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I sistemi operativi di tipo Unix hanno una rigida e complessa gestione dei permessi. Ogni utente, e quindi i programmi che egli esegue, può fare con il file solo ciò che è consentito in base ai permessi. Si consulti la guida sui [:Sudo:permessi] per approfondire l'argomento. Questo implica alcune conseguenze: I sistemi operativi di tipo Unix hanno una rigida e complessa gestione dei permessi. Ogni utente, e quindi i programmi che egli esegue, può fare con il file solo ciò che è consentito in base ai permessi. Si consulti la guida del comando [:Sudo:sudo] per approfondire la logica dei permessi. Questo implica alcune conseguenze:
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Sono stati adottati vari meccanismi preventivi per rafforzare la sicurezza del sistema. Tra questi citiamo: Sono stati adottati vari meccanismi preventivi per rafforzare la sicurezza del sistema come:
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 * la necessità, quando si esegue un programma nella directory corrente, di anteporre il suo path (./) in modo tale che un programma che abbia lo stesso nome di un comando comunemente usato, non possa essere per sbaglio eseguito al posto di tale comando (questa semplice precauzione ha stroncato la diffusione di worm come "ls");
 * ulteriori rafforzamenti del meccanismo dei permessi come '''SELinux''' **link** sviluppato dalle forze armate statunitensi e '''Apparmor''' **link** sviluppato da Novell e presente in Ubuntu: tali sistemi creano i cosiddetti '''contesti''': ad esempio una pagina html creata nella home dell'utente, anche se trasferita nella directory di Apache (/var/www) non funzionerà in quanto nata in un contesto differente; un programma presente nella directory utente non verrà eseguito se trasferito in una directory di sistema come /usr/bin/
 * la necessità, quando si esegue un programma nella directory corrente, di anteporre il suo percorso `./`in modo tale che un programma che abbia lo stesso nome di un comando comunemente usato, non possa essere per sbaglio eseguito al posto di tale comando (questa semplice precauzione ha stroncato la diffusione di worm come "ls");
 * ulteriori rafforzamenti del meccanismo dei permessi come '''SELinux''' **link** sviluppato dalle forze armate statunitensi e '''Apparmor''' **link** sviluppato da Novell e presente in Ubuntu: tali sistemi creano i cosiddetti '''contesti''': ad esempio una pagina html creata nella home dell'utente, anche se trasferita nella directory di Apache `/var/www` non funzionerà in quanto nata in un contesto differente; un programma presente nella directory utente non verrà eseguito se trasferito in una directory di sistema come `/usr/bin/`
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Per comprendere quanto i sistemi Unix siano sicuri, è utile visitare la pagina di uno dei programmi più noti, apprezzati e premiati contro il malware: chrootkit **link**. Essa elenca qualche decina di malware, sia rootkit che worm, in oltre 10 anni di sviluppo del programma. Alcuni di questi sono worm ormai desueti come il citato "ls", altri sono rootkit solo per alcuni sistemi Unix che non coinvolgono gli altri sistemi della stessa famiglia (ad esempio un malware per Solaris non può agire su GNU/Linux o *BSD), altri ancora si riferiscono a determinate versioni del kernel di tali sistemi (difatti una volta corretta la vulnerabilità il malware è diventato innoquo). Sfogliando il changelog del programma **link** si nota che i malware che ogni anno vengono aggiunti per tutti i sistemi Unix supportati dal programma, messi insieme, di possono contare sulle dita di una sola mano.
Un'altra interessante lettura è la pagina sui virus di Ubuntu nella documentazione internazione **link**, nella quale si illustrano i pochi malware conosciuti per Linux, la maggior parte dei quali nei fatti innocua (perché, ad esempio, necessità che l'utente dia i permessi di esecuzione e perché non è in grado di superare la barriera dei permessi). Nei fatti il concetto di virus è praticamente sconosciuto nei sistemi di tipo Unix essendo i pochi virus finora scoperti non in grado di diffondersi realmente, perché necessiterebbero di entrare fraudolentemente in possesso dei permessi di amministratore.
Per comprendere quanto i sistemi Unix siano sicuri, è utile visitare la pagina di uno dei programmi più noti, apprezzati e premiati contro il malware: chrootkit **link**. Questo elenca qualche solo una decina di malware (rootkit e worm) in oltre 10 anni di sviluppo del programma. Alcuni di questi sono worm ormai desueti come il citato '''ls''', altri sono rootkit solo per alcuni sistemi Unix che non coinvolgono gli altri sistemi della stessa famiglia (ad esempio un malware per Solaris non può agire su GNU/Linux o *BSD), altri ancora si riferiscono a determinate versioni del kernel di tali sistemi (infatti una volta corretta la vulnerabilità il malware è diventato innoquo). Sfogliando il changelog del programma **link** si nota che i malware che ogni anno vengono aggiunti per tutti i sistemi Unix supportati dal programma sono dell'ordine dell'unità.[[BR]]
Un'altra interessante lettura è la pagina sui virus di Ubuntu nella documentazione internazione **link**, nella quale si illustrano i pochi malware conosciuti per Linux, la maggior parte dei quali nei fatti innocua (perché, per esempio, necessità dei permessi di amministratore). Nei fatti il concetto di virus è praticamente sconosciuto nei sistemi di tipo Unix essendo i pochi virus finora scoperti non in grado di diffondersi realmente, perché necessiterebbero di entrare fraudolentemente in possesso dei permessi di amministratore.
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Per le cose dette,'''di norma non vi è alcun bisogno di antivirus su un sistema GNU/Linux'''. Difatti gli antivirus per GNU/Linux sono in realtà antivirus contro il malware di Windows. Tuttavia ogni regola ha le sue eccezioni. Ecco alcune situazioni in cui un antivirus è'''consigliato''':
 * il proprio sistema è un server di posta a cui si collegano client Windows; in tal caso per proteggere questi ultimi si consiglia ClamAV **link**
Per le cose dette di norma non vi è alcun bisogno di antivirus su un sistema GNU/Linux'''. Difatti gli antivirus per GNU/Linux sono in realtà antivirus contro il malware di Windows. Tuttavia ogni regola ha le sue eccezioni. Ecco alcune situazioni in cui un antivirus è'''consigliato''':
 * il proprio sistema è un server di posta a cui si collegano client Windows; in tal caso per proteggere questi ultimi si consiglia [:Clamav:ClamAv]

