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Questo è il numero 12 del 2023, riferito alla settimana che va da lunedì 27 marzo a domenica 2 aprile. Per qualsiasi commento, critica o lode, contattaci attraverso la mailing list del gruppo promozione.

Notizie da Ubuntu

Arresti lenti in Ubuntu? Si è scoperta la causa

A volte capita che quando si esegue l'arresto di sistema (o si esegue il comando sudo shutdown now) Ubuntu impieghi un'eternità per spegnersi definitivamente. Ed è un aspetto alquanto irritante. Per questo motivo la comunità ha incominciato ad indagare in merito a questo fastidioso problema e si è subito scoperto il colpevole di tutto ciò: il demone snap. Durante la fase di spegnimento, basta schiacciare il tasto Esc della tastiera e il messaggio che appare è il seguente: A stop job is running for Snap Daemon (57s/1min 30)  Al momento non vi è una cura definitiva per il seguente problema, però è possibile applicare un semplice trucco, che è quello di ridurre il timeout del demone snap da 90 a 30 secondi, evitando così di guardare inesorabilmente lo schermo che aspetta di spegnersi. Per fare ciò, basterà aprire una finestra di terminale e modificare il file con il proprio editor di testo preferito:

/etc/systemd/system.conf

occorre, trovare la linea: #DefaultTimeoutStopSec=90s e rimuovere il # se presente all'inizio della riga. Una volta fatto questo, modificare =90s con il valore desiderato, ad esempio =30s. Salvare le modifiche e il gioco è fatto! Questa guida non è una soluzione ufficiale però permette di evitare degli arresti lenti del proprio sistema.

Fonte: omgubuntu.co.uk

Come creare un ambiente remoto per VSCode

Gli sviluppatori adorano utilizzare Visual Studio Code (VSCode) per tanti motivi, in primis per la sua flessibilità e poi per il suo perfetto equilibrio tra funzionalità e velocità. VSCode è una scelta popolare tra gli sviluppatori che utilizzano Linux, ma anche per gli utenti che utilizzano altri sistemi come, Windows o Mac, che molto spesso cercano modi per utilizzare VSCode con un ambiente Linux tramite la virtualizzazione. Questo può rappresentare una sfida. Infatti, ci sono alcuni motivi per utilizzare un ambiente Linux con VSCode, che possono andare dal mantenere l'ambiente della propria macchina host molto più pulito e isolato (che sia su un server o su una macchina virtuale Linux) invece di usarlo all'interno del proprio ambiente di lavoro. Ancora, molti progetti software devono essere creati ed eseguiti in Linux. A tal proposito, per i dispositivi zApple, viene in soccorso Multipass un software che semplifica ogni aspetto della gestione e del lavoro con le macchine virtuali. In sostanza, permette l'esecuzione di container Docker su sistemi macOS, Windows o Linux, in modo da aggirare le limitazioni imposte dal recente hardware e software, fornendo un'interfaccia a riga di comando semplificata ed eliminando il sovraccarico di lavoro derivante dal lavoro con le macchine virtuali.
Entriamo ora nel dettaglio e vediamo come installarlo su una VM scomponendo il lavoro da fare in tre fasi:

  • Generare le chiavi SSH per autenticare la comunicazione tra la VM e l'host - Per generare una nuova coppia di chiavi, basterà eseguire il seguente comando:

    ssh-keygen -t rsa

    Premere Invio per selezionare la posizione in cui salvare la chiave, quindi inserire una passphrase per la nuova coppia di chiavi (o premi Invio per saltare). Prendere nota della posizione del file id_rsa.pub generato. Se invece si dispone già di una chiave SSH e desideri utilizzarla per questa macchina, salta pure questo passaggio.

  • Creare l'ambiente di sviluppo e associarlo alla coppia di chiavi - Supponendo che tu abbia già installato Multipass, il tuo prossimo passo sarà creare una nuova macchina virtuale, o istanza, all'interno di Multipass. Per accelerare il processo di collegamento della nuova istanza con la chiave SSH del passaggio precedente, utilizzeremo un po' di cloud-init. Copia e incolla il testo sottostante in un file chiamato vscode.yaml. Sostituisci la parola <public key> con la chiave trovata in id_rsa.pub, generata in un passaggio precedente:

    groups:
      - vscode
    runcmd:
      - adduser ubuntu vscode
    ssh_authorized_keys:
      - ssh-rsa <public key>

