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Differenze tra le versioni 5 e 6
Versione 5 del 15/11/2005 14.05.32
Dimensione: 24985
Autore: BlackDesert
Commento: riformattazione e correzione
Versione 6 del 15/11/2005 14.17.33
Dimensione: 22591
Autore: BlackDesert
Commento:
Le cancellazioni sono segnalate in questo modo. Le aggiunte sono segnalate in questo modo.
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== Perché Grub == = Perché Grub =
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== Installazione di Grub == = Installazione e configurazione di Grub =
Linea 187: Linea 187:
A questo punto, se avete appreso i concetti di base dovreste essere

in grado di configurare il menu di grub per qualsiasi esigenza. Per i

più intraprendenti aggiungo un ultima chicca. Se nel blocco di ogni

kernel inserite, prima del comando '''boot''', il comando '''savedefault''' e modificate il comando '''default 0''' in '''default save''', all'avvio il grub (dopo il timeout) sceglierà il kernel che avete scelto nel precedente avvio (vedi nota).
A questo punto, se avete appreso i concetti di base dovreste essere in grado di configurare il menu di grub per qualsiasi esigenza. Per i più intraprendenti aggiungo un ultima chicca. Se nel blocco di ogni kernel inserite, prima del comando '''boot''', il comando '''savedefault''' e modificate il comando '''default 0''' in '''default save''', all'avvio il grub (dopo il timeout) sceglierà il kernel che avete scelto nel precedente avvio (vedi nota).
Linea 199: Linea 193:
Alcuni sistemi operativi sono suscettibili all'avvio tramite

bootloader, questo perchè hanno bisogno che la partizione da cui

partono sia "resa attiva" (e in molti casi questa deve essere anche una

partizione primaria); oltretutto questi sistemi operativi non possono

essere avviati leggendo "il kernel" attraverso, questo perchè l'avvio

del kernel, a quel punto è compito della routine di avvio di quel

sistema operativo e non di Grub (come accade, invece, con linux). Tra

questi sistemi operativi quelli che devono essere avviati in questo

modo sono fondamentalmente tre: Windows, BeOS e OpenBSD. Il più

versatile, anche per quanto riguarda l'installazione in partizione non

primaria, è sicuramente BeOS. Per avviare uno di questi sistemi

operativi basta scrivere (prendiamo come esempio Windows, assumendo che
Alcuni sistemi operativi sono suscettibili all'avvio tramite bootloader, questo perchè hanno bisogno che la partizione da cui partono sia "resa attiva" (e in molti casi questa deve essere anche una partizione primaria); oltretutto questi sistemi operativi non possono essere avviati leggendo "il kernel" attraverso, questo perchè l'avvio
del kernel, a quel punto è compito della routine di avvio di quel sistema operativo e non di Grub (come accade, invece, con linux).

Tra questi sistemi operativi quelli che devono essere avviati in questo modo sono fondamentalmente tre: Windows, BeOS e OpenBSD. Il più versatile, anche per quanto riguarda l'installazione in partizione non primaria, è sicuramente BeOS. Per avviare uno di questi sistemi operativi basta scrivere (prendiamo come esempio Windows, assumendo che
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}}}

Il primo comando ({{{rootnoverify}}}) dice sostanzialmente qual è

la partizione di windows (nel nostro caso la prima partizione del

secondo disco è hd1,0, corrispondente, in Linux, a /dev/hdb1), il

secondo comando, invece rende la partizione attiva (condizione

essenziale per Windows), il terzo comando istruisce, sostanzialmente,

sul fatto di leggere la prima traccia di tale partizione, e l'ultimo

comando fa si che il sistema parta, eseguendo in ordine tutte le scelte

precedenti.
}}}

Il primo comando ({{{rootnoverify}}}) dice sostanzialmente qual è la partizione di windows (nel nostro caso la prima partizione del secondo disco è hd1,0, corrispondente, in Linux, a /dev/hdb1), il secondo comando, invece rende la partizione attiva (condizione essenziale per Windows), il terzo comando istruisce, sostanzialmente, sul fatto di leggere la prima traccia di tale partizione, e l'ultimo comando fa si che il sistema parta, eseguendo in ordine tutte le scelte precedenti.
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Uno dei motivi per cui Grub ha una nomenclatura tutta particolare

dei dischi è dovuto al fatto che il programma è stato pensato per

avviare anche kernel non-linux, uno su tutti, quello di FreeBSD.

FreeBSD ha, infatti, un sistema di organizzazione delle directory

abbastanza particolare. Nell'esempio assumiamo che FreeBSD sia

installato nella seconda partizione del secondo disco:

{{{
Uno dei motivi per cui Grub ha una nomenclatura tutta particolare dei dischi è dovuto al fatto che il programma è stato pensato per avviare anche kernel non-linux, uno su tutti, quello di FreeBSD.

