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Differenze tra le versioni 56 e 57
Versione 56 del 07/09/2008 12.21.02
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Autore: Alberto
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Versione 57 del 07/09/2008 12.24.34
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Autore: Alberto
Commento:
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Linea 142: Linea 142:
dove:    * Il seguente comando crea una nuova partizione denominandola mdX:
Linea 148: Linea 149:
 * Crea una nuova partizione denominandola mdX  * Per creare un raid di tipo 1 (mirroring); per lo striping sostituire 1 con 0
Linea 154: Linea 155:
 * Crea un raid di tipo 1 (mirroring); per lo striping sostituire 1 con 0
 * Identifica i device costituenti il raid (in questo caso due) e come si chiamano all'interno della cartella `/dev`. Per vedere lo stato di avanzamento della creazione del raid si può usare come comando:
Linea 159: Linea 161:

 * Identifica i device costituenti il raid (in questo caso due) e come si chiamano all'interno della cartella `/dev`. Per vedere lo stato di avanzamento della creazione del raid si può usare come comando:

BR Indice(depth=2)

Introduzione

Questa pagina è dedicata alla creazione di configurazioni [http://it.wikipedia.org/wiki/RAIDraid raid] (raid1 o raid0 ) tramite l'impiego di controller integrati sulle schede madri e di software dedicati.

Preparativi

Per prima cosa impostare il controller raid come attivo e avviabile da [http://it.wikipedia.org/wiki/Bios bios] (per ulteriori informazioni consultare il manuale allegato alla scheda ); infine, nella sezione relativa al boot impostare l'elenco delle periferiche secondo queste priorità:

  1. Floppy
  2. Lettore cd/dvd
  3. Controller Raid

Salvare ed uscire dal bios.

All'avvio del computer appariranno una serie di informazioni relative allo stato delle periferiche collegate alla scheda madre e comparirà una nuova schemata .

Seguire le istruzioni a video per configurare il raid desiderato.

All'uscita dal programma, il computer verrà riavviato.

Fatte queste operazioni,si può iniziare l'installazione del sistema operativo.

Installazione

Utilizzare per l'installazione del sistema il cd alternate di Ubuntu.

  1. Inserire nel lettore cdrom il supporto.
  2. Una volta avviato il cd premere «F2 in modo da selezionare la lingua italiana e scegliere «Installazione per sistemi Oem». Ultimata l'impostazione della scheda di rete comparirà il demone di partizionamento.

  3. Abbandonare l'installazione e selezionare con il tasto «Tab» il pulsante «Indietro«.

  4. Comparirà una schermata in cui sono elencate le voci del progresso dell'installazione. Scegliere Avvia Terminale che avvierà un [:AmministrazioneSistema/RigaDiComando:terminale] di root.

  5. Procedere con il partizionamento, digitare nel terminale il seguente comando per vedere le partizioni presenti:
    ~#fdisk -l
  6. Iniziare a partizionare il disco sda, igitare:
    ~#fdisk /dev/sda
  7. La risposta dovrà essere qualcosa di simile:
    The number of cylinders for this disk is set to 30515.
    There is nothing wrong with that, but this is larger than 1024,
    and could in certain setups cause problems with:
    1) software that runs at boot time (e.g., old versions of LILO)
    2) booting and partitioning software from other OSs
       (e.g., DOS FDISK, OS/2 FDISK)
    
    Command (m for help): 
  8. Se si desidera visualizzare le opzioni, scegliere m.

  9. Creare una nuova partizione quindi n:

    Command (m for help): n
    Command action
       e   extended
       p   primary partition (1-4)
  10. Creare una partizione primaria quindi p, e dare il numero della partizione; la scelta sarà 1.