    Successivamente, apri una finestra di terminale nella stessa posizione di questo file e avvia una nuova istanza che fa riferimento a questo file cloud-init nel seguente modo:

    multipass launch --cloud-init vscode.yaml
    Una volta che l'istanza è stata avviata, prendi nota del suo indirizzo IP, Se hai bisogno di più ambienti, puoi ripetere questo passaggio tutte le volte che è necessario.
  • Collega l'ambiente di sviluppo a VSCode - VSCode è configurato per l'utilizzo di ambienti di sviluppo remoti. Tutto quello che devi fare è installare l'estensione ufficiale di Microsoft che abilita questa funzionalità. Per farlo, clicca sul pulsante delle estensioni nella colonna di sinistra e cerca "Remote - SSH". Questo dovrebbe far apparire l'estensione ufficiale di Microsoft: fai clic per installarla. Una volta fatto, dovresti vedere un'icona verde nell'angolo in basso a sinistra della finestra. Ora, fare clic sull'icona e andiamo sulla voce "Connetti all'host", quindi su "Aggiungi nuovo host SSH". Per connetterci all'ambiente di sviluppo che abbiamo creato, digiteremo ssh ubuntu@<ip address> dove nella voce <ip address> andremo a inserire l'indirizzo IP dell'istanza che abbiamo annotato in precedenza. A questo punto, VSCode ti chiederà la posizione delle tue chiavi SSH (la posizione predefinita dovrebbe trovarsi in una directory nascosta denominata .ssh nella home directory).

Al completamento con successo di questi passaggi, dovrebbe apparire una nuova finestra in cui possiamo vedere l'indirizzo IP del nostro ambiente remoto nell'angolo in basso a sinistra. Buon lavoro!

Fonte: ubuntu.com


Notizie dalla comunità internazionale

Rilasciato Ubuntu Touch OTA-25 per i telefoni Linux

La UBports Foundation ha rilasciato in tarda mattinata l'aggiornamento di Ubuntu Touch OTA-25 per tutti i telefoni e tablet Linux. Seppur basata ancora sulla versione di Ubuntu 16.04 (Xenial Xerus), questa release apporta alcuni piccoli miglioramenti come l'ottimizzazione della vibrazione della tastiera su schermo sui dispositivi Volla Phone, le spunte per i messaggi non letti per le app Dialer e Messaging, nonché miglioramenti all'installazione/configurazione di Waydroid. Sono presenti alcuni miglioramenti riguardanti le notifiche, in particolare le notifiche persistenti quando lo stato di urgenza è impostato su critico oppure il supporto per visualizzare più di due righe per il testo della notifica. Si migliora la visibilità dei selettori di data/ora quando si utilizza il tema Suru Dark e si riattiva il supporto per bloccare i preferiti nell'app Dialer. Per concludere, chi di voi utilizza Ubuntu Touch sui propri dispositivi e non ha ancora effettuato l'aggiornamento alla versione basata sulla serie del sistema operativo Ubuntu 20.04 LTS (Focal Fossa), può installare subito l'aggiornamento OTA-25 per godere dei miglioramenti menzionati qui sopra. Per ulteriori dettagli ti consigliamo di dare un occhiata al changelog della nuova versione.

Fonte: 9to5linux.com


Notizie dallo Stivale

Lettera al Governo sul Recovery Plan per l'informatica e l'educazione aperte

Le preoccupazioni sono del tutto legittime, soprattutto, quando al cospetto di così tanti soldi - grazie al Recovery Fund - ancora non si è chiaro quali sono le priorità da affrontare nel nostro paese. In questi giorni, anche se sarebbe meglio dire in questo periodo, se né sentito parlare a dismisura, alcuni non sanno ancora di cosa si tratta e perché è cosi importante agire nel migliore dei modi. Parliamo infatti, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ovvero un piano costituto da varie riforme che il governo Draghi è stato chiamato a redigere per affrontare la crisi economica scatenata dalla pandemia da Covid-19. Le suddette riforme consistono nel portare a modernizzare, ampliare, se non a potenziare, i sei punti nevralgici del nostro paese, che costituiscono: la digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (di cui: € 50,07 Mld), la rivoluzione verde e transizione ecologica (di cui: € 69,96 Mld), le infrastrutture per una mobilità sostenibile (di cui: € 31,46 Mld), l'istruzione e la ricerca (di cui: € 33,81 Mld), l'inclusione e la coesione (di cui: € 29,62 Mld) e la salute (di cui: € 20,22 Mld). A tal proposito noi, con questo articolo, ci soffermeremo sul primo punto e citeremo la lettera scritta dal professore Angelo Raffaele Meo e pubblicata sul sito dell' Associazione per il Software Libero, dove si rammenta:

