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Versione 12 del 12/05/2006 13.40.35

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Introduzione

Nei sistemi operativi Unix/Linux c'è un utente particolare, il super utente, contraddistinto dall'avere UID (User ID) uguale a 0, con username root. L'utente root in un sistema Linux è il mammasantissima, l'onnipotente, colui che ha accesso totale al sistema senza nessuna restrizione.

Normalmente l'amministratore (root) non entra nel sistema come utente root, sia per motivi di sicurezza, sia per non trovarsi in un ambiente diverso da quello a cui è normalmente abituato: desktop, home directory, etc ...

In genere ogni amministratore di sistema ha anche un account utente, diciamo normale, con il quale svolge lavoro di routine. Quando ha la necessità di svolgere mansioni di amministratore assume i privilegi di root con il comando su (Substitute User).

Il comando su user, dopo la richiesta della password di user, apre una shell per l'utente user.

Con su, senza parametro, viene aperta di default una shell di root, cioè una sessione di terminale in cui si è a tutti gli effetti root.

Ultimamente si sta diffondendo un altro sistema per l'aquisizione dei privilegi di root: l'utilizzo del comando sudo.

Sudo

sudo (SUperuser DO) è un programma che consente di eseguire dei comandi come se si fosse un altro utente. Effettua una specie di sostituzione, previa autorizzazione, tra l'utente normale (colui che esegue il comando sudo) e l'utente target (colui che esegue l'effettivo comando).

L'utente target non deve essere necessariamente root, ma può essere un qualsiasi utente del sitema.

Mentre con su si diventa root fino ad un esplicito rilascio dei privilegi, sudo assume i privilegi di root (o di un altro utente) solo per il tempo necessario all'esecuzione del comando.

Con sudo l'amministratore del sistema può assegnare privilegi particolari a qualsiasi utente, definire quali comandi far eseguire e quali no, avere il log di tutte le operazioni effettuate ed anche ricevere via email informazioni su tentativi non autorizzati.

Per eseguire dei comandi utilizzando sudo bisogna digitare sudo e successivamente il comando con gli eventuali parametri.

Dato il comando, il sistema vi chiederà una password, la vostra password utente, non la password di root (a meno che non sia specificato diversamente nelle configurazioni di default nel file /etc/sudoers).

In genere sudo è configurato per consentire l'esecuzione di più comandi senza dover inserire ogni volta la password. In pratica è possibile impostare un lasso di tempo entro il quale sudo ricorda la password inserita.

Configurazione di sudo

sudo è configurato tramite il file /etc/sudoers editabile con visudo (simile a vi, con in più un controllo sintattico).

sudo visudo

Il file di configurazione /etc/sudoers è costituito da tre sezioni:

  • impostazione degli [#definizionealias alias],
  • impostazione delle [#opzionidefault opzioni di default],
  • impostazione delle [#autorizzazioni autorizzazioni].

Anchor(definizionealias)

Impostazione degli alias

In questa sezione vengono definiti degli alias in modo da potersi riferire, successivamente, in modo più semplice alle informazioni per la configurazione dei privilegi utente.

Le istruzioni di definizione degli alias seguono la forma:

tipo_alias NOME_ALIAS = voce1, voce2, voce3 ... voceX

Dove tipo_alias può essere:

  • User_Alias per definire l'alias per un elenco di utenti

  • Cmnd_ALias per definire l'alias per un elenco di comandi

  • Host_Alias per definire l'alias per un elenco di host

Esempi di alias:

User_Alias AMMINISTRATORI = utente1, utente2, utente3

definisce un gruppo di utenti a cui ci si potrà riferire con AMMINISTRATORI.

Cmnd_Alias UTILITY = /sbin/comando1, /usr/bin/comando2, etc..

definisce un gruppo di comandi.

Host_Alias MACCHINE = macchina1, macchina2, macchina3

definisce un gruppo di host.

Anchor(opzionidefault)

Impostazione delle opzioni di default

Con le impostazioni di default si configura il funzionamento standard di sudo impostando una serie di parametri con la parola chiave Defaults

Ci sono decine di parametri impostabili con Defaults, i principali sono:

  • mail_always: invia una mail all'utente configurato con l'opzione mailto per ogni comando eseguito con sudo.