BR

QUESTO E' SOLO UN BRAINSTORMING: SERVE A METTERE IN ORDINE UN PO' DI IDEE...

Vari tipi di malware

Per meglio comprendere quanto segue è necessario ricordare la definizione dei diversi tipi di malware (software malevolo):

  • Virus: un virus è un programma malevolo che usa un altro programma come veicolo di diffusione e replicazione, esattamente come fanno i virus biologici che usano le cellule per riprodursi. Un virus ha quindi bisogno di un altro programma da infettare. Attraverso di esso potrà replicarsi, diffondersi e causare danni.

  • Trojan: un trojan (cavallo di Troia) è un programma che fa credere all'utente di essere utile, mascherandosi da qualcos'altro. Ad esempio alcuni trojan appaiono inizialmente come dei codec per la riproduzione di contenuti multimediali.

  • Worm: un worm (verme) è un programma malevolo che può riprodursi senza bisogno di farsi veicolare da un altro programma.

  • Toolkit/Rootkit: un toolkit può essere malevolo o no. Con lo stesso termine infatti si indicano sia programmi utili (come le librerie GTK) sia programmi malevoli. In questo secondo caso ci si riferisce a librerie che vanno a sostituirsi o affiancarsi a quelle di sistema o di programmi per procurare danni, contemporaneamente nascondendosi in modo da sfuggire all'attenzione dell'utente. Quanto un toolkit coinvolge il kernel del sistema operativo (ad esempio come finto driver), si parla di rootkit. Di norma l'uso di questo malware è quello di installare una backdoor ("porta sul retro") attraverso la quale l'autore o chi per lui può entrare nel sistema colpito e prelevarne i dati o addirittura prenderne il controllo.

  • Wabbit: è un programma malevolo che non usa i servizi di rete o altri file o programmi per riprodursi. Un esempio è la fork bomb.

  • Altri tipi di malware: altri tipi di malware si distinguono più per lo scopo che per le modalità di azione e diffusione di solito riconducibili alle categoria precedenti. Tra questi ricordiamo gli spyware (codice spia) e gli adware (pubblicità indesiderate che compaiono sul desktop). Inoltre la diffusione di formati di file che possono contenere codice anche se non sono programmi veri e propri (ad esempio i formati documenti che possono contenere macro o le pagine web che possono contenere javascopt) ha portato alla nascita di macrovirus.