FreeBSD ha, infatti, un sistema di organizzazione delle directory abbastanza particolare. Nell'esempio assumiamo che FreeBSD sia installato nella seconda partizione del secondo disco:

{{{
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Questo script può anche essere eseguito a mano se si ricompila un

kernel senza creare un pacchetto debian o se vuole ripristinare

velocemente il {{{menu.lst}}}.
Questo script può anche essere eseguito a mano se si ricompila un kernel senza creare un pacchetto debian o se vuole ripristinare velocemente il {{{menu.lst}}}.
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Nel blocco "automagico" non vengono inseriti solo le voci dei vari

kernel ma anche dei commenti che servono a personalizzare il

comportamento di '''update-grub'''. Basterà modificare i commenti che cominciano con un solo '''#''' (quelli che cominciano con '''##'''

vengono ignorati anche da update-grub). Se ad esempio vogliamo che ogni

nuovo kernel sia inserito solo una volta (senza la seconda voce

recovery) e che venga sempre usato il framebuffer basta modificare le

apposite righe di {{{menu.lst}}} nel seguente modo:

{{{
Nel blocco "automagico" non vengono inseriti solo le voci dei vari kernel ma anche dei commenti che servono a personalizzare il comportamento di '''update-grub'''. Basterà modificare i commenti che cominciano con un solo '''#''' (quelli che cominciano con '''##''' vengono ignorati anche da update-grub). Se ad esempio vogliamo che ogni nuovo kernel sia inserito solo una volta (senza la seconda voce recovery) e che venga sempre usato il framebuffer basta modificare le apposite righe di {{{menu.lst}}} nel seguente modo:

{{{
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Impostare una password in Grub non è operazione semplicissima,

tuttavia una volta imparato il metodo risulterà abbastanza semplice.

Prima di procedere con la spiegazione di come si utilizza la password

all'interno del file {{{menu.lst}}} (che, lo ricordiamo, si trova in {{{/boot/grub}}}), conviene spiegare in dettaglio il codice da utilizzare.
Impostare una password in Grub non è operazione semplicissima, tuttavia una volta imparato il metodo risulterà abbastanza semplice.

Prima di procedere con la spiegazione di come si utilizza la password all'interno del file {{{menu.lst}}} (che, lo ricordiamo, si trova in {{{/boot/grub}}}), conviene spiegare in dettaglio il codice da utilizzare.
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}}}

Tuttavia una password di questo tipo ha il difetto di essere

visibile in chiaro (anche all'avvio stesso di Grub), ed è quindi poco

utile; fortunatamente Grub pensa a voi e vi permette di impostare una

password criptata con l'algoritmo MD5. Per fare ciò dovete, prima di

tutto ottenere la password codificata in tale modo; niente di più

semplice, avviate dalla shell il comando {{{grub-md5-crypt}}},

inserite due volte la password (una è di conferma) e copiate il

risultato ottenuto. Per utilizzare la password dovrete utilizzare il

seguente codice, leggermente differente dal precedente:

{{{
}}}

Tuttavia una password di questo tipo ha il difetto di essere visibile in chiaro (anche all'avvio stesso di Grub), ed è quindi poco utile; fortunatamente Grub pensa a voi e vi permette di impostare una password criptata con l'algoritmo MD5. Per fare ciò dovete, prima di tutto ottenere la password codificata in tale modo; niente di più semplice, avviate dalla shell il comando {{{grub-md5-crypt}}}, inserite due volte la password (una è di conferma) e copiate il risultato ottenuto. Per utilizzare la password dovrete utilizzare il seguente codice, leggermente differente dal precedente:

{{{
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}}}

Adesso bisogna spiegare come utilizzare la parola chiave password;

esistono due modi, uno è quello di metterla dopo i codici iniziali,

prima della lista dei vari sistemi operativi, l'altro è di mettere

l'attributo anche per ogni sistema operativo avviato, dopo la riga

title. Mentre la seconda password ha effetto solamente sul sistemi

operativo in cui è inserito, la prima ha un effetto più generale, e

blocca l'accesso solo per quei sistemi operativi che contengono la

parola chiave lock dopo la riga title. Un esempio riassuntivo chiarirà

l'uso delle password e di tutte le opzioni viste finora:

{{{
}}}

Adesso bisogna spiegare come utilizzare la parola chiave password; esistono due modi, uno è quello di metterla dopo i codici iniziali, prima della lista dei vari sistemi operativi, l'altro è di mettere l'attributo anche per ogni sistema operativo avviato, dopo la riga title. Mentre la seconda password ha effetto solamente sul sistemi operativo in cui è inserito, la prima ha un effetto più generale, e blocca l'accesso solo per quei sistemi operativi che contengono la parola chiave lock dopo la riga title. Un esempio riassuntivo chiarirà l'uso delle password e di tutte le opzioni viste finora:

{{{
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Linea 499: Linea 379:
Grub mostrerà delle sfumature orizzontali multicolori che scorrono,

alla risoluzione del modo scelto. Scelto un modo (ad esempio 0x103), si

potrà fare partire il sistema in quella modalità aggiungendo il

parametro '''vga=''numero''''' alla linea del kernel, dove ''numero''

è il numero del modo più 200 esadecimale (indicato con 0x200). Questa

operazione è molto semplice: basta aggiungere 2 alla prima cifra del

modo, ad esempio se vogliamo il modo '''0x103''' dovremo passare al kernel '''vga=0x303'''.