  • mail_badpass: invia una mail quando un utente inserisce una password sbagliata

  • mail_no_user: invia una mail quando l'utente non è tra gli utenti definiti in sudoers

  • rootpw: indica a sudo di richiedere la password di root invece della password utente per l'autenticazione

  • targetpw: indica a sudo di richiedere la password di dell'utente target invece della password utente per l'autenticazione

  • passwd_timeout: imposta il tempo in minuti dopo il quale sudo dimentica la password inserita dall'utente

  • mailsub: imposta il subject delle mail inviate da sudo

  • mailto: imposta l'indirizzo e-mail dell'utente al quale sudo inoltra le mail di segnalazione.

  • logfile: imposta il file di log per il logging delle operazioni

  • etc ...

Anchor(autorizzazioni)

Impostazione delle autorizzazioni

I comandi per l'impostazione dei privilegi, definiscono quali utenti possono utilizzare quali comandi, da quali host e in che modo.

La forma standard è:

elenco_utenti elenco_host = (user_target) elenco_comandi
  • elenco_utenti: può essere un utente, un alias definito in precedenza o anche un gruppo di sistema definito in /etc/group precedendo il nome del gruppo con il simbolo percentuale [%]. Possono essere inserite varie voci, separando ciascuna con una virgola [,]

  • elenco_host: i nomi delle macchine da cui è consentito utilizzare sudo. Si può usare anche un alias definito per gli host. Possono essere inserite varie voci, separando ciascuna con una virgola [,]. Con ALL si consente l'uso di sudo da qualsiasi host.

  • (user_target): è un parametro opzionale con cui si dice a sudo di eseguire i comandi come utente user_target invece che root.

  • elenco_comandi: l'elenco dei comandi a cui si da autorizzazione. Si può usare anche un alias definito per i comandi. Possono essere inserite varie voci, separando ciascuna con una virgola [,]. Con ALL si consente l'esecuzione di qualsiasi comando.

BRSi può anche inserire il nome di una directory, terminando il percorso con uno slash [/] per indicare tutti i comandi contenuti in quella directory.

  • La parola chiave NOPASSWD indica che per i comandi definiti successivamente non è richiesto l'inserimento della password.

  • Si può negare l'esecuzione di un comando, o un gruppo di comandi, inserendo prima di elenco_comandi un punto esclamativo [!].BRQuesta modalità è comunque sconsigliata in quanto è sempre possibile aggirare la negazione rinominando il comando.

Esempi di autorizzazioni:

pippo ALL = (ALL) ALL

assegna all'utente pippo qualsiasi privilegio;

AMMINISTRATORI ALL = UTILITY

assegna agli utenti raggruppati in AMMINISTRATORI i privilegi per eseguire i comandi raggruppati in UTILITY da qualunque host;

utente1,utente2 macchina1 = (utente2) NOPASSWD: /directory1/comando1, /directory2/, !/directory2/comando2

si consente a utente1 e utente2, se colelgati sulla macchina1, la possibilità si eseguire il comando1 e i comandi in /directory2, ma non /directory2/comando2 come utente2, senza richiedere la password.

Parametri alla riga di comando

sudo può essere lanciato con una serie di parametri che ne modificano il funzionamento temporaneamente. Alcuni di essi sono:

  • -H: imposta la variabile di sistema $HOME con la home directory dell'utente target, cioè quello che eseguirà il comando, normalmente root. Di default sudo lascia inalterata la $HOME.

  • -b: indica a sudo di eseguire il comando in background.

  • -k: serve a eliminare il ricordo della password per l'utente. Al successivo utilizzo di sudo verrà nuovamente richiesta la password.

  • -l: visualizza i comandi che si è autorizzati a usare o non usare.

  • -i: consente di entrare nella shell come utente target simulando il login per il nuovo utente e impostando le variabili d'ambiente. In pratica vi consente di diventare root e quindi non dover utilizzare sudo per ogni comando.

  • -s: consente di entrare nella shell come utente target. Questa opzione è quasi identica a -i, ma non imposta le variabili d'ambiente dell'utente target.

root in Ubuntu

In Ubuntu, di default, l'account root è disabilitato in modo da consigliare, al posto dell'utilizzo di su, l'utilizzo di sudo. Questa scelta è stata effettuata per motivi di sicurezza.

È in ogni caso possibile attivare l'account di root assegnandogli una password con il comando:

sudo passwd root

La prima password richiesta è quella per sudo, successivamente verrà richiesta la password per l'utente root e la successiva conferma.

Per disabilitare l'account root si può usare:

sudo passwd -l root

In questo modo l'utente root risulterà bloccato.

