capitata contribuendo a Ubuntu?

AG: la prima e più importante, sono diventata un’utente Linux e un partecipante attivo della fantastisca Comunità Ubuntu! A parte questo, sarebbe lavorare con le riviste Ubuntu User e Linux Pro, e recensire The Art of Community di Jono Bacon.

PS: hai qualche altro interesse o attività di cui ti piacerebbe parlarci?

AG: Sono stata invitata dall’associazione America Dairy Goat (Associazione dei caseifici di latte di capra! Ndt) a fare una bancarella Ubuntu al al Goat Festival and Parade a Spindale, NC. Spero parteciperà anche la comunità locale NC e magari potremmo anche mangiare un gelato assieme, chi lo sa. Questo sta diventando un nuovo modo divertente per presentare Ubuntu nel mio piccolo angolo di mondo.

Note alla revisione

Errata Corrige


CategoryComunita