Si può anche inserire la modalità video in decimale convertendo con una

calcolatrice scientifica il numero passato al kernel: nell'esempio è

equivalente scrivere '''vga=0x303''' o '''vga=771'''.

Ricordo che per usare il ''frame buffer'' deve essere abilitato

il supporto nel kernel. Tutti i kernel binari delle distribuzioni hanno

questo supporto attivato, ma se vi ricompilate un vostro kernel dovrete

ricordarvi di attivare il supporto ''frame buffer''.
Grub mostrerà delle sfumature orizzontali multicolori che scorrono, alla risoluzione del modo scelto. Scelto un modo (ad esempio 0x103), potrà fare partire il sistema in quella modalità aggiungendo il parametro '''vga=''numero''''' alla linea del kernel, dove ''numero'' è il numero del modo più 200 esadecimale (indicato con 0x200). Questa operazione è molto semplice: basta aggiungere 2 alla prima cifra del modo, ad esempio se vogliamo il modo '''0x103''' dovremo passare al kernel '''vga=0x303'''.

Si può anche inserire la modalità video in decimale convertendo con una calcolatrice scientifica il numero passato al kernel: nell'esempio è equivalente scrivere '''vga=0x303''' o '''vga=771'''.

Ricordo che per usare il ''frame buffer'' deve essere abilitato il supporto nel kernel. Tutti i kernel binari delle distribuzioni hanno questo supporto attivato, ma se vi ricompilate un vostro kernel dovrete ricordarvi di attivare il supporto ''frame buffer''.
Linea 529: Linea 387:
Con Grub è possibile utilizzare un'immagine di sfondo per l'avvio

del PC. Questa immagine deve essere a 640x480 pixel, con una profondità

di soli 14 colori, in formato [http://www.w3.org/People/danield/xpm_story.html XPM] (un formato immagine che è possibile modificare come un semplice testo) e deve essere compressa in formato gzip.

I modi con cui, partendo da un'immagine in png o jpeg, è possibile

ottenere un'immagine con tali requisiti, sono fondamentalmente due. Si

può decidere di utilizzare GIMP; aprendo l'immagine di partenza, questa

deve essere ridimensionata a 640x480 ed i colori devono essere

impostati (premendo {{{ALT+I}}}) a 14, quindi si deve provvedere a salvarla direttamente in {{{/boot/grub}}} con l'estensione .xpm.gz (generalmente {{{splash.xpm.gz}}}).
Con Grub è possibile utilizzare un'immagine di sfondo per l'avvio del PC. Questa immagine deve essere a 640x480 pixel, con una profondità di soli 14 colori, in formato [http://www.w3.org/People/danield/xpm_story.html XPM] (un formato immagine che è possibile modificare come un semplice testo) e deve essere compressa in formato gzip.

I modi con cui, partendo da un'immagine in png o jpeg, è possibile ottenere un'immagine con tali requisiti, sono fondamentalmente due. Si può decidere di utilizzare GIMP; aprendo l'immagine di partenza, questa deve essere ridimensionata a 640x480 ed i colori devono essere impostati (premendo {{{ALT+I}}}) a 14, quindi si deve provvedere a salvarla direttamente in {{{/boot/grub}}} con l'estensione .xpm.gz (generalmente {{{splash.xpm.gz}}}).
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Linea 564: Linea 409:
Linea 573: Linea 417:
L'opzione '''savedefault''' all'interno della configurazione di un

sistema operativo, fa in modo che, se selezionato, quello sia il

prossimo sistema operativo di default all'avvio. Ciò viene ignorato se

all'inizio del file {{{menu.lst}}} è stata messa la voce '''default=''x''''', dove '''''x''''' identifica il numero del sistema operativo di default (partendo da 0 anzichè da 1).
L'opzione '''savedefault''' all'interno della configurazione di un sistema operativo, fa in modo che, se selezionato, quello sia il prossimo sistema operativo di default all'avvio. Ciò viene ignorato se all'inizio del file {{{menu.lst}}} è stata messa la voce '''default=''x''''', dove '''''x''''' identifica il numero del sistema operativo di default (partendo da 0 anzichè da 1).
Linea 584: Linea 422:

Quindi, prima di operare sulle impostazioni di Grub, verificare il nome

esatto del file utilizzato. Se anche il sistema utilizzasse tale file,

la guida rimane valida, basta tenerne presente il diverso nome.
Quindi, prima di operare sulle impostazioni di Grub, verificare il nome esatto del file utilizzato. Se anche il sistema utilizzasse tale file, la guida rimane valida, basta tenerne presente il diverso nome.
Linea 592: Linea 425:

 * Si ringrazia Fabrizio Ciacchi per aver scritto i paragrafi su come

bootare sistemi non Linux, sull'inserimento delle splashimage e

sull'uso della password.