  11. Dare le dimensioni della prima partizione dal cilindro 1 a circa 30 gb di spazio, la partizione verrà contrassegnata come sda1.
  12. Editare l'id della partizione e scrivere le modifiche della stessa; per fare questo digitare t e scegliere come id fd:

    Command (m for help): t
    Selected partition 1
    Hex code (type L to list codes): L
    
     0  Empty           1e  Hidden W95 FAT1 80  Old Minix       be  Solaris boot   
     1  FAT12           24  NEC DOS         81  Minix / old Lin bf  Solaris        
     2  XENIX root      39  Plan 9          82  Linux swap / So c1  DRDOS/sec (FAT-
     3  XENIX usr       3c  PartitionMagic  83  Linux           c4  DRDOS/sec (FAT-
     4  FAT16 <32M      40  Venix 80286     84  OS/2 hidden C:  c6  DRDOS/sec (FAT-
     5  Extended        41  PPC PReP Boot   85  Linux extended  c7  Syrinx         
     6  FAT16           42  SFS             86  NTFS volume set da  Non-FS data    
     7  HPFS/NTFS       4d  QNX4.x          87  NTFS volume set db  CP/M / CTOS / .
     8  AIX             4e  QNX4.x 2nd part 88  Linux plaintext de  Dell Utility   
     9  AIX bootable    4f  QNX4.x 3rd part 8e  Linux LVM       df  BootIt         
     a  OS/2 Boot Manag 50  OnTrack DM      93  Amoeba          e1  DOS access     
     b  W95 FAT32       51  OnTrack DM6 Aux 94  Amoeba BBT      e3  DOS R/O        
     c  W95 FAT32 (LBA) 52  CP/M            9f  BSD/OS          e4  SpeedStor      
     e  W95 FAT16 (LBA) 53  OnTrack DM6 Aux a0  IBM Thinkpad hi eb  BeOS fs        
     f  W95 Ext'd (LBA) 54  OnTrackDM6      a5  FreeBSD         ee  EFI GPT        
    10  OPUS            55  EZ-Drive        a6  OpenBSD         ef  EFI (FAT-12/16/
    11  Hidden FAT12    56  Golden Bow      a7  NeXTSTEP        f0  Linux/PA-RISC b
    12  Compaq diagnost 5c  Priam Edisk     a8  Darwin UFS      f1  SpeedStor      
    14  Hidden FAT16 <3 61  SpeedStor       a9  NetBSD          f4  SpeedStor      
    16  Hidden FAT16    63  GNU HURD or Sys ab  Darwin boot     f2  DOS secondary  
    17  Hidden HPFS/NTF 64  Novell Netware  b7  BSDI fs         fd  Linux raid auto
    18  AST SmartSleep  65  Novell Netware  b8  BSDI swap       fe  LANstep        
    1b  Hidden W95 FAT3 70  DiskSecure Mult bb  Boot Wizard hid ff  BBT            
    1c  Hidden W95 FAT3 75  PC/IX          
  13. Per ultimare le operazioni scrivere le modifiche sulla tabella partizioni con w e automaticamente fdisk uscirà a terminale. Le partizioni scelte per questo sistema sono le seguenti:

    sda1 =31 Gb
    sda2=200 Gb
    sda3= 900 Mb
  14. Per replicare le medesime partizioni sul disco sdb da terminale:
    ~#sfdisk -d /dev/sda | sfdisk /dev/sdb
  15. Creare i drive “virtuali” per cui:
    ~#modprobe md 
  16. Tramite l'utility già presente nel cd alternate mdadm si possono creare le tre partizioni virtuali:
    ~#mdadm --create /dev/md0 --level=1 --raid-devices=2 /dev/sda1 /dev/sdb1
    ~#mdadm --create /dev/md1 --level=1 --raid-devices=2 /dev/sda2 /dev/sdb2
    ~#mdadm --create /dev/md2 --level=1 --raid-devices=2 /dev/sda3 /dev/sdb3
  17. Il seguente comando crea una nuova partizione denominandola mdX:
    --create /dev/mdX
  18. Per creare un raid di tipo 1 (mirroring); per lo striping sostituire 1 con 0
    --level=1
  19. Identifica i device costituenti il raid (in questo caso due) e come si chiamano all'interno della cartella /dev. Per vedere lo stato di avanzamento della creazione del raid si può usare come comando:

    --raid-devices=2 /dev/sdaX /dev/sdbX
    ~#cat /proc/mdstat 

Immagine(Icone/Piccole/note.png,,center)

per la creazione del raid su un sistema di 250 Gb son necessari circa 100 minuti.