..come molti cittadini, associazioni e imprese impegnati nella difesa del software libero, abbiamo apprezzato il ruolo di primo piano che la sovranità digitale ha assunto nel programma della Presidente del Consiglio. Si tratta infatti di un tema fondamentale, sia per la democrazia che per le sorti economiche dell'Italia. In Europa, Francia e Germania stanno affermando da mesi e con estrema chiarezza che la propria sovranità digitale non possa essere messa in discussione dalla dipendenza dalle Big Tech, che orientando i comportamenti e le scelte commerciali dei cittadini europei, guadagnano centinaia di miliardi di euro ogni anno. Questa grave ingerenza che rischia di svuotare di significato le procedure democratiche nel nostro Paese, si è radicata stabilmente nella nostra economia, pesando sulla nostra bilancia commerciale e sottraendo non solo enormi investimenti ma cervelli brillanti, costretti a emigrare a causa di tale concorrenza sleale. Investire oggi in una vera sovranità digitale è dunque fondamentale per garantire un futuro prospero ai nostri figli.

L'attenzione successivamente verte verso la documentazione pubblicata dal nostro governo e che offre un quadro desolante della situazione in cui ci troviamo e lo stesso docente ribadisce in particolare che:

  • molte scuole italiane adottano software proprietario, prevalentemente statunitense, in violazione dell’art. 68 del CAD. Questa scelta rappresenta un evidente danno per l’economia del nostro Paese ed è una perdita secca della nostra ricchezza;
  • investire in software libero invece, si traduce prevalentemente in acquisti di servizi nazionali giovando alla bilancia dei pagamenti e al Prodotto Interno Lordo. Inoltre la possibilità di modificare il software libero rappresenta un potente motore di innovazione che permette alle aziende e al Paese di costruire insieme un forte vantaggio competitivo;
  • le stesse scuole adottano sistematicamente strumenti software che violano le norme nazionali e comunitarie sulla tutela dei dati;
  • il software libero invece, permette di superare il noto problema delle "backdoor" ed ottenere un maggiore controllo sui flussi di scambio e gestione dei dati e quindi sugli standard di integrazione tra gli strumenti digitali.

È facile quindi capire, come il progetto "Scuola 4.0" che dovrebbe offrire a tutti gli istituti nazionali un'occasione unica per il potenziamento, l'inclusione e la modernizzazione dei suddetti ambienti, viene colta solamente da alcuni dirigenti scolastici che si stanno muovendo coi dovuti tempi, con il rischio sprecare ancora una volta un’opportunità irripetibile da parte degli studenti ma anche da parte dei docenti. Per concludere l’innovazione di questo secolo sarà orientata verso lo sviluppo di nuovi strumenti costruiti sulle conoscenze scientifiche e tecnologiche che stanno via via dando spazio a interessanti progetti. Questo è il momento di agire e di dare spazio ai tanti software liberi che ci seguono nel quotidiano con le nostre distribuzioni Linux.

Fonte: softwarelibero.it

Stop a ChatGPT in Italia

Notizia di questi giorni, associata anche all'articolo presente in questo numero: "Mettere in pausa i progetti di intelligenza artificiale", riguarda la decisione presa nella serata di venerdì dal Garante della privacy italiano in merito al blocco immediato imposto nei confronti della società statunitense OpenAI, che ha sviluppato e che gestisce la nota ChatGPT. L'autorità, come si può leggere anche nel comunicato, ha reso noto che la suddetta istruttoria è stata aperta in merito al fatto che, lo scorso 20 marzo, è stata subita una perdita di dati (data breach) riguardanti le conversazioni degli utenti e le informazioni relative al pagamento degli abbonati. Nel provvedimento, il Garante privacy afferma inoltre che vi è la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI, ma soprattutto l'assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di “addestrare” gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma. Ultimo ma non per importanza, secondo i termini di OpenAI, il servizio è rivolto ai maggiori di 13 anni. In questo caso il garante ha evidenziato come l’assenza di un qualsivoglia filtro per la verifica dell’età degli utenti può esporre i minori a risposte assolutamente inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e auto-consapevolezza. Infine il Garante, nonostante OpenAI non abbia sede nell'UE, ha designato un rappresentate nello Spazio economico europeo, che dovrà comunicare entro 20 giorni le misure da applicare secondo quanto richiesto, pensa una sanzione fino a 20 milioni di euro o in casi peggiori fino al 4% del fatturato globale annuo.