From AlessioFattorini Fri Mar 18 10:02:49 +0000 2005

From: Alessio Fattorini

Date: Fri, 18 Mar 2005 10:02:49 +0000

Subject: Conversione MoinMoin

Message-ID: <20050318100249+0000@https://www.ubuntulinux.org>

Ottima guida, ma è da convertire in moin moin! Per rendere un po' il

tutto un po' standardizzato. Cmq grazie mille!

From Antonio Fri Mar 18 10:54:09 +0000 2005

From: Antonio

Date: Fri, 18 Mar 2005 10:54:09 +0000

Subject: RE: Conversione MoinMoin

Message-ID: <20050318105409+0000@www.ubuntulinux.org>

Lo so che sarebbe meglio, ma è un lavoraccio viste le numerose

formattazioni e la lunghezza. Per adesso meglio così che niente ;-). Se

qualcuno la vuole nel frattempo convertire questo è un wiki!

From MatthewEast Sun Mar 27 03:49:21 +0100 2005

From: Matthew East

Date: Sun, 27 Mar 2005 03:49:21 +0100

Subject: conversione

Message-ID: <20050327034921+0100@www.ubuntulinux.org>

io ci sto, lo faro presto

From Antonio Mon Mar 28 01:52:28 +0100 2005

From: Antonio

Date: Mon, 28 Mar 2005 01:52:28 +0100

Subject: OK

Message-ID: <20050328015228+0100@https://www.ubuntulinux.org>

Potrebbe essere utile fare uno script per una conversione automatica, così si potrebbe usare anche per altri doc. Ci sono solo due problemi:

1) Come fare le ancore

2) Come fare le abbreviazioni

Sono possibili in moin moin?

From MatthewEast Mon Mar 28 18:36:17 +0100 2005

From: Matthew East

Date: Mon, 28 Mar 2005 18:36:17 +0100

Subject: Fatto

Message-ID: <20050328183617+0100@https://www.ubuntulinux.org>

ok, ho fatto la conversione. Per rispondere: 1) le ancore non si possono fare e 2) non so, ma non credo che si possono fare le abbreviazioni. In questo documento ho tolto le ancore e ho messo le abbreviazioni in parentesi. Se dovesse essere introdotto la possibilita' di farli, poi possiamo modificare il documento.

From Antonio Tue Mar 29 12:17:22 +0100 2005

From: Antonio

Date: Tue, 29 Mar 2005 12:17:22 +0100

Subject: Ottimo!

Message-ID: <20050329121722+0100@https://www.ubuntulinux.org>

Complimenti a Matt, per l'ottima conversione e per il tempismo.
 * Si ringrazia Fabrizio Ciacchi per aver scritto i paragrafi su come bootare sistemi non Linux, sull'inserimento delle splashimage e sull'uso della password.
 * Convertito per il Wiki da Matt ed Alessio Fattorini

BR

Introduzione

Grand Unified Bootloader (Grub) è il bootloader di default Ubuntu. La procedura di installazione è in genere in grado di riconoscere gli altri sistemi presenti ed inserirli nel menu iniziale. In alcuni casi particolari tuttavia, l'installer può non trovare i parametri corretti oppure si vuole semplicemente modificare il comoportamento di default.

In questi casi questa guida può tornare utile.

Questa è una guida generica su grub (non specifica per Ubuntu) che comprende argomenti quali l'installazione e la configurazione da zero di grub, trattati in modo semplice (si spera) in modo da non spaventare i principianti.

La guida è rivolta quindi a tutti coloro i quali per necessità o diletto vogliano imparare ad usare questo versatile bootloader.

Il software Grub è opera della Gnu Foundation, sulla Homepage di Grub trovate un'enorme mole di documentazione, help e links su questo programma:

Perché Grub

La ragione per cui consiglio anche ai newbie Grub è la caratteristica, unica, di poter scrivere da zero o modificare, in fase di boot, i comandi per fare partire un kernel, il tutto con l'ausilio dell'autocompletamento.

Adesso provo a spiegarmi meglio.

Se Grub è installato, al boot comparirà il classico menù con le voci per ogni sistema operativo installato. A questo punto premendo "e" si entra in modalità editing e si possono modificare le voci del menu iniziale oppure si possono inserire i comandi per far partire un altro kernel non presente nel menu. Grub può leggere le varie partizioni e visualizzare i nomi dei file, e grazie all'autocompletamento si è sicuri di non sbagliare il percorsi o i nomi dei file. In questo modo è facile fare velocemente molte prove con kernel o parametri di boot diversi, al volo, senza dover modificare alcun file.

Per confronto, con lilo (altro bootloader diffuso), per modificare un parametro di boot o fare partire un nuovo kernel (anche solo per prova) è necessario avviare il sitema, modificare lilo.conf, eseguire il comado lilo e riavviare. Con Grub basta invece scrivere le modifiche al boot e se c'è un errore ed il kernel non si carica basta resettare il sistema e provare di nuovo. Trovati i parametri giusti si possono salvare in /boot/grub/menu.lst in modo che non sia più necessario inserirli a mano.