Come avvengono le infezioni

In primo luogo il malware deve entrare a contatto con il sistema. Questo può avvenire con il trasferimento di un file da una memoria di massa (cd, dvd, dischetto, flash pen, ecc.) o tramie e-mail, o anche semplicemente visitanto un sito Internet.BR Non basta che un codice malevolo entri nel sistema perché possa agire, ma esso deve essere messo in esecuzione. In base a questa banale considerazione molti antivirus mettono i file infetti in "quarantena", ossia in una cartella controllata dove non possono più agire. Per entrare in esecuzione, quindi, deve prodursi una azione che può essere volontaria o involontaria da parte dell'utente. Ad esempio i trojan di norma entrano in esecuzione sulla base di una azione dell'utente (ad esempio accettare il download e l'installazione del finto codec). Molti worm agiscono nella medesima maniera.BR Quando invece non c'è azione da parte dell'utente, vuol dire che il codice malevolo è potuto entrare in esecuzione attraverso una "vulnerabilità" del sistema. Una vulnerabilità è una falla di un programma che produce un comportamento non previsto dal programmatore, oppure considerato (a torto) non pericoloso.

I permessi

I sistemi operativi di tipo Unix hanno una rigida e complessa gestione dei permessi. Ogni utente, e quindi i programmi che egli esegue, può fare con il file solo ciò che è consentito in base ai permessi. Si consulti la guida del comando [:Sudo:sudo] per approfondire la logica dei permessi. Questo implica alcune conseguenze:

  • i programmi utente sono separati da quelli di amministrazione
  • I programmi utente possono agire solo sulla home di quell'utente, non sui file di amministratore né su quelli di altri utenti
  • i programmi per essere eseguiti devono avere lo speciale attributo di eseguibili (x)

In base a ciò, un malware che agisce a livello utente non può creare danni al sistema, ma può al limite cancellare o infettare solo i file appartenenti a quel determinato utente.BR Di norma nessun sistema di tipo Unix installa i programmi, neppure i programmi utente , nella directory home dell'utente. Ciò, unito alla suddetta gestione dei permessi, mette al riparo il sistema dall'infezione da parte dei tradizionali virus che non trovano eseguibili a cui "attaccarsi". I worm non possono agire perché per farlo devono avere i permessi di esecuzione. I rootkit non possono installarsi autonomamente in quanto caricare un modulo/driver nel kernel richiede i permessi di amministrazione.BR Ciò a meno di vulnerabilità del sistema. Infatti una vulnerabilità grave può permettere al malware di superare tali restizioni e acquisire i permessi di amministratore. Ciò è già accaduto per i sistemi di tipo Unix. Difatti il primo worm della storia è nato proprio per Unix **link** sfuttando una vulnerabilità.

L'importanza di essere open source

Un software open source, e quindi GNU/Linux, ha la caratteristica di avere il codice sorgente liberamente consultabile e modificabile. Questo apparentemente potrebbe rendere meno sicuro il sistema. Infatti se tutti conoscono il codice sorgente, tutti possono scoprirne le vulnerabilità e quindi sfuttarle.BR Nella pratica, però, si realizza l'esatto opposto: proprio perché tutti possono scoprire facilmente le vulnerabilità, esse possono venire tempestivamente corrette. Molte vulnerabilità vengono infatti corrette ancora prima che possano essere sfruttate a danno del sistema.

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Per i motivi esposti navigare sul Web con un browser open source è più sicuro che navigare con uno proprietario e usare una suite per l'ufficio open source è più sicuro che usarne una proprietaria.

Prevenzione

Sono stati adottati vari meccanismi preventivi per rafforzare la sicurezza del sistema come:

  • l'uso di chiavi di autenticazione per il software e i repository che assicurano la provenienza originale e sicura degli stessi;
  • la necessità, quando si esegue un programma nella directory corrente, di anteporre il suo percorso ./in modo tale che un programma che abbia lo stesso nome di un comando comunemente usato, non possa essere per sbaglio eseguito al posto di tale comando (questa semplice precauzione ha stroncato la diffusione di worm come "ls");

  • ulteriori rafforzamenti del meccanismo dei permessi come SELinux **link** sviluppato dalle forze armate statunitensi e Apparmor **link** sviluppato da Novell e presente in Ubuntu: tali sistemi creano i cosiddetti contesti: ad esempio una pagina html creata nella home dell'utente, anche se trasferita nella directory di Apache /var/www non funzionerà in quanto nata in un contesto differente; un programma presente nella directory utente non verrà eseguito se trasferito in una directory di sistema come /usr/bin/