Fonte: garanteprivacy.it


Notizie dal Mondo

Mettere in pausa i progetti di intelligenza artificiale

Una grande e lunga lista di importanti amministratori delegati di grosse aziende del mondo IT e non solo, guidata dal Future of Life, ha pubblicato una lettera aperta con il quale si chiede uno stop di almeno sei mesi nei confronti degli sviluppi frenetici e senza controllo dell'intelligenza artificiale. Questa notizia ha fatto immediatamente il giro del mondo perché tra i firmatari sono presenti figure influenti di questo secolo, come Elon Musk o il buon Steve Wozniak. Anche noi nel nostro piccolo, né abbiamo ampiamente discusso in questi mesi all'interno della newsletter, di come l'IA potrebbe rappresentare un profondo cambiamento nella storia della nostra vita e per questo, a tal proposito, dovrebbe essere pianificata e gestita con cura e risorse adeguate. E non messa alla buona mercé di tutti. Perché come la storia ci insegna, ogni buon mezzo, diventa buono quando se ne capiscono le potenzialità per far progredire la specie umana e non per creare delle menti digitali sempre più potenti che nessuno, nemmeno i loro creatori, riescono a capire, prevedere o controllare in modo affidabile. Potenti sistemi di intelligenza artificiale dovrebbero essere sviluppati solo quando saremo certi che i loro effetti saranno positivi e i loro rischi saranno gestibili. Possiamo già notare che i sistemi di intelligenza artificiale contemporanei stanno diventando competitivi per l'uomo in compiti generali, per questo è giusto porsi delle semplici domande come:

  • Dovremmo lasciare che le macchine inondino i nostri canali di informazione con propaganda e falsità?
  • Dovremmo automatizzare tutti i lavori, compresi quelli soddisfacenti?
  • Dovremmo sviluppare menti non umane che alla fine potrebbero essere più numerose, superiori in astuzia, obsolete e sostituirci?
  • Dovremmo rischiare di perdere il controllo della nostra civiltà?

Tali decisioni non devono essere delegate alle grandi compagnie tech AI che puntano alla commercializzazione e al guadagno. Pertanto, tramite questa lettera si invitano tutti i laboratori di intelligenza artificiale a sospendere immediatamente per almeno 6 mesi l'addestramento di sistemi di intelligenza artificiale. Questa pausa dovrebbe essere pubblica e verificabile e includere tutti gli attori chiave. Se una tale pausa non può essere attuata rapidamente, i governi dovrebbero intervenire e istituire una moratoria. Inoltre gli stessi laboratori AI dovrebbero sfruttare questa pausa per sviluppare e implementare congiuntamente una serie di protocolli di sicurezza condivisi per la progettazione e lo sviluppo avanzato dell'intelligenza artificiale, rigorosamente verificati e supervisionati da esperti esterni indipendenti. Ciò non significa una pausa nello sviluppo dell'IA in generale, ma semplicemente un passo indietro dalla pericolosa corsa a modelli black-box sempre più grandi e imprevedibili con capacità emergenti.

Fonte: futureoflife.org

I progetti open source sono scritti dagli stessi volontari? Alert Spoiler

Spoiler: non tutti i progetti open source sono sviluppati dai volontari. Potrebbe risultare scioccante come notizia, ma chi sta nel mondo dell'open source e conosce bene i meccanismi, vi assicuriamo non lo è. Il tutto è nato quando la società Aiven che si occupa di open source ha pubblicato un report basato su un'analisi dei progetti open source presenti su Github. Questa ricerca ha messo in risalto come dietro ai progetti più conosciuti ci siano aziende prevalentemente come: Amazon, Intel, Red Hat, Google e Microsoft. Questo non dovrebbe destabilizzarvi, soprattutto nel leggere il nome di Microsoft. Le voci esaminate da Aivenn negli archivi GitHub sono prevalentemente tre, e parliamo di: numero di contributori, repository (progetti) a cui hanno contribuito e il numero di commit effettuati dai contributori. Quest'ultimi calcolati tramite Google Big Query utilizzando i "PushEvents" sui dati pubblici di GitHub. Dalla ricerca è saltato fuori che, nell'ultimo trimestre del 2022, Microsoft e Google hanno gareggiato per il primo posto per numero di contributi/commit eseguiti. Mentre Red Hat al terzo posto chiude questo podio. Parlando invece di numeri, e quindi di soli commit, Red Hat è paradossalmente al secondo posto, infatti sta contribuendo con più commit di quanto per esempio faccia Google (125.012 nel quarto trimestre del 2022 rispetto ai 94.961 di Google). Microsoft invece è davanti a entrambe le aziende, con 128.247 commit. Tuttavia, per quanto riguarda il personale che ha contribuito ai progetti, Google è in testa con 5.757 rispetto ai 5.513 di Microsoft e ai 3.656 di Red Hat. Intel è classificata come il quarto contributore principale su GitHub. Non male vero? :D

Fonte: theregister.com

L'azienda Pine64 affonda un altro colpo!