Installazione e configurazione di Grub

Nomalmente Grub è già installato in Ubuntu. Se però si è installato un S.O. (come MS-Windows) che ignora la presenza di altri sistemi sul disco e vuole monopolizzare il nostro pc, ci si trova nella necessità di installare nuovamente Grub per riappropriarci della libertà di scegliere. Può anche succedere di aver provato un altro boot loader e di voler ritornare a Grub: anche in questo caso basta seguire quanto segue.

Per usare Grub è necessario installarlo nel "Master Boot Record - Il primo settore dell'hard disk" (MBR) (in realtà è anche possibile installarlo solo in un floppy) con il seguente comando:

# grub-install --root-directory=/boot /dev/hda

ma attenzione: ogni altro boot loader verrà eliminato. Non è necessario avere tanti boot loader anche se si installano tante distribuzioni, ne basta uno che le fa partire tutte.

Nota - Nell'esempio installiamo Grub nel primo disco del PC, indicato come "hd" (hard disc) "a" (primo).

Il "primo pezzo di grub" (stage1) risiede nel MBR (Master Boot Record - Il primo settore dell'hard disk), il "secondo pezzo di grub" (stage2) ed i file di configurazione risiedono nella partizione di root di grub che è /boot in questo caso (da non confondere con la partizione di root del sistema /). Il menu iniziale del Grub è configurato nel file /boot/grub/menu.lst, basta modificarlo ed all'avvio Grub leggerà la nuova configurazione.

Far partire il sistema principale

Chiameremo sistema principale il sistema sotto il quale avete installato Grub. Vediamo i comandi necessari per fare partire un kernel, questi possono essere inseriti interattivamente all'avvio di Grub. Successivamente vedremo come inserirli in /boot/grub/menu.lst per creare una voce nel menu di grub.

Innanzi tutto dobbiamo dire a Grub qual'è la sua partizione di root, che è /boot (ci siamo?). Ma in che partizione è /boot? E' la partizione montata in /boot quando avete dato grub-install. Controllate il file /etc/fstab per vedere qual'è. Se fosse /dev/hda3, dovremmo scrivere al prompt di grub (Linea di comando di grub - Appare al boot premendo il tasto 'e' seguito da 'c')

root (hd0,2)

fate attenzione che le partizioni Grub le numera partendo da 0 quindi il numero della partizione è 1 in meno rispetto al numero che ha sotto linux.

Nota - Ricordate che con la tastiera italiana, all'avvio, le parentesi si fanno con shift+0 e shift+ mentre lo slash con "-" ed il segno di uguale con "ì".

Se fosse /dev/hda1 dovremmo dare: root (hd0,0), chiaro?

Ora carichiamo il kernel. Poniamo che il file sia /boot/vmlinuz-2.6.6s26-mio-kernel. Supponiamo che la partizione di root del kernel (cioè proprio la root del sistema) sia /dev/hda4, scriveremo nel prompt di grub (Linea di comando di grub - Appare al boot premendo il tasto 'e' seguito da 'c') come secondo comando:

kernel /vmlinuz-2.6.6s26-mio-kernel root=/dev/hda4 ro vga=791

vedete? Partendo dalla root di grub, che è /boot sotto linux, il file del kernel è semplicemente in /. In ogni caso è quì che l'autocompletamento (premendo TAB, lo sapete no?) gioca il suo ruolo migliore, e permette di scegliere il file corretto. Gli ultimi due parametri sono:

  • ro: accede inizialmente alle partizioni in sola lettura. E' buona norma inserirlo sempre.

  • vga=791: fa partire il sistema in frame buffer (console ad alta risoluzione). Per maggiore informazione leggete più avanti il capitolo dedicato.

A questo punto basta dare il comando boot per fare partire (si spera) il sistema.

Far partire un secondo sistema

Se avete il kernel di una seconda distro sempre nella partizione di boot /dev/hda3 basta cambiare il nome del file del kernel e l'optione root=/dev/hda4 per indicare la corretta partizione di root della seconda distro.

Se invece il file del kernel della seconda distro risiede in un'altra partizione che non sia la boot della prima distro (potrebbe essere una seconda partizione di boot creata dalla seconda distro o direttamente la partizione di root della seconda distro), basta indicare il percorso completo a grub. Supponiamo che la partizione contenete l'altro kernel sia /dev/hda7 e che questa sia la root della seconda distro, per caricare il kernel scriveremo:

kernel (hd0,6)/boot/vmlinuz-2.6.6-altra-distro root=/dev/hda7 ro vga=791

ovviamente avvelendoci il più possibile dell'autocompletamento per facilitare le cose. Notate come in questo caso abbiamo inserito /boot perchè un c'è una partizione di boot ma essa è una sotto-directory di root ovvero (hd0,6) (/dev/hda7 in gergo linux).