Avviare applicazioni grafiche con permessi di root

È generalmente raccomandato non avviare applicazioni con i privilegi di root, ma se questo fosse necessario, non è buona norma utilizzare sudo {GUIAPP}, in quanto sudo non imposterà le variabili d'ambiente correttamente, in modo particolare in KDE. Si dovrebbe utilizzare, invece, gksudo {GUIAPP} o kdesu {GUIAPP}.

Possibili problemi con il modello sudo

Benché l'utilizzo di sudo per il desktop abbia molti benefici, ci sono dei possibili problemi che è necessario elencare:

  • Alcuni pacchetti dal repository 'Universe' sono effettivamente danneggiati (es. webmin) o diventano pericolosi da utilizzare. Un semplice raggiro di ciò consiste nell'abilitare l'account di root prima dell'installazione, o dell'utilizzo, di questi pacchetti, per poi disabilitarlo.
  • Redirigere l'output di alcuni comandi eseguiti con sudo può portare nuovi utenti a strane conclusioni (considerate sudo ls > /root/file). Per raggirare ciò si può utilizzare sudo sh -c 'ls > /root/file', utilizzando [http://www.greenend.org.uk/rjk/2001/06/adverbio.html Adverbio] o semplicemente utilizzando sudo -s per ottenere una shell di root e procedere da lì.

  • [wiki:Ubuntu/MattZimmerman MattZimmerman]: un semplice approccio che funziona nella maggior parte dei casi, consiste nell'utilizzare dd: ls | sudo dd of=/root/file

  • In molti uffici l'unico utente locale è l'utente root. Tutti gli altri utenti sono importati utilizzando tecniche come nss-ldap. Per configurare una workstation, o risolverne i problemi, nel caso di un fallimento della rete dove nss-ldap sia rotto, l'utente root è necessario. Questo tende a lasciare il sistema inutilizzabile.

    • [wiki:Ubuntu/JerryHaltom JerryHaltom]: in tutti questi casi si può creare un utente locale "admin" con privilegi di root e sudo.

Considerazioni

La scelta di Ubuntu è dettata da alcune considerazioni:

Il team Ubuntu desiderava rendere il processo di installazione il più semplice possibile. Disabilitando l'account root alcuni passi durante l'installazione non sono più necessari.

Un altro motivo è che abilitando l'account root, l'utente ha la necessità di ricordare per sempre la password anche se normalmente userà l'account root molto raramente. Normalmente la password di root è dimenticata dagli utenti alle prime armi in un ambiente Unix/Linux.

sudo evita eventuali disattenzioni nell'utilizzo di comandi, chiedendo la password nel caso si stiano per lanciare comandi amministrativi e consente un log completo dei comandi eseguiti in /var/log/auth.log permettendo l'analisi di ciò che è avvenuto nel sistema.

In ognuno dei due modelli, sudo e su, ci sono vantaggi e svantaggi.

sudo, costringendo all'esecuzione controllata di singoli comandi, invece di aprire una shell root:

  • Riduce il tempo in cui gli utenti sono nel sistema come root e quindi riduce i rischi di lanciare inavvertitamente comandi dannosi per il sistema.
  • Aumenta la possibilità di ricerca e analisi sul sistema grazie al log dei comandi.

Di contro, se qualcuno scopre la password di un utente abilitato all'utilizzo di sudo come root in effetti può ottenere accesso come root. Normalmente le password utente sono più semplici, rispetto a quelle scelte per l'utente root, e ciò può dare problemi. Nel caso di utilizzo di sudo bisogna prestare una maggiore attenzione alla scelta della password utente.

I sostenitori del modello su, cioè account di root abilitato e utilizzo di una shell di root per compiti amministrativi, sostengono che su sia più sicuro in quanto il livello di root si ottiene dopo l'inserimento di due password, la password utente e la password di root.

D'altra parte, chi cerca di entrare in un sistema ha la necessità di scoprire due cose, il nome utente e la password. Con l'account di root abilitato, una delle due è già nota, serve solo scoprire la password. Con sudo si devono scoprire entrambe (username e password).

Quando in un sistema alcuni compiti amministrativi sono assegnati a vari utenti, l'utilizzo di sudo evita di dover dare la password di root a più utenti. L'amministratore può assegnare a qualsiasi utente, temporaneamente, privilegi particolari, eliminandoli o limitandoli quando non vi è più necessità.


Questo documento è l'unione di due documenti:

Ringrazio swarzy per le precisazioni.


Documento originale: [wiki:Ubuntu/RootSudo RootSudo] {en}