Il malware nei sistemi Unix

Per comprendere quanto i sistemi Unix siano sicuri, è utile visitare la pagina di uno dei programmi più noti, apprezzati e premiati contro il malware: chrootkit **link**. Questo elenca qualche solo una decina di malware (rootkit e worm) in oltre 10 anni di sviluppo del programma. Alcuni di questi sono worm ormai desueti come il citato ls, altri sono rootkit solo per alcuni sistemi Unix che non coinvolgono gli altri sistemi della stessa famiglia (ad esempio un malware per Solaris non può agire su GNU/Linux o *BSD), altri ancora si riferiscono a determinate versioni del kernel di tali sistemi (infatti una volta corretta la vulnerabilità il malware è diventato innoquo). Sfogliando il changelog del programma **link** si nota che i malware che ogni anno vengono aggiunti per tutti i sistemi Unix supportati dal programma sono dell'ordine dell'unità.BR Un'altra interessante lettura è la pagina sui virus di Ubuntu nella documentazione internazione **link**, nella quale si illustrano i pochi malware conosciuti per Linux, la maggior parte dei quali nei fatti innocua (perché, per esempio, necessità dei permessi di amministratore). Nei fatti il concetto di virus è praticamente sconosciuto nei sistemi di tipo Unix essendo i pochi virus finora scoperti non in grado di diffondersi realmente, perché necessiterebbero di entrare fraudolentemente in possesso dei permessi di amministratore. E' infine interessante sapere che OpenBSD **link**, un sistema di tipo Unix, ha avuto solo due falle di sicurezza remote in 10 anni di sviluppo.

I virus di Windows

I virus di Windows sono programmi scritti per un altro sistema operativo. Normalmente non possono agire su GNU/Linux (si consulti la sezione seguente per conoscere le eccezioni a tale regola). Pertanto non ci si deve preoccupare se un file infetto viene a contatto con il sistema. Anche aprire i file .doc non è pericoloso perché OpenOffice non soffre delle stesse vulnerabilità di Microsoft Office.

Ho bisogno di un antivirus?

Per le cose dette di norma non vi è alcun bisogno di antivirus su un sistema GNU/Linux. Difatti gli antivirus per GNU/Linux sono in realtà antivirus contro il malware di Windows. Tuttavia ogni regola ha le sue eccezioni. Ecco alcune situazioni in cui un antivirus èconsigliato:

  • il proprio sistema è un server di posta a cui si collegano client Windows; in tal caso per proteggere questi ultimi si consiglia [:Clamav:ClamAv]

  • si condividono e scambiano file con utenti Windows e si vuole essere cortesi e non procurare infezioni a tali utenti; l'alternativa è utilizzare formati di scambio dati che non possano trasportare malware o che abbiano un rischio ridotto, come ad esempio odf (formato di OpenOffice), rtf, txt per i testi.

  • si condividono con utenti windows dei file tramite Samba, ftp o altro sistema: valgono le stesse considerazioni del punto precedente;
  • si ha il dual boot sul sistema ma non un antivirus su Windows o l'antivirus è scaduto o troppo datato oppure si deve usare un antivirus per ripulire la partizione dove risiede Windows senza avviarlo; in ogni caso è preferibile aggiornare l'antivirus di Windows;
  • si usa spesso Wine e programmi per Windows. Wine può infatti eseguire dei virus che possono potenzialmente danneggiare lo stesso Wine [e il sistema???: verificare].

Precauzioni da parte dell'utente

La sicurezza di un sistema dipende non solo dalla robustezza dello stesso, ma dai comportamenti dell'utente. Nessun sistema è sicuro se l'utente compie azioni che lo mettono a rischio. Ecco alcuni utili consigli:

  • non installare programmi né dare permessi di esecuzione ad un file o eseguirlo tramite il comando sh se non si è certi della sua provenienza e affidabilità;

  • preferire i repository che possiedano una chiave di autenticazione GPG;
  • se disponibile, controllare che l'md5sum **link** corrisponda a quello dichiarato sul sito del programma o file che si è scaricato;
  • navigare preferibilmente con un browser open source aggiornato all'ultima versione disponibile, usare preferibilmente programmi open source e nativi per il sistema, anch'essi aggiornati;evitare di usare Internet Explorer con Wine tramire Ie4Linux a meno che non sia assolutamente necessario per verificare il funzionamento di proprie pagine web; in tal caso comunque preferire la visualizzazione di pagine locali;

  • eseguire sempre gli aggiornamenti di sicurezza del sistema operativo: in Ubuntu è possibile accettarli in maniera predefinita tramite il Gestore Aggiornamenti **link**; questa è la principale precauzione che mette al riparo dai malware: Ubuntu e Debian hanno infatti una gestione molto efficiente dei problemi di sicurezza.