Se avete un kernel che usa l'initrd (di solito tutti i kernel ufficiali delle distro, ma io sconsiglio di usare l'initrd se invece vi ricompilate il kernel) prima di dare il comando boot dovrete caricare anche l'immagine del ramdisk. Ovvero scrivere (dopo aver caricato il kernel) il seguente comando nel prompt di grub (Linea di comando di grub - Appare al boot premendo il tasto 'e' seguito da 'c')

initrd /initrd.img-2.6.6-s26-mio-kernel

oppure

initrd (hd0,6)/initrd.img-2.6.6-altra-distro

a seconda di dove si trova l'immagine (si trova sempre nella stessa partizione/directory del suo kernel).

Attenzione: Un kernel partirà solo con la sua immagine initrd, se provate ad usare immagini intrd di altri kernel il sistema non partirà dando un Kernel Panic. Analogamente se cercate di fare partire un kernel che necessita di initrd, senza initrd il sistema andrà ancora in Kernel Panic.

Configurare il Menù di grub

Il menu di grub si imposta tramite il file /boot/grub/menu.lst. L'intestazione di questo file può contenere molti comandi, ma noi vedremo solo un esempio semplicissimo ma pienamente sufficiente ai nostri scopi:

default         0

timeout         5

color light-gray/blue yellow/blue

Inserendo queste righe all'inizio del menu.lst diremo a grub che all'avvio dovrà attendere 5 secondi (timeout) e dopo di che scegliere il primo kernel dell'elenco (il numero 0, ricordate che Grub inizia a contare da zero?). Il menù sarà presentato con i colori indicati, secondo il seguente schema: caretteri/sfondo rispettivamente per il testo normale e per il testo evidenziato.

Adesso, inseriamo i blocchi per i vari kernel. Come visto per fare partire un kernel servono tre comandi: root, kernel, boot (oppure nel caso ci sia l'initrd root, kernel, initrd, boot). Nel menu.lst bisogna inserire in più soltanto un primo comando (title) che specifica il nome che apparira all'avvio per quel kernel nel menù del grub. In pratica, usando gli esempi precedenti dei due kernel, dovremmo avere un menu.lst del genere:

default   0

timeout   5

color     light-gray/blue yellow/blue

title     Prima Distribuzione (puoi scrivere quello che vuoi)

root      (hd0,2)

kernel /vmlinuz-2.6.6s26-mio-kernel root=/dev/hda4 ro vga=791

boot

title     Seconda Distribuzione (puoi scrivere quello che vuoi)

root      (hd0,2)

kernel (hd0,6)/boot/vmlinuz-2.6.6-altra-distro root=/dev/hda7 ro vga=791

boot

Seguendo questo schema portrete aggiungere quanti kernel volete, ma ricordate che potrete provare prima i comandi interattivamente dal prompt di grub (Linea di comando di grub - Appare al boot premendo il tasto 'e' seguito da 'c')

Nel caso i kernel abbiano bisogno dell'initrd il menu.lst dovrebbe semplicemente contere un comando in più per ogni kernel:

default   0

timeout   5

color     light-gray/blue yellow/blue

title     Prima Distribuzione (puoi scrivere quello che vuoi)

root      (hd0,2)

kernel /vmlinuz-2.6.6s26-mio-kernel root=/dev/hda4 ro vga=791

initrd /initrd.img-2.6.6-s26-mio-kernel

boot

title     Seconda Distribuzione (puoi scrivere quello che vuoi)

root      (hd0,2)

kernel (hd0,6)/boot/vmlinuz-2.6.6-altra-distro root=/dev/hda7 ro vga=791

initrd (hd0,6)/initrd.img-2.6.6-altra-distro

boot

Ovviamente, il blocco di un kernel potrebbe contere il comando initrd ed il blocco di un altro no, a seconda che il kernel in oggetto lo richieda o meno.

A questo punto, se avete appreso i concetti di base dovreste essere in grado di configurare il menu di grub per qualsiasi esigenza. Per i più intraprendenti aggiungo un ultima chicca. Se nel blocco di ogni kernel inserite, prima del comando boot, il comando savedefault e modificate il comando default 0 in default save, all'avvio il grub (dopo il timeout) sceglierà il kernel che avete scelto nel precedente avvio (vedi nota).

Avviare altri sistemi operativi

Windows, BeOS, OpenBSD

Alcuni sistemi operativi sono suscettibili all'avvio tramite bootloader, questo perchè hanno bisogno che la partizione da cui partono sia "resa attiva" (e in molti casi questa deve essere anche una partizione primaria); oltretutto questi sistemi operativi non possono essere avviati leggendo "il kernel" attraverso, questo perchè l'avvio del kernel, a quel punto è compito della routine di avvio di quel sistema operativo e non di Grub (come accade, invece, con linux).