Immagine(Icone/Piccole/warning.png,,center)

La decisione di creare 3 partizioni è dato dal fatto di voler suddividere il sistema in una partizione di root /, una di home /home ed una di swap. Tutte queste tre partizioni devono esser duplicate su entrambi gli hard disk altrimenti si ha un inconsistenza a livello del sistema Raid1.

Una volta ultimata la sincronizzazione si può uscire dalla modalità terminale per poter riprendere l'installazione del sistema. Per uscire:

~#exit

Ora come opzione si sceglierà; rilevamento dischi. Scegliere partizionamento manuale. Saran presenti 9 Hard disk, sei dei quali sdaX, sdbX saranno volumi fisici per raid; gli altri tre, md0, md1, md2 non avranno ancora un filesystem.

  1. md0 si attribuirà la caratteristica di / (root) e di boot all'avvio
  2. md1 si attribuirà la caratteristica di /home
  3. md2 diventerà invece lo spazio di swap.

Ora si può continuare con l'installazione e di default verrà installato Ubuntu in versione server. Al riavvio del computer Ubuntu verrà eseguito in modalità terminale. Prima di installare l'eventuale desktop, è necessario configurare grub per poter avviare entrambi i dischi:

~$sudo vi /boot/grub/menu.lst

Portarsi nella sezione di grub relativa al recovery mode;

[...]
title           Ubuntu 7.10, kernel x.x.xx.xx-xxx (recovery mode)
root            (hd0,0)
kernel          /vmlinuz-x.x.xx.xx-xxx root=/dev/md0 ro single
initrd          /initrd.img-x.x.xx.xx-xxx
[...]

e replicarla in modo da ottenere

[...]
title           Ubuntu 7.10, kernel x.x.xx.xx-xxx (recovery mode)
root            (hd0,0)
kernel          /vmlinuz-x.x.xx.xx-xxx root=/dev/md0 ro single
initrd          /initrd.img-x.x.xx.xx-xxx

title           Ubuntu 7.10, kernel x.x.xx.xx-xxx (recovery mode)
root            (hd1,1)
kernel          /vmlinuz-x.x.xx.xx-xxx root=/dev/md0 ro single
initrd          /initrd.img-x.x.xx.xx-xxx
[...]

In questa maniera,qualora uno dei due hard disk si danneggi,si può procedere all'avvio del sistema tramite quello funzionante. Aggiornare il sistema in modo che riconosca le modifiche effettuate:

~$sudo update-initramfs -u

e riavviare

~$sudo reboot

Per poter lavorare in un ambiente desktop è necessario installarlo col seguente comando da terminale:

~$sudo apt-get install gnome-desktop

Ovviamente se si preferisce Kde a Gnome basta cambiare gnome-desktop con kde-desktop.

Ripristino di un Array

Lo scopo principale di un Array in Raid1 è poter sostituire l'hard disk eventualmente danneggiato con uno funzionante.

Per far questo è sufficiente inserire una serie di comandi; nell'esempio dei due hard disk quello danneggiato è sdb.

Si procederà in questa maniera:

~#mdadm /dev/md0 --fail /dev/sdb1 --remove /dev/sdb1
~#mdadm /dev/md1 --fail /dev/sdb2 --remove /dev/sdb2
~#mdadm /dev/md2 --fail /dev/sdb3 --remove /dev/sdb3

Sostituito il disco danneggiato è necessario partizionare il nuovo disco:

~#sfdisk -d /dev/sda | sfdisk /dev/sdb

E ricreare l'array:

~#mdadm /dev/md0 --add /dev/sdb1
~#mdadm /dev/md1 --add /dev/sdb2
~#mdadm /dev/md2 --add /dev/sdb3

Analogamente a come fatto sopra si può controllare l'avanzamento della creazione dell'array:

~#cat /proc/mdstat 

Ulteriori risorse


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