  • non usare distribuzioni per le quali sia scaduto il supporto di sicurezza;
  • consultare la guida sui firewall **link** per scoprire se si ha bisogno di configurare netfilter (il firewall del kernel Linux);

  • usare cautela quando si è in possesso dei permessi di amministratore (tramite sudo, su, gksudo o kdesu);
  • non entrare nel sistema come root e possibilmente non attivare affatto l'utente root; nel caso sia neccessario, evitare comunque di nagivare sul web, di scaricare posta e comunque di usare programmi che interagiscono con la rete: anche se è comunque difficile essere colpiti da malware in queste circostanze, se tutti non applicassero tale precauzione si renderebbe più facile il compito agli attaccanti aprendo loro le difese del sistema;

  • non essere paranoici: chi viene da sistemi Windows è abituato a blindare tutto e avere paura; è portato ad attribuire qualsiasi malfunzionamento a qualche ignoto virus; ma GNU/Linux non è Windows: take it easy ;) i consigli su riportati vanno presi come tali, quindi non correte ad installare l'ultima versione disponibile di Firefox dal sito di Mozilla: se contiene correzioni di sicurezza significative, vi verrà segnalata tra gli aggiornamenti della distribuzione quasi subito.

Ma allora perché tanta attenzione alla sicurezza di GNU/Linux?

Una domanda che spesso ci si pone è questa: perché, se il sistema operativo è così sicuro, ci sono moltissime guide sulla sicurezza per i sistemi GNU/Linux? Ecco alcuni dei principali motivi:

  • GNU/Linux è usato in modo massiccio sui server: questo richiede forti misure di sicurezza per evitare di infettare client Windows o anche solo per evitare che un qualsiasi problema di sicurezza (non necessariamente un malware) possa rendere il sistema non disponibile anche per pochi minuti o compromettere le informazioni in esso contenute; si pensi a proposito ai server di una banca;
  • molti programmatori su GNU/Linux sono specializzati nello scovare ogni vulnerabilità e correggerla; scoprire una falla e correggerla porta immediatamente alla notorietà, spesso più che scrivere un buon programma;
  • c'è una generale tendenza a voler mantenere la buona fama di GNU/Linux e dei sistemi di tipo Unix in generale in materia di sicurezza e le aziende che producono tali sistemi hanno quindi una attenzione particolare a questo tema;
  • su un sistema girano molti programmi: spesso i problemi di sicurezza sono più legati a questi programmi (si pensi ad Apache e Firefox, oggetto di forti attacchi da parte degli autori di malware) che al sistema in sè, anche se GNU/Linux offre una solida base per evitare gran parte dei problemi;

Falsi miti

Molti produttori di antivirus sostengono che la crescente diffusione sui sistemi desktop di GNU/Linux accrescerà l'insicurezza del sistema, portando alla nascita di malware e in particolare di virus. Se si è compreso quanto detto in precedenza, si è già in grado di rispondere negativamente a tale affermazione. Difatti le banali regole già richiamate sono più che sufficienti a mettersi al riparo dai problemi di sicurezza legati al malware. Tuttavia ci sono considerazioni legate all'esperienza che vanno ugualmente tenute in considerazione:

  • non è vero che GNU/Linux non è diffuso: questo sistema è contenuto praticamente in tutti i router e altri dispositivi di rete, pilota circa la metà dei server su Internet, è contenuto in telefonini (alcuni modelli Nokia, i prossimi cellulari basati di Android di Google, in Neo1979), molti mediacenter (Dreambox, TiVo), persino automobili, ed è molto più diffuso sui desktop di quanto comunemente si pensi: il rilascio di driver per GNU/Linux da parte dei proncipali produttori di hardware (si pensi ad Intel, nvidia, ati, hp, samsung, dell) ne è la conferma; un "virus per Linux" che fosse davvero efficace potrebbe potenzialmente bloccare l'intero mondo industrializzato;

  • un altro sistema di tipo Unix ha già una diffusione larghissima sui desktop: Mac Os X; nonostante ciò il malware su tale sistema in sostanza è quasi inesistente e alcuni annunci clamorosi del passato si sono rivelati eccessivi se non falsi;

  • Unix esiste da quasi 40 anni; in tale lunghissima storia è rimasto il sistema più sicuro (si veda la sezione Il malware nei sistemi Unix **link**);
  • GNU/Linux è già uno dei bersagli preferiti da cracker per i suddetti motivi; non c'è quindi bisogno di aspettare per verificare la sicurezza di tale sistema;

  • molti programmi open source sono multipiattaforma (come Firefox e Apache) e sono diffusissimi su sistemi chiusi, ma hanno già dimostrato i vantaggi in termini di sicurezza rispetto alle controparti proprietarie, pur non essendo immuni da vulnerabilità.

Conclusioni

GNU/Linux è sicuro al 100%? No. Nessun sistema operativo e nessun software può esserlo. Ma se tenete il sistema aggiornato e seguite i consigli di questa guida **link** siete già al riparo dai "virus".