Tra questi sistemi operativi quelli che devono essere avviati in questo modo sono fondamentalmente tre: Windows, BeOS e OpenBSD. Il più versatile, anche per quanto riguarda l'installazione in partizione non primaria, è sicuramente BeOS. Per avviare uno di questi sistemi operativi basta scrivere (prendiamo come esempio Windows, assumendo che sia sulla prima partizione di un secondo disco):

title Windows

rootnoverify (hd1,0)

makeactive

chainloader +1

boot

Il primo comando (rootnoverify) dice sostanzialmente qual è la partizione di windows (nel nostro caso la prima partizione del secondo disco è hd1,0, corrispondente, in Linux, a /dev/hdb1), il secondo comando, invece rende la partizione attiva (condizione essenziale per Windows), il terzo comando istruisce, sostanzialmente, sul fatto di leggere la prima traccia di tale partizione, e l'ultimo comando fa si che il sistema parta, eseguendo in ordine tutte le scelte precedenti.

FreeBSD

Uno dei motivi per cui Grub ha una nomenclatura tutta particolare dei dischi è dovuto al fatto che il programma è stato pensato per avviare anche kernel non-linux, uno su tutti, quello di FreeBSD.

FreeBSD ha, infatti, un sistema di organizzazione delle directory abbastanza particolare. Nell'esempio assumiamo che FreeBSD sia installato nella seconda partizione del secondo disco:

title FreeBSD

root (hd1,1,a)

kernel /boot/loader

Per approfondire il sistema di partizionamento di FreeBSD consultare la BSD-FAQ-it.

Installare Grub su floppy

Installare Grub su un floppy vi permetterà di fare partire qualsiasi sitema anche con MBR (Master Boot Record - Il primo settore del disco) corrotto. Per installare grub su di un floppy basterà eseguire i seguenti comandi:

# cd /lib/grub/i386-pc

# dd if=stage1 of=/dev/fd0 bs=512 count=1

1+0 records in

1+0 records out

# dd if=stage2 of=/dev/fd0 bs=512 seek=1

153+1 records in

153+1 records out

#

Su una distro non debian i percorsi potrebbero essere leggermente diferenti.

Usare update-grub

Quando installate un nuovo kernel (binario o ricompilato che sia) contenuto in un pacchetto debian, verrà eseguito lo script update-grub che cercherà nuovi kernel in /boot e li inserirà in menu.lst.

Questo script può anche essere eseguito a mano se si ricompila un kernel senza creare un pacchetto debian o se vuole ripristinare velocemente il menu.lst. Le voci per i vari kernel inserite da update-grub sono racchiuse tra la linea:

### BEGIN AUTOMAGIC KERNELS LIST

e la linea:

### END DEBIAN AUTOMAGIC KERNELS LIST

al di fuori di questo blocco potrete inserire tutte le vostre configurazioni che non volete siano modificate da update-grub (ad. kernel fissi, o qualsiasi altro comando grub).

Nel blocco "automagico" non vengono inseriti solo le voci dei vari kernel ma anche dei commenti che servono a personalizzare il comportamento di update-grub. Basterà modificare i commenti che cominciano con un solo # (quelli che cominciano con ## vengono ignorati anche da update-grub). Se ad esempio vogliamo che ogni nuovo kernel sia inserito solo una volta (senza la seconda voce recovery) e che venga sempre usato il framebuffer basta modificare le apposite righe di menu.lst nel seguente modo:

# kopt=root=/dev/hda9 ro vga=791

 ... ... ...

# alternative=false

ovviamente quella partizione (/dev/hda9) deve essere la root dei kernel che si vuole inserire automagicamente. Notare che non si deve decommentare la linea altrimenti update-grub lo ignorerà e verrà considerato un comando grub.

Impostare una password

Impostare una password in Grub non è operazione semplicissima, tuttavia una volta imparato il metodo risulterà abbastanza semplice.

Prima di procedere con la spiegazione di come si utilizza la password all'interno del file menu.lst (che, lo ricordiamo, si trova in /boot/grub), conviene spiegare in dettaglio il codice da utilizzare. Per impostare una password, infatti, è sufficiente scrivere:

 password vostrapassword

Tuttavia una password di questo tipo ha il difetto di essere visibile in chiaro (anche all'avvio stesso di Grub), ed è quindi poco utile; fortunatamente Grub pensa a voi e vi permette di impostare una password criptata con l'algoritmo MD5. Per fare ciò dovete, prima di tutto ottenere la password codificata in tale modo; niente di più semplice, avviate dalla shell il comando grub-md5-crypt, inserite due volte la password (una è di conferma) e copiate il risultato ottenuto. Per utilizzare la password dovrete utilizzare il seguente codice, leggermente differente dal precedente:

password --md5 vostrapasswordmd5

Adesso bisogna spiegare come utilizzare la parola chiave password; esistono due modi, uno è quello di metterla dopo i codici iniziali, prima della lista dei vari sistemi operativi, l'altro è di mettere l'attributo anche per ogni sistema operativo avviato, dopo la riga title. Mentre la seconda password ha effetto solamente sul sistemi operativo in cui è inserito, la prima ha un effetto più generale, e blocca l'accesso solo per quei sistemi operativi che contengono la parola chiave lock dopo la riga title. Un esempio riassuntivo chiarirà l'uso delle password e di tutte le opzioni viste finora:

default 0

timeout 5

splashimage=(hd0,2)/grub/splash.xpm.gz

password --md5 vostrapasswordmd5#1

title Prima Distribuzione (puoi scrivere quello che vuoi)