Scommettiamo che anche voi non vedete l'ora di mettere le mani su un computer economico e per di più dotato di hardware RISC-V? Perché se è così, Pine64 ci copre le spalle. Infatti, per chi non lo sapesse, l'azienda specialista cinese che produce e vende hardware compatibile con sistemi open source a basso costo, sta lanciando un nuovo computer a scheda singola alimentato da un processore RISC-V quad-core. Linux vanta già un fiorente supporto RISC-V e un dispositivo RISC-V entry-level economico come Star64 consente a più appassionati e sviluppatori di essere coinvolti nella promozione di tale lavoro e progetto. Pine64 ha annunciato il suo prodotto Star64 l'anno scorso ma, nel suo ultimo news-drop mensile ha rilasciato maggiori dettagli sul nuovo dispositivo, comprese le configurazioni di memoria, il prezzo e la data di lancio per acquistarne uno. Partiamo prima di tutto dalle specifiche:

  • RISC-V U74 quad-core a 64 bit
  • 4 corsie DSI e 4 corsie CSI
  • connettore pannello touch i2c
  • Doppie porte Gigabit Ethernet
  • Wi-Fi e Bluetooth dual-band
  • Slot aperto PCIe x1
  • Pin del bus GPIO (i2c, SPI e UART)
  • 128 Mb QSPI flash
  • Connettore jack CC di tipo cilindrico

La connettività è garantita con: un'uscita video HDMI full-size, 1 porta USB 3.0 nativa, 3 porte USB 2.0 condivise e uno slot per schede microSD per l'avvio (è disponibile anche una flash eMMC opzionale). La data di vendita è stata stabilita per il 4 aprile 2023 sul Pine Store e saranno disponibili in 2 configurazioni: un modello da $ 69,99 con 4 GB di RAM e un modello da $ 89,99 con 8 GB di RAM. Questi prezzi sono piuttosto contenuti rispetto ad altre componentistiche hardware RISC-V disponibili sul mercato. Questa scelta di mantenere prezzi bassi, permetterà di mettere questa tecnologia nelle mani di più persone.

Fonte: omglinux.com

LibreOffice 7.5.2 rilasciato con 96 correzioni di bug

La Document Foundation ha annunciato il rilascio e la disponibilità per tutte le piattaforme supportate della sesta point release della versione stabile della potente suite per l'ufficio, LibreOffice 7.5. Questa versione scende in campo per risolvere l'esattezza di 96 bug, presenti all'interno di tutti i componenti principali della suite per l'ufficio, inclusi Writer, Calc, Impress e Draw. Queste correzioni permettono di aumentare sempre di più la stabilità e la robustezza della suite, garantendo al contempo una migliore interoperabilità con i formati di documenti proprietari della suite MicroSoft Office, come DOCX, XLSX e PPTX. Pertanto, se all'interno del tuo dispositivo utilizzi la versione di LibreOffice 7.5, dovresti prendere in considerazione l'aggiornamento alla versione 7.5.2 il prima possibile e magari dare anche un'occhiata ai dettagli sulle correzioni di questi bug, disponibili per RC1 e RC2. Tuttavia, occorre tenere presente che questa è l'edizione "Community", quindi se hai bisogno di supporto per le distribuzioni aziendali dovresti considerare l'utilizzo della famiglia di applicazioni LibreOffice Enterprise (per maggiori informazioni guarda il numero 2021.005). LibreOffice 7.5.2 è immediatamente disponibile sul sito ufficiale. I requisiti minimi per i sistemi operativi proprietari sono disponibili nella suddetta pagina; mentre per GNU/Linux, si ricorda principalmente come regola generale che è sempre consigliabile installare LibreOffice utilizzando i metodi di installazione raccomandati dalla propria distribuzione, come ad esempio l'uso dell' Ubuntu Software Center per Ubuntu. Gli utenti di LibreOffice, i sostenitori del software libero e i membri della comunità possono supportare The Document Foundation attraverso una piccola donazione. Le vostre donazioni aiutano The Document Foundation a mantenere la sua infrastruttura, condividere la conoscenza e a finanziare attività delle comunità locali.

Fonte: 9to5linux.com


Aggiornamenti e statistiche

Aggiornamenti di sicurezza

Gli annunci di sicurezza sono consultabili nell'apposita sezione del forum.

Bug riportati

  • Aperti: 141508, +147 rispetto alla scorsa settimana.

  • Critici: 310, -5 rispetto alla scorsa settimana.

  • Nuovi: 71021, +86 rispetto alla scorsa settimana.

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