lock

root (hd0,2)

kernel /vmlinuz-2.6.6s26-mio-kernel root=/dev/hda4 ro vga=791

initrd /initrd.img-2.6.6-s26-mio-kernel

savedefault

password --md5 vostrapasswordmd5#2

boot

title Seconda Distribuzione (puoi scrivere quello che vuoi)

lock

root (hd0,2)

kernel (hd0,6)/boot/vmlinuz-2.6.6-altra-distro root=/dev/hda7 ro vga=791

initrd (hd0,6)/initrd.img-2.6.6-altra-distro

savedefault

password --md5 vostrapasswordmd5#3

boot

title Windows

lock

rootnoverify (hd1,0)

makeactive

chainloader +1

savedefault

password --md5 vostrapasswordmd5#4

boot

title FreeBSD

lock

root (hd1,2,a)

kernel /boot/loader

savedefault

password --md5 vostrapasswordmd5#5

boot

Riconoscimento modalità video

Una funzionalità forse poco nota, ma utile in certi casi è la capacità di grub di riconoscere al volo le modalità supportate in frame buffer dalla scheda video tramite il comando vbeprobe. E' anche possibile testare una modalità video tramite il comando testvbe:

Grub mostrerà delle sfumature orizzontali multicolori che scorrono, alla risoluzione del modo scelto. Scelto un modo (ad esempio 0x103), potrà fare partire il sistema in quella modalità aggiungendo il parametro vga=numero alla linea del kernel, dove numero è il numero del modo più 200 esadecimale (indicato con 0x200). Questa operazione è molto semplice: basta aggiungere 2 alla prima cifra del modo, ad esempio se vogliamo il modo 0x103 dovremo passare al kernel vga=0x303.

Si può anche inserire la modalità video in decimale convertendo con una calcolatrice scientifica il numero passato al kernel: nell'esempio è equivalente scrivere vga=0x303 o vga=771.

Ricordo che per usare il frame buffer deve essere abilitato il supporto nel kernel. Tutti i kernel binari delle distribuzioni hanno questo supporto attivato, ma se vi ricompilate un vostro kernel dovrete ricordarvi di attivare il supporto frame buffer.

Usare una splashimage

Con Grub è possibile utilizzare un'immagine di sfondo per l'avvio del PC. Questa immagine deve essere a 640x480 pixel, con una profondità di soli 14 colori, in formato [http://www.w3.org/People/danield/xpm_story.html XPM] (un formato immagine che è possibile modificare come un semplice testo) e deve essere compressa in formato gzip.

I modi con cui, partendo da un'immagine in png o jpeg, è possibile ottenere un'immagine con tali requisiti, sono fondamentalmente due. Si può decidere di utilizzare GIMP; aprendo l'immagine di partenza, questa deve essere ridimensionata a 640x480 ed i colori devono essere impostati (premendo ALT+I) a 14, quindi si deve provvedere a salvarla direttamente in /boot/grub con l'estensione .xpm.gz (generalmente splash.xpm.gz).

Oppure si può decidere di utilizzare i seguenti comandi dalla shell:

{{{$ su

- inserire la password di root -

# convert - geometry 640x480 -colors 14 wall.jpg splash.xpm

# gzip splash.xpm

# cp splash.xpm.gz /boot/grub

#}}}

Volendo è possibile cercare su internet splashimage già pronti, uno dei più forniti è [http://fabrizio.ciacchi.it/guide.php?pagina=grub fabrizio.ciacchi.it/guide.php?pagina=grub]. Per utilizzare lo splashimage appena creato è necessario aprire il file menu.lst ed inserire, dopo timeout:

splashimage=(hd0,0)/boot/grub/splash.xpm.gz

Note finali

Per ulteriori approfondimenti rimando alla documentazione ufficiale di Grub. Nei sistemi Debian si trova nel pacchetto grub-doc e si consulta con il comando info grub (ricordate che in queste pagine basta premere 'u' per salire di un livello).

Nota #1

L'opzione savedefault all'interno della configurazione di un sistema operativo, fa in modo che, se selezionato, quello sia il prossimo sistema operativo di default all'avvio. Ciò viene ignorato se all'inizio del file menu.lst è stata messa la voce default=x, dove x identifica il numero del sistema operativo di default (partendo da 0 anzichè da 1).

Nota #2

In alcuni sistemi, ad esempio Redhat o Fedora, il file '''menu.lst''' potrebbe chiamarsi '''grub.conf'''. Quindi, prima di operare sulle impostazioni di Grub, verificare il nome esatto del file utilizzato. Se anche il sistema utilizzasse tale file, la guida rimane valida, basta tenerne presente il diverso nome.

  • Autore: Antonio Ingargiola (debian AT fastwebnet.it)

  • Si ringrazia Fabrizio Ciacchi per aver scritto i paragrafi su come bootare sistemi non Linux, sull'inserimento delle splashimage e sull'uso della password.
  • Convertito per il Wiki da Matt ed Alessio